Dalla campagna olearia 2025/2026 nasce una collezione di sei extravergini che raccontano un’annata nitida nei profumi e fedele al territorio dell’Emilia-Romagna. A suggello c’è l’edizione limitata “Aurum”, per la prima volta ottenuta esclusivamente da olivi secolari di proprietà
Dal cuore dei colli bolognesi arriva l’olio nuovo Palazzo di Varignana: una collezione di sei extravergini, che nasce da cultivar selezionate e che conta quattro Monocultivar (Pandesco Bio, Brisighella DOP, Vargnano e Stiffonte) e due Multivarietali (Cabianca Bio e Lafonte) L’andamento climatico dell’anno, con piogge primaverili e temperature miti, ha sostenuto l’equilibrio del terreno e una maturazione ordinata delle olive, restituendo oli freschi, profumati e perfettamente equilibrati, con un elevato contenuto di biofenoli, ricchi di fragranze verdi che raccontano con finezza la complessità di questa porzione di Emilia-Romagna. In un contesto non semplice per il comparto, la nuova campagna conferma la regolarità qualitativa e lo stile che Palazzo di Varignana ha consolidato negli anni. «In un’annata complicata per molte aree olivicole italiane, siamo riusciti a ottenere oli di grande freschezza e qualità - conferma l’agronomo Aleandro Ottanelli - Le condizioni meteo hanno favorito l’equilibrio vegetativo e la vivacità dei profumi: gli oli di quest’anno rispecchiano pienamente le aspettative e lo stile Palazzo di Varignana». L’extravergine da olivi secolari A suggello della campagna olearia 2025/2026, debutta l’edizione limitata “Aurum” che, per la prima volta quest’anno, nasce da una partita separata ottenuta esclusivamente da olivi secolari di proprietà. La scelta del lotto privilegia freschezza, pulizia aromatica e lunga tenuta, per un olio raro, estratto separatamente e selezionato per freschezza e longevità, che concentra in poche gocce la memoria del luogo. |
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Palazzo di Varignana | Edizione limitata Aurum
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Dall’oliveto più grande dell’Emilia-Romagna, la campagna olearia 2025/2026 Agrivar, l’azienda agricola di Palazzo di Varignana, nasce nel 2015 sulle colline di Castel San Pietro Terme con un obiettivo chiaro: valorizzare il territorio attraverso un modello circolare che coniuga paesaggio, agronomia e ospitalità. In un decennio, il recupero di suoli e colture ha ridisegnato un mosaico agricolo che oggi conta 700 ettari: un laboratorio a cielo aperto dove la biodiversità è parte della strategia. Fulcro del progetto è l’uliveto: 265 ettari, il più esteso dell’Emilia-Romagna, con oltre 195.000 piante. Qui si coltivano varietà locali come la Nostrana di Brisighella, preservata e rilanciata con tecniche sostenibili. La visione del fondatore Carlo Gherardi, dal 2024 anche Ambasciatore delle Città dell’Olio, continua a guidare un progetto che unisce tradizione e innovazione, radici e futuro, confermando Palazzo di Varignana come punto di riferimento dell’eccellenza agricola italiana. È da questo patrimonio che nasce ogni anno la collezione di sei extravergini, riconosciuta per qualità ed eccellenza agronomica. Nella campagna olearia 2025/2026, ogni etichetta interpreta i colli bolognesi con un accento diverso. Il Pandesco Bio (100% cultivar Maurino) apre sul registro della finezza: naso verde e croccante, tra mandorla tenera e lattuga di cuore; al gusto scorre pulito e misurato, con un’armonia che invita al secondo assaggio. Il Vargnano (ottenuto esclusivamente dalla cultivar Nostrana) privilegia ampiezza e continuità: un fruttato luminoso, cenni di scorza di agrume ed erbe di collina, bocca ampia e avvolgente. Su un equilibrio classico si muove lo Stiffonte (da una cultivar del centro Italia, il Correggiolo): carciofo novello e mandorla fresca si intrecciano a una maturità vegetale elegante; nell’allungo finale amaro e piccante dialogano senza sovrastarsi. Il Brisighella DOP (Monocultivar Nostrana di Brisighella) - da raccolta precoce di olive ancora verdi, al fine di esaltare al meglio le caratteristiche di una produzione limitata dal punto di vista quantitativo, ma di altissima qualità - concentra l’identità del comprensorio: foglia d’olivo, erba tagliata, un nitido ricordo di pomodoro, e una chiusura saporita e precisa. I due multivarietali completano il quadro con una coralità di profumi. Cabianca Bio si dispone su un fruttato medio: oliva verde, erbe di campo, ritmo gustativo agile con una trama amaro-piccante proporzionata. Lafonte mette infine in primo piano la componente vegetale - cardo e carciofo - sostenuta da una spiccata vivacità e da una persistenza che riflette la cura della raccolta e del frantoio. |
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