blogazzurro

blogazzurro

mercoledì 30 settembre 2020

Associazione Amici di Palazzo Buonaccorsi presenta IN DOMUM DELL’ARTISTA ADINDA-PUTRI PALMA progetto vincitore del bando nazionale (Mibact/Siae) “Per chi crea” 7 - 19 ottobre 2020 Recanati (MC) Palazzo Comunale

 

Inaugurazione 7 ottobre ore 11

 

Si chiama “IN DOMUM” dell’artista Adinda-Putri Palma ed è uno dei sette progetti vincitori del bando nazionale “Per chi crea”, promosso dal Mibact e gestito da Siae, presentato dall’Associazione Amici di Palazzo Buonaccorsi di Macerata.

Dopo la tappa di Matelica, l’opera sarà ospitata dal Comune di Recanati nell’atrio del Palazzo Comunale dal 7 al 19 ottobre.  

 
Image
 

L’Associazione Amici di Palazzo Buonaccorsi e delle Istituzioni Culturali del Territorio presenta il progetto “IN DOMUM” dell’artista Adinda-Putri Palma (Matelica 1986), selezionato dal bando nazionale “Per Chi Crea”, promosso dal MIBACT e gestito da SIAE, che destinano il 10% dei compensi a supporto della creatività e della promozione culturale dei giovani. Il 17 luglio scorso il Consiglio di Gestione SIAE ha deliberato i vincitori dei 449 progetti beneficiari suddivisi in quattro bandi tra cui quello per le Nuove opere. IN DOMUM rientra tra i sette vincitori nella sezione Arti Visive.

 

Il progetto ha il patrocinio del Comune di Macerata, Comune di Recanati, Comune di Matelica, città appartenenti alla rete del MaMa - Marca Maceratese, creata dopo il sisma del 2016 per valorizzare e promuovere il territorio e il patrimonio artistico.

 

L’opera viene presentata nell’atrio del Palazzo Comunale di Recanati (MC) dal 7 al 19 ottobre 2020, dopo aver fatto tappa per tutta l’estate a Matelica.

 

La Provincia di Macerata e in particolare la città di Recanati hanno un ruolo centrale nel progetto poiché l’Annunciazione di Lorenzo Lotto, parte della Collezione del Museo Villa Colloredo Mels di Recanati, è una delle opere che ha ispirato lo studio per la parte pittorica dell'istallazione, mentre per la parte architettonica l’artista ha tenuto come riferimento le esperienze del Bauhaus (casa del costruire) e delle avanguardie storiche. Adinda-Putri Palma infatti spiega: “Nel 2016 sono accaduti due fatti straordinari che hanno instillato in me la necessità di parlare dell’abitare e del vivere/fare casa con un progetto artistico; un viaggio in bicicletta di 7000 Km attraverso l’Europa per tornare a casa nelle Marche e il terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2016. Con questo lavoro vorrei mettere in moto una riflessione sulla cultura dell’abitare ed il concetto di casa rapportata al contesto post-sisma delle Marche offrendo spunti per un percorso costruttivo alternativo.” Il dipinto del Lotto, oltre a fare riferimento alla tradizione pittorica del territorio, rappresenta meglio di chiunque altro il “terremoto emotivo” che investe la Madonna – e di riflesso il gatto – nel momento in cui le appare l’angelo, mentre Dio attraversa l’arco della stanza con un tuffo, scuotendo il tranquillo ambiente domestico.

 

L’artista nel 2014 inizia a lavorare come Pittore assistente presso SCIENCE (UK) Ltd lo studio di produzione dell’artista britannico Damien Hirst, ma nel 2016 sente l’esigenza di tornare nella sua terra e parte così il suo viaggio - IN DOMUM - moto a luogo appunto che l’ha portata sull’Appenino umbro-marchigiano dove dal 2017 Adinda-Putri ha instaurato la sua base operativa. La realizzazione dell’opera è connessa infatti anche al progetto di autocostruzione familiare in bioedilizia della sua attuale casa, in collaborazione con l’associazione A.R.I.A, nel borgo di Braccano a Matelica (MC) avviato da poco e destinato a ospitare uno studio artistico indipendente.

 

IN DOMUM consiste in un’installazione ambientale, un volume ad arco autoportante (H.3,60 x L. 3m P.1m) che sovrasta un’apertura percorribile, costituita da una combinazione di materiali della bioedilizia come legno e paglia e materiali di rivestimento pittorico industriali come smalti e resine innovative. L’artista ha visitato i musei marchigiani in cui sono conservati i dipinti del grande artista veneto e ha svolto una ricerca cromatica “lottesca”, con cui ha creato un campionario utile alla propria composizione pittorica.

 

IN DOMUM è un potente dispositivo per innescare una seria riflessione sul «costruire» e l’«abitare», ma anche sulle risposte che l’arte può dare per far fronte a situazioni traumatiche, dunque come risorsa ad alto potenziale di resilienza da custodire e coltivare. 

Il Formaggio Piave lancia “School of DOP” un concorso nazionale per le scuole primarie CAPTAIN PIAVE ARRUOLA GLI STUDENTI PER DIFENDERE LE DENOMINAZIONI DI ORIGINE PROTETTA

 

Vendemmia 2020 a Villaggio Fontanafredda. Andrea Farinetti: «Produzione nella media e ottima qualità delle uve, sia bianche che rosse». Nel cuore delle Langhe patrimonio Unesco, dopo la Festa della Vendemmia, svoltasi nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, Fontanafredda è al lavoro sulla vinificazione dei frutti di una grande annata.

 


A Villaggio Fontanafredda, nel cuore delle Langhe Patrimonio Unesco, la vendemmia 2020 rivela già uve di ottime qualità. Archiviata la Festa della Vendemmia, il #GreenParty svoltosi il 12 e 13 settembre a Serralunga d’Alba tra musica, alta ristorazione e intrattenimento nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, ora Andrea Farinetti di Fontanafredda espone le prime impressioni sulla vendemmia e sulla nascita di vini bianchi e rossi di eccellente qualità.
 
Serralunga d’Alba (CN), 30 settembre 2020 – «A Villaggio Fontanafredda la vendemmia 2020 procede a pieno regime con un andamento generale contraddistinto da un’ottima qualità e con un buon grado di maturazione e sanità delle uve». Queste le prime dichiarazioni di Andrea Farinetti sulla raccolta tra i filari della magnifica Riserva bionaturale di Villaggio Fontanafredda, un mondo di 120 ettari nel cuore delle Langhe Patrimonio Unesco. Una vendemmia che è stata festeggiata lo scorso 12 e 13 settembre con un #GreenParty ad ingresso limitato all'interno di Villaggio Fontanafredda. Due giornate, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, all'insegna dell’alta ristorazione firmata dai fratelli Alciati, alle esibizioni musicali con l’attesissimo live di Samuel, cantautore e co fondatore dei Subsonica, nella serata di sabato 12, fino alle numerose iniziative di domenica 13 settembre culminate nella tradizionale pigiatura dell’uva. Il fine settimana per festeggiare la vendemmia a Fontanafredda è stata un’ottima occasione anche per parlare di Rinascimento Verde, ovvero quel desiderio di rimettere la terra al centro della vita dell’uomo, per una rinascita in piena armonia e rispetto verso il pianeta.   
 
Dopo il #GreenParty, ora Villaggio Fontanafredda si concentra sul lavoro in vigna, raccogliendo i frutti dei 120 ettari coltivati a biologico e dedicandosi poi ad un’importante attività in cantina che procede con grande attenzione per la realizzazione del vino sostenibileAndrea Farinetti descrive nel dettaglio l’andamento della vendemmia 2020 a Serralunga d’Alba: «Abbiamo iniziato il 18 agosto con le uve Pinot Nero e Chardonnay per i nostri Alta Langa Spumante Metodo Classico, passando poi alle uve a bacca bianca: partendo con i Moscati e chiudendo con gli Arneis. Questi ultimi insieme al Dolcetto. Ad oggi le previsioni metereologiche sono molto buone, perciò aspetteremo ancora qualche giorno per le Barbere cui seguiranno Nebbiolo, Barbaresco e Barolo».
 
Sulle uve a bacca bianca, confrontando l’annata attuale con la 2019, Farinetti dichiara: «Rispetto all'anno scorso e contrariamente a quanto si pensava a inizio luglio, abbiamo avuto un anticipo di una sola settimana, anziché i quindici giorni ipotizzati. Inoltre, la prima caratteristica che abbiamo notato quest’anno sulle uve bianche è un grado di maturazione leggermente superiore a quello precedente. I Moscati soprattutto, sono molto ricchi con maggiori quantità di sostanze aromatiche, che risultano superiori alle ultime due annate. Anche l'Arneis, di cui abbiamo terminato la vendemmia lunedì 21 settembre, sta dando ottimi riscontri, profumi che paiono avere un’ottima freschezza e pulizia».
 
A Villaggio Fontanafredda anche le uve a bacca rossa promettono grandi risultati. Queste infatti le parole di Andrea Farinetti: «I presupposti per le uve rosse sono anch'essi buoni, considerando le prime vasche di Dolcetto svinate: ottimo colore, grandi profumi, fini ed equilibrati. Ora non ci resta che attendere la piena maturazione della Barbera e del Nebbiolo cercando, in cantina, di preservare tutto il meglio possibile dell’uva che ad oggi ha un ottimo aspetto. Dal punto di vista quantitativo è un’annata con produzioni nella media per le uve bianche, mentre per le rosse forse sarà leggermente al di sotto delle aspettative, ma poco male visto che la qualità pare essere ottima».
 
Villaggio Fontanafredda, meta enoturistica per eccellenza nelle Langhe e custode di una storia lunga 160 anni, si prepara quindi a regalare a tutti winelovers una nuova collezione di grandi vini, espressione di un’annata qualitativamente eccellente nel segno di un Rinascimento Verde.



https://www.smstudiopr.it/it/news/dettagli/vendemmia-2020-a-fontanafredda-andrea-farinetti-produzione-nella-media-e-ottima-qualita-delle-uve.html

GAMeC Bergamo LE NUOVE MOSTRE 1 OTTOBRE 2020 – 14 FEBBRAIO 2021

 TI BERGAMO - Una comunità

a cura di Lorenzo Giusti e Valentina Gervasoni

 

 

IN THE FOREST, EVEN THE AIR BREATHES  

Premio Lorenzo Bonaldi per l'Arte – EnterPrize, X edizione
a cura di Abhijan Toto

 

 

Le mostre apriranno al pubblico giovedì 1 ottobre.
Ingresso a partire dalle 19:30, con prenotazione obbligatoria a
comunicazione@gamec.it.
 
L’accesso in museo è consentito a un massimo di 50 visitatori alla volta, a intervalli di 45 minuti. Ultimo ingresso alle 21:00.

 

Testo alternativo

MASBEDO. Condivisione di un ricordo, 2020. Video Prodotto da GAMeC e In Between Art Film

 

TI BERGAMO - Una comunità
a cura di Lorenzo Giusti e Valentina Gervasoni

 

 

Ti Bergamo non è una mostra su arte e Covid, ma una riflessione sul senso di comunità.

Il progetto - che prende il titolo da un disegno realizzato e donato alla GAMeC dall'artista rumeno Dan Perjovschi -, nasce dal cortocircuito emotivo, tra eventi drammatici e gesti di solidarietà, che si è generato durante la fase più acuta della crisi sanitaria e, attraverso opere d'arte, immagini fotografiche, filmati, gesti e pensieri di autori che hanno raccontato Bergamo, rende testimonianza di una comunità che si è riscoperta tale nella difficoltà e che, condividendo il presente, ha ritrovato il suo passato e volge lo sguardo al futuro.
Ti Bergamo - una comunità non è una mostra tradizionale, ma una collezione di testimonianze raccolte grazie al contributo di artisti nazionali e internazionali, musei e istituzioni del territorio, organi di stampa, startup, associazioni culturali e benefiche.

 

 


Testo alternativo

Khvay Samnang. Preah Kunlong, 2016-2017.Still da video. Video a due canali, colore, suono18’43”, loop. Commissionato da documenta 14. Coreografo e ballerino: bt Nget Rady. Courtesy l’artista

 

IN THE FOREST, EVEN THE AIR BREATHES  
Premio Lorenzo Bonaldi per l'Arte – EnterPrize, X edizione

a cura di Abhijan Toto
 
 

Il progetto In The Forest, Even The Air Breathes (Nella foresta, persino l'aria respira) del curatore indiano Abhijan Toto, vincitore nel giugno 2019 della X edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l'Arte – EnterPrize, viene ospitato nello Spazio Zero della GAMeC.

Un'esposizione in tre sezioni, con i lavori di sette artisti internazionali (Khvay Samnang, Soe Yu Nwe, Sung Tieu, Karl Castro, Robert Zhao Renhui, Joydeb Roaja, Nguyen Trinh Thi), per immaginare nuove forme di politica e pedagogia che rendano più intimo il rapporto dell'uomo con le terre che abita.
Le opere in mostra indagano la relazione tra mondi umani e non, all'interno dei diversi paesaggi di Zomia, la cintura boscosa che dal Nord-Est dell'India fino alle Cordigliere delle Filippine abbraccia la Terra.
In dialogo con i lavori degli artisti, cinque pubblicazioni a cura di artisti e ricercatori (Christian Tablazon, Pujita Guha, Huiying Ng, Wong Bing Haoe Chairat Polmuk) illustrano diversi modi di rapportarsi a Zomia.

Presentata a Pompei la linea Pan Luxury della Pasticceria De Vivo

 



La Pasticceria De Vivo reinterpreta un classico della tradizione natalizia in chiave Luxury


La tradizione dei lievitati è nel DNA della Pasticceria, nata come panetteria due generazioni fa. Poi Marco De Vivo ne ha fatto la principale Pasticceria della città degli scavi, conservando la tradizione nell’impiego del lievito madre e nella produzione dei grandi classici partenopei, inserendo anche modernità, creatività e innovazione. Con l’importante contributo di Simona, la figlia, capace di portare una solida visione imprenditoriale a lungo termine.

Questa la sintesi da cui traggono origine i prodotti presentati venerdì 26 settembre. Un evento speciale dedicato ad un prodotto speciale.

L’occasione di una cena al ristorante Il Principe di Pompei, a fare da padrone di casa lo chef Marco Carli, figlio d’arte, che ha voluto ritagliarsi uno spazio tailor made, a sua misura, che potesse rispecchiare nell’ambiente la sua visione di cucina: semplice, accogliente, ma anche raffinata e deliziosa.

Una proposta di cucina partenopea, con richiami alla tradizione più pura e l’utilizzo di materie prime tipiche, come le candele, pasta dal formato inusuale ma incredibilmente capace di raccogliere un sugo alla genovese che profuma e ha tutto il sapore della lenta cottura.

Così come la pasta della graffa, dolce di tradizione, viene reinterpretata dallo chef in chiave salata, con il parmigiano che visivamente ricorda lo zucchero ma lo sostituisce come ingrediente, in un gioco d’inganno che diverte e stupisce l’ospite.
Sua la consulenza aromatica sul dosare e mixare gli ingredienti, miscelata alla competenza del lievitista della Pasticceria Alfonso Schiavone. Il risultato? Qualcosa di nuovo e di sorprendente.

Ad arricchire la vasta gamma di panettoni che costituiscono l’offerta di De Vivo, ecco quindi i Pan Luxury: panettoni salati nati dall’idea di impiegare due tra gli ingredienti più lussuosi che la natura ci offre, il caviale e il tartufo.

Due ingredienti che la tradizione gastronomica ha sempre proposto crudi, dove la possibilità di inserirli in un impasto da cuocere è diventata la sfida da cogliere.
Sfida indubbiamente vinta, dal momento che il risultato è sorprendente, un assaggio che stupisce il palato con gusti raffinati e inediti.

Il Pan Luxury al caviale è delicato e perfetto per abbinamenti di pesce: una grammatura importante (25 grammi di caviale per 700 gr di panettone) Perla Caviar, una ganache al Plancton e acqua di mare dalla Sardegna, per aumentare la sapidità del prodotto finito.

Il Pan Luxury al tartufo impiega burro e olio del più raffinato bianco per la ganache, e scaglie del nero nell’impasto: 25 grammi di tartufo che conferiscono al panettone l’inconfondibile profumo e sapore dell’ingrediente considerato il più pregiato in assoluto.

Data l’esclusività della linea, la limited edition è disponibile solo presso la Pasticceria De Vivo, al prezzo di €150 (Pan Luxury al caviale) e €90 (Pan Luxury al tartufo).
 



Pasticceria e gelateria De Vivo
 
Il laboratorio Pasticceria De Vivo nasce negli anni Trenta a Pompei come panificio per i gourmet che transitavano tra gli scavi archeologici e il santuario. Una regola fondamentale è applicata oggi come allora dalla famiglia: l'utilizzo del lievito madre. Sessant'anni e due generazioni dopo, la pasticceria è guidata da Marco De Vivo con l'ausilio della moglie Ester e della figlia Simona. Oggi oltre al laboratorio vi è l’elegante caffetteria dove è possibile gustare ogni giorno una golosa selezione di torte dal design innovativo e prodotti tipici napoletani, fatti con passione e sapienza. La lavorazione del cacao, rigorosamente "monorigine", si trasforma in cioccolatini, praline e tavolette dal profumo e aroma autentico. La varietà dei gelati, rigorosamente artigianali, è preparata utilizzando solo ingredienti freschi e naturali.
 

Racconta Marco De Vivo.“Un respiro più internazionale e un bancone pasticceria più moderno e improntato all’estetica”


 




 

Pasticceria De Vivo
Via Roma, 36
80045 Pompei (NA)
Tel.: 081 8631163
info@lapasticceriadevivo.it
lapasticceriadevivo.it 

martedì 29 settembre 2020

Merano WineFestival non si ferma e dal 6 al 10 novembre va in scena con un’edizione straordinaria organizzata con coraggio e determinazione dal patron Helmuth Köcher.

 



La 29^ edizione è un omaggio alle origini e torna “Back to the roots” alla prima manifestazione, quella del 1992. Sicurezza, organizzazione e sviluppo digitale sono gli elementi chiave di un’edizione dal format tradizionale, ma sempre nuova nei contenuti e nelle opportunità per i produttori e i visitatori.

  
Merano (BZ), 29 settembre 2020 – Presentato oggi con una conferenza stampa digitale in diretta Facebook il programma della 29^ edizione di Merano WineFestival, la manifestazione simbolo del panorama wine&food di eccellenza che dal 6 al 10 novembre celebra i migliori vini e prodotti gastronomici selezionati da Helmuth Köcher, The WineHunter e patron dell’evento. In un anno particolare come questo, l’obiettivo principale è quello di mantenere un format tradizionale con produttori e visitatori in presenza; un’edizione che ricordi le origini dell’appuntamento meranese, arricchito da contenuti digitali dedicati a produttori e ospiti, con insieme il desiderio di coinvolgere ancor più la città di Merano, valorizzando la sinergia tra i settori dell’enogastronomia e del turismo. Grande attenzione inoltre alle norme anti-Covid che verranno rispettate grazie ai ticket giornalieri che permettono la turnazione in due fasce orarie di visita, alla presenza di un centro medico e un Sanitary Gate all’ingresso per la sanificazione.
 
In diretta Zoom e in streaming su Facebook, Helmuth Köcher ha presentato oggi il programma di questa esclusiva edizione di Merano WineFestival che affronta con coraggio e organizzazione le normative anti-Covid in termini di salute e sicurezza. Assieme a lui, Ingrid Hofer presidente dell’azienda di soggiorno di Merano che ha ricordato l’importanza dell’evento come strumento di valorizzazione della città di Merano e risorsa per l’intero comparto turistico.  A seguire, Angelo Carrillo ha presentato la 4^ edizione di Naturae et Purae bio&dynamica e Wild Cooking durante la quale interverranno esperti di vini e alimentazione naturale e fermentata e che quest’anno ha come tema centrale MADRE NOSTRA con un focus particolare sul lievito madre. Dante Stefano Del Vecchio, coordinatore Campania, ha sottolineato l’importanza di Merano WineFestival come possibilità di rinnovamento per tutto il settore food&wine che in questo momento ha bisogno di ritrovare nuova fiducia. Renzo Gasparelli ha poi presentato Merano WineFestival digital e il progetto di WineHunter Hub la piattaforma digitale in cui operatori e visitatori potranno interagire con i produttori e ricevere tutte le informazioni sui vini e sui prodotti di Food Spirits Beer presenti a Merano WineFestival per tutta la durata dell’evento e oltre l’evento stesso, nonché un e-commerce dedicato; uno strumento che permetterà di amplificare l’esperienza Merano WineFestival in modalità ‘smart’ e per il quale è previsto un pre-opening il 14 ottobre. Altra novità dell’edizione 2020 è il progetto The WineHunter Tour che è stato presentato da Andrea Pilotti di 5-Hats; un viaggio a tappe tra i borghi italiani per portare l’esperienza di The WineHunter e valorizzare sempre più le produzioni locali in una sinergia tra comparto enogastronomico e turistico. A seguire è intervenuto Stefano Bragatto direttore di Radio Monte Carlo, radio ufficiale della manifestazione per il terzo anno consecutivo, presentando i collegamenti giornalieri di Maurizio Di Maggio a raccontare l’atmosfera dell’evento e la possibilità di vincere gli ingressi al festival per i radio ascoltatori. Infine Lorenza Vitali di Xenia – Emergente Sala che ha presentato il concorso che premia i migliori giovani maître d’Italia nella cornice meranese. Per quanto riguarda il programma, confermati i classici spazi di The WineHunter Selection dedicati a Wine e Food Spirits Beer (i produttori sono divisi in session 1 venerdì e sabato e session 2 domenica e lunedì), Naturae et Purae e bio&dynamica (quest’anno presente ogni giorno con diversi produttori, da venerdì a lunedì all’Hotel Terme Merano e martedì nel Kurhaus), The WineHunter Area (da venerdì a lunedì sul palco del Kursaal e in diversi hotel meranesi), Catwalk Champagne & more (martedì, con Champagne, bollicine italiane metodo classico e prodotti di culinaria). E ancora, l’iniziativa WineHunter Hotel Safari (in una decina di hotel meranesi da venerdì a lunedì) e l’appuntamento con Merano WineCitylife (fuori salone aperto a tutti in città). Grandi novità in termini di organizzazione per il rispetto delle norme anti-Covid: dall’ingresso contingentato, previa registrazione, su due fasce orarie (dalle 9.00 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19.00), alla presenza di un ambulatorio medico, dal Sanitary Gate per la sanificazione all’entrata.
 
Il patron di Merano WineFestival ha annunciato infine un’altra esclusiva novità che riguarda la prestigiosa guida The WineHunter Award 2020: il riconoscimento ufficiale di Merano WineFestival, che premia i vincitori degli Award ROSSO, GOLD e PLATINUM, la TOP 5 del vino di ogni regione e le liste TOP 100 dei vini e TOP 50 di Food Spirits Beer, sarà in questa occasione disponibile per la prima volta in formato cartaceo.
 

Ticket Onlinehttps://meranowinefestival.com/tickets/

OLIVIERI 1882 è Great Taste Winner del 2020

 


Lo storico locale di Arzignano ottiene 2 stelle dal Great Taste Awards, acclamato a livello internazionale come uno dei più prestigiosi premi nel panorama del food and beverage del Regno Unito, confermandosi ai vertici nel mondo dei lievitati Great Taste, tra i premi food e beverage più autorevoli a livello internazionale, ha selezionato Olivieri 1882 tra i vincitori del 2020. Su 12.777 prodotti inviati da 106 paesi diversi, l'azienda familiare di sesta generazione con sede ad Arzignano, in Veneto, si è aggiudicata il prestigioso premio 2 stelle Great Taste per il suo Panettone e il suo Pandoro. Il giudizio: "Che panettone stupendo! Un aroma indulgente e burroso, con una consistenza leggera e morbida - quasi come lo zucchero filato, si scioglie in bocca. I canditi sono ben distribuiti nell'impasto, tanto da renderlo delizioso ad ogni morso" racconta la giuria. Il feedback sul loro Pandoro era altrettanto positivo, “un lievitato ricco, con una buonissima nota burrosa che è un piacere per il palato." Olivieri 1882 si è affermato come leader nel mondo dei lievitati già al livello nazionale. Da vari anni il Panettone e il Pandoro si posizionano tra i migliori d'Italia in numerose classifiche: terzo classificato tra i migliori panettoni artigianali al cioccolato per il Gambero Rosso, primo assoluto per la colomba artigianale, definita la migliore d’Italia. “Da diversi anni siamo ormai presenti stabilmente all’estero con i nostri lievitati - racconta Nicola Olivieri - e siamo anche nel Regno Unito. Per noi era giunto il momento di cercare anche un riconoscimento internazionale, e siamo molto felici di aver ricevuto un premio così importante già subito il primo anno, da una giuria che include esperti di gastronomia, chef stellati e giornalisti di food in Inghilterra”. Great Taste è stato giudicato da 144 dei palati più esigenti di critici gastronomici, chef, cuochi, ristoratori, acquirenti, rivenditori e produttori, e scrittori di cibo e giornalisti. Quest'anno la giuria comprendeva: Melissa Hemsley, cuoca, scrittrice e sostenitrice del cibo sostenibile; Anna Jones, cuoca, scrittrice, stilista e voce della moderna cucina vegetariana; José Pizarro, celebre chef spagnolo; Kavi Thakrar di Dishoom, scrittrice e cuoca gastronomica, Xanthe Clay, e la fornaia e autrice, Martha Collison, così come gli acquirenti di cibo da Selfridges, Fortnum & Mason e Waitrose. 

 Olivieri 1882 - La storia Olivieri nasce nel 1882 ad Arzignano quando un antenato della famiglia, Luigi, apre il primo forno. Sarà poi Bianco Olivieri, papà di Oliviero, ad aprire prima una panetteria e poi a costruire un laboratorio più grande, dove dagli anni ’70 inizia a vendere per primo il Pan Biscotto e la biscotteria confezionata, mentre la moglie Miranda inizia a produrre i primi dolci da forno. A soli 18 anni, vista la prematura scomparsa del padre, Oliviero decide di prendere in mano il negozio e il laboratorio dove è cresciuto, aggiungendo pochi anni dopo anche la caffetteria. Nel 2006 Nicola entra in azienda dedicandosi interamente ai lievitati. Il resto è storia recente fino a riconoscimenti attuali. Oggi Olivieri 1882 è un brand che si occupa di lievitati a tutto tondo, dalle croissanteria ai dolci da ricorrenza, dalla pizza al pane ovviamente. Il tutto perfettamente organizzato in un grande spazio post-industriale ristrutturato a Arzignano (VI). 

Roberto Dal Seno e Roberto Carcangiu, dopo aver presentato il loro progetto “Executive Chef ad Honorem certificato – CEC”, intervengono personalmente per rispondere alla richiesta di approfondimento di alcuni aspetti relativi ai parametri e alle modalità di conferimento della certificazione.

 



In breve

La certificazione, la prima in Italia, verrà rilasciata dopo aver verificato la presenza di alcuni requisiti oggettivi e a seguito di specifiche prove sul campo, testate e valutate da una commissione di esperti del settore. Il progetto nasce dalla concreta esigenza di vedere riconosciute le peculiarità manageriali dell’Executive Chef, figura di rilievo e con competenze gestionali, finanziarie, capacità di gestione del personale, coordinamento di più cucine. Peculiarità, queste, che rendono l’Executive Chef del tutto differente dagli altri profili che operano nell'ambito della ristorazione e di fondamentale importanza per il supporto a una sana operazione di business. La sede del progetto è Milano, con appoggio alla scuola professionale Congusto, dove Roberto Carcangiu (Presidente APCI) farà da punto di riferimento per i membri del Direttivo Nazionale e per la gestione delle richieste di certificazione.

 

Roberto Dal Seno, Executive Chef del San Clemente Palace Kempinski di Venezia e formatore

 

“L’obiettivo del CEC è quello di certificare un’esperienza già acquisita sul campo, è sull’esperienza professionale già vissuta che fonda le proprie radici. Questo spiega anche il perché della definizione “ad honorem”: perché frutto di un fare e non di uno specifico titolo accademico. Ecco che i 35 anni di età, requisito che ha suscitato perplessità, sono in media il tempo necessario per accumulare non solo le esperienze sul campo ma, anche, per acquisire l’anzianità sufficiente per ottenere l’altro requisito necessario, 3 anni di comprovata attività professionale con la qualifica di executive chef siglata sul contratto. Non posso escludere che esistano situazioni eccezionali in cui un tale percorso possa essersi compiuto in tempi più rapidi, ma è nostro compito ragionare su elementi solidi e non straordinari.

Fondamentale per l’acquisizione del titolo è anche aver vissuto almeno una esperienza all’estero, in una categoria lusso, un parametro che garantisce, in primis, la padronanza della lingua straniera e assicura anche lo svolgimento dell’attività in una struttura particolarmente articolata, con più forme di somministrazione, elementi alla base della certificazione, che non si concentra sull’elemento cucina ma sulla gestione manageriale, gestione che include anche quella dell’attività dello chef, anche di quello stellato.”

 

 

Roberto Carcangiu, Direttore Didattico di Congusto Gourmet Institute e Presidente APCI

 

“Ci tengo a sottolineare ulteriori aspetti legati al CEC, a partire dalla tutela per l’imprenditore che, troppo spesso, incontra la difficoltà di individuare professionisti con credenziali che sappiano gestire non solo l’aspetto gastronomico, ma che conoscano a regola d’arte tutti gli adempimenti richiesti oggi ad un Executive Chef, in grado di soddisfare le esigenze di realtà strutturate e complesse. Grazie al CEC miriamo ad aiutare ad assumere professionisti più preparati e più “sicuri”, con un solido background “certificato” da un organismo che sia di assoluto rigore e indipendente.

Il nostro obiettivo, attualmente in fase di lavorazione, è che il peso politico della gastronomia in quanto bene culturale, e di conseguenza il CEC, venga riconosciuto dallo Stato, in particolare dal Ministero del Lavoro e dell’Istruzione.

Oltre a supportare l’imprenditore nella selezione di una figura con professionalità certificata ci sono anche molte cause umanitarie che potrebbero avvantaggiarsi della consulenza di un Executive Chef Certificato, per questo, l’acquisizione della certificazione comporterà l’onere e l’onore di dedicare ad opere pro bono una parte del proprio lavoro. Stiamo elaborando, a questo proposito, strumenti adeguati a comunicare la disponibilità degli chef certificati CEC e a raccogliere le richieste dall’esterno, in modo da creare un utile servizio sociale volto a raccogliere i bisogni dall’esterno e gestire l’agenda degli iscritti. 

Siamo pronti a partire con le prime certificazioni in tempi stretti, gli interessati possono scrivere alla mail info@certificazionecec.it, consapevoli del grosso lavoro che ancora ci aspetta per sviluppare tutti gli elementi collegati a questo progetto, il primo di una serie di interventi che hanno l’obiettivo di mettere ordine nel settore della ristorazione e dell’accoglienza.”

 

 



SABRINA SALERNO E NICOLA CANAL: TRE GIORNI LONTANI DAI SOCIAL NETWORK PER ANDARE ALLA SCOPERTA DELLE COLLINE DEL PROSECCO

 


La cantante e showgirl, icona degli anni ’80, e l’influencer trevigiano, due autentiche star del web, pronti per un curioso esperimento: tre giorni di relax a Ca’ del Poggio, con il cellulare spento, per disintossicarsi da Facebook e Instagram. Si comincia giovedì    

 

San Pietro di Feletto (TV), 29 settembre 2020 – Sono due autentiche star del web. Insieme, sui rispettivi canali social, fanno quasi due milioni di followers. Eppure, anche chi è abituato a condividere con i propri fan ogni momento della giornata, può sentire il bisogno di staccare la spina. Abbandonando, almeno per un breve periodo, la caccia a like e apprezzamenti.

 

Sabrina Salerno e Nicola Canal lanciano la sfida: per tre giorni, da giovedì 1 a sabato 3 ottobre, la cantante e showgirl, icona sexy degli anni ’80, tornata alla ribalta con la partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo, e l’influencer trevigiano (Canal – il canal), reduce dal successo dell’edizione 2020 dell’ormai tradizionale video goliardico dedicato alla vendemmia, in cui compare anche il presidente del Veneto Luca Zaia, rimarranno in rigoroso silenzio sui social.

 

Forse ispirati dal Digital Detox Day, la giornata mondiale “internet free”, tenutasi il 5 settembre, Salerno e Canal risiederanno a Ca’ del Poggio, a San Pietro di Feletto (Treviso), impegnandosi a non usare lo smartphone e a dedicarsi a 72 ore di assoluto relax e benessere nel cuore delle colline del Prosecco, dal 2019 diventate Patrimonio dell’Unesco.

 

Sarà un modo per riflettere sul rapporto con i social network e per stimolare un consumo digitale più consapevole, che non sottragga tempo di qualità alla vita reale. “Lo faccio per mettermi alla prova: ormai siamo troppo dipendenti dallo smartphone. Mi rendo conto che alle volte, anche quando non ho bisogno del telefono, lo cerco e lo uso in qualche modo, ma non è possibile vivere così”, ha commentato in una delle sue stories Sabrina Salerno in risposta ad un fan che le chiedeva del curioso esperimento.

 

A Nicola Canal, suo grande amico, di casa sulle colline del Prosecco, il compito di accompagnarla nei tre giorni di “disintossicazione” dai social network. Una cosa è certa: per qualche giorno, i fan di Sabrina Salerno dovranno fare a meno degli scatti mozzafiato della cantante d’adozione trevigiana. Mentre Nicola Canal non animerà i canali social con gli imperdibili video, da “#monaimportante”, come si definisce egli stesso, che l’hanno consacrato influencer veneto per eccellenza. La gente delle colline del Prosecco è avvisata. Vista la coppia potenzialmente esplosiva, ne vedremo delle belle (e i social, muti).             

      


 

---

CA DEL POGGIO, DOVE IL PROSECCO INCONTRA IL MARE

 

Cè il Prosecco. E cè il mareCa del Poggio Ristorante&Resort San Pietro di Feletto, nel Trevigiano, coniuga alla perfezione le due anime della famiglia Stocco. Quella marinara, che ha portato Fortunato e la moglie Maria Stella ad affrontare una qualificata esperienza di ristorazione a Bibione, prima di trasferirsi a San Pietro di Feletto. E quella collinare, interpretata dai figli Alberto e Marco, che, con laiuto dei genitori, hanno fatto propria la tradizione familiare, rivisitandola con un tocco di modernità ed eleganza.

Ca del Poggio Ristorante&Resort è aperto a San Pietro di Feletto, lungo la Strada del Prosecco Superiore Docg, dal 18 ottobre 1994, e da allora incontra il crescente favore di una clientela raffinata ed esigente. Se il panorama sui colli del Prosecco che si ammira dalle sale del Ristorante Relais Ca del Poggio va dritto al cuore, il palato degli ospiti della famiglia Stocco è deliziato da una cucina marinara che, grazie alla creatività degli chef Marco Stocco e Vincenzo Vairo, si è ormai imposta allattenzione dei più severi gourmet.

Molto conosciuto nellambiente sportivo - in via dei Pascoli, unica salita certificata dalla Federazione Ciclistica Italiana, ribattezzata Muro di Ca del Poggio e gemellata con il Muro di Grammont e il Mûr-de-Bretagne, sono transitate le edizioni 2009, 2013, 2014 e 2017 del Giro dItalia, il Campionato Italiano Professionisti del 2010 e ledizione 2018 del Giro dItalia Under 23 il Ristorante Relais Ca del Poggio dispone di 80 coperti inseriti in un ambiente elegante e al tempo stesso familiare, in cui Alberto Stocco e i suoi collaboratori fanno sentire gli ospiti come a casa loro.

Dal maggio 2013, lofferta turistica di Ca del Poggio è arricchita dall'Hotel Villa del Poggio, una struttura dotata di ogni comfort (e con una meravigliosa terrazza panoramica) che si integra alla perfezione con lospitalità offerta dal ristorante, trasformando questangolo della Marca Trevigiana - a 60 km da Venezia - in una specie di paradiso per una clientela che ama immergersi nellatmosfera rilassata ed elegante delle colline del Prosecco. Nelle vicinanze sono disponibili campi da golf e da equitazione, oltre a percorsi naturalistici da esplorare a piedi o con le mountain bike messe a disposizione dallhotel, per una vacanza allinsegna del benessere e del relax.  

Nei dintorni si sviluppa inoltre il Sentiero di Papa Giovanni XXIII, un percorso di meditazione, pace e spiritualità dedicato alla memoria del Papa Buono, che, quandera ancora Patriarca di Venezia, amava ritirarsi tra le colline di San Pietro di Feletto per riposarsi e ritemprare lo spirito. 

Le ricerche del cardinale Loris Francesco Capovillastorico segretario personale di Angelo Giuseppe Roncalli sin dagli anni veneziani, e di don Nilo Faldon, insigne storico locale, unite alla testimonianza della gente del luogo, hanno permesso di definire i luoghi toccati dallabituale cammino del futuro san Giovanni XXIII durante i suoi soggiorni a San Pietro di Feletto, dove esiste anche una millenaria Pieve visitata ogni anno da migliaia di fedeli.

 

Milano Music Week 2020 Torna dal 16 al 22 novembre 2020 l’appuntamento con la settimana dedicata alla musica per eccellenza.

 

Sostegno al lavoro ed eventi in digital

al centro della manifestazione.

 

www.milanomusicweek.it

Testo alternativo

Dopo il successo dell’edizione 2019, che ha ospitato oltre 300 eventi in più di 90 location coinvolgendo l’intera città, Milano Music Week torna dal 16 al 22 novembre con una formula che si adatta alla difficile situazione imposta dalla pandemia, nella massima considerazione delle disposizioni sanitarie e di contenimento che inevitabilmente condizioneranno lo svolgimento degli eventi dal vivo.

 

Obiettivo dei promotori - Comune di Milano - Assessorato alla CulturaFIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), NUOVOIMAIE (Nuovo Istituto Mutualistico Artisti Interpreti Esecutori), SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) e  ASSOMUSICA (Associazione di organizzatori e produttori italiani di spettacoli musicali dal vivo)  - e di tutti i partner coinvolti nella settimana della musica per eccellenza, è infatti quello di offrire in primo luogo una piattaforma gratuita di workshop, webinar e masterclass con lo specifico obiettivo di creare nuove opportunità formative per tutti i professionisti che stanno soffrendo del fermo delle attività e che potranno avere, durante la Milano Music Week, occasioni per rafforzare le proprie competenze grazie al confronto con esperti italiani ed internazionali nei vari segmenti della musica.

 

Di fronte alla grave crisi del settore che coinvolge tutto il mondo, le attività di Milano Music Week saranno orientate in gran parte agli incontri professionali, nella volontà di trasformare la fase di blocco forzato del settore musicale in un momento di rilancio e approfondimento formativo. Grazie alle tecnologie digitali sarà possibile mettere a confronto professionisti di tutto il mondo in sessioni specializzate per contribuire alla costruzione dei futuri scenari della musica: live streaming, intelligenza artificiale, gaming connesso alla musica, tecnologie dei diritti e tanti altri temi al centro della trasformazione del settore.

 

Se la terza edizione aveva come slogan “Music lives here”, quello della edizione post-COVID19 sarà “Music works here”, per dimostrare ancora una volta la centralità di Milano come sede dell’industria musicale e creativa. 

  

Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, afferma che: "Milano Music Week vuole raccontare tutte le professioni connesse all'attività artistica: dai cantanti ai musicisti, dagli autori ai tecnici, passando per i discografici, i promoter, gli addetti alla comunicazione e molti altri ancora. Tutte queste attività legate alla produzione e allo spettacolo generano reddito e sviluppo economico, e sono fondamentali per una città come Milano, da sempre votata alla creatività. Il loro lavoro è infatti essenziale non solo perché produce una proposta culturale necessaria alla crescita della comunità, ma anche perché è funzionale al suo equilibrio sociale ed economico. L'edizione di quest'anno, quindi, che vede il mondo dei lavoratori del settore affrontare una situazione molto difficile, sarà importante per gettare le basi per nuove idee e strategie, in modo da riportare il lavoro al centro della musica".

 

Luca De Gennaro, curatore artistico della Milano Music Week e VP Talent & Music ViacomCBS Networks per Sud Europa e Medio Oriente, ha dichiarato: “Mai come quest’anno un evento come Milano Music Week è fondamentale per contribuire al necessario rilancio dell’intero settore musicale che sta vivendo una crisi gravissima. D’accordo con tutti i promotori, che rappresentano l’intera industria musicale, vogliamo fare quadrato, aiutare per quanto possibile la ripartenza delle attività, facilitare i professionisti della musica e dell’intrattenimento a ritrovare occasioni di lavoro e riportare la musica, in tutte le sue forme e nel migliore dei modi, al pubblico, unico vero destinatario del nostro lavoro.  Sarà per forza di cose una edizione ibrida ma confido che la situazione che stiamo affrontando possa aprire nuove strade di produzione e fruizione della musica, che proveremo ad esplorare per costruire insieme gli scenari futuri”.

Foto di Sergione Infuso
Foto di Sergione Infuso

Il calendario della Milano Music Week - ancora in fase di pianificazione a causa della continua evoluzione della situazione sanitaria - offrirà per quanto possibile anche una serie di eventi diffusi in tutta la città, tra performance dal vivo, showcase e incontri con artisti con pubblico presente.

 

A partire dalla volontà, ancora più forte in questo particolare momento storico, di riunire le principali realtà del settore - fra artisti, autori, case discografiche, centri di formazione, promoter, associazioni musicali e tutti gli appassionati di musica - la MMW20 si svilupperà in forma ibrida: agli eventi in presenza, con capienza limitata, si affiancherà la possibilità di seguire online i principali appuntamenti del palinsesto attraverso il nuovo canale ufficiale Youtube.

 

Anche per questa edizione, si consolida l’appuntamento MMW Incontra – format ideato da Milano Music Week – che per tutta la settimana offrirà al pubblico l’opportunità di scoprire, attraverso speciali incontri in streaming, la musica e gli aneddoti più curiosi della carriera e della vita di straordinari artisti.

 

Per il quarto anno consecutivo, in qualità di main content partner dell’iniziativa, torna Linecheck Music Meeting & Festival - punto di riferimento per i professionisti dell’industria musicale - con un palinsesto di appuntamenti per esplorare i futuri possibili della musica a livello internazionale.

 

Saranno tante anche quest’anno le novità della MMW, dagli eventi e gli incontri inediti a progetti innovativi come Open Stage, iniziativa nata dall’idea di un gruppo di studenti universitari, sviluppata e perfezionata da Officine Buone, per dare voce alla musica di strada senza assembramenti. Si tratta di un “fungo” tecnologico che integra sofisticati diffusori audio, casse per amplificare il suono, mixer e luci: tutto ciò che serve ai cantanti esordienti per esibirsi come su un vero palcoscenico ma stando all’aperto, e senza doversi portare dietro nient’altro che il proprio strumento. I funghi saranno dotati anche di sensori anti-assembramento capaci di sospendere automaticamente la musica in caso di eccessiva presenza di persone attorno all’artista.

 

Confermato inoltre l’appuntamento con SHG Music Show Milano, la fiera di strumenti moderni - in programma dal 21 al 22 novembre al Palazzo delle Stelline - nata per valorizzare e sostenere la cultura e la musica suonata in Italia.

 

Tante le partnership di rilievo che accompagneranno la MMW20. Anche per questa edizione, ViacomCBS Networks Italia si conferma per il quarto anno consecutivo main partner della Milano Music Week, con i brand VH1 e MTV.

 

Fra i media partner ritroveremo Billboard, Rockol Accordo.it, ai quali quest’anno si aggiunge Radio Bertallot.

CPM, SAE Institute e ALMED confermano la loro presenza alla Milano Music Week in qualità di educational partners, mentre DICE - altra importante novità di questa edizione - sarà ticketing partner dell’iniziativa.