Nel 2024 gli 84 caseifici di montagna hanno
prodotto oltre 884.000 forme, con un aumento del +2,6% sul 2023. Cresce anche la
certificazione “Prodotto di Montagna”, con oltre 230.700 forme (+1,78%): questi
i dati illustrati nella conferenza stampa della 59a Fiera del Parmigiano
Reggiano a Casina, evento durante il quale verrà annunciata ufficialmente da ONAF
la nomina della località a Città del formaggio
Reggio Emilia, 16 luglio 2025 – Il Parmigiano Reggiano è il più importante prodotto Dop ottenuto in
montagna, con oltre il 21,7% della produzione totale. Lo confermano i nuovi dati forniti dal Consorzio in
occasione della conferenza stampa di presentazione della 59a Fiera del Parmigiano Reggiano a
Casina (1-4 agosto): nel 2024 la produzione degli 84 caseifici di montagna della
Dop (situati nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna a
sinistra del fiume Reno) ha superato le 884.000 forme, con un aumento
del +2,6% sul 2023 e del +15,4% sul 2016,
anno in cui è stata inaugurata la politica del Consorzio di rilancio e
valorizzazione di questa produzione. In crescita anche la produzione
di latte, con oltre 425.000 tonnellate (+1,6% sul 2023
e +11,9% sul 2016) fornite da più di 800 allevatori attivi
in montagna.
Inoltre, nel 2016 il Consorzio ha lanciato la certificazione aggiuntiva
Parmigiano Reggiano “Prodotto di Montagna” per dare maggiore sostenibilità allo sviluppo di quest’area di produzione e
offrire ai consumatori garanzie aggiuntive legate all’origine e alla qualità
del formaggio. Stando agli
ultimi dati disponibili, il “Prodotto di Montagna” ha superato le 230.700
forme, con un aumento del +1,78% sul 2022 e del +29,6%
sul 2016. Novità del 2025 è la modifica al regolamento del progetto che prevede
il riconoscimento di un premio fisso di circa 50 cent/kg (20
euro/forma), quando viene bollata a fuoco per certificarla come
“Prodotto di Montagna”, ovvero dopo la selezione e l’analisi sensoriale che il
regolamento fissa a 20 mesi di stagionatura. Tale provvedimento ha l’obiettivo
di rafforzare il valore commerciale della certificazione e promuoverne
il valore aggiunto, per avere un posizionamento nel mercato che riesca a
rendere sostenibile tale produzione nel tempo.
Tutti forti segnali che la politica del Consorzio continua a invertire
una tendenza alla decrescita che aveva colpito il comparto fino al 2014. Nel
decennio 2000-2010, infatti, nei territori di montagna della zona di origine si
è assistito alla chiusura di ben 60 caseifici e a una riduzione del 10% della
produzione del latte. Deficit che è stato azzerato a partire dal 2014 grazie all’avvio del Piano
di Regolazione Offerta che, tra le altre misure, ha previsto sia sconti
specifici per produttori e caseifici situati in zone di montagna, sia il bacino
“montagna” per le quote latte.
È proprio per valorizzare e promuovere
il Parmigiano Reggiano di Montagna che da venerdì 1 a lunedì 4 agosto si
terrà la 59a Fiera del Parmigiano Reggiano a Casina: quattro
giorni di concerti, dj set, balli, show cooking, visite guidate al castello di
Sarzano, gare di tiro con l’arco, fuochi d’artificio e spettacoli per tutti,
adulti e bambini. Nel corso della kermesse, verrà annunciata ufficialmente la
nomina di Casina a Città del formaggio da parte di ONAF (Organizzazione
Nazionale Assaggiatori Formaggio) come località rappresentativa a livello
nazionale per la produzione di Parmigiano Reggiano. Istituito nel 2020,
l’Albo delle Città del Formaggio, che oggi conta 43 luoghi simbolo in Italia, premia
l'impegno del Comune nella promozione della propria tradizione casearia,
riconoscendo il ruolo centrale che Casina ha nella produzione di formaggio della
dorsale appenninica e il lavoro intrapreso per comunicare questa identità
proprio tramite la fiera.
Durante la quattro giorni, saranno
ben 45 i caseifici di montagna, quindi più della metà di quelli
presenti nel comprensorio, a presentare i propri “gioielli”, offrendo a
tutti i visitatori degustazioni con la possibilità di acquisto. Sarà inoltre
presente uno stand in cui si potrà partecipare a degustazioni in
abbinamento con vini, cocktail, mieli, aceti e altre eccellenze gastronomiche
da tutta Italia curate da APR (Associazione Assaggiatori Parmigiano Reggiano),
e comprare il Parmigiano Reggiano di montagna prodotto nelle quattro province
della zona geografica.
L’appuntamento più atteso è la 13a
edizione del Palio del Parmigiano Reggiano “Città di Casina”, lunedì
4 agosto alle ore 20:00 in piazza IV Novembre, nel quale i 45 caseifici
competeranno con i Parmigiano Reggiano di montagna 24 mesi, e 12
di essi si sfideranno anche con il 40 mesi, tutti valutati da una giuria
composta da assaggiatori certificati della APR. I vincitori delle due competizioni verranno poi celebrati insieme agli altri 11 vincitori dei Palii del Parmigiano
Reggiano 2025 con una serata evento
in cui gli verrà consegnato il Casello
d’Oro. Dopo i fasti della prime due
edizioni del premio, svoltesi rispettivamente a Parigi e Londra, la sede della
prossima è stata annunciata a Madrid
a inizio febbraio 2026. Durante la fiera, si terrà inoltre l’8a gara di taglio
della forma: sotto gli occhi dei giudici e del pubblico, i mastri casari si
sfideranno nel tagliare una forma in porzioni sempre più piccole, dalla mezza
forma a un ottavo, sino ad arrivare a punte il più possibile vicine al chilo di
peso l’una. È una gara che mira sia alla bellezza e alla nettezza del taglio,
sia alla bravura nella porzionatura manuale della Dop.
«Il
Parmigiano Reggiano si riconferma un elemento chiave per fortificare l’economia
e preservare l’unicità dell’Appennino emiliano», ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio. «È
il più importante prodotto Dop ottenuto in montagna, con più del 21,7% della
produzione totale concentrata in ben 84 caseifici sui 291 totali. È stato
fondamentale che il Consorzio introducesse interventi per la diffusione e la
valorizzazione del “Prodotto di Montagna”, e che continui a farlo anche negli
anni a venire: queste aree soffrono di condizioni svantaggiate e maggiori
costi, ma la permanenza di una solida produzione agricola-zootecnica
rappresenta un pilastro economico e sociale di interesse non solo per la
comunità locale, ma per tutti. Il Parmigiano Reggiano rende possibile il
mantenimento dell’agricoltura in zone altrimenti abbandonate e contribuisce
allo sviluppo di una società modernamente agricola e di un paesaggio
riconoscibile e apprezzato sia dai suoi abitanti, sia dal circuito del turismo
di qualità. Per il Consorzio, sono il territorio e la comunità che lo abita i
beni più preziosi e il nostro intento è quello di impegnarci sempre di più per
preservarli ed essere un modello di sostenibilità ambientale, economica e
sociale. Inoltre, certificazioni come il “Prodotto di Montagna” e iniziative
locali come la Fiera di Casina si inseriscono a pieno titolo nel quadro del
progetto per diventare un vero brand iconico globale. La valorizzazione delle
distintività della Dop e il legame con il territorio sono due dei pilasti di
crescita e di costruzione per rendere il Parmigiano Reggiano un love brand,
amato dai consumatori di tutto il mondo per i valori che rappresenta:
naturalità, sostenibilità e qualità assoluta».
«Siamo felici di essere a fianco del
Consorzio nell’annunciare la 59a edizione di questa rassegna unica», ha
dichiarato Stefano Costi, sindaco di Casina. «Quest’anno si tratterà
di una fiera particolarmente memorabile: per il numero record di caseifici
partecipanti, oltre la metà di quelli presenti nel comprensorio di montagna;
per l’ampio ventaglio di degustazioni in cui il Parmigiano Reggiano verrà
abbinato a prodotti provenienti da tutta Italia; per la nomina di Casina a
Città del formaggio ONAF, in quanto luogo rappresentativo a livello nazionale
proprio per la produzione della Dop. Sarà un’occasione irrinunciabile non solo
per far conoscere il nostro territorio, ma anche per comunicare il Parmigiano
Reggiano di montagna: un prodotto di immenso valore non solo finanziario, dato
che la Dop è la colonna portante dell’economia di montagna e una delle
principali attrazioni per il turismo enogastronomico, ma anche e soprattutto
sociale, dato che dà un contributo fondamentale al mantenimento delle comunità
in zone altrimenti a rischio abbandono».
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