Era probabilmente
una bella mattina calda e soleggiata di primavera del 1919, il Paese si era
appena ripreso dai lutti della Grande Guerra e della Spagnola, quando il Conte
Negroni affascinante ed elegante esponente dell’alta società fiorentina colta e
cosmopolita di Firenze entrato nel Caffè Casoni avvertì il barista Fosco
Scarselli che voleva cambiare il suo solito aperitivo: l’Americano. Gli chiese
di sostituire il seltz con una spruzzata di gin in ricordo di un piacevole soggiorno
a Londra. Il barista di suo aggiunse una fetta di arancio come decorazione.
Il conte apprezzò
così tanto che terminato il primo ne ordinò ancora e ancora. Il suo amore per
la buona vita e per la buona tavola portò i suoi concittadini e suoi amici e conoscenti
italiani e stranieri ad imitarlo e in breve tempo divenne uno degli aperitivi
più amati e ordinati a livello mondiale.
In quel caffè di
via Tornabuoni i clienti chiedevano l’Americano al modo del Conte Negroni, poi
semplificarono chiamandolo l’aperitivo di Negroni e infine diventò il Negroni.
Tre sono gli
ingredienti che in parti uguali lo compongono: il bitter, il vermouth rosso e
il gin. Tre sono le città a cui deve il suo gusto. Firenze, Torino e Milano.
La leggenda
racconta che il conte e bevesse ben venti al giorno. Oggi ci farebbe pensare ad
un’abitudine da alcolista ma in realtà pare che il conte usasse dei bicchierini
da cordiale, cioè da tre cl. Oggi invece viene servito in bicchieri più grandi
e per esperienza personale sconsiglio vivamente di superare i 3.
Il vero successo arrivò tra il primo dopoguerra e il decennio
successivo, quello della Dolce Vita. Lo vediamo infatti spuntare su scritti di
diversi autori di fama mondiale. Orson Welles, nel 1947 è a Roma e scrive a un
giornale americano raccontando del Negronis:
“Il bitter è eccellente per il fegato, il gin gli fa male. Insieme si
equilibrano”. Nel 1950 Ernest Hemingway cita il Negroni nel romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi. E lo
scrittore Ian Fleming lo sostituisce al celebre Vesper Martini di James Bond nel
racconto Risiko, parte dell’opera For your eyes only, nelle sale
cinematografiche fa capolino nel film La primavera romana della signora Stone
del 1961, tratto dalla novella di Tennessee Williams, dove la
protagonista si abbandona a un “magnifico Negroni per dimenticare e aprirsi ai
giovani amori”.
E se il Negroni nasce come variante dell’Americano dal
Negroni sono nati diversi twist. Dal Negroni sbagliato anche lui famoso in
tutto il mondo e nato, si dice per caso, al Bar Basso negli anni settanta per
mano di Mirko Stocchetto al Cardinale che si dice essere la prima variante nata
negli anni 50 dove al vermouth rosso si sostituisce il vermouth dry. Ci sono
poi il Negroski, il Bencini e il Boulevardier, l’Old Pal il Dutch Negroni e
tanti altri.
Quest’anno in
occasione del centenario il trittico perfetto viene celebrato da un trittico altrettanto
perfetto: OSCAR697, GIASS e GOD SAVE THE FOOD.
Nasce così God Save the Negroni un progetto diviso
in 4 serate che vede protagonista proprio il Negroni ma in una veste un po’
particolare perché oltre ad essere shakerato, e non mescolato come vorrebbe la
ricotta originale, lo potrete gustare in pratiche mono porzioni “on the go”.
Ebbene sì, ci hanno imbottigliato il Negroni. Da consumare responsabilmente
come sempre.
GIASS
GIASS rappresenta
il legame tra cinque amici e la condivisione del momento dell’aperitivo, luogo
di incontro dopo la giornata lavorativa. Ridere, discutere e abbracciarsi prima
che sia sera, in un tempo di mezzo che Milano ha fatto religiosamente suo. Da
un rituale semplice e organizzato è nata l’idea del primo London Dry Gin di
Milano.
Cinque amici con
caratteristiche differenti, tra di loro un barman professionista che
arricchisce alcuni gin con una personale selezione di botaniche e un metodo
insolito.
Gli infusi vengono introdotti nella lavastoviglie del loro spazio, che li mantiene in temperatura a 65 gradi per tutti i 30 minuti del ciclo. Il risultato è sorprendente e il desiderio di creare qualcosa di proprio inizia concretamente a farsi strada.
Gli infusi vengono introdotti nella lavastoviglie del loro spazio, che li mantiene in temperatura a 65 gradi per tutti i 30 minuti del ciclo. Il risultato è sorprendente e il desiderio di creare qualcosa di proprio inizia concretamente a farsi strada.
Insieme acquistano
un piccolo alambicco da tre litri di portata e vengono selezionate 18
botaniche, una ricerca creativa per ottenere un gusto equilibrato, versatile.
Così nasce l’attuale formula del primo London Dry Gin di Milano: spirito
artigianale, frutto della voglia di unire diversi elementi.
La ricetta è complessa ed è pensata per abbracciare quante più note possibili in una sospensione stabile.18 botaniche si intrecciano con la leggerezza di un equilibrista sul filo,
attraversando zone del gusto solo apparentemente distanti. Una solida base classica composta da ginepro, coriandolo e angelica offre alle altre botaniche la possibilità di esprimere le loro caratteristiche. Il processo di essicazione naturale a bassa temperatura,
dedicato alla mela golden e alla scorza di arancia, celebra la parte fruttata della formula. I petali di rosa e i fiori di camomilla, violetta e arancio sprigionano un bouquet floreale
dal carattere preponderante, impreziosito dal karkadè, calice del fiore esotico dell’hibiscus. Le note minerali di GIASS ruotano attorno alla presenza della menta, del finocchio e della mandorla di terra, tubero particolare di limitata diffusione, conosciuto sin dall’antichità per le sue nobili proprietà. L’anima citrata è affidata alla verbena citrus, al cardamomo e alla melissa. Cassia e timo, infine, strutturano il comparto delle note legnose.
La ricetta è complessa ed è pensata per abbracciare quante più note possibili in una sospensione stabile.18 botaniche si intrecciano con la leggerezza di un equilibrista sul filo,
attraversando zone del gusto solo apparentemente distanti. Una solida base classica composta da ginepro, coriandolo e angelica offre alle altre botaniche la possibilità di esprimere le loro caratteristiche. Il processo di essicazione naturale a bassa temperatura,
dedicato alla mela golden e alla scorza di arancia, celebra la parte fruttata della formula. I petali di rosa e i fiori di camomilla, violetta e arancio sprigionano un bouquet floreale
dal carattere preponderante, impreziosito dal karkadè, calice del fiore esotico dell’hibiscus. Le note minerali di GIASS ruotano attorno alla presenza della menta, del finocchio e della mandorla di terra, tubero particolare di limitata diffusione, conosciuto sin dall’antichità per le sue nobili proprietà. L’anima citrata è affidata alla verbena citrus, al cardamomo e alla melissa. Cassia e timo, infine, strutturano il comparto delle note legnose.
OSCAR697
OSCAR.697 è un
nuovo brand di Vermouth nato nel 2013 da una visionaria idea di Stefano Di Dio,
titolare e inventore del brand. Al suo fianco la preziosa consulenza del
bartender Oscar Quagliarini che lo ha aiutato a sviluppare le ricette, David
Caon, designer australiano che ne ha curato l’abito, e il vermuttista DOC Oreste
Sconfienza che si occupa della produzione – produce vermut da che aveva 14
anni. Innovarsi sempre, pensare fuori dagli schemi, essere umili, portare
rispetto al proprio territorio: questi sono i principi su cui si basa e cresce
la “Famiglia 697”.
Per il rosso la base
di partenza è il vino Trebbiano di Romagna, scelta per la sua neutralità e
persistenza. In degustazione si notano marcati sentori di assenzio, rabarbaro e
liquirizia. Il colore è intenso. Ideale da gustare con ghiaccio, o per la
creazione di cocktails con London dry gin, whisky e rum.
Oscar.697 Bianco è
fresco, delicato e perfettamente bilanciato in ogni sua componente. In
degustazione si notano marcati sentori di bergamotto, Yarrow (achillea
millefoglie), pepe nero e fiori di sambuco. Per l’Extra Dry le
caratteristiche principali sono l’aroma di finocchietto selvatico e rosa caninae
l’estratto di infuso di quercia è l’ingrediente innovativo che lo
contraddistingue.
Tutte le ricette
hanno un numero il rosso è la n°697, Il Bianco la n°773 e l’Extra Dry è la
n°771. Ogni ricetta è stata creata nel pieno rispetto del disciplinare di
produzione pur risultando uniche ed esclusive.
GOD SAVE THE FOOD
God Save the Food nasce nel 2011 dalla volontà di creare luoghi curati
nell’estetica, contemporanei nell’animo e praticamente sempre aperti.
Il fulcro è la
cucina a vista e sempre aperta e con piatti da assaporare giorno dopo giorno
per gli ospiti che quotidianamente vengono a trovarci, anche solo per un veloce
caffè e brioches o perché in cerca di spazi dove lavorare al proprio pc bevendo
un salutare succo il pomeriggio.
L’atmosfera del
giorno cambia la sera, dove le luci si abbassano, i colorati cocktail
sostituiscono i cremosi cappuccini e i ristoranti si riempiono di tavolate
informali di amici.
God Save The Food
significa semplicità, qualità e accoglienza.
Oggi God Save The
Food è presente con quattro locali a Milano, nei quartieri di Tortona, Brera,
Piave/Porta Venezia e l’ultimo nato al piano -1 di Rinascente – Duomo, un
servizio catering per eventi e feste private ed un foodtruck per portare God
Save the Food in giro per l’Italia. Simply
Good Food.
Era probabilmente
una bella mattina calda e soleggiata di primavera del 1919, il Paese si era
appena ripreso dai lutti della Grande Guerra e della Spagnola, quando il Conte
Negroni affascinante ed elegante esponente dell’alta società fiorentina colta e
cosmopolita di Firenze entrato nel Caffè Casoni avvertì il barista Fosco
Scarselli che voleva cambiare il suo solito aperitivo: l’Americano. Gli chiese
di sostituire il seltz con una spruzzata di gin in ricordo di un piacevole soggiorno
a Londra. Il barista di suo aggiunse una fetta di arancio come decorazione.
Il conte apprezzò
così tanto che terminato il primo ne ordinò ancora e ancora. Il suo amore per
la buona vita e per la buona tavola portò i suoi concittadini e suoi amici e conoscenti
italiani e stranieri ad imitarlo e in breve tempo divenne uno degli aperitivi
più amati e ordinati a livello mondiale.
In quel caffè di
via Tornabuoni i clienti chiedevano l’Americano al modo del Conte Negroni, poi
semplificarono chiamandolo l’aperitivo di Negroni e infine diventò il Negroni.
Tre sono gli
ingredienti che in parti uguali lo compongono: il bitter, il vermouth rosso e
il gin. Tre sono le città a cui deve il suo gusto. Firenze, Torino e Milano.
La leggenda
racconta che il conte e bevesse ben venti al giorno. Oggi ci farebbe pensare ad
un’abitudine da alcolista ma in realtà pare che il conte usasse dei bicchierini
da cordiale, cioè da tre cl. Oggi invece viene servito in bicchieri più grandi
e per esperienza personale sconsiglio vivamente di superare i 3.
Il vero successo arrivò tra il primo dopoguerra e il decennio
successivo, quello della Dolce Vita. Lo vediamo infatti spuntare su scritti di
diversi autori di fama mondiale. Orson Welles, nel 1947 è a Roma e scrive a un
giornale americano raccontando del Negronis:
“Il bitter è eccellente per il fegato, il gin gli fa male. Insieme si
equilibrano”. Nel 1950 Ernest Hemingway cita il Negroni nel romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi. E lo
scrittore Ian Fleming lo sostituisce al celebre Vesper Martini di James Bond nel
racconto Risiko, parte dell’opera For your eyes only, nelle sale
cinematografiche fa capolino nel film La primavera romana della signora Stone
del 1961, tratto dalla novella di Tennessee Williams, dove la
protagonista si abbandona a un “magnifico Negroni per dimenticare e aprirsi ai
giovani amori”.
E se il Negroni nasce come variante dell’Americano dal
Negroni sono nati diversi twist. Dal Negroni sbagliato anche lui famoso in
tutto il mondo e nato, si dice per caso, al Bar Basso negli anni settanta per
mano di Mirko Stocchetto al Cardinale che si dice essere la prima variante nata
negli anni 50 dove al vermouth rosso si sostituisce il vermouth dry. Ci sono
poi il Negroski, il Bencini e il Boulevardier, l’Old Pal il Dutch Negroni e
tanti altri.
Quest’anno in
occasione del centenario il trittico perfetto viene celebrato da un trittico altrettanto
perfetto: OSCAR697, GIASS e GOD SAVE THE FOOD.
Nasce così God Save the Negroni un progetto diviso
in 4 serate che vede protagonista proprio il Negroni ma in una veste un po’
particolare perché oltre ad essere shakerato, e non mescolato come vorrebbe la
ricotta originale, lo potrete gustare in pratiche mono porzioni “on the go”.
Ebbene sì, ci hanno imbottigliato il Negroni. Da consumare responsabilmente
come sempre.
GIASS
GIASS rappresenta
il legame tra cinque amici e la condivisione del momento dell’aperitivo, luogo
di incontro dopo la giornata lavorativa. Ridere, discutere e abbracciarsi prima
che sia sera, in un tempo di mezzo che Milano ha fatto religiosamente suo. Da
un rituale semplice e organizzato è nata l’idea del primo London Dry Gin di
Milano.
Cinque amici con
caratteristiche differenti, tra di loro un barman professionista che
arricchisce alcuni gin con una personale selezione di botaniche e un metodo
insolito.
Gli infusi vengono introdotti nella lavastoviglie del loro spazio, che li mantiene in temperatura a 65 gradi per tutti i 30 minuti del ciclo. Il risultato è sorprendente e il desiderio di creare qualcosa di proprio inizia concretamente a farsi strada.
Gli infusi vengono introdotti nella lavastoviglie del loro spazio, che li mantiene in temperatura a 65 gradi per tutti i 30 minuti del ciclo. Il risultato è sorprendente e il desiderio di creare qualcosa di proprio inizia concretamente a farsi strada.
Insieme acquistano
un piccolo alambicco da tre litri di portata e vengono selezionate 18
botaniche, una ricerca creativa per ottenere un gusto equilibrato, versatile.
Così nasce l’attuale formula del primo London Dry Gin di Milano: spirito
artigianale, frutto della voglia di unire diversi elementi.
La ricetta è complessa ed è pensata per abbracciare quante più note possibili in una sospensione stabile.18 botaniche si intrecciano con la leggerezza di un equilibrista sul filo,
attraversando zone del gusto solo apparentemente distanti. Una solida base classica composta da ginepro, coriandolo e angelica offre alle altre botaniche la possibilità di esprimere le loro caratteristiche. Il processo di essicazione naturale a bassa temperatura,
dedicato alla mela golden e alla scorza di arancia, celebra la parte fruttata della formula. I petali di rosa e i fiori di camomilla, violetta e arancio sprigionano un bouquet floreale
dal carattere preponderante, impreziosito dal karkadè, calice del fiore esotico dell’hibiscus. Le note minerali di GIASS ruotano attorno alla presenza della menta, del finocchio e della mandorla di terra, tubero particolare di limitata diffusione, conosciuto sin dall’antichità per le sue nobili proprietà. L’anima citrata è affidata alla verbena citrus, al cardamomo e alla melissa. Cassia e timo, infine, strutturano il comparto delle note legnose.
La ricetta è complessa ed è pensata per abbracciare quante più note possibili in una sospensione stabile.18 botaniche si intrecciano con la leggerezza di un equilibrista sul filo,
attraversando zone del gusto solo apparentemente distanti. Una solida base classica composta da ginepro, coriandolo e angelica offre alle altre botaniche la possibilità di esprimere le loro caratteristiche. Il processo di essicazione naturale a bassa temperatura,
dedicato alla mela golden e alla scorza di arancia, celebra la parte fruttata della formula. I petali di rosa e i fiori di camomilla, violetta e arancio sprigionano un bouquet floreale
dal carattere preponderante, impreziosito dal karkadè, calice del fiore esotico dell’hibiscus. Le note minerali di GIASS ruotano attorno alla presenza della menta, del finocchio e della mandorla di terra, tubero particolare di limitata diffusione, conosciuto sin dall’antichità per le sue nobili proprietà. L’anima citrata è affidata alla verbena citrus, al cardamomo e alla melissa. Cassia e timo, infine, strutturano il comparto delle note legnose.
OSCAR697
OSCAR.697 è un
nuovo brand di Vermouth nato nel 2013 da una visionaria idea di Stefano Di Dio,
titolare e inventore del brand. Al suo fianco la preziosa consulenza del
bartender Oscar Quagliarini che lo ha aiutato a sviluppare le ricette, David
Caon, designer australiano che ne ha curato l’abito, e il vermuttista DOC Oreste
Sconfienza che si occupa della produzione – produce vermut da che aveva 14
anni. Innovarsi sempre, pensare fuori dagli schemi, essere umili, portare
rispetto al proprio territorio: questi sono i principi su cui si basa e cresce
la “Famiglia 697”.
Per il rosso la base
di partenza è il vino Trebbiano di Romagna, scelta per la sua neutralità e
persistenza. In degustazione si notano marcati sentori di assenzio, rabarbaro e
liquirizia. Il colore è intenso. Ideale da gustare con ghiaccio, o per la
creazione di cocktails con London dry gin, whisky e rum.
Oscar.697 Bianco è
fresco, delicato e perfettamente bilanciato in ogni sua componente. In
degustazione si notano marcati sentori di bergamotto, Yarrow (achillea
millefoglie), pepe nero e fiori di sambuco. Per l’Extra Dry le
caratteristiche principali sono l’aroma di finocchietto selvatico e rosa caninae
l’estratto di infuso di quercia è l’ingrediente innovativo che lo
contraddistingue.
Tutte le ricette
hanno un numero il rosso è la n°697, Il Bianco la n°773 e l’Extra Dry è la
n°771. Ogni ricetta è stata creata nel pieno rispetto del disciplinare di
produzione pur risultando uniche ed esclusive.
GOD SAVE THE FOOD
God Save the Food nasce nel 2011 dalla volontà di creare luoghi curati
nell’estetica, contemporanei nell’animo e praticamente sempre aperti.
Il fulcro è la
cucina a vista e sempre aperta e con piatti da assaporare giorno dopo giorno
per gli ospiti che quotidianamente vengono a trovarci, anche solo per un veloce
caffè e brioches o perché in cerca di spazi dove lavorare al proprio pc bevendo
un salutare succo il pomeriggio.
L’atmosfera del
giorno cambia la sera, dove le luci si abbassano, i colorati cocktail
sostituiscono i cremosi cappuccini e i ristoranti si riempiono di tavolate
informali di amici.
God Save The Food
significa semplicità, qualità e accoglienza.
Oggi God Save The
Food è presente con quattro locali a Milano, nei quartieri di Tortona, Brera,
Piave/Porta Venezia e l’ultimo nato al piano -1 di Rinascente – Duomo, un
servizio catering per eventi e feste private ed un foodtruck per portare God
Save the Food in giro per l’Italia. Simply
Good Food.
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