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venerdì 31 dicembre 2021

CAPODANNO: FREDDI INTERNATIONAL, 'IN VIETNAM AMARONE E PRIMITIVO, IN CINA IL MOSCATO'

 

 


 Rossi corposi e Moscato dolci e poco alcolici in Cina, Primitivo di Manduria e Amarone della Valpolicella in Vietnam, denominazioni storiche di Toscana e Piemonte e vini naturali in Giappone, distillati dal prezzo contenuto in India: sono questi i prodotti vitivinicoli Made in Italy preferiti per Capodanno nel continente asiatico secondo Edoardo Freddi, 32enne patron fondatore della Edoardo Freddi International, azienda di export management vinicolo che commercializza in quasi 100 Paesi di tutto il mondo la bellezza di 28 milioni di bottiglie all'anno, provenienti da 37 cantine del Belpaese. «Non di rado si sente parlare di Asia come fosse un piccolo Paese a monopreferenza di vino. In realtà in Cina si bevono vini italiani rossi corposi, ma ovviamente vanno tutti i Moscato dolci e poco alcolici. Il Vietnam invece ha una predilezione per i vini pugliesi quale il Primitivo di Manduria, specie con bottiglia molto pesante che per loro è simbolo di pregio, e per l'Amarone della Valpolicella. Il Giappone è mondo a sé ed è interessato alle denominazioni più tradizionali e pregiate, ai terroir storici, quali Piemonte e Toscana, e non disdegna affatto tutto il mondo dei "vini naturali". L'India invece è orientata più sul prezzo, dunque prodotti a prezzo contenuto, e soprattutto distillati», spiega Freddi, che passa poi a uno dei più grandi e importanti mercati mondiali, vale a dire gli USA: «Quando si parla di Stati Uniti si parla appunto di una nazione alquanto eterogenea, dunque è chiaro che ci siano enormi differenze di gusto, oltre che climatiche. Semplificando direi che gli Stati del Sud, come ad esempio la Florida, sono inclini al consumo di vini dolci e Moscato, che invero nella versione aromatizzata sono fra i prodotti più venduti negli Usa. Stati invece più a nord, come Oregon e lo Stato di Washington, o quello di New York, arrivano ad amare vini più "intellettuali" come possono essere gli "orange wines", ovvero i vini bianchi iper-macerati. Insomma scelte che sono agli estremi se considerassimo il tipo di clientela nel consumo del vino». Il fondatore dell'azienda di Castiglione delle Stiviere (MN) allarga lo sguardo anche al mondo islamico: «I Paesi islamici non solo importano il nostro vino ma lo fanno sempre di più. Noi abbiamo clienti negli Emirati Arabi, in Qatar e in Marocco. Anche in vari Stati africani». Freddi suggerisce anche su cosa puntare per il futuro del settore: «Avendo un nutrito numero di aziende in gestione, che spaziano dalla Sicilia al Trentino, e dunque avendo una non irrilevante rappresentanza di vino italiano nel mondo, raccomanderei ai produttori di puntare sempre più sul packaging, che ha visto uno sviluppo eccezionale negli ultimi 7-8 anni. Quanto alle tendenze, direi che le denominazioni più importanti non hanno nulla da temere. Gli spumanti nemmeno, infatti hanno sempre più presa sul mercato. In genere comunque suggerirei di puntare sulle storie autentiche: spesso si dimentica che produrre vino non è solo un investimento ma un progetto, un sogno. Ed è ciò che i grandi vini sono in grado di raccontare». Una delle novità più interessanti e curiose è sicuramente quella del commercio del vino in lattina, un nuovo tipo di mercato che strizza l'occhio soprattutto ai giovani, che si presta a essere consumato rapidamente e risponde alle sempre più pressanti richieste di sostenibilità, visto che una lattina si ricicla facilmente: «Col progetto del vino in lattina siamo indirizzati, come primo target, specie per le richieste e i business in fieri, soprattutto verso l'Est Europa. Ma immediatamente dopo ci sono Inghilterra, Stati Uniti e Australia». E a proposito di sostenibilità? «Ormai è un argomento che ha presa ovunque, ci sono Paesi che cercano solo vini sostenibili, anzi taluni sono alla ricerca soltanto di vini biologici. Direi comunque che la tematica da anni è più afferente ai Paesi nordici, specialmente scandinavi e baltici. L'Italia è comunque subito dopo, in una scala di interesse dimostrato». Chiudendo con alcune curiosità sui consumi di fine anno, Freddi precisa: «Direi che nel singolare momento storico in cui viviamo si è palesata anche una sempre maggiore attenzione ai vini pregiati, i cosiddetti premium e super-premium, ormai oggetto di aste e fondi di investimento. E le poche migliaia di bottiglie prodotte sono ormai battagliate nelle assegnazioni».

mercoledì 29 dicembre 2021

Santa Croce, oltre centomila visitatori per Dante, il Poeta Eterno

 

La mostra nella Cappella Pazzi è stata prorogata fino al 13 febbraio

 

 


Firenze, 29 dicembre 2021 – Numeri importanti e soprattutto grande interesse per Dante, il Poeta Eterno, il progetto culturale di Felice Limosani con cui Santa Croce celebra l’anniversario dantesco. Sono oltre centomila i visitatori che, dal 13 settembre scorso – norme Covid permettendo - hanno scelto di immergersi nella Divina Commedia, concepita da Felice Limosani come un poetico metaverso sensoriale, in una dimensione percettiva senza precedenti.

 

Un intervento site specific dove l'artista rilegge il Sacro Poema attraverso un dialogo multidisciplinare tra le incisioni ottocentesche di Gustave Doré animate con raffinate tecniche digitali, l'emozionante architettura della Cappella Pazzi e una suggestiva partitura corale evocativa e spirituale.

 

Il progetto è caratterizzato da una moderna interpretazione di quel visibile parlare che proprio il Sommo Poeta conia nel decimo canto del Purgatorio. La nuova vita impressa alla Commedia dall’intervento artistico di Felice Limosani affascina i visitatori - coinvolgendo in modo particolare i più giovani - che riescono a vivere un’esperienza immersiva e contemplativa.

 

A fronte del consenso ottenuto dal pubblico, l’Opera e la Comunità Francescana di Santa Croce, il Comune di Firenze, il Fondo Edifici di Culto del ministero dell’Interno, insieme all’artista Felice Limosani, hanno deciso di prorogare l’apertura della mostra fino al prossimo 13 febbraio (la chiusura era prevista per il 10 gennaio) con il desiderio di offrire a un maggior numero di persone l’opportunità di lasciarsi coinvolgere da questa esperienza unica.

 

Il viaggio ultraterreno del Sommo Poeta, riletto attraverso il linguaggio delle Digital Humanities, crea una sorta di libro vivente. Tanto che il progetto, fortemente innovativo, è stato acquisito dalla Collezione digitale dell'università di Harvard, Dante, il Poeta Eterno costituisce un progetto corale sostenuto da prestigiosi e sensibili realtà impegnate a sostegno dell’innovazione culturale. TIM come excellence partner ed ENI, Intesa San Paolo e Poste Italiane nel ruolo di main partners, hanno supportato convintamente l’iniziativa che vede ancora una volta Firenze laboratorio di creatività. La mostra ha inoltre il contributo della Fondazione CR Firenze, il sostegno della Regione Toscana e della Camera di Commercio di Firenze e vede la collaborazione di K-Array e di Nana Bianca.

 

Il Salumificio Spader e la Via dei Norcini

 

Borghi d'Europa propone nei suoi itinerari il Percorso Internazionale La Via dei Norcini.

La Via dei Norcini è un itinerario leggendario per scoprire in oltre sei Paesi Europei, gli artigiani del gusto della salumeria.

I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno invitato Emanuele Spader,nume tutelare del Salumificio

Spader di Mosnigo di Moriago della Battaglia (TV), ad accompagnare questo viaggio per raccontare le proprie storie, accanto alla degustazione degli insaccati 'altri'.

“ Si tratta di un viaggio del gusto inedito, che inizierà dalla Slovenia e dalla Croazia ( il prosciutto istriano), per poi scendere lungo lo stivale e incontrare le altre culture alimentari. La Puglia (con il capocollo di Martina Franca,sarà una delle prime regioni toccate”.

Ma il viaggio non si occuperà soltanto delle delizie dei Norcini, ma anche dell'ambiente,dei territori inseriti nel progetto. Una occasione in più per scambi culturali proficui e per aumentare la conoscenza e la valorizzazione di borghi incantevoli.

Il termine norcino indica colui che macella il maiale e si occupa di lavorarne le carni, ma può riferirsi anche al gestore della norcineria, ovvero la bottega dove si preparano e si vendono tutti i prodotti derivati dalla lavorazione delle carni di maiale.

In alcune zone è ancora viva la tradizione, autorizzata dalle autorità sanitarie, di chiamare il norcino perché macelli il maiale tra le mura domestiche. Il costume, presso le case e fattorie di contadini, di allevare comunque almeno un maiale, anche se questa attività zootecnica non faceva parte delle attività agricole della famiglia, molto diffusa in passato, fece sì che il norcino fosse un ambulante che veniva "ingaggiato" nel periodo in cui tradizionalmente si uccideva il maiale, cioè tra il giorno di sant'Andrea (30 novembre) e quello di sant'Antonio Abate (17 gennaio).

Un norcino al lavoro.



La Bottega dei Ricordi

Croazia

Il viaggio è iniziato a Tignano, proclamato comune del prosciutto istriano, dove ogni anno si riuniscono i migliori produttori di prosciutto della regione istriana e quelli provenienti da altre parti del mondo, ma anche dove si trovano numerose produzioni di prosciutto, superba prelibatezza culinaria.



Slovenia

Gli abitanti del Carso hanno da sempre allevato maiali e sotto- posto a salatura ed essiccatura le parti di carne suina. Per la sua eccelsa qualità il prosciutto del Carso, che per aspetto esteriore non differisce da quello prodotto in altre regioni mediteranee, detiene indubbiamente il primo posto tra gli insaccati. La sosta gustosa a San Daniele del Carso (Stanjel), in Slovenia.



Italia : Friuli Venezia Giulia

A Cormons, nel Collio, ecco D'Osvaldo Prosciutto, leggermente affumicato, con una storia che si

tramanda dal 1940.

Sul Carso, a Sgonico (TS), l'azienda agrituristica Bajta propone salumi d'altri tempi.

Il ciclo del maiale di Bajta è decisamente sostenibile – gli animali vengono allevati allo stato semi-brado con un considerevole spazio e rispetto.Vivendo all’aperto all’interno di spazi piuttosto ampi, i maiali di Bajta non prendono antibiotici .Una volta macellati i maiali, dalla carne vengono prodotti con tecniche naturali prosciutti, salame, pancette, mortadelle…

Austria

La festa dello speck nella valle Gailtal, uno dei più grandi eventi culinari in Carinzia, è un progetto congiunto tra agricoltura, turismo e commercio.Visto che tale prodotto può essere acquistato solamente nella regione Nassfeld-Pressegger See e non viene spacciato da catene commerciali, si ottiene un'elevata valorizzazione nella valle che comporta dei grandi benefici specialmente per il turismo.Ogni primo fine settimana di giugno, Hermagor diventa la capitale austriaca dello speck.

 

 

Italia :

Nel Veneto, a Moriago della Battaglia la Società Agricola Palù propone i propri salumi artigianali

In quel di Perarolo di Vigonza, giornalisti e comunicatori propongono il Salumificio di Giovanni Coppiello, con le sue scelte a base di carni equine (dal prosciutto cotto alla bresaola, dalla sopressa alle salsicce,ecc.).

A Isola Vicentina , l'Azienda Agricola al Rovare della famiglia Dal Pezzo, propone sopressa, salame, pancetta, würstel, della migliore tradizione vicentina.



Italia : Emilia Romagna

In Emilia Romagna è impossibile dimenticare la salama da sugo. La salama o salamina da sugo è il fiore all’occhiello dei piatti tipici ferraresi. La salama da sugo ha origini antiche risalenti alla corte estense: questo piatto tipico ferrarese si compone di un budello nel quale viene inserita una pasta composta di varie parti del maiale e spezie. Dopo dieci mesi di stagionatura questo piatto tipico ferrarese deve essere messo a bollire per otto-dieci ore ed infine viene consumato accompagnato con abbondante purè.



San Marino

A San Marino, è impossibile dimenticare il Prosciutto Cotto di San Marino Prosciutti.



Italia : Lombardia

In Lombardia si passa dalla bresaola artigianale della Macelleria Nobili di Poggiridenti in Valtellina, al salame di Varzi

Nobili vanta la produzione del più antico e conosciuto insaccato valtellinese, la Bresaola, preparato secondo la tradizione locale e ottenuto dalla punta d’anca di manzo fresco. L’Azienda offre anche una prelibata scelta di prodotti di norcineria di propria produzione, tra cui salami, cacciatori, prosciutti crudi fiocco, culatelli, coppe, pancette, lardo, tutti realizzati mediante la lavorazione di suini provenienti da allevamenti locali.

Il salame di Varzi dop di Thogan Porri (Località Casa Cucchi Cecima -PV) è una autentica chicca. Oltre al salame di Varzi dop vengono proposti ai veri intenditori il guanciale, il cotechino, il salame da cuocere, il salame cotto, lo zampone, il cappello da prete e la linea delle “riserve”.

Un salto nella bergamasca, accompagnati dalla Associazione Norcini Bergamaschi,sarà un tutto nelle tradizioni più autentiche.



Svizzera

In Valposchiavo (Svizzera), i norcini delle macellerie locali offrono una grande scelta di salumi artigianali ( carne secca di cervo, slinziga, salame, mortadella stagionata,ecc.).

Ricordiamo i salametti e la mortadella della famiglia Lardi Scirè ( a Poschiavo e Le Prese ).



Italia : Marche

Nelle Marche, degustiamo il ciauscolo, il Prosciutto di Carpegna e il salame Fabriano.



Italia : Abruzzo e Molise

Nelle Terre del Sud, partiamo dall'Abruzzo con la salsiccia di fegato, per passare al Molise, con la ventricina, che ha un area di produzione estesa all’intero territorio regionale, è un salume per la cui realizzazione sono necessarie alcune materie prime come carni magre provenienti esclusivamente dalla coscia del suino, lardo di suino, sale, paprica, peperoncino e fiori di finocchio.


Italia : Puglia e Basilicata

Dalla Puglia, il capocollo e la soppressata di Martina Franca, mentre la Basilicata eccelle anch'essa nella produzione di soppressata.


Italia : Calabria

Oltre alla 'nduja, ricordiamo il prosciutto di maiale nero, il capocollo, la pancetta,la salsiccia e soppressata, tutti dop.


Paesi Partecipanti : Croazia,Slovenia,Austria,Svizzera,Italia e San Marino

Regioni Italiane : Friuli Venezia Giulia,Veneto,Emilia Romagna,Lombardia, Marche,Molise, Puglia,Basilicata e Calabria.

Start up in alta quota Nasce “Champagne a porter”, il nuovo format di Andrea Baccuini

 

L’imprenditore partner di 5 Club e fondatore del Super G ha ideato una champagne-livery che potrà essere replicata nelle destinazioni del turismo italiano d’élite. Già individuate le prossime tre aperture.


Courmayeur, 29 dicembre 2021_Debutta nel cuore di Courmayeur “Champagne a porter”, il nuovo format di Andrea Baccuini, partner di 5 Club e fondatore del Super G, iconico club sulle piste. Con la prima champagne-livery italiana, l’imprenditore punta a conquistare le destinazioni turistiche italiane d’élite partendo proprio dei piedi del Monte Bianco.

“Champagne a Porter” è in grado di proporre agli amanti delle bollicine tutti i formati delle 5 etichette dei brand più famosi al mondo (Moët & Chandon, Dom Pérignon, Veuve Clicquot, Ruinart, Krug), dalle mignon alle bottiglie più scenografiche (anche da 12 litri) fino alle edizioni limitate, rispondendo così ad ogni esigenza o desiderio. Lo shop propone poi una serie di servizi esclusivi e destinati al turismo di alta gamma, che storicamente caratterizza la perla delle Alpi.

Da “Champagne a porter”, inaugurato a inizio Dicembre nel centro pedonale di Courmayeur in Via Roma 93, è possibile ordinare un bicchiere di champagne (con palloncino) da fotografare e collezionare, per poi degustare le bollicine passeggiando per le boutique che costellano la via dello shopping per eccellenza.

“Champagne a porter” rappresenta la soluzione ideale per le cene di business e le serate private “speciali” rifornendo le cantine degli estimatori, portando a domicilio lo champagne già freddo e mettendo a disposizione la propria rete di camerieri, barman e dj “@home”, lasciando liberi i clienti di godersi amici e bollicine. Per una degustazione esclusiva o un meeting di lavoro effervescente è infine possibile prenotare l’intero shop attraverso il servizio “private table”.

Courmayeur è solo la prima tappa del lungo viaggio che attende il format “Champagne a porter”. Baccuini ha già dotato il format di tutti gli strumenti necessari per essere replicato con successo nelle più rinomate destinazioni turistiche italiane. Le prossime aperture identificate sono: Porto Cervo, Forte dei Marmi e Milano, a cui seguiranno altre località tra cui Cortina, per iniziare a brindare alle Olimpiadi invernali del 2026.

Il progetto, su cui sono stati inizialmente investiti 120.000 euro, prevede il break even in termini di margine operativo lordo nel 2022 a fronte di un giro d’affari di 280.000 euro sulla base del solo punto vendita di Courmayeur. Con l’apertura degli ulteriori 3 shop (di cui due con food pairing) nel 2022/23 il progetto potrà raggiungere un fatturato superiore ai 1,5 milioni di euro con un Ebitda stimato al 14%.

“Sono partito da Courmayeur perché per me è il luogo del cuore e icona del turismo internazionale, sono convinto che “Champagne a porter” saprà conquistare il Monte Bianco prima e il Paese poi. Abbiamo ideato un paradiso per lo champagne in grado di unire trasversalmente più generazioni e, grazie alla modulabilità dei suoi servizi, capace di adattarsi alle tipicità di ogni singola destinazione in cui porteremo il format” spiega Baccuini evidenziando come, a pochi giorni dall’apertura, i primi risultati siano decisamente positivi.

 

Grande successo di pubblico all'apertura della mostra "Amalfi anni '50 e '60 - Alfonso Fusco, fotografo"

 

 


 

Tanta partecipazione di pubblico all'apertura della mostra "Amalfi anni '50 e '60 - Alfonso Fusco, fotografo" all'Arsenale di Amalfi, visitabile fino al prossimo 28 febbraio 2022, avvenuta martedì 28 dicembre. Un progetto realizzato dall'Amministrazione Comunale di Amalfi - guidata dal Sindaco Daniele Milano - con la collaborazione della famiglia Fusco. L'iniziativa è promossa dall'Assessorato alla Cultura - retto da Enza Cobalto - curata da Puracultura e patrocinata dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana. Il tavolo interattivo - realizzato a cura del Collettivo Digitale di Cesena - contenente 393 foto di ritratti realizzati da Alfonso Fusco, ha visto numerosissimi cittadini amalfitani partecipare al gioco interattivo "Li (ri)conosci?": il quaderno, dove sono stati di volta in volta scritti i nomi di quanti sono stati riconosciuti da amici e parenti, è già stato compilato al 30 per cento in una sola serata. Grande interesse da parte del pubblico anche per le 480 immagini scattate dal fotografo amalfitano, proiettate in loop sulla parete di fondo dell'Arsenale, con una musica swing anni '50 a fare da sottofondo. A breve si terranno invece la presentazione della mostra da parte del sindaco Daniele Milano, il talk dei relatori e la presentazione del volume "Amalfi anni '50 e '60 - Alfonso Fusco, fotografo", a cura della giornalista Claudia Bonasi, con l'introduzione dell'antropologo prof. Vincenzo Esposito.

 

Alfonso Fusco, amalfitano, classe 1938 e scomparso da pochi anni, ha operato come fotografo a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60: nel suo archivio rinvenuto dalla famiglia emergono migliaia di negativi che testimoniano i cambiamenti in corso in quel preciso periodo che va dalla fine della seconda guerra mondiale all'inizio della "dolce vita" amalfitana. Fusco punta il suo obiettivo e cattura, in una sorta di neorealismo fotografico, tutto ciò che avviene ad Amalfi in quegli anni: scatti di vita quotidiana - matrimoni, manifestazioni pubbliche, campagne elettorali - ma anche eventi particolari, come le splendide feste con le ballerine dell'Africana o l'arrivo di Jacqueline Kennedy nella Divina.

 

Orari di apertura della mostra "Amalfi anni '50 e '60 - Alfonso Fusco, fotografo": dal 28 dicembre 2021 al 9 gennaio 2022 aperta tutti i giorni 10,00-13,00 e 16,00-18,00. Dal 9 gennaio al 28 febbraio 2022 aperta venerdì, sabato e domenica 10,00-13,00 e 16,00-18,00 oppure su prenotazione.

Ingresso gratuito

Info: Associazione Guide Turistiche Costa d'Amalfi

martedì 28 dicembre 2021

Vacanza romantica Private al Dolomiti Wellness Hotel Fanes: relax per due nelle esclusivissime suite Cocoon, trattamenti benessere di Private Spa e la proposta gourmet di Chef De Marc.

 


 

 Il Dolomiti Wellness Hotel Fanes, 5 stelle di lusso a San Cassiano, nel cuore della Val Badia, offre la soluzione ideale alle coppie che desiderano prendersi una pausa dalla frenesia della quotidianità: si tratta della vacanza Private, con soggiorno nelle recenti suite Cocoon, tre trattamenti benessere per coccolare corpo e mente e la proposta gourmet dello chef De Marc per deliziare il palato.

San Cassiano (BZ), 28 dicembre 2021 – Che sia per un San Valentino romantico o per una pausa dalla frenesia della quotidianità, le nuove e raffinate suite Cocoon del Dolomiti Wellness Hotel Fanes, ideate da Barbara Widmann e dal suo staff dello studio Interior Design di Bolzano, sono l’ambiente ideale per le coppie che desiderano vivere una Vacanza Private, un soggiorno romantico di relax a contatto con la natura, con il panorama senza eguali delle Dolomiti patrimonio dell’UNESCO e, soprattutto, nel pieno rispetto della privacy. In aggiunta, tre trattamenti benessere e la proposta gourmet dello Chef De Marc che delizia gli ospiti con una romantica cena di cinque portate e un tema diverso per ogni serata.

Ancora una volta il Dolomiti Wellness Hotel Fanes di San Cassiano sa come prendersi cura dei propri ospiti, in modo particolare delle coppie che si concedono una pausa romantica immersi nella natura incontaminata che circonda la struttura. Si tratta della Vacanza Private, che prevede il soggiorno nelle esclusive e di recentissima costruzione suite Cocoon, il trattamento di Private Spa con tre esperienze benessere, ‘’Fanes Private Suite solo noi due’’, ‘’New Aemotio Spa Marocco’’ e ‘’Ajurveda Mekong Kerala’’, il tutto accompagnato dalla cena romantica pensata dallo chef, con ben cinque portate e un tema differente ogni sera. Il trattamento ‘’Fanes Private Suite solo noi due’’ permette una totale rigenerazione con un bagno caldo e profumato grazie agli olii aromatici con cui viene arricchito, gustando degli sfiziosi stuzzichini abbinati a una bottiglia di Prosecco. L’ ‘’Ayurveda Mekong Kerala’’ consiste, invece, in un massaggio ayurvedico dalle antichissime origini indiane che mira a favorire e stimolare il benessere psicofisico di tutto il corpo. Si effettua con una particolare tecnica di manipolazione che, sempre secondo la filosofia ayurvedica, sarebbe in grado di far raggiungere la perfetta armonia tra corpo e mente. Per concludere l’ ‘’Aemotio Spa Marocco Jamila’’, rituale benessere che prevede lo scrub al sapone nero, un successivo impacco all’henné e olio di rose con vapore, accompagnato dal massaggio aromaterapico. Il Fanes però continua a coccolare gli ospiti anche al termine di ogni giornata di relax, viziandoli con la proposta culinaria dello Chef Claudio De Marc che, ogni sera, propone una cena di cinque portate con un tema sempre differente: dal buffet di dolci al buffet di antipasti, passando per la tipica cena ladina o quella di gala con un buon aperitivo offerto nella hall.

Il Dolomiti Wellness Hotel Fanes conferma la sua eccellenza nella cura dell’ospite, sottolineando quanto sia importante saper abbinare al benessere e al lusso sia la comodità che la riservatezza, unico modo per permettere ai propri ospiti di vivere un’esperienza di relax difficilmente ripetibile altrove.

Costo suite Cocoon:
da € 390,00 a € 609,00 al giorno, a persona.

Costo trattamenti:
Fanes Private Suite solo noi due: ca. 90 min - € 209,00 per due persone
New Aemotio Spa Marocco Jamila: ca. 90 min - € 170,00 a persona
Ajurveda Mekong Kerala: ca. 80 min - € 164,00 a persona

I salumi regionali : la sopressa trevigiana del Salumificio Spader

 


Il viaggio che Borghi d'Europa stà realizzando con il Percorso La Via dei Norcini, ha portato i giornalisti e i comunicatori a scoprire le eccellenze dei diversi territori.

Emanuele Spader , nume tutelare del Salumificio Spader di Mosnigo di Moriago della Battaglia, ha voluto soffermarsi sulla sopressa , prodotto che caratterizza la storia delle genti venete.

"La sopressa è espressione di un sistema di relazioni economiche e culturali, che per secoli, ha caratterizzato la Marca Trevigiana. L’importanza era tale che il solenne rituale della macellazione del maiale, e sino alla trasformazione delle carni negli insaccati, veniva demandato alla persona esperta del luogo, variamente definita “el saladaro” o “el becher”. Era quello un periodo di intenso lavoro comunitario ma anche di grande festa e abbondanza. Vari documenti testimoniano che già nel 1800 tali prodotti venivano appesi per 8-10 giorni nelle cucine in presenza di un braciere acceso, allo scopo di asciugare il prodotto fresco. Dopo questo breve periodo essi venivano posti in cantina o in un sottoscala fresco e sterrato per la conservazione.

L’uso della denominazione “Sopressa Trevisana” si ha da quando il prodotto si impone oltre il territorio della Marca. È del 1959 il menù della prima edizione del Festival della cucina trevigiana in cui si cita esplicitamente “Sopressa Trevisana - L. 200”. "

Tra gli appunti di Veneto Agricoltura si legge : "La “soprèssa” è un salume di dimensione medio grandi, insaccato nel budello bovino che viene legato, con spago o con rete, allo scopo di favorire il compattamento dell’impasto. Si presenta con diametri differenziati, leggermente curva e con le tipiche nervature derivanti dal particolare insacco. La superficie esterna si presenta ricoperta delle tipiche muffe naturali sviluppate nel corso della stagionatura. Il peso del prodotto stagionato oscilla da 1 a 5 kg.Al taglio la fetta si presenta morbida e compatta e l’impasto stagionato consente di ben distinguere laparte proteica da quella lipidica e l’ottima coesione delle stesse. Il colore della parte magra macinata è rosso-roseo vivace e non spento mentre la parte grassa appare di colore bianco senza segni di alterazione. È l’impiego di carni selezionate fra tutte le parti del maiale, sapientemente lavorate, che consente alla “sopressa trevisana” di mantenere nel tempo una naturale morbidezza e dolcezza.Va ricordata, infine, la frequente aggiunta di vino del posto, anche come vin brulé, in grado di caratterizzare ulteriormente quell’armonia di differenti e piacevoli sapori, che si incontrano nella sopressa trevisana.

Borgo la Caccia

 






 

 

La tenuta Borgo la Caccia è nata alla fine degli anni 90 da unidea dellimprenditore Giovanni Bonomelli, oggi abbraccia con i suoi 90 ettari di vigneto le colline Moreniche a ridosso del Lago di Garda, patria del Lugana DOC, tra il Garda bresciano e il primo entroterra mantovano. L'idea del fondatore era di creare unazienda vinicola deccellenza che avesse, però, anche una importante funzione sociale. Per questa ragione tra filari, falegnameria e maneggio grazie all'inserimento sociale  ancora oggi acquisiscono competenze lavorative i ragazzi della Comunità Lautari di cui Bonomelli non solo è stato fondatore ma anche presidente. Da circa 7 anni a condurre Borgo la Caccia è Andrea, figlio del fondatore, un giovane imprenditore che ha investito in innovazione per incrementare la produzione e ampliare la gamma dei vini a cui ha aggiunto anche una nuova nicchia di offerta con lolio evo e il miele. Uno slancio innovativo figlio però della tradizione, rispettando i metodi naturali di produzione.

Negli ultimi cinque anni sotto la guida dellenologo Stefano Chioccioli, Borgo La Caccia ha iniziato un nuovo percorso facendo propria una filosofia che ha i suoi pilastri nella certificazione dei vigneti, nei processi di cantina e infine nelluso di materiali tradizionali che hanno ispirato nuove tecniche di vinificazione che hanno permesso di aprire nuove strade anche in una zona come quella del Lugana apparentemente legata in modo stretto alla consuetudine: Borgo la Caccia ha così sperimentato con successo il ritorno alla tradizione produttiva in chiave di moderna con luso di anfore di terracotta, del cocciopesto "Drunk Turtle" e della Barrique per la fermentazione integrale, ottenendo vini che non tradiscono la classicità esprimendo però una personalità fresca e moderna.

"La nostra filosofia all'interno della cantina - commenta Andrea Bonomelli, titolare di Borgo la Caccia - è di utilizzare il 100% di varietà autoctona di Turbiana di Lugana per la produzione dei vini Lugana DOC e Lugana Inanfora DOC. L'ultimo nostro progetto sperimentale dedicato alla varietà del Turbiana di Lugana, uscirà nel 2022 con una produzione limitata di 700 bottiglie in stile Orange Wine detta anche "Drunk Turtle". Per questo speciale Turbiana è prevista la macerazione sulle bucce all'interno del vinificatore in cocciopesto, un materiale totalmente naturale, usato dai romani e conosciuto dai fenici. Il cocciopesto è una antica miscela composta da fermenti di laterizi macinati, sabbia, una bassa percentuale di legante cementizio e acqua declorata che, grazie alla sua porosità, consente una micro ossigenazione del vino creando un prodotto unico e irripetibile".
A Borgo la Caccia linnovazione cammina di pari passo con la sostenibilità, come spiega Carlotta Favretto, Responsabile commerciale e marketing dellazienda: "La certificazione SQNPI, ottenuta nel 2020 rappresenta unulteriore conferma del processo di modernizzazione e sostenibilità intrapreso nella gestione della nostra cantina negli ultimi 8 anni. Scelte strategiche che hanno portato alla creazione di prodotti di alta qualità, iconici, memorabili e sempre in linea con i valori aziendali: tradizione, sostenibilità, innovazione.
"Nonostante la difficile situazione economica globale legata alla pandemia, la nostra produzione vinicola ha visto un'importante crescita: dalle 150.000 bottiglie prodotte nel 2019 si prevede di arrivare alle 350.000 a fine 2021- aggiunge Bonomelli - Numeri importanti che riflettono il nostro impegno nella crescita di volumi e di qualità, non solo con la linea premium Borgo la Caccia ma anche con le linee destinate alla GDO: Massi del Garda e Garda Morena.  Un'attenzione particolare va al progetto sociale realizzato con la Comunità Lautari, con una un'etichetta dedicata, in cui i ricavi delle vendite contribuiranno a sostenere la comunità stessa.  
La crescita della cantina ha fatto leva sul potenziamento della produzione attraverso il miglioramento della resa per ettaro e su importanti investimenti nei nuovi terreni vitati nella DOC Lugana.
Il Lugana DOC rappresenta il 70% della produzione del brand Borgo la Caccia, confermando così la crescita e l'espansione globale del brand Lugana. La presenza commerciale di Borgo la Caccia è fortemente radicata sul mercato domestico con un 70% delle vendite destinate al Nord e al Centro Italia mentre laltro 30% è ripartito tra Germania, Svizzera, Canada e Cina.