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mercoledì 15 ottobre 2025

Vistorta protagonista a Ein Prosit 2025 con una straordinaria verticale di Merlot

 

ULTIME DUE SETTIMANE del Festival di Atelier Teatro LE MILLE E UNA PIAZZA 2025 Sessione: “RACCONTI D'AUTUNNO”

 

I tre panettoni dello chef Daniel Canzian per il Natale 2025

 


In occasione delle prossime festività tornano MI.O e MassaBon, per la prima volta abbinati a due tisane studiate per completare l’esperienza di gusto. Il Panettone Tradizionale rinnova invece la sua ricetta con un impasto a tre fasi. Milano, 15 ottobre 2025 – Per il Natale 2025, lo chef Daniel Canzian presenta una collezione di tre panettoni artigianali, ognuno con una propria identità e una novità dedicata. I grandi classici dello chef MI.O e MassaBon, sono proposti per la prima volta abbinati a due tisane - con ingredienti da agricoltura biologica e senza caffeina - studiate per completare e valorizzare l’esperienza di degustazione. Il Panettone Tradizionale, invece, si rinnova con una ricetta a tre impasti, ispirata alla storica lavorazione milanese, che dona al dolce morbidezza e una fragranza che si conserva naturalmente più a lungo. MI.O e Spezièra: intensità agrumata e profumo di spezie MI.O, nato nel 2019, è il primo panettone dello chef. La sua unicità risiede nella pasta di arance arrosto, preparata artigianalmente senza aromi né conservanti, secondo un metodo sviluppato nella cucina del Ristorante DanielCanzian. Il risultato è un gusto agrumato, elegante ed equilibrato. Per chi lo desiderasse, il dolce è proposto in abbinamento con la tisana Spezièra: un’infusione intensa e avvolgente a base di roiboos, scorza d’arancia e chiodi di garofano del Madagascar. Il suo profilo speziato e balsamico richiama le antiche botteghe veneziane e amplifica le note agrumate del panettone. Perfetta per chi ama i profumi decisi e i sapori avvolgenti del periodo natalizio. MassaBon e Ciacola: dolcezza fruttata e leggerezza MassaBon, introdotto nel 2023, prende il nome dall’espressione veneta che significa “troppo buono”. Il suo impasto è arricchito con albicocche arrosto, cotte al forno e lavorate il minimo indispensabile per mantenere intatto il sapore naturale e una consistenza cremosa. L’abbinamento ideale è la tisana Ciacola, un’infusione fruttata e balsamica a base di mela, melissa, zenzero e anice stellato. Delicata e digestiva, evoca il piacere di una chiacchiera tra amici dopo il dolce. Una pausa perfetta da gustare dopo i pranzi e le cene delle feste.

Il Panettone Tradizionale: l’evoluzione dell’impasto a tre Per il Natale 2025, il Panettone Tradizionale è preparato con un impasto a tre fasi, secondo una lavorazione ispirata alla grande pasticceria milanese. Questo metodo permette di ottenere un panettone più soffice, elastico e aromatico, con una migliore conservazione naturale e un’eccellente digeribilità. Nessun aroma artificiale, solo ingredienti selezionati e un processo lento e rispettoso delle materie prime. Le tre ricette dello chef sono affidate e realizzate in collaborazione con Albertengo, storica azienda piemontese specializzata nei grandi lievitati, che utilizza ingredienti italiani, uova da galline allevate a terra e nessun aroma lavorato o conservante. Il consiglio dello chef per una degustazione ottimale: Riscaldare il panettone in forno a 160 °C per 5–7 minuti prima dell’assaggio, un gesto che permette di esaltare la fragranza dell’impasto e la cremosità della frutta nel caso di MI.O e MassaBon. Modalità di acquisto: I panettoni (1 kg) e le tisane sono disponibili per l’acquisto dal giorno 20 ottobre

• online, sulla Boutique del sito dello chef Daniel Canzian

• presso il Ristorante DanielCanzian in via Castelfidardo angolo San Marco, Milano 

Prezzi: Panettone singolo: 45,00 € Tisana singola: 10,00 € Cofanetto Panettone + Tisana abbinata: 55,00 €

L’UE vieta ‘burger vegano’: la decisione che fa tremare l’industria da 5,4 miliardi

 


Con il divieto delle diciture burger, salsiccia e bistecca per gli alimenti a base vegetale il Parlamento Europeo danneggia l’economia del settore vegano, che vale miliardi di euro: parte la mobilitazione di Univegan

Roma, 15 ottobre 2025 – Con 355 voti contrari e 226 favorevoli, il Parlamento Europeo ha respinto l’emendamento correttivo e approvato definitivamente il bando che vieta l’uso di termini come “burger”, “salsiccia” e “bistecca” per i prodotti a base vegetale.

Una decisione che, secondo UNIVEGAN, la rete che rappresenta le aziende attive nel mercato vegano, è un colpo durissimo per il futuro dell’economia vegana in Europa.

La misura è passata grazie al voto compatto della nuova maggioranza di destra in Parlamento, ignorando le richieste di consumatori, imprese e organizzazioni di settore che, con la campagna #NoConfusion, avevano chiesto il ritiro della proposta.

Bloccare l’utilizzo di denominazioni ormai comprese e accettate non significa proteggere i consumatori, ma penalizzare un’economia innovativa in forte espansione”, dichiara Sauro Martella, fondatore di UNIVEGAN. “È una misura ideologica che ignora la realtà del mercato e crea nuovi ostacoli alla competitività delle imprese europee.

Un settore in crescita bloccato dalla politica

Nel 2023, secondo GFI Europe, le vendite al dettaglio di prodotti plant-based nei sei principali mercati europei hanno raggiunto i 5,4 miliardi di euro, con una crescita del 5,5%. In Italia, il comparto ha segnato un aumento dell’8%, raggiungendo un valore complessivo di 641 milioni di euro.

L’approvazione del divieto rischia ora di generare gravi ripercussioni:

  • Costi di rebranding su scala continentale (packaging, logistica, comunicazione)
  • Perdita di competitività rispetto a mercati come USA, Regno Unito e Asia
  • Incidenza negativa sugli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione

Inoltre, il testo votato non prevede alcun periodo transitorio per adeguare le etichette già in commercio e contiene un errore tecnico relativo all’allegato normativo di riferimento, elementi che ora passeranno al vaglio dei negoziati tra Commissione, Consiglio e Parlamento.

Una scelta incoerente con le politiche europee

Il divieto approvato va in direzione opposta rispetto agli obiettivi dell’European Green Deal, della Farm to Fork Strategy e dei programmi europei di finanziamento all’innovazione alimentare, come Horizon Europe.

Inoltre, contraddice una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’UE, che aveva già stabilito l’adeguatezza della normativa vigente in materia di trasparenza per i consumatori.

La mobilitazione contro il freno alla nuova economia

Le aziende vegan sono oggi un motore di innovazione: tecnologie alimentari, ingredienti sostenibili, packaging eco-compatibili. Impedire loro di comunicare in modo chiaro significa frenare il progressoLe istituzioni europee devono scegliere se stare dalla parte del futuro o dei vecchi interessi”, aggiunge Martella.

UNIVEGAN invita per questo le imprese e le organizzazioni di settore a mantenere alta l’attenzione e a mobilitarsi presso i propri governi nazionali in vista dei negoziati tra Parlamento, Commissione e Consiglio UE, dove si decideranno le modalità applicative del divieto, tra cui l’introduzione di un periodo transitorio per le etichette già in commercio.

Come partecipare alla mobilitazione

 

LEI: Legami, Empowerment, Impresa

 


Nel mese della prevenzione, Casa Paladin organizza un evento dedicato alle donne, al vino e alla forza delle connessioni

Torna il mese di ottobre e torna Life in Rosé, il progetto della famiglia Paladin che con Bosco del Merlo sostiene la campagna di promozione di LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori)LEI: Legami, Empowerment, Impresa – Storie di donne, vino e connessioni” è il titolo dell’evento che si terrà giovedì 30 ottobre (ore 20:45 ingresso libero su prenotazione) nella sede di Casa Paladin ad Annone Veneto (VE). Una serata aperta al pubblico che vuole essere la celebrazione del ruolo della donna nel mondo del vino e un momento di sensibilizzazione e sostegno concreto alla ricerca. Un palinsesto interamente al femminile che si concluderà con la consegna dell’assegno annuale a LILT Treviso.

L’evento LEI: Legami, Empowerment, Impresa – Storie di donne, vino e connessioni” si aprirà con il calice di benvenuto di Prosecco Rosé e la visita guidata in cantina alla quale seguirà la presentazione del libro “Vino, Donne e Leadership” in compagnia dell’autrice Barbara Sgarzi. Sommelier, scrittrice e giornalista per HTSI de IlSole24Ore e Grande Cucina, Sgarzi condurrà il pubblico alla scoperta della leadership al femminile nel mondo del vino, grazie alla sua raccolta di più di trenta interviste inedite a produttrici, wine writer e comunicatrici, in Italia e all’estero. A seguire Martina Paladin, terza generazione di Casa Paladin, dialogherà con Silvia Baratta, comunicatrice del vino, insieme a Daniele Belfatto, sommelier e referente Fisar in Rosa Nordest. L’appuntamento si concluderà con la consegna dell’assegno a LILT Treviso e un brindisi con il Pinot Grigio Rosé accompagnato da una selezione di pasticceria mignon.

Il progetto Life in Rosé è una promessa che Casa Paladin continua a rinnovare ogni anno dal 2018 nei confronti della ricerca e del sostegno alla campagna di sensibilizzazione per la prevenzione. I due vini Ambassador sono il Prosecco Rosé DOC e il Pinot Grigio Rosé DOC delle Venezie, entrambi dell’azienda Bosco del Merlo. Due rosati, vibranti, eleganti e incisivi che simboleggiano l’alta qualità vocativa del territorio.

Casa Paladin e Bosco del Merlo dimostrano da sempre grande dedizione e attenzione alla cura, non solo dell’ambiente, ma anche degli individui. Con il progetto di tutela delle 4V, i quattro pilastri ViteVerdeVino Vita l’impegno è rispettare la Viteproteggere il Verdeprodurre un Vino sostenibile e tutelare la Vita. Ed è proprio quest’ultimo ad essere il fulcro del progetto Life in Rosé e “LEI: Legami, Empowerment, Impresa – Storie di donne, vino e connessioni”, una dedica alle donne e alle loro sfide quotidiane.

 

30 ottobre ore 20:45 - Casa Paladin, via Postumia 12, Annone Veneto (VE)

Ingresso libero su prenotazione: 0422 768167 – tour@paladin.it

 

DA TREVISO A VIENNA IN UNA TAZZINA: GOPPION È IL CAFFÈ UFFICIALE DELL’OPERA DI STATO

 


La storica torrefazione di Preganziol (Treviso) entra in uno dei simboli della capitale austriaca. I caffè dell’azienda saranno presenti nei sei punti di ristoro di uno dei teatri più celebri al mondo
 
Caffè Goppion è il caffè ufficiale dell’Opera di Stato di Vienna: un risultato storico per la torrefazione di Preganziol (Treviso), che ha saputo conquistare la città austriaca che, assieme a Venezia, ha contribuito in modo determinante a diffondere la cultura di questa bevanda in Europa e nel mondo. I caffè di Goppion sono presenti da settembre nei sei punti di ristoro all’interno del celebre teatro viennese, portando il profumo dell’espresso italiano in un luogo conosciuto in tutto il mondo.
 
“Vienna e Venezia rappresentano la culla del rito del caffè – racconta Paola Goppion, che assieme al Presidente Sergio Goppion, a Silvia e a Mario, conduce la torrefazione –. Nei locali storici della capitale i letterati si sedevano a discutere di arte, libri, scienze e attualità davanti a una tazzina. Oggi noi rappresentiamo gli eredi di questi intellettuali e promuoviamo un caffè fatto a regola d’arte, con materie prime d’eccellenza e con un gusto riconoscibile per il consumatore. Ecco perché ci identifichiamo con una frase tanto semplice quanto efficace, che accompagna il nostro marchio: Bevilo Buono è la promessa che ogni giorno facciamo a chi cerca una bevanda preparata con cura. Credo sia proprio questa nostra continua ricerca verso le cose fatte bene e con passione che ci ha guidato fino al cuore di Vienna, fino all’Opera di Stato”.
 
In occasione del Ballo dell’Opera, in programma il 12 febbraio 2026, Goppion ha inoltre creato una box in edizione limitata per gli iscritti all’evento. All’interno, due tazzine esclusive e una confezione di caffè della torrefazione celebrano l’esclusiva manifestazione.
 
Goppion Caffè, oltre che all’interno dell’Opera di Stato, è presente a Vienna anche con una filiale estera, aperta dal 2019 e punto strategico per i mercati dell’Est Europa, e in alcuni locali storici della città.

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A vendemmia ultimata, presenti tutti i presupposti per una buona annata

 

Ca’ du Ferrà: il Gambero Rosso premia Ca’ du Ferrà con il riconoscimento “Giovani Produttori dell’Anno”. Un riconoscimento che diventa voce, coraggio e verità.

 


Per Ca’ du Ferrà, giovane cantina di Bonassola (SP)  guidata da Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta, il 2025 segna un traguardo speciale: il Gambero Rosso ha assegnato all’azienda il titolo di “Giovani Produttori dell’Anno”, premiando anche il Ruzzese “Zero Tolleranza per il Silenzio” tra i Vini Rari 2026.

Un riconoscimento che va oltre il vino: è il premio a una visione, a una scelta di vita, a una forma di resistenza culturale e umana.

Ca’ du Ferrà, realtà nata tra muretti a secco e pendii affacciati sul mare, ha saputo trasformare la viticoltura eroica ligure in un linguaggio contemporaneo fatto di autenticità, ricerca e bellezza.

«Ricevere questo premio oggi non è soltanto un riconoscimento. È un respiro profondo dopo un tempo lungo e difficile», racconta Davide Zoppi. «Essere premiati come “Giovani Produttori dell’Anno” significa che un progetto nato in una terra verticale, fatta di fatica e di mare, ha saputo parlare al futuro del vino italiano. Significa che la nostra idea di Liguria, capace di innovare senza perdere le radici, ha trovato ascolto e valore.»

Ma dietro a questo traguardo c’è una storia che parla anche di ferite, di resistenza e di rinascita.

«Zero Tolleranza per il Silenzio» — spiega Zoppi — «non è solo un vino, è una dichiarazione di libertà. È il simbolo di un anno difficile, segnato da ostilità e paure, ma anche dalla volontà di non piegarsi mai. È un invito a non tacere, a credere nella dignità, nella verità e nella bellezza. Dedichiamo questo premio a chi ogni giorno trasforma le proprie ferite in radici e la paura in coraggio.»

Un messaggio di speranza e consapevolezza che attraversa il lavoro di tutta la squadra di Ca’ du Ferrà: l’enologa Graziana Grassini, l’agronomo Gabriele Cesolini e il team che ogni giorno dà vita ai vini della cantina.

Un riconoscimento che il Gambero Rosso consegna a chi, con autenticità e visione, continua a credere che anche la terra più aspra possa generare bellezza.


Area Lambrusco: anticipo record e -17% di uve, qualità eccellente

 


Tra Modena e Reggio Emilia la vendemmia è conclusa. In una campagna segnata da un anticipo di quasi due settimane sulla raccolta, la qualità delle uve appare ottima ma i volumi raccolti sono inferiori. Il calo complessivo è pari al 17% rispetto al 2024, una percentuale che scende a circa il 12% se si considerano solo le uve Lambrusco. A livello di quantitativi, è l’annata più scarsa dal 2017 ad oggi.

 

(Modena, 15 ottobre 2025) È stata un’annata precoce quella del Lambrusco. Tra Modena e Reggio Emilia, si è cominciato a vendemmiare con un anticipo di circa due settimane rispetto alla media. Ed è così che, nella prima parte di ottobre, la raccolta può dirsi conclusa ed è già possibile trarre le prime conclusioni.

 

L’andamento climatico particolare dei primi mesi dell’anno ha determinato una maturazione precoce delle uve” commenta Claudio Biondi, Presidente del Consorzio Tutela Lambrusco. “Inoltre, le forti escursioni termiche registrate sia nel periodo primaverile che nelle settimane precedenti la vendemmia hanno portato ad una forte concentrazione degli aromi, che risultano quest’anno particolarmente spiccati con uve di qualità ottima. A livello di quantitativi, registriamo un calo medio di circa il 12%, con percentuali diverse a seconda della specifica varietà. Per varietà come il Lambrusco Grasparossa e il Lambrusco di Sorbara la contrazione dei volumi è decisamente più marcata”.

 

I motivi del calo produttivo nelle province di Modena e Reggio Emilia, pari a -17% per le uve nel loro complesso e a -12% per le uve Lambrusco, sono principalmente riconducibili a due fattori. Da un lato la minore allegagione dovuta alla piovosità registrata nei mesi primaverili, dall’altro i picchi di temperatura dei mesi estivi che hanno portato a grappoli dal peso medio inferiore rispetto agli anni precedenti, specialmente nelle aree con difficoltà di irrigazione.

 

Per maggiori informazioni sulle varietà e sulle denominazioni del Lambrusco: https://lambrusco.net/


Credits Foto Marco Parisi

Un altro grande traguardo per il Consorzio del Vermouth di Torino: il riconoscimento del MASAF

 


Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha ufficialmente riconosciuto il Consorzio di Tutela del Vermouth di Torino, segnando un traguardo fondamentale per la promozione e la tutela di questa eccellenza del Piemonte, il profumato vino aromatizzato con erbe e spezie, conosciuto in tutto il mondo. 


Tale provvedimento, come sottolinea il Ministro Francesco Lollobrigida, conferma l’impegno istituzionale a proteggere e promuovere le produzioni del territorio, rafforzando un sistema delle Indicazioni Geografiche che vale oltre 20 miliardi di euro alla produzione, e rappresenta il 16% dell’export agroalimentare italiano.


Questo riconoscimento segna un passo fondamentale per il Vermouth di Torino, che parte esclusivamente da Torino e dal Piemonte per essere formidabile ambasciatore di tradizione, territorio, convivialità, di un affascinante stile di vita. Viene così rafforzato il ruolo strategico del Consorzio nella difesa e promozione della IGP Vermouth/Vermut di Torino, assolutamente l’unica IGP riconosciuta per un vermouth.


Il Consorzio avrà quindi tutti i titoli per operare in modo da assicurare che il nome di questa IGP sia usato correttamente e non venga impiegato in modo ingannevole, combattendo le contraffazioni, la concorrenza sleale, le imitazioni e gli usi impropri della denominazione che possano ingannare il consumatore o ledere i produttori. Oltre alla tutela, il Consorzio avrà anche il compito istituzionale della promozione e valorizzazione di questa produzione certificata IGP, un percorso che ha già intrapreso con attività realizzate in Italia e in molte parti del mondo.


L’iter per giungere a questo traguardo è frutto di un lungo lavoro di Roberto Bava, Presidente del Consorzio dalla sua creazione fino a questo 3 ottobre, e del Direttore Pierstefano Berta, sostenuti dalla preziosa collaborazione di Federvini, in particolare dal suo direttore, Gabriele Castelli.

Il Consorzio, oggi presieduto da Bruno Malavasi, affiancato dai Vicepresidenti Roberto Bava e Giorgio Castagnotti, viene così accreditato come rappresentante riconosciuto di tutta una filiera che ha un grande peso: importanti multinazionali con stabilimenti sul territorio, realtà produttive medie e piccole, aziende storiche e recenti, esponenti della filiera delle erbe aromatiche. Il Consorzio si presenta quindi come entità autorevole preposta a difendere gli interessi collettivi della IGP tutelata. Si fa portavoce delle esigenze del proprio settore presso le istituzioni, garantendo un sistema aperto, in linea con i principi di trasparenza previsti dalla normativa.


Con il riconoscimento del MASAF, il Consorzio del Vermouth di Torino, viene ufficialmente identificato come custode e garante di un importante patrimonio culturale, sociale ed economico.

Il neopresidente Bruno Malavasi dichiara: “Salutiamo con grande soddisfazione il riconoscimento del Consorzio del Vermouth di Torino che, come giustamente evidenziato nel comunicato del MASAF, rappresenta il primo vino aromatizzato a ottenere una tutela di questo livello. E’ doveroso riconoscere il merito di questo fondamentale risultato al grande lavoro fatto negli scorsi anni dal past-president Roberto Bava e dal direttore Pierstefano Berta. Uno sprone in più per tutti noi in questa nuova fase di crescita”.