La
cantina “Bio” per vocazione presenta i tre vini ottenuti da vitigni resistenti
e conferma il proprio impegno nella ricerca di una viticoltura sempre più
sostenibile. Un rosso da Merlot Khorus, Cabernet Cortis e Prior, un bianco
fermo da uve Bronner e un Vino frizzante Pet Nat da uve Johanniter sono i nuovi
nati della cantina trevigiana.
È dalla sua fondazione nel 1985 che la
Cantina Pizzolato di Villorba (Treviso) ha abbracciato la causa del biologico,
visione che all’interno della filosofia aziendale non è solamente un metodo di
conduzione agronomica, ma diventa un vero e proprio stile di vita adottato in
primis da Settimo Pizzolato, patron dell’azienda, e da lui tramandato alla
famiglia e ai membri del team. E proprio nel perseguire l’obiettivo di arrivare
ad una coltivazione 100% sostenibile, la Cantina Pizzolato ha dato il via nel
2017 ad una sperimentazione sulle viti resistenti PIWI e nei primi mesi dello
stesso ha piantato 15.200 nuove barbatelle su una superficie di 4.3 ettari.
PIWI- Pilzwiderstandfähig, termine che
tradotto dal tedesco significa resistente ai funghi, indica una serie di
vitigni ottenuti tramite impollinazione tra Vitis Vinifera e vite americana
che, incrocio dopo incrocio, si è scoperto essere capaci di opporsi
naturalmente a malattie fungine come oidio e peronospora.
Questa peculiarità dei vitigni PIWI consente di limitare ad un massimo di 2-4 l’anno i trattamenti con rame e zolfo diminuendo così l’impatto ambientale. Il progetto ha mostrato da subito il suo grande potenziale: “Se dal punto di vista enologico le varietà PIWI impiantate stanno dando risultati interessanti” racconta Settimo Pizzolato, “anche in vigneto, fino ad ora, la viticultura dei PIWI ha mostrato più vantaggi che svantaggi. Pur essendo varietà delle quali si conosce ancora poco circa l’adattabilità ai terreni, dimostrano di reagire bene nelle zone dove sono stati messi a dimora rendendoci ottimisti nel percorrere questa via ai più sconosciuta”, conclude Pizzolato.
Questa peculiarità dei vitigni PIWI consente di limitare ad un massimo di 2-4 l’anno i trattamenti con rame e zolfo diminuendo così l’impatto ambientale. Il progetto ha mostrato da subito il suo grande potenziale: “Se dal punto di vista enologico le varietà PIWI impiantate stanno dando risultati interessanti” racconta Settimo Pizzolato, “anche in vigneto, fino ad ora, la viticultura dei PIWI ha mostrato più vantaggi che svantaggi. Pur essendo varietà delle quali si conosce ancora poco circa l’adattabilità ai terreni, dimostrano di reagire bene nelle zone dove sono stati messi a dimora rendendoci ottimisti nel percorrere questa via ai più sconosciuta”, conclude Pizzolato.
Un progetto ambizioso al quale la
cantina si è dedicata con grande entusiasmo e investimento di risorse, ma che
comunque non ha la presunzione di soppiantare le varietà autoctone,
identificative e caratteristiche dei vari territori dove nascono, bensì di
contribuire alla creazione di un mondo dove la salvaguardia dell’ambiente e
delle persone che lo abitano assume un ruolo sempre più centrale, portando
avanti la visione aziendale di una viticoltura sostenibile al 100%.
Il progetto, che si è strutturato in due
fasi, ha visto da una parte la realizzazione di un vigneto nel quale sono state
impiantate molte varietà PIWI ammesse nel disciplinare Veneto, dall’altra
l’impianto monovarietale di singoli vitigni PIWI selezionati dopo una lunga
ricerca per identificare quale vitigno si adattasse meglio al terroir della
zona del Piave.
Ed è da questa scommessa sostenibile che
hanno preso vita HO’OPA, HUAKAI, e KONTI-KI, rispettivamente un vino frizzante
Pet Nat da uve Johanniter, un bianco fermo da uve Bronner e un rosso da Merlot
Khorus, Cabernet Cortis e Prior che si sono aggiunti al Novello da uve Merlot
Khorus e Cabernet Cortis presentato a novembre 2019.
Ognuno di questi vini rappresenta la
tappa di un viaggio in un mondo ancora inesplorato che viene raccontato anche
visivamente sulla bottiglia dei vini stessi grazie a delle etichette “parlanti”
e da una libellula, ambasciatrice di un’agricoltura pulita che spiega il nuovo
mondo dei PIWI. I quattro vini, infatti,
rappresentano ognuno una tappa diversa: partenza, il viaggio, il mezzo e la
meta.
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