La
valutazione sarà a supporto del mondo della produzione impegnato a
predisporre la richiesta di iscrizione al Registro nazionale delle
varietà di viti dell’antico vitigno ‘camaiola’
L’iniziativa rientra nel progetto del Comune castelvenerese che è stato cofinanziato dal Poc Campania 2014 - 2020 ‘Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura’
In
programma sabato 25 maggio a Castelvenere (ore 10,00 - Enoteca
Culturale di piazza San Barbato) il rating dell’annata 2017 dei vini
prodotti da uve barbera (l’antica ‘camaiola’). A valutare le etichette
Sannio Dop e Beneventano Igp sarà un’apposita commissione formata da
otto rappresentanti della sezione campana dell’Associazione Italiana
Enologi, presieduta da Roberto Di Meo, e due sommelier della delegazione
sannita dell’Associazione Italiana Sommelier, guidata da Mariagrazia de
Luca.
Diversamente
dai rating finora organizzati in terra sannita dal Sannio Consorzio
Tutela Vini – che da oltre un lustro chiama in causa Assoenologi-Sezione
Campania al fine di valutare il profilo qualitativo delle denominazioni
Falanghina del Sannio Dop e Aglianico del Taburno Docg – l’iniziativa
di Castelvenere si prefigge l’obiettivo di mettere a disposizione del
mondo della produzione sannita una valutazione dell’annata 2017 di un
vitigno considerato “minore”, particolarmente coltivato nell’areale
telesino-titernino. Parliamo di una varietà il cui nome per oltre un
secolo è stato erroneamente accostato al barbera originario del
Monferrato, per il quale si sta lavorando per la redazione della domanda
da avanzare al Ministero delle politiche agricole, alimentali,
forestali e del turismo (Mipaaft) al fine di vederlo iscritto al
Registro nazionale delle varietà di viti con quello che è il suo nome
“storico”. Parliamo del vitigno ‘camaiola’ del cui nome si persero le
tracce nei primi decenni del Novecento, proprio quando in queste
campagne si diffuse anche la coltivazione di uve provenienti da altre
aree dell’Italia, tra cui la barbera piemontese.
Il
rating in programma sabato rientra, infatti, tra le attività del
progetto ‘Cantine al Borgo – Luoghi e protagonisti del risorgere del
vitigno camaiola’, cofinanziato dal Poc Campania 2014 - 2020
‘Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura’. Un
progetto che il Comune di Castelvenere ha messo in campo per contribuire
a questo lavoro che porterà alla richiesta di iscrizione al registro
dell’antico vitigno. Si tratta di un percorso partito circa un anno fa,
con la richiesta avanzata al Consorzio Sannio dall’Associazione
Imbottigliatori Castelvenere.
Un
impegno al fianco del mondo della produzione da parte dell’ente
comunale che nasce dalla consapevolezza che la biodiversità viticola
deve essere preservata, ma anche studiata, tenendo ben presente che
proprio i vitigni storici rari costituiscono un patrimonio eccezionale
anche dal punto di vista di opportunità turistiche, perché i consumatori
attenti sono sempre più alla ricerca delle storie e degli uomini che si
nascondono dietro i vini prodotti da questi vitigni.
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