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mercoledì 9 luglio 2025

Isaac Julien. All That Changes You A cura di Lorenzo Giusti

 Palazzo Te, Mantova

4 ottobre 2025 – gennaio 2026

 

 

 





 

Mantova, 9 luglio 2025. Fondazione Palazzo Te, in occasione del Cinquecentenario, presenta in anteprima mondiale a Mantova, dal 4 ottobre 2025, All That Changes You, la nuova installazione filmica del celebre artista e regista britannico Sir Isaac Julien (Londra, 1960).

 

Con il curatore Lorenzo Giusti, la Fondazione ha individuato in Isaac Julien l’artista a cui commissionare un’opera capace di illuminare tanto il fascino quanto la complessità di Palazzo Te e le domande che il palazzo e i suoi affreschi pongono al mondo contemporaneo.

 

Dal dialogo tra il direttore Stefano Baia Curioni, Lorenzo Giusti, Isaac Julien e Mark Nash è nata l’idea di realizzare un progetto espositivo in cui il tema delle Metamorfosi e la visione poetica di Giulio Romano – con la sua straordinaria capacità di interrogare il presente – potessero essere riletti in una prospettiva “più che umana”, a partire da alcune delle più stimolanti riflessioni filosofiche e spunti narrativi degli ultimi anni.

 

All That Changes You vede la partecipazione delle acclamate attrici Gwendoline Christie e Sheila Atim e il coinvolgimento di Adjaye Associates per gli allestimenti.

 

Isaac Julien sul progetto:

«All That Changes You sarà ambientato nell’incredibile Palazzo Te, questo sogno estetico, politico e mitologico progettato e costruito da Giulio Romano tra il 1525 e il 1535. Attraverso la fantasia e l’allegoria di questa nuova installazione filmica, cerco di sovvertire l’egemonia visiva che domina i regimi tecnologici della rappresentazione. Sviluppata in collaborazione con Mark Nash, l’opera si basa su una visione condivisa per reimmaginare la poetica della creazione dell’immagine.

 

Gli straordinari affreschi del Palazzo hanno ispirato la concezione di due dee – interpretate da Gwendoline Christie e Sheila Atim – le cui origini affondano in fonti letterarie come il lavoro filosofico e politico di Donna Haraway, con particolare riferimento al saggio Staying with the Trouble (2016), che sfida le narrazioni dominanti dell’apocalisse, e il romanzo di Naomi Mitchison, Memoirs of a Spacewoman (1962), in cui una scienziata e viaggiatrice temporale racconta le proprie esperienze di ricerca, comunicazione e innamoramento con forme di vita extraterrestri.

 

Il personaggio di Sheila Atim è basato sul romanzo di narrativa speculativa del 1993 Parable of the Sower di Octavia E. Butler, un'opera profetica ambientata in una Terra post-apocalittica colpita dal cambiamento climatico e dalle disuguaglianze sociali. La sceneggiatura finale è stata sviluppata in collaborazione con Mark Nash e Vladimir Seput, unendo prospettive intellettuali ed estetiche diverse.

 

Entrambe le protagoniste viaggiano nel tempoattraverso una serie di spazi architettonici che funzionano come metafore visive e personaggi, delineando differenti temporalità: da Palazzo Tecostruito nel XVI secolo con i notevoli affreschi di Giulio Romano, passando per la postmodernista Cosmic House di Charles Jencks a Londra del XX secolo, fino a una futuristica “astronave” di vetro, progettata da Richard Found e situata tra le campagne inglesi, e al padiglione per la Kramlich Collection di media art creato da Herzog & de Meuron. Questi ambienti possiedono ciascuno un’identità propria.

 

Nell’attraversare differenti temporalità, le protagoniste assumono identità differenti, mentre cercano di andare oltre una visione del mondo antropocentrica e discutono su come condividere il pianeta con altri esseri, offrendo spazio alla rappresentazione di prospettive non umane.

 

L’installazione filmica a dieci schermi costruisce un repertorio d’immagini autonomo e oppositivo. Attraverso la ricomposizione delle scene in una coreografia visiva architettonica, il linguaggio delle immagini interrompe il telos narrativo che plasma la percezione. Il film offre una grammatica visiva alternativa che restituisce alla metamorfosi un ruolo attivo, là dove memoria, poesia e immaginazione convergono in un atto di resistenza contro la distruzione del pianeta, riconfigurando visivamente il presente e il futuro, e creando ciò che Judith Butler definisce un immaginario alternativo

 

L’opera è prodotta da Palazzo Te in collaborazione con Mantua Films, Isaac Julien Studio, University of California, Santa Cruz, The Linda Pace Foundation, Ruby City, San Antonio e The Jack Weinbaum Family Foundation.

Il progetto, curato da Lorenzo Giusti, sarà presentato negli spazi rinnovati delle Fruttiere di Palazzo Te. L’edificio riaprirà per l’occasione e ospiterà in anteprima mondiale l’installazione filmica multischermo di Isaac Julien.

 

All That Changes You rientra nelle attività del Cinquecentenario di Palazzo Te, promosso dal Comune di Mantova, prodotto e organizzato da Palazzo Te con il contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana e Fondazione Comunità Mantovana, con la sponsorizzazione di Poste Italiane, con la media partnership di Gruppo Editoriale Athesis, con il supporto di Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, in sinergia con Mantova città d’arte e di cultura.

 

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