Roma, 11 maggio 2020 – “Imporre distanze
eccessive tra clienti, così come procedure di sanificazione
complesse e l’utilizzo di divisori in plexiglass vuol dire non
voler far riaprire i ristoranti”. Il comparto
della ristorazione riunito nel progetto #FareRete alza la
voce prendendo nettamente le distanze dalle notizie che stanno
rimbalzando su tutti i media. Altrettanto
prive di logica appaiono le troppo drastiche misure restrittive
ipotizzate per i sistemi di aerazione e condizionamento; o
ancora palesemente ingiuste le ipotesi di attribuire al titolare
del locale la responsabilità diretta in relazione al
comportamento individuale di terzi all'interno dell'attività.
“Se queste notizie pubblicate dalla stampa
trovassero corrispondenza nelle linee guida in emanazione,
avrebbero come conseguenza la chiusura permanente di oltre
l’80% dei locali presenti nel nostro Paese. Riteniamo
folle e privo di senso anche solo ipotizzare misure di tale
portata che confermano la poca conoscenza del settore e delle
logiche che lo regolano. Non c’è più tempo, servono
urgentemente misure pertinenti alla realtà esistente. Chiediamo
al Governo di consultarci prima di emanare le nuove
disposizioni, coinvolgendo rappresentanti della
ristorazione al tavolo decisionale”.
“A poche ore dall’emanazione del
Decreto Legge ribadiamo anche la necessità che vengano
previste misure di finanziamento a fondo perduto,
destinate specificamente alla ristorazione e vincolate
all’acquisto di prodotti alimentari italiani. Solo in
presenza di tali risorse, l’horeca sarà in grado di
riappropriarsi del proprio ruolo, quello di leva economica,
imprescindibile, per la filiera agroalimentare, necessario
per la ripartenza dell’intero Paese” – ribadisce Gianluca De Cristofaro
parlando a nome del progetto #FareRete.
Questa è la voce delle 29 realtà
associative (più di 100.000 associati) del progetto #FareRete.
Un appello sostenuto da Filiera
Italia il cui consigliere delegato Luigi Scordamaglia
ricorda come “Il perdurare della chiusura del canale della
ristorazione stia provocando un effetto domino sull’intera
filiera agroalimentare italiana con crolli di produzione
fino al 40% del settore del vino, del 45% dei formaggi
tipici e del 35% dei salumi di maggiore pregio, mettendo a
grave rischio occupazionale parti rilevanti dei 3,6 milioni
di lavoratori dell’intera filiera”. Far ripartire subito
la ristorazione con regole rigide ma applicabili e non tali da
far chiudere comunque l’80% dei ristoranti italiani è
l’appello della Fondazione che raccoglie il meglio
dell’agroalimentare italiano.
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