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venerdì 17 maggio 2019

100 DI QUESTI NEGRONI






Era probabilmente una bella mattina calda e soleggiata di primavera del 1919, il Paese si era appena ripreso dai lutti della Grande Guerra e della Spagnola, quando il Conte Negroni affascinante ed elegante esponente dell’alta società fiorentina colta e cosmopolita di Firenze entrato nel Caffè Casoni avvertì il barista Fosco Scarselli che voleva cambiare il suo solito aperitivo: l’Americano. Gli chiese di sostituire il seltz con una spruzzata di gin in ricordo di un piacevole soggiorno a Londra. Il barista di suo aggiunse una fetta di arancio come decorazione.
Il conte apprezzò così tanto che terminato il primo ne ordinò ancora e ancora. Il suo amore per la buona vita e per la buona tavola portò i suoi concittadini e suoi amici e conoscenti italiani e stranieri ad imitarlo e in breve tempo divenne uno degli aperitivi più amati e ordinati a livello mondiale.
In quel caffè di via Tornabuoni i clienti chiedevano l’Americano al modo del Conte Negroni, poi semplificarono chiamandolo l’aperitivo di Negroni e infine diventò il Negroni.
Tre sono gli ingredienti che in parti uguali lo compongono: il bitter, il vermouth rosso e il gin. Tre sono le città a cui deve il suo gusto. Firenze, Torino e Milano.
La leggenda racconta che il conte e bevesse ben venti al giorno. Oggi ci farebbe pensare ad un’abitudine da alcolista ma in realtà pare che il conte usasse dei bicchierini da cordiale, cioè da tre cl. Oggi invece viene servito in bicchieri più grandi e per esperienza personale sconsiglio vivamente di superare i 3.
Il vero successo arrivò tra il primo dopoguerra e il decennio successivo, quello della Dolce Vita. Lo vediamo infatti spuntare su scritti di diversi autori di fama mondiale. Orson Welles, nel 1947 è a Roma e scrive a un giornale americano raccontando del Negronis: “Il bitter è eccellente per il fegato, il gin gli fa male. Insieme si equilibrano”. Nel 1950 Ernest Hemingway cita il Negroni nel romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi. E lo scrittore Ian Fleming lo sostituisce al celebre Vesper Martini di James Bond nel racconto Risiko, parte dell’opera For your eyes only, nelle sale cinematografiche fa capolino nel film La primavera romana della signora Stone del 1961, tratto dalla novella di Tennessee Williams, dove la protagonista si abbandona a un “magnifico Negroni per dimenticare e aprirsi ai giovani amori”.
E se il Negroni nasce come variante dell’Americano dal Negroni sono nati diversi twist. Dal Negroni sbagliato anche lui famoso in tutto il mondo e nato, si dice per caso, al Bar Basso negli anni settanta per mano di Mirko Stocchetto al Cardinale che si dice essere la prima variante nata negli anni 50 dove al vermouth rosso si sostituisce il vermouth dry. Ci sono poi il Negroski, il Bencini e il Boulevardier, l’Old Pal il Dutch Negroni e tanti altri.

Quest’anno in occasione del centenario il trittico perfetto viene celebrato da un trittico altrettanto perfetto: OSCAR697, GIASS e GOD SAVE THE FOOD.
Nasce così God Save the Negroni un progetto diviso in 4 serate che vede protagonista proprio il Negroni ma in una veste un po’ particolare perché oltre ad essere shakerato, e non mescolato come vorrebbe la ricotta originale, lo potrete gustare in pratiche mono porzioni “on the go”. Ebbene sì, ci hanno imbottigliato il Negroni. Da consumare responsabilmente come sempre.


GIASS
GIASS rappresenta il legame tra cinque amici e la condivisione del momento dell’aperitivo, luogo di incontro dopo la giornata lavorativa. Ridere, discutere e abbracciarsi prima che sia sera, in un tempo di mezzo che Milano ha fatto religiosamente suo. Da un rituale semplice e organizzato è nata l’idea del primo London Dry Gin di Milano.
Cinque amici con caratteristiche differenti, tra di loro un barman professionista che arricchisce alcuni gin con una personale selezione di botaniche e un metodo insolito.
Gli infusi vengono introdotti nella lavastoviglie del loro spazio, che li mantiene in temperatura a 65 gradi per tutti i 30 minuti del ciclo. Il risultato è sorprendente e il desiderio di creare qualcosa di proprio inizia concretamente a farsi strada.
Insieme acquistano un piccolo alambicco da tre litri di portata e vengono selezionate 18 botaniche, una ricerca creativa per ottenere un gusto equilibrato, versatile. Così nasce l’attuale formula del primo London Dry Gin di Milano: spirito artigianale, frutto della voglia di unire diversi elementi.
La ricetta è complessa ed è pensata per abbracciare quante più note possibili in una sospensione stabile.18 botaniche si intrecciano con la leggerezza di un equilibrista sul filo,
attraversando zone del gusto solo apparentemente distanti. Una solida base classica composta da ginepro, coriandolo e angelica offre alle altre botaniche la possibilità di esprimere le loro caratteristiche. Il processo di essicazione naturale a bassa temperatura,
dedicato alla mela golden e alla scorza di arancia, celebra la parte fruttata della formula. I petali di rosa e i fiori di camomilla, violetta e arancio sprigionano un bouquet floreale
dal carattere preponderante, impreziosito dal karkadè, calice del fiore esotico dell’hibiscus. Le note minerali di GIASS ruotano attorno alla presenza della menta, del finocchio e della mandorla di terra, tubero particolare di limitata diffusione, conosciuto sin dall’antichità per le sue nobili proprietà. L’anima citrata è affidata alla verbena citrus, al cardamomo e alla melissa. Cassia e timo, infine, strutturano il comparto delle note legnose.

OSCAR697
OSCAR.697 è un nuovo brand di Vermouth nato nel 2013 da una visionaria idea di Stefano Di Dio, titolare e inventore del brand. Al suo fianco la preziosa consulenza del bartender Oscar Quagliarini che lo ha aiutato a sviluppare le ricette, David Caon, designer australiano che ne ha curato l’abito, e il vermuttista DOC Oreste Sconfienza che si occupa della produzione – produce vermut da che aveva 14 anni. Innovarsi sempre, pensare fuori dagli schemi, essere umili, portare rispetto al proprio territorio: questi sono i principi su cui si basa e cresce la “Famiglia 697”.
Per il rosso la base di partenza è il vino Trebbiano di Romagna, scelta per la sua neutralità e persistenza. In degustazione si notano marcati sentori di assenzio, rabarbaro e liquirizia. Il colore è intenso. Ideale da gustare con ghiaccio, o per la creazione di cocktails con London dry gin, whisky e rum.
Oscar.697 Bianco è fresco, delicato e perfettamente bilanciato in ogni sua componente. In degustazione si notano marcati sentori di bergamotto, Yarrow (achillea millefoglie), pepe nero e fiori di sambuco.  Per l’Extra Dry le caratteristiche principali sono l’aroma di finocchietto selvatico e rosa caninae l’estratto di infuso di quercia è l’ingrediente innovativo che lo contraddistingue.
Tutte le ricette hanno un numero il rosso è la n°697, Il Bianco la n°773 e l’Extra Dry è la n°771. Ogni ricetta è stata creata nel pieno rispetto del disciplinare di produzione pur risultando uniche ed esclusive.

GOD SAVE THE FOOD
God Save the Food nasce nel 2011 dalla volontà di creare luoghi curati nell’estetica, contemporanei nell’animo e praticamente sempre aperti.
Il fulcro è la cucina a vista e sempre aperta e con piatti da assaporare giorno dopo giorno per gli ospiti che quotidianamente vengono a trovarci, anche solo per un veloce caffè e brioches o perché in cerca di spazi dove lavorare al proprio pc bevendo un salutare succo il pomeriggio.
L’atmosfera del giorno cambia la sera, dove le luci si abbassano, i colorati cocktail sostituiscono i cremosi cappuccini e i ristoranti si riempiono di tavolate informali di amici.
God Save The Food significa semplicità, qualità e accoglienza.
Oggi God Save The Food è presente con quattro locali a Milano, nei quartieri di Tortona, Brera, Piave/Porta Venezia e l’ultimo nato al piano -1 di Rinascente – Duomo, un servizio catering per eventi e feste private ed un foodtruck per portare God Save the Food in giro per l’Italia. Simply Good Food.


Era probabilmente una bella mattina calda e soleggiata di primavera del 1919, il Paese si era appena ripreso dai lutti della Grande Guerra e della Spagnola, quando il Conte Negroni affascinante ed elegante esponente dell’alta società fiorentina colta e cosmopolita di Firenze entrato nel Caffè Casoni avvertì il barista Fosco Scarselli che voleva cambiare il suo solito aperitivo: l’Americano. Gli chiese di sostituire il seltz con una spruzzata di gin in ricordo di un piacevole soggiorno a Londra. Il barista di suo aggiunse una fetta di arancio come decorazione.
Il conte apprezzò così tanto che terminato il primo ne ordinò ancora e ancora. Il suo amore per la buona vita e per la buona tavola portò i suoi concittadini e suoi amici e conoscenti italiani e stranieri ad imitarlo e in breve tempo divenne uno degli aperitivi più amati e ordinati a livello mondiale.
In quel caffè di via Tornabuoni i clienti chiedevano l’Americano al modo del Conte Negroni, poi semplificarono chiamandolo l’aperitivo di Negroni e infine diventò il Negroni.
Tre sono gli ingredienti che in parti uguali lo compongono: il bitter, il vermouth rosso e il gin. Tre sono le città a cui deve il suo gusto. Firenze, Torino e Milano.
La leggenda racconta che il conte e bevesse ben venti al giorno. Oggi ci farebbe pensare ad un’abitudine da alcolista ma in realtà pare che il conte usasse dei bicchierini da cordiale, cioè da tre cl. Oggi invece viene servito in bicchieri più grandi e per esperienza personale sconsiglio vivamente di superare i 3.
Il vero successo arrivò tra il primo dopoguerra e il decennio successivo, quello della Dolce Vita. Lo vediamo infatti spuntare su scritti di diversi autori di fama mondiale. Orson Welles, nel 1947 è a Roma e scrive a un giornale americano raccontando del Negronis: “Il bitter è eccellente per il fegato, il gin gli fa male. Insieme si equilibrano”. Nel 1950 Ernest Hemingway cita il Negroni nel romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi. E lo scrittore Ian Fleming lo sostituisce al celebre Vesper Martini di James Bond nel racconto Risiko, parte dell’opera For your eyes only, nelle sale cinematografiche fa capolino nel film La primavera romana della signora Stone del 1961, tratto dalla novella di Tennessee Williams, dove la protagonista si abbandona a un “magnifico Negroni per dimenticare e aprirsi ai giovani amori”.
E se il Negroni nasce come variante dell’Americano dal Negroni sono nati diversi twist. Dal Negroni sbagliato anche lui famoso in tutto il mondo e nato, si dice per caso, al Bar Basso negli anni settanta per mano di Mirko Stocchetto al Cardinale che si dice essere la prima variante nata negli anni 50 dove al vermouth rosso si sostituisce il vermouth dry. Ci sono poi il Negroski, il Bencini e il Boulevardier, l’Old Pal il Dutch Negroni e tanti altri.

Quest’anno in occasione del centenario il trittico perfetto viene celebrato da un trittico altrettanto perfetto: OSCAR697, GIASS e GOD SAVE THE FOOD.
Nasce così God Save the Negroni un progetto diviso in 4 serate che vede protagonista proprio il Negroni ma in una veste un po’ particolare perché oltre ad essere shakerato, e non mescolato come vorrebbe la ricotta originale, lo potrete gustare in pratiche mono porzioni “on the go”. Ebbene sì, ci hanno imbottigliato il Negroni. Da consumare responsabilmente come sempre.


GIASS
GIASS rappresenta il legame tra cinque amici e la condivisione del momento dell’aperitivo, luogo di incontro dopo la giornata lavorativa. Ridere, discutere e abbracciarsi prima che sia sera, in un tempo di mezzo che Milano ha fatto religiosamente suo. Da un rituale semplice e organizzato è nata l’idea del primo London Dry Gin di Milano.
Cinque amici con caratteristiche differenti, tra di loro un barman professionista che arricchisce alcuni gin con una personale selezione di botaniche e un metodo insolito.
Gli infusi vengono introdotti nella lavastoviglie del loro spazio, che li mantiene in temperatura a 65 gradi per tutti i 30 minuti del ciclo. Il risultato è sorprendente e il desiderio di creare qualcosa di proprio inizia concretamente a farsi strada.
Insieme acquistano un piccolo alambicco da tre litri di portata e vengono selezionate 18 botaniche, una ricerca creativa per ottenere un gusto equilibrato, versatile. Così nasce l’attuale formula del primo London Dry Gin di Milano: spirito artigianale, frutto della voglia di unire diversi elementi.
La ricetta è complessa ed è pensata per abbracciare quante più note possibili in una sospensione stabile.18 botaniche si intrecciano con la leggerezza di un equilibrista sul filo,
attraversando zone del gusto solo apparentemente distanti. Una solida base classica composta da ginepro, coriandolo e angelica offre alle altre botaniche la possibilità di esprimere le loro caratteristiche. Il processo di essicazione naturale a bassa temperatura,
dedicato alla mela golden e alla scorza di arancia, celebra la parte fruttata della formula. I petali di rosa e i fiori di camomilla, violetta e arancio sprigionano un bouquet floreale
dal carattere preponderante, impreziosito dal karkadè, calice del fiore esotico dell’hibiscus. Le note minerali di GIASS ruotano attorno alla presenza della menta, del finocchio e della mandorla di terra, tubero particolare di limitata diffusione, conosciuto sin dall’antichità per le sue nobili proprietà. L’anima citrata è affidata alla verbena citrus, al cardamomo e alla melissa. Cassia e timo, infine, strutturano il comparto delle note legnose.

OSCAR697
OSCAR.697 è un nuovo brand di Vermouth nato nel 2013 da una visionaria idea di Stefano Di Dio, titolare e inventore del brand. Al suo fianco la preziosa consulenza del bartender Oscar Quagliarini che lo ha aiutato a sviluppare le ricette, David Caon, designer australiano che ne ha curato l’abito, e il vermuttista DOC Oreste Sconfienza che si occupa della produzione – produce vermut da che aveva 14 anni. Innovarsi sempre, pensare fuori dagli schemi, essere umili, portare rispetto al proprio territorio: questi sono i principi su cui si basa e cresce la “Famiglia 697”.
Per il rosso la base di partenza è il vino Trebbiano di Romagna, scelta per la sua neutralità e persistenza. In degustazione si notano marcati sentori di assenzio, rabarbaro e liquirizia. Il colore è intenso. Ideale da gustare con ghiaccio, o per la creazione di cocktails con London dry gin, whisky e rum.
Oscar.697 Bianco è fresco, delicato e perfettamente bilanciato in ogni sua componente. In degustazione si notano marcati sentori di bergamotto, Yarrow (achillea millefoglie), pepe nero e fiori di sambuco.  Per l’Extra Dry le caratteristiche principali sono l’aroma di finocchietto selvatico e rosa caninae l’estratto di infuso di quercia è l’ingrediente innovativo che lo contraddistingue.
Tutte le ricette hanno un numero il rosso è la n°697, Il Bianco la n°773 e l’Extra Dry è la n°771. Ogni ricetta è stata creata nel pieno rispetto del disciplinare di produzione pur risultando uniche ed esclusive.

GOD SAVE THE FOOD
God Save the Food nasce nel 2011 dalla volontà di creare luoghi curati nell’estetica, contemporanei nell’animo e praticamente sempre aperti.
Il fulcro è la cucina a vista e sempre aperta e con piatti da assaporare giorno dopo giorno per gli ospiti che quotidianamente vengono a trovarci, anche solo per un veloce caffè e brioches o perché in cerca di spazi dove lavorare al proprio pc bevendo un salutare succo il pomeriggio.
L’atmosfera del giorno cambia la sera, dove le luci si abbassano, i colorati cocktail sostituiscono i cremosi cappuccini e i ristoranti si riempiono di tavolate informali di amici.
God Save The Food significa semplicità, qualità e accoglienza.
Oggi God Save The Food è presente con quattro locali a Milano, nei quartieri di Tortona, Brera, Piave/Porta Venezia e l’ultimo nato al piano -1 di Rinascente – Duomo, un servizio catering per eventi e feste private ed un foodtruck per portare God Save the Food in giro per l’Italia. Simply Good Food.


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