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venerdì 27 settembre 2019

I 3 PECORINI APPRODANO IN GERMANIA PER ANUGA 2019




In occasione della più grande fiera al mondo dedicata al settore del Food & Beverage organizzata da Koelnmesse in scena dal 5 al 9 ottobre 2019 a Colonia, i Consorzi di Tutela delle tre D.O.P.  - Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo - si presentano con uno stand collettivo per far conoscere in Germania le eccellenze casearie della Sardegna
Stand C/068 - Hall 10.1
Dal 5 al 9 ottobre il Consorzio per la Tutela del formaggio Pecorino Romano D.O.P., il Consorzio per la Tutela del formaggio Pecorino Sardo D.O.P. e il Consorzio per la Tutela del formaggio Fiore Sardo D.O.P. si presentano ad ANUGA, il salone biennale leader del food & beverage che rappresenta da anni un appuntamento irrinunciabile per gli operatori del settore agroalimentare in Germania, che quest’anno festeggia il suo centesimo anniversario.
Riuniti in un unico stand, C/068 nel padiglione 10.1, i tre Consorzi avranno l’opportunità di interfacciarsi con gli operatori di settore presenti in questa importante manifestazione. Un’occasione unica per valorizzare il progetto di comunicazione 3 Pecorini, nato grazie all’unione delle tre realtà consortili volto a promuovere le caratteristiche e le virtù delle tre denominazioni sul mercato europeo e negli Stati Uniti. Diversi paesi, un unico messaggio: Non le solite pecore, non i soliti formaggi.
Lo chef Matteo Barbarossa animerà lo stand collettivo, creando delle stuzzicanti ricette a base di questi tre formaggi, capisaldi indispensabili nella buona riuscita dei principali piatti della cucina italiana. I visitatori potranno anche scoprire la qualità e il gusto unico dei tre prodotti al naturale.
Con questo evento si dà il via alla terza annualità della campagna voluta dai tre consorzi Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo. Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti sono i mercati target. In ciascuno di questi paesi e fino a giugno 2020 continueranno le attività di valorizzazione volte a diffondere la conoscenza e le caratteristiche dei 3 Pecorini attraverso eventi, giornate di degustazione, attivazione digitale per citarne alcune.

Tre varianti, una promessa di qualità
Con oltre tre milioni di capi, la Sardegna è la principale regione di allevamento ovino. I tre tipi di formaggio sardo Pecorino Romano DOP, Pecorino Sardo DOP e Fiore Sardo DOP sono prodotti con latte di pecora al 100% e sono contraddistinti dal marchio di qualità europeo DOP - Denominazione di Origine Protetta. Questi formaggi a pasta dura uniscono tradizione antica, alta qualità e un forte radicamento nella loro regione d'origine.

Pecorino Romano AOP : questo formaggio di peso compreso tra i 20 e i 35 chili viene prodotto in Sardegna, nel Lazio o nella provincia toscana di Grosseto. Rappresenta l'80% della produzione italiana e il 50% della produzione europea di formaggio di pecora. Nel periodo compreso tra ottobre 2017 e luglio 2018 sono state prodotte più di un milione di forme.
Il 95% del latte da cui si ottiene il Pecorino Romano DOP proviene da pecore di razza sarda, note per la loro robustezza e adattabilità. Già nell'antica Roma il Pecorino Romano DOP è stato elogiato per il suo metodo di produzione tradizionale, rispettato scrupolosamente da secoli. Il Pecorino Romano è riconoscibile per il suo tipico sapore aromatico e speziato, e per la crosta marchiata su tutta la superficie, che identifica il nome e la DOP.  
 
Pecorino Sardo DOP è uno dei più antichi formaggi italiani. Il latte utilizzato per la sua produzione proviene esclusivamente da pecore sarde, che pascolano sulle abbondanti praterie della regione. Questo formaggio delizia i suoi amanti con due varianti, differenziate per metodo di produzione, dimensioni, grado di maturazione e qualità organolettiche.  Mentre il "Dolce" pesa circa due chili ed è aromatico e delicato, il "Maturo" pesa tra i tre e i quattro chili ed è più speziato e piccante. Tutte le forme al momento dell’immissione al consumo sono identificate con un contrassegno alfa-numerico posto sull’etichetta che le identifica una ad una. Il contrassegno verde viene utilizzato per il Pecorino Sardo Dolce, il contrassegno blu per il Pecorino Sardo Maturo.
Nel 2018 sono state prodotte 651.951 forme, con un incremento di oltre il 12% rispetto all'anno precedente. Circa il 60% è rappresentato dal Pecorino Sardo Maturo, mentre il 40% dal Pecorino Sardo Dolce.

Fiore Sardo AOP: è sempre stato il formaggio dei pastori sardi. Le sue forme da 3,5 chili sono prodotte con latte di pecora Sarda al 100%.  Questa razza locale è ancora oggi allevata all'aria aperta in determinate zone d'Italia. Il formaggio, che può essere consumato anche grattugiato, è una delizia per gli amanti dei formaggi dai forti aromi. Il nome Fiore pare derivi dall'uso del cardo per favorire la fermentazione, oppure dall’uso di stampi in legno sul cui piatto veniva intagliato un fiore per ornamento e distinguo del formaggio. Tra gennaio e settembre 2018 sono state prodotte 166.350 forme, la maggior parte delle quali sono state consumate nel mercato interno italiano.

 

PROSECCO CYCLING GRANDI FIRME, PEDALA ANCHE GIANCARLO MORETTI POLEGATO (VILLA SANDI): ”SPORT, VINO, TURISMO: TRINOMIO PERFETTO”


Inizia il conto alla rovescia per l’evento che dopodomani farà passerella sul percorso da 98,4 km unendo per la prima volta le due “capitali” del Prosecco Docg, Valdobbiadene e Conegliano. Partenza alle 8.30 da Piazza Marconi. Oltre duemila gli iscritti, 27 le nazioni rappresentate al via. Ristori speciali sul Muro di Ca’ del Poggio e nel cuore del Cartizze. Grandi ospiti del mondo dello sport e dell’impresa: da Granbassi a Galtarossa, da Chiappucci a Ghedina, da Saligari a manager e imprenditori. Iscrizioni aperte sino a sabato sera alla Tenuta Villa Sandi    
      
Sarà, a suo modo, una storica prima volta: il debutto della Prosecco Cycling nel cuore delle colline che poco meno di tre mesi fa l’Unesco ha riconosciuto Patrimonio mondiale dell’umanità. Oltre 2100, in rappresentanza di 27 nazioni, gli appassionati che domenica 29 settembre, alle 8.30, scatteranno da Piazza Marconi a Valdobbiadene per pedalare lungo i 98,4 chilometri della Prosecco Cycling. Un percorso che attraverserà ben 13 dei 15 Comuni dell’area del Prosecco Docg. Tanti partecipanti, ma i numeri non sono ancora definitivi: le iscrizioni rimarranno aperte sino alle ore 19 di sabato 28 settembre alla Tenuta Villa Sandi, a Valdobbiadene, dove da oggi – venerdì 27 settembre – inizia l’afflusso dei partecipanti. Patrocinata
dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, l’edizione 2019 della Prosecco Cycling è accompagnata dalla partnership con il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. Da qui, il claim “Conegliano Valdobbiadene Superior Taste” che accompagna la Prosecco Cycling, rafforzando l'identità dell'evento e legandolo più che mai ad un territorio in cui tutto è Superiore. 

IL MONDO DELL’IMPRESA - Giancarlo Moretti Polegato, il presidente di Villa Sandi, ha scoperto la passione per la bici proprio grazie alla Prosecco Cycling. E anche domenica sarà al via dell’evento di Valdobbiadene, accompagnato dalla moglie Augusta. “La Prosecco Cycling ormai da 15 anni è un momento di divertimento che lega territorio, sport e, ovviamente, l'eccellenza del prosecco. Veder arrivare nelle terre di Conegliano e di Valdobbiadene persone da tutto il mondo mi inorgoglisce e fa crescere, ogni anno di più, il mio entusiasmo verso questa manifestazione che Villa Sandi sostiene da molti anni”, commenta Giancarlo Moretti Polegato. Anche se sono affezionato ad ogni edizione, questa sicuramente avrà un sapore speciale. Infatti, per la prima volta il territorio si presenta agli atleti e agli appassionati potendo vantare il  riconoscimento di patrimonio dell’umanità Unesco. Sarà quindi un’ulteriore occasione per festeggiare questo storico risultato e per far conoscere i tesori di questa terra”. “Sport, vino e turismo rappresentano un trinomio perfetto che ben può rappresentare le potenzialità delle nostre zone. La Prosecco Cycling permetterà infatti a chi parteciperà o semplicemente assisterà alla manifestazione, di godere del piacere che le nostre colline sanno donare a chi le visita, coniugandolo con le emozioni date dalla pratica sportiva all’aria aperta e i piaceri del buon vino”. Il mondo dell’impresa sarà rappresentato alla Prosecco Cycling anche da Ado Fassina (Gruppo Fassina), Stefano Maccan (Friul Intagli), Laura Colnaghi Calissoni (Carvico), Alessandro Colledan (Ideagroup), Fabio Celeghin (Dmo), Mauro Benetton e dal vicepresidente di Assindustria Veneto Centro, Claudio Feltrin (Arper). Pedalerà anche un team formato da Ascom-Confcommercio Treviso e la Prosecco Cycling sarà l’appuntamento d’esordio per la neonata squadra di CIA – Agricoltori italiani, uno dei grandi partner dell’evento di Valdobbiadene. Prosecco Cycling e CIA – Agricoltori Italiani hanno anche condiviso un’iniziativa solidale rivolta alla Cooperativa Sociale Vita Down di San Polo di Piave, andando a sostenere le attività agricole di “Casa Vittoria” attraverso l’acquisto di un vasetto di zucchine in agrodolce che verrà inserito nel pacco gara dei ciclisti.     

IL MONDO DELLO SPORT - Margherita Granbassi e Rossano Galtarossa sono tra gli ospiti più attesi dell’edizione 2019 della Prosecco Cycling. Margherita Granbassi è una delle regine della scherma azzurra. Nella sua carriera, interrotta per un grave infortunio al ginocchio nel 2014, la fiorettista triestina ha conquistato due bronzi olimpici (Pechino 2008), tre titoli mondiali (New York 2004, Torino 2006, Antalya 2009) e due ori europei (Coblenza 2001 e Zalaegerszeg 2005). Dopo il ritiro dall’attività agonistica ed essere diventata mamma di Léonor (2015), ha intrapreso la carriera di giornalista, debuttando con Michele Santoro ad Annozero, e poi conducendo svariati programmi televisivi che, insieme all’impegno nel sociale, l’hanno fatta diventare un volto noto anche al di fuori del panorama sportivo. Al suo fianco, sulla linea di partenza della Prosecco Cycling, ci sarà anche il padovano Rossano Galtarossa, che torna in Piazza Marconi a distanza di alcuni anni dall’ultima volta. Quattro medaglie olimpiche (un oro, un argento e due bronzi) vinte nel canottaggio nell’arco di cinque edizioni dei Giochi (da Barcellona 1992 a Pechino 2008), oltre a quattro titoli iridati, il popolare “Rox” è un grande amico della Prosecco Cycling e anche quest’anno sarà tra i protagonisti della domenica tra i vigneti. Al fianco di Margherita Granbassi e Rossano Galtarossa pedaleranno anche due ex ciclisti professionisti: Claudio “El Diablo” Chiappucci, vincitore della Milano-Sanremo del 1991, di tre tappe al Tour de France e una al Giro d’Italia, e Marco Saligari. Oltre a Kristian Ghedina, il capitano del #teamCortina 2021.   

GHEDINA E CORTINA 2021 - Una bicicletta e un paio di sci. Il simbolo di due sport così diversi, eppure così uguali se si tratta di mettere al centro dell’attenzione valori come la sostenibilità ambientale e la promozione del territorio. La Prosecco Cycling e i Mondiali di sci alpino che si terranno a Cortina nel 2021, sono unite da una comune filosofia “green” fondata sull’efficienza di risorse come acqua e suolo e sulla limitazione dei costi energetici. “Prosecco Cycling - spiega l’ideatore dell’evento, Massimo Stefani - si è posta un obiettivo ambizioso: quello di diventare, da qui al 2021, un evento completamente ecosostenibile. Con i Mondiali di Cortina d’Ampezzo abbiamo lanciato l’hashtag #we2gether, che esprime la volontà di fare squadra. Un unico slogan nel segno del promozione del territorio e del rispetto dell’ambiente”. Al via della Prosecco Cycling 2019 ci sarà anche il #teamCortina2021, la squadra dei Mondiali di sci alpino. Un centinaio di ciclisti con un capitano d’eccezione, un atleta che ha sempre fatto della velocità il suo stile di vita: Kristian Ghedina, uno dei più grandi discesisti della storia. 

IL PERCORSO E DUE FERMATE SPECIALI  - Spettacolare. Unico. Inimitabile. Il percorso della Prosecco Cycling 2019 si svilupperà interamente tra le colline di Valdobbiadene e Conegliano. Saranno 98,4 km di pura emozione, che per la prima volta uniranno le due capitali del Prosecco Superiore: Valdobbiadene, tradizionale sede di partenza e d'arrivo della Prosecco Cycling, e Conegliano, che assisterà al passaggio dei ciclisti lungo via XX Settembre e Piazza Cima, il cuore storico della città.  La Prosecco Cycling attraverserà i territori di 13 dei 15 Comuni della Docg, offrendo un dislivello di 1.680 metri e raggiungendo una quota massima di 384 metri sul livello del mare. A San Pietro di Fletto, in cima al Muro di Ca’ del Poggio, grazie alla partnership con l’omonimo ristorante, i ciclisti troveranno un ristoro speciale a base di Prosecco e scampi. Suggestivo anche il passaggio sulla "Rivetta", straordinaria ascesa di 2,2 km con una pendenza media del 6% che attraversa la collina del Cartizze, il gran cru del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. Proprio qui, poco prima di puntare verso il traguardo di Valdobbiadene, è prevista un’altra fermata speciale: il brindisi, questa volta, sarà con il Cartizze di Villa Sandi.

UN FORMAT ORIGINALE - Passione sì, ma senza esasperazioni. L’edizione 2019 della Prosecco Cycling sarà un evento dal format originale, con modalità di classifica all’insegna di un ciclismo di qualità, divertente e lontano dall’acceso agonismo che caratterizza molte granfondo. La graduatoria individuale sarà basata sulla somma dei tempi impiegati per percorrere quattro salite cronometrate - Zuel, Ca’ del Poggio, via dei Colli e Collalto - che i ciclisti incontreranno lungo i 98,4 chilometri di corsa. Quest’anno, per la prima volta, sarà introdotta anche la “Classifica non classifica”. Una graduatoria individuale che premierà gli autori della media di percorrenza delle quattro salite più vicina a quella realizzata, per ciascuna categoria, nel 2018. L’originale classifica a squadre incoronerà invece i team capaci di piazzare sul traguardo il più alto numero di ciclisti nell’arco di 30”. Non vincerà pertanto chi pedalerà più forte, ma chi riuscirà a mantenere compatta la squadra sino all’arrivo. Dopo il successo dell’anno scorso, verrà infine riproposta la graduatoria Fun Team, che premierà le squadre – composte da almeno cinque ciclisti che dovranno transitare sul traguardo nell’arco di 30” – capaci di realizzare i migliori tempi sull’intero percorso. La manifestazione è anche valida come prova in linea del World Press Cycling Championship, il Campionato Mondiale dei Giornalisti Ciclisti

TRATTORIA CRAI - Una volta tagliato il traguardo della Prosecco Cycling, i partecipanti saranno accolti dalla Trattoria Crai, dove il classico Pasta Party riservato ai ciclisti sarà sostituito da un vero e proprio pranzo all’insegna della genuinità e della miglior tradizione enogastronomica italiana. La Scuola di Ristorazione Dieffe di Valdobbiadene sarà impegnata nella preparazione delle pietanze, mentre l’Istituto G.B. Cerletti di Conegliano si occuperà della mescita del Prosecco, oltre che dei brindisi in piazza e della speciale fermata sulla “Rivetta”.    

I VOLONTARI - Tanti i volontari che affiancheranno il comitato organizzatore della Prosecco Cycling per garantire la sicurezza e la viabilità sul percorso di gara: la Protezione Civile di Treviso, Prealpi Soccorso Onlus, la sezione Alpini di Conegliano; i gruppi Alpini di Soligo, Pieve di Soligo, Ponte della Priula, Cison di Valmarino, Tarzo, Sernaglia della Battaglia, Falzè di Piave e Miane; gli Artiglieri d’Italia, i Genieri e Trasmettitori e i Carabinieri in congedo di Miane; il gruppo volontariato della Polizia di Stato di Rovigo e di Belluno; le polizie locali di Conegliano, Valdobbiadene, Sernaglia, Pieve di Soligo e Farra di Soligo. Un particolare ringraziamento va inoltre alla Polizia Stradale di Treviso e ai sindaci dei 13 Comuni toccati dal percorso (Valdobbiadene, Miane, Follina, Cison di Valmarino, Revine Lago, Tarzo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, Conegliano, Susegana, Sernaglia della Battaglia, Farra di Soligo, Pieve di Soligo).

“In Autunno: Frutti, Acque e Castelli” (XXI edizione) 19 e 20 ottobre 2019 ai Castelli di Strassoldo in FriuliVG UNA GITA AUTUNNALE ALLA SCOPERTA DI CASTELLI E ARTIGIANATO D’ECCELLENZA A spasso tra i Borghi più belli d’Italia e cittadine Unesco del Friuli Venezia Giulia



I castelli gemelli di Strassoldo di Sopra e di Sotto, a cui deve il nome l’incantevole borgo frazione di Cervignano, nella verde pianura friulana, sono un unicum di grande bellezza, poco distanti dalle cittadine Unesco di Palmanova e Aquileia. Circondati da parchi secolari solcati da chiare acque di risorgiva, i manieri sono da sempre abitati dalla stessa famiglia che li fece edificare più di mille anni fa. Ciascun castello è costituito da un grande palazzo centrale attorniato dalle antiche case che un tempo servivano a fini agricoli ed amministrativi. I proprietari sono accomunati dalla tenace volontà di salvaguardare questi monumenti, che negli ultimi anni sono rifioriti, tanto da permettere al villaggio omonimo di entrare a fare parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia.

L’EVENTO
I castelli aprono i battenti contemporaneamente dal 1998 due volte l’anno per degli eventi suggestivi per le quali vengono selezionati con cura maestri artigiani, artisti, antiquari e vivaisti.
Il 19 e 20 ottobre 2019, in occasione di In Autunno: Frutti, Acque e Castelli(dalle 9 alle 19), un incantevole percorso guiderà il pubblico attraverso saloni adornati da ritratti di antenati, mobili antichi, frutta e fiori, alla scoperta di preziosi manufatti in oro, argento, fildiferro, rame, vetro, pietre preziose, broccato, seta, lana, cotone, carta, cashmere, pelle, legno, ceramica, terracotta e tanto altro, mentre nel brolo, troveranno posto un nucleo di eccellenti vivaisti-ibridatori e oggetti artigianali per la casa ed il giardino.
Per i gourmet non mancheranno anche deliziose specialità alimentari artigianali, come cioccolate, aceti balsamici, biscotti, chutneys, pasticceria, torte glassate, liquirizia, gelati, risotti e paste con fiori ed erbe, infusi e frittelle di mele.
Tra un acquisto e l’altro sarà possibile fare sosta nel cortile del castello di Sopra per assaggiare i gustosi piatti di ottimo catering, situato strategicamente vicino all’Azienda Ritter de Zahony, vincitore del terzo premio all’importante evento internazionale “Prosecco Masters” di Londra con la produzione del primo anno.

L’entrata alla manifestazione è a pagamento (iniziativa di fundraising):
Biglietto unico: € 12. Biglietto unico per gruppi di almeno 20 persone: € 10. Biglietto unico per bimbi dai 6 ai 12 anni: € 6. Entrata gratuita: bimbi fino ai 6 anni compiuti ed i invalidi muniti di apposita tessera INPS, con 1 accompagnatore

INIZIATIVE COLLATERALI SABATO E DOMENICA:
Ore 11 – 15 – 17 Visite guidate gratuite al borgo dei castelli. Partenza: Porta Cisis (vicino Pro Loco)
Musica d’arpa a cura della maestra Emanuela Battigelli nella chiesetta di San Marco
Apertura della chiesetta trecentesca di S.Maria in Vineis (importante il ciclo di affreschi)
Mostra di galline ornamentali a cura dell’Ass.Friulana Avicoltori (brolo)
• Punto ristoro con specialità di stagione a cura del catering Festa Più nel cortile del castello di Sopra (+39 339 5360012, info@festapiu.it)
• Angoli gastronomici in vari punti del paese a cura di associazioni locali

Trasporti: Corriera Saf Udine-Grado https://www.saf.ud.it/cms/data/pages/000150.aspx.
Treni: linee Venezia – Trieste e Udine – Cervignano-Aquileia-Grado (trenitalia.it), con fermata a Cervignano-Aquileia-Grado o Palmanova), poi coincidenza con corriere Saf o taxi.


Informazioni:
FB castelli di strassoldo
Intagram: castelli_di_strassoldo

Attrattive salienti della zona:
·                    Aquileia, antica colonia romana (patrimonio Unesco), 14 km;
·                    Grado, antica cittadina costiera, 20 km;
·                    Palmanova, fortezza rinascimentale (patrimonio Unesco), 5 km;
·                    Villa Manin, dimora dell’ultimo doge di Venezia, 20 km.
·                    Borgo di Clauiano, uno dei borghi più belli d’Italia. 7 km.


I Castelli di Strassoldo (Cervignano del Friuli, Friuli-Venezia Giulia)
     I castelli di Strassoldo costituiscono un unicum di grande bellezza, sospeso tra terra e acque.
     Il borgo fortificato è circondato dal fiume Taglio e dai suoi defluenti, scavati nel medioevo a difesa del castello originario, adagiato nella zona delle risorgive della verde pianura friulana.
     Il complesso viene citato in un documento del 530 come il “Castello delle due torri”. Gli attuali castelli sorsero alcuni secoli più tardi, ognuno attorno ad una delle torri originarie.
     Il loro aspetto odierno è frutto di un grande restauro fatto dai fratelli Nicolò (per il castello di Sotto) e Giuseppe Strassoldo (per il castello di Sopra) alla metà del Settecento. Venuta meno la loro funzione difensiva, furono cancellate le tracce ferrigne e medievali ed apportate importanti modifiche alle parti architettoniche, per renderli più confortevoli e adatti ai canoni dell’epoca.
     I parchi furono creati già nel XVII secolo, quando furono bonificate le paludi circostanti, un tempo elemento di difesa. I proprietari discendono dalla stessa nobile famiglia che edificò il castello originario ed a loro si deve la valorizzazione dell’ampio contesto, la cura e la manutenzione. 
     Oggi la parentela tra le due famiglie proprietarie che portano lo stesso cognome (di Strassoldo – Graffemberg) risale ormai al Settecento ed i due complessi hanno, dunque, una gestione totalmente separata da tutti i punti di vista.  
  
Il Castello di Strassoldo di Sopra
     Per accedere al complesso del castello di Sopra si arriva da nord e si passa l’arco della Porta Cistigna, che immette sul Borgo Vecchio, costituito dal corpo Principale del maniero, appoggiato alla torre ottoniana e dagli antichi edifici che un tempo fungevano da Case degli Armigeri, Vicinìa, Cancelleria, scuderie, case degli armigeri e dalla Pileria del riso.
     L’edificio principale ha la facciata ornata da un grazioso terrazzino e da panchine di pietra bianca. Davanti c’è un bel parterre di bossi antichi ed edere e la piazzetta del castello. Di fronte s’innalza la chiesa di San Nicolò, antica cappella gentilizia del maniero. Siccome la prima chiesa del paese (la chiesetta di Santa Maria in Vineis) era diventata troppo piccola per la popolazione, alla fine del Settecento i proprietari del castello di Sopra hanno generosamente ingrandita la propria cappella per darla in uso al paese, donando contestualmente sessanta campi e l’ex Casa delle Vedove, situata a ridosso della Porta Cistigna (ora canonica). Fu in questa chiesa che il Feldmaresciallo Radetzky, al tempo capitano, sposò Franziska Romana Strassoldo (sorella del trisavolo dell’attuale proprietaria) nel 1798. 
     Dietro al Corpo Principale si estende il parco, lambito dal Corso Milleacque e delimitato da antichi carpini. Nel Settecento il parco fu arricchito da elementi decorativi barocchi, tra i quali un bel pozzo circondato da ferro battuto ed un parterre di bossi ed un’imponente Orangèrie. L’estesa rigogliosa abbonda di rose antiche ed inglesi, essenze aromatiche, ellebori, gelsomini, bossi ed alberi ad alto fusto, come un’enorme magnolia grandiflora, un gazebo di palme, liquidambar, liriodendri, aceri campestri, querce e tassi. A meridione, oltre a due cancelli ottocenteschi, posti uno di fronte all’altro ed intermezzati dalla via in acciottolato che corre tra i due manieri, il parco continua allacciandosi all’estesa verde che un tempo ospitava il brolo. A testimonianza della sua antica funzione rimane un jardin verger, circondato da una bellissima fontana Seicentesca, rose, erbe aromatiche ed alberi ad alto fusto. Questa parte del parco è lambito a nord dal canale della Pileria e ad ovest dal fiume del Taglio, che qui forma una piccola ansa e prosegue verso sud. 
     Il complesso del castello di Sopra era in stato di fortissimo degrado negli anni Settanta, in quanto il parco era una giungla e molti degli edifici erano crollati, ma grazie al duro lavoro di Elisabetta Strassoldo prima e da Gabriella Williams di Strassoldo poi, gli edifici ed il parco sono piano piano ritornati al loro splendore originale.
     La Pileria del riso è legata al nome di Rosa, figlia del Feldmaresciallo barone Franz Kuhn von Kuhnenfeld, ministro dell’imperatore Francesco Giuseppe, moglie del conte Giulio Cesare di Strassoldo. Rimasta prematuramente vedova, Rosa iniziò a coltivare il riso ed a pilarlo nel mulino, diventando fornitrice ufficiale della corte imperiale di Vienna.

FB: castello di strassoldo di sopra - Instagram: castellodistrassoldodisopra

Il Castello di Strassoldo di Sotto
     Per accedere al castello di Sotto, si può passare dal castello di Sopra o entrare dalla Porta Cisis, un tempo munita di ponte levatoio. Sulla via in acciottolato del Borgo Nuovo si affacciano le antiche case che nel medioevo ospitavano un forno, delle case degli artigiani, un mulino e dei granai. Superato un ponticello che passa sopra la peschiera formata dal canale Milleacque si raggiunge la cappella seicentesca di San Marco e la Pusterla, un arco a punta posto sul muro di cinta interno. Passata la pusterla si entra nella piazzetta del castello. Qui, sulla sinistra si può ammirare una casetta, davanti alla quale sorgeva un tempo la seconda torre del castello originario, che è sprofondata nell’Ottocento. Di fronte si ammira una deliziosa casa ad archi, che fino all’Ottocento ospitava le scuderie ed a destra il corpo principale del castello di Sotto, costituito da un antico Mastio. 
     Dietro al corpo principale si estendono il parco e la campagna del castello. Un ponte che divide due peschiere simmetriche (un tempo fossato difensivo) porta nel parco. La superficie dalla vegetazione rigogliosa è allungata tra i due corsi d’acqua. L’impianto è di tipo informale con prevalenza di carpini, cedri deodara, tassi, tassodi e arbusti sempreverdi. Bordati da erba convallaria si vedono laghetti di risorgiva con ninfee e statue ed olle. Proseguendo si raggiunge un’isola rettangolare (50 metri di lato), che costituisce il punto focale del parco. Si tratta di un giardino segreto, un hortus conclusus sull’acqua, dove sostare e ascoltare il canto degli uccelli, lo scorrere dell’acqua, i fruscii tra i canneti e godere della natura circostante. Vi si accede tramite un ponticello in cotto, fiancheggiato da carpini e giunge ad un delizioso gazebo, contornato da cespugli di rosa Rox Burghii, rustica e rifiorente fino al tardo autunno. 
     Varcato il cancello sul Taglio ci si avvia verso il Brolo che oltre al frutteto ospita alcune polle ricche di sorgenti. Al termine del brolo inizia la campagna coltivata. 
     Oltre il brolo si estende una striscia di terra che si allunga per 1,8 km verso sud a forma di punta di lancia. I suoi confini sono segnati da due corsi d’acqua che ne fanno un’isola da cui l’antico toponimo Natòc (dallo sloveno otok “isola”). Sull’area sono stati realizzati progetti di rimboschimento con piante che d’autunno colorano il paesaggio e nelle giornate limpide l’occhio spazia dalla pianura friulana alle Alpi e Prealpi Giulie. 
     Sul perimetro del Natòc si snoda un percorso di 5 km tra due fasce di bosco, dove è possibile osservare germani, aironi, garzette, folaghe, cormorani, poiane, caprioli, scoiattoli, tassi e volpi.
     Una consistente attività di recupero fu avviata attorno al 1965 dai fratelli Marzio e Raimondo Strassoldo. I primi interventi riguardarono il parco e la campagna circostante e successivamente furono restaurati tutti gli edifici del complesso castellano.

Attività che si svolgono in entrambi i castelli:
-Visite guidate per gruppi, previa prenotazione, tutto l’anno (minimo 20 visitatori)
- Affitto sale per eventi culturali 
-Dal 1998 apertura i suggestivi eventi “In Primavera: Fiori, Acque e Castelli” ed “In Autunno: Frutti; Acque e Castelli (week-end prima di Pasqua e penultimo week-end di ottobre)
Nati per permettere anche ai singoli visitatori di accedere ai manieri, gli eventi sono volti alla valorizzazione dell’ambiente storico e architettonico (i castelli e i loro borghi), di quello naturale (le acque con le rogge di risorgiva), i giardini e il parco e, all’esterno il contesto di Villa Vitas.  Le proprietarie selezionano con cura artigiani, antiquari ed artisti d’eccellenza e li inseriscono armoniosamente negli interni dei manieri, mentre nel brolo del castello di Sopra ci sono degli ottimi vivaisti.

S.PELLEGRINO YOUNG CHEF 2020




Svelati i nomi dei mentori che parteciperanno alla finale regionale
in programma a Milano il 21 ottobre. Per la prima volta l’Italia scende in campo
sfidando Croazia, Romania e Slovenia

Milano, 26 Settembre 2019 - Sono in corso in tutto il mondo le finali regionali dell’edizione 2020 di S.Pellegrino Young Chef, il progetto di scouting internazionale che promuove l’ingresso dei giovani talenti nella comunità gastronomica globale.
Fino a dicembre i finalisti delle 12 regioni[1] che nel mondo hanno superato le selezioni si sfideranno con l’obiettivo di essere i protagonisti della competizione per il titolo internazionale in programma a maggio 2020.

Per la prima volta dal 2015, anno di esordio della competizione, l’Italia partecipa ad una selezione regionale che prevede il coinvolgimento di finalisti in arrivo da Paesi diversi: Croazia, Romania e Slovenia. Un’occasione unica per i giovani chef - ma anche per la comunità gastronomica che parteciperà alle varie fasi della gara - di scoprire o approfondire la conoscenza di culture culinarie diverse, interpretate con uno sguardo aperto sul futuro. 

Tra le novità della nuova edizione, l’opportunità per i finalisti regionali di essere affiancati da un mentore, uno chef di esperienza con cui confrontarsi per perfezionare l’appeal della ricetta ed esprimersi in modo autentico e originale, ma non solo. Se è vero che la cucina è un movimento pulsante che va oltre il buon cibo, il dialogo con i mentori sarà anche un’occasione per comprendere il ruolo della gastronomia come forza trasformatrice e motore per il cambiamento.

Questi i mentori scelti dai giovani chef in gara alla finale regionale in programma a Milano il prossimo 21 ottobre:

·         Riccardo Camanini, chef del ristorante stellato Lido 84 di Gardone Riviera (BS) – 1 stella Michelin, sarà il mentore di Alessandro Bergamo – sous chef del Ristorante Cracco di Milano - 1 stella Michelin, il cui signature dish sarà “Meglio un uovo oggi o una gallina domani?”

·         Gabriele Bonci, maestro dei lievitati, sarà accanto a Tommaso Tonioni, a lungo al fianco di Anthony Genovese al Pagliaccio di Roma - 2 stelle Michelin, che presenterà il signature dish “Lol "eel" pop – beach honey & lake’s potatoes”

·         Davide Maci, chef del The Market Place di Como, sarà accanto al suo sous chef Davide Marzullo, che presenterà come signature dish “Aubergine in black tie”

·         Francesco Nunziata, Resident Executive Chef di ATTIMI by Heinz Beck Milano City Life, sarà il mentore del suo sous chef Antonio Romano, che proporrà il signature dish “Roma locuta”

·         Alessandro Rapisarda, patron del Casa Rapisarda di Numana (AN) e vincitore della finale italiana di S.Pellegrino Young Chef nel 2016, sarà il mentore di Luca Natalini – chef di Autem by Luca Natalini di Langhirano (PR), il cui signature dish sarà “Pasta in bianco”

·         Vincenzo Dinatale, chef de la Maison du Gourmet di Parma e finalista italiano dell’edizione 2018 di S.Pellegrino, seguirà la sua chef de partie Maria Chiara Brannetti, che presenterà il signature dish “Rabbit, oyster and artichoke”

·         Adrian Hadean, chef rumeno, sarà il mentore di Diana Theodora Draghici – Chef di Meatic by Adi Hadean, Bucarest (Romania); il suo signature dish sarà “Birth of a memory”

·         Luka Košir, chef sloveno del Gostišče Grič di Horjul, sarà il mentore di Jakob Pintar – Chef di Tabar Restaurant, Lubiana (Slovenia) che proporrà “Alpin ostrich” come signature dish

·         Cezar Munteanu, chef rumeno, sarà il mentore di Roxana Blenche – sous chef di Chef Cezar Munteanu Consulting di Bucarest (Romania); il suo signature dish sarà “Sheltering under the shadows of the passing autumn the wild spring coming with the smell of confit duck leg”

·         Tvrtko Šakota, chef croato del ristorante Nav di Zagabria, sarà il mentore di Deni Srdoč– Chef del Draga di Lovrana, Lovran (Croazia) - 1 stella Michelin, che presenterà il signature dish “Heritage lamb from family farm”


Le ricette elaborate dai giovani talenti in gara, perfezionate con l’aiuto dei mentori, saranno valutate da una prestigiosa giuria internazionale composta dagli italiani Pino Cuttaia (La Madia – Licata, 2 stelle Michelin), Matias Perdomo (Contraste – Milano, 1 stella Michelin), Antonia Klugmann (Argine a Vencò – Dolegna del Collio, 1 stella Michelin), Marianna Vitale (Sud – Quarto, 1 stella Michelin), dalla croata Ana Grgić (Zinfandel’s Restaurant – Zagabria), dalla rumena Oana Coantă (Bistro de l’Arte – Brasov) e dallo sloveno Janez Bratovž (JB Restavracija – Lubiana).

Agli chef mentori, spetterà infine il compito di valutare chi, tra gli chef in gara, si aggiudicherà il titolo di Acqua Panna Award for Connection in Gastronomy, ideato per valorizzare il piatto che più di ogni altro saprà interpretare con efficacia e gusto contemporaneo la relazione e l’incontro fra culture.



AboutS.Pellegrino and Acqua Panna

S.Pellegrino e Acqua Panna
S.Pellegrino, Acqua Panna e Bibite Sanpellegrino sono marchi internazionali di Sanpellegrino S.p.A. che ha sede a Milano, in Italia. Distribuiti in oltre 150 paesi attraverso rami e distributori in tutti i cinque continenti, questi prodotti rappresentano l’eccellenza in virtù delle loro origini e interpretano perfettamente lo stile italiano nel mondo come una sintesi di piacere, salute e benessere. Fondata nel 1899, Sanpellegrino S.p.A. è un’azienda leader nel settore delle bevande in Italia con la sua gamma di acque minerali, aperitivi non alcolici, bevande e tè freddi. Come grande produttore di acque minerali in Italia, si è da sempre impegnata a valorizzare questo bene primario per il pianeta e lavora in modo responsabile e con passione per assicurare che questa risorsa abbia un futuro sicuro.


[1] L’Italia è stata quest’anno inserita nella regione Italia e Sud Est Europa, che raggruppa 12 paesi di questa zona geografica: Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Montenegro, Romania, San Marino, Serbia, Slovenia, Vaticano.

Museo Civico delle Cappuccine presenta ALBRECHT DÜRER Il privilegio dell'inquietudine dal 21 settembre 2019 al 19 gennaio 2020

a cura di Patrizia Foglia e Diego Galizzi


ingresso gratuito


Museo Civico delle Cappuccine
Via Vittorio Veneto 1/a - Bagnacavallo (RA)
Dopo Francisco Goya e Max Klinger, il filone espositivo promosso dal Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo sui più importanti artisti internazionali che hanno saputo esprimere massimamente la loro grandezza attraverso l’incisione non poteva che proseguire con Albrecht Dürer (1471-1528).

Il 21 settembre scorso ha aperto al pubblico la mostra Albrecht Dürer. Il privilegio dell’inquietudine (fino al 19 gennaio 2020), organizzata dal Comune di Bagnacavallo e curata da Diego Galizzi e Patrizia Foglia. L'evento espositivo di grande rilievo – con più di 120 opere grafiche del maestro di Norimberga provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private italiane – ha già riscosso notevole successo dal punto di vista del pubblico.
Dürer è il “padre nobile” del pensiero grafico, colui che ha saputo innalzare il disegno e l’incisione a espressione artistica non più ancella della pittura, ma pienamente libera e autonoma. Lo riconosceva lo stesso Max Klinger: «Un’opera grafica di Dürer non si riferisce né a un quadro replicato, né traduce sensazioni di colore in forme estranee alla tecnica adottata. È compiuta in se stessa e definitiva, priva solo di quanto l’idea, eternamente inarrivabile, rifiuta alle possibilità di ogni artista».
Il progetto espositivo si pone come un invito ad incontrare le diverse anime di Dürer, sia come uomo che come artista. La sua personalità, il suo spirito e naturalmente la sua arte non sono semplici da cogliere nella loro unità. La critica lo ha definito ora un umanista, ora un gotico, ora un artigiano, ora un teorico: la verità è che non è possibile separare le sue singole anime, era tutto questo insieme, aveva in sé l’eterna contraddizione che contraddistingue i più grandi artisti.

«All’interno della narrazione che abbiamo fatto del grande maestro norimberghese – spiega Diego Galizzi, direttore del museo e curatore della mostra – si possono ammirare i più noti capolavori dell’artista come il ciclo dell’Apocalisse, il Sant’Eustachio, il San Girolamo nello studio e Il Cavaliere la morte e il diavolo. La mostra ha il suo punto focale in quell’enigmatico capolavoro che è la Melanconia, un’opera pregna di intellettualismo fin quasi all’esoterismo, che cela un vero e proprio autoritratto spirituale dell’artista, giunto alla melanconica presa di coscienza che un approccio razionale all’arte e al mondo non può che dare risposte insufficienti.»

È in una Germania ancora permeata da uno spirito gotico e medievale che prende il via l’avventura artistica di Albrecht Dürer, un genio inquieto, un talento dell’arte nordica fatalmente attratto dall’arte rinascimentale italiana e insolitamente disposto alla ricerca teorica e scientifica. Non fosse stato per l’influenza dell’intellettuale e amico Willibald Pirckheimer, probabilmente quest’umile figlio di un artigiano orafo avrebbe orientato i suoi interessi artistici verso Nord, verso la lezione fiamminga, come molti altri artisti suoi conterranei. Invece Pirckheimer lo orientò alla dimensione culturale del nostro Rinascimento, spalancando la mente dell’artista a ricerche a lui aliene, in primo luogo quella tesa a carpire i segreti della rappresentazione dello spazio e della bellezza. Ciò è stato possibile essenzialmente per un motivo: Dürer, come Leonardo, era un ricercatore universale, continuamente ansioso di produrre cose nuove, aveva, come diceva Carl Gustav Carus, «un anelito incessante verso una perfezione irraggiungibile e un’acuta coscienza di problemi insolubili». Per Dürer l’arte incisoria fu il mezzo ideale per trasmettere una nuova iconografia, sacra o profana, un modo modernissimo per dialogare con il proprio tempo, con la contemporaneità di quel Rinascimento che era caratterizzato dall’avventura del sapere.

Il taglio che i curatori hanno voluto dare all’allestimento offre al pubblico molto più che una rassegna di opere d’arte, ma un vero e proprio racconto, che procede attraverso dieci sezioni tematiche, immergendo il visitatore nel visionario sogno di perfezione di un ragazzo, figlio di un umile orafo di Norimberga, che ha voluto inseguire il suo desiderio di appropriarsi dei segreti della rappresentazione della bellezza.

«In stretto collegamento con la mostra – anticipa Galizzi – dal 14 dicembre il museo ospiterà un eccezionale e attesissimo ritorno, quello della Madonna del Patrocinio di Albrecht Dürer, un vero capolavoro pittorico che dopo 50 anni torna dalla Fondazione Magnani Rocca alla sede dove si trovava custodita fino al 1969, ovvero l’ex monastero delle suore Clarisse Cappuccine di Bagnacavallo, oggi museo civico cittadino

La mostra Albrecht Dürer. Il privilegio dell’inquietudine è patrocinata dall’Istituto Beni Culturali dell’Emilia-Romagna e sostenuta da Edison Stoccaggio.

La realizzazione della mostra è stata possibile grazie anche all’Art Bonus e per questo il Comune ringrazia la ditta Mixer S.p.A. di Bagnacavallo.