Emerge un’inspiegabile e grave disparità di trattamento a danno del sistema termale verso altri settori turistici e produttivi.
Le terme, preme sottolineare ancora una volta, sono un presidio sanitario e lo stesso deve essere assicurato per legge a differenza dei centri estetici e le piscine ordinarie che non hanno alcuna tutela sanitaria.
Peraltro Federterme ha varato, con la collaborazione di un Team di esperti coordinati dalla Fondazione Forst, un rigido protocollo di tutela e prevenzione per Lavoratori e Clienti.
A questo punto, non si capisce davvero perché i centri estetici, le attività balneari e le piscine ordinarie possano aprire, mentre i centri benessere e le piscine termali debbano restare chiuse con immenso danno alle economie di vaste aree del Paese, malgrado siano le uniche con presidio sanitario rigido.
Peraltro molte acque termali per la loro temperature elevate e la loro composizione (acque sulfuree, salsobromoiodiche, ecc…) sono assolutamente sicure e fin dall’antichità erano considerate utili alla cura delle pestilenze.
“Mi auguro che sia stata solo una ‘svista’ data dal momento di grande lavoro e confido a nome di tutti gli Associati, dei 60.000 Dipendenti e di tutti i Comuni interessati in una rapida e ragionevole soluzione. Ne va la vita stessa del comparto termale e delle Aree di insediamento in ben 19 Regioni.” Così Massimo Caputi, Presidente Federterme/Confindustria.
Roma, 19 maggio 2020
Per informazioni:
Federica Mancinelli
Federterme Ufficio Stampa
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