Aprile
2020. In questo periodo storico così difficile, che sta mettendo a
dura prova tutti gli italiani, senza distinzione di genere o
estrazione sociale, ci sono piccole azioni quotidiane che ci
ricordano non solo che la vita va avanti, ma che
la “vite” va avanti.
Giusi
Scaccuto Cabella di Mine Wine,
viticoltrice in Gavi, ce ne dà prova con questa foto, pubblicata sui
social (lei è tra le produttrici che continuano a raccontarsi anche
attraverso la rete), specchio del momento che stiamo vivendo. China
sulle sue viti, intenta a sistemare i giovani germogli, indossa
guanti e mascherina di protezione. Speriamo tutti un giorno di
guardare a foto come questa, simile forse a quella di centinaia di
altri produttori vinicoli, con la certezza di avercela fatta a
superare uno dei momenti più duri dell’era contemporanea. Ma oggi,
nel qui e ora del presente, non possiamo fare a meno di domandarci
cosa stia succedendo agli artigiani del vino italiano.
Giusi
Scaccuto Cabella di Mine Wine è una di loro. Con una produzione di
appena 20.000 bottiglie all'anno di Gavi Docg, Mine Wine è una
piccola azienda unica nel suo genere, proprio come la donna che l’ha
fondata. Il suo Mine Gavi Docg è infatti il solo a essere prodotto
da uve Cortese proveniente da tutti gli 11 comuni della
denominazione. A selezionarle personalmente, ancora lei, Giusi, che
ha scelto con grande cura i contadini (teste dure, a detta sua, ma
che sanno il fatto loro), che di anno in anno l’aiutano a creare il
suo vino, testimone di un territorio piemontese nobile e storico.
È
proprio di questi giorni l’uscita della nuova
annata 2019,
che dovrà attendere qualche mese in più per ricevere l'attenzione
che merita. È evidente che con un mercato Horeca completamente
bloccato, sia in Italia che all’estero, molti vini italiani saranno
costretti a riposare ancora qualche mese in cantina.
A
voler guardare il bicchiere mezzo pieno, c’è un interessante
risvolto positivo: la
riscoperta del tempo in bottiglia.
Quell'affinamento che l’alta domanda del mercato non permetteva,
oggi, volenti o nolenti, diventa obbligatorio. Così il Mine Gavi
Docg 2019, sonnecchiante ancora per qualche tempo in cantina, ne
guadagnerà di complessità e profondità.
Il
progetto Mine Gavi: 11 terre per 1 sola etichetta.
Non
esiste un altro vino che rappresenti così integralmente tutte le
caratteristiche del Gavi. Un’idea che sembra l’uovo di Colombo a
cui nessuno aveva mai pensato: “Voglio fare un Gavi che sia mio in
tutto e per tutto, e che racchiuda la vera anima di questi 11 comuni
dalle caratteristiche tanto diverse, sia per clima, altitudine e
composizione dei suoli. – spiega Giusi – La scelta delle
percentuali di ciascuna terra tiene conto dell’andamento
dell’annata e di come si sono espresse le zone nel corso della
stagione”. Una sfida per Giusi, che ha dovuto capire e armonizzare
queste anime in un unico vino. “E’ stata una sorpresa anche per
me scoprire le caratteristiche organolettiche di un blend nato da
terre rosse, bianche e di mezzo, perché non avevo idea di come si
potessero esprimere in un unico prodotto. Di fatto, credo di aver
realizzato un Gavi, che rappresenti la mia personalità, tanto
complessa quanto sfaccettata”.
Il
territorio
Bosio,
Capriata d'Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure,
Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia e
Tassarolo: in altre parole le 11 terre del Gavi per 1500 ettari
vitati. E’ da qui che è partita Giusi per realizzare il suo Mine
Gavi Docg, attraverso la conoscenza trentennale di questi comuni
dalle caratteristiche estremamente diverse. I paesaggi del Gavi sono
un alternarsi di vigneti, boschi, montagne, pianure e castelli
nell’arco di una manciata di chilometri da Parodi a Pasturana. La
geologia del Gavi è quanto di più ricco e complesso si possa
immaginare, suddivisa in tre fasce, che incidono fortemente sulle
caratteristiche del vino. Nella parte nord di Gavi, tra Tassarolo e
Novi Ligure, sulle dolci colline di boschi di robinia e quercia, i
suoli sono segnati dalle terre rosse, composti da ghiaie, antichi
depositi alluvionali e argilla rossa, che conferiscono ai vini
opulenza nei profumi e buona struttura. Nelle terre di mezzo, tra
Serravalle, Gavi e San Cristoforo, i suoli sono composti da marne e
arenaria, che danno bianchi carichi di sapidità, nerbo e mineralità.
A sud, infine, ci sono le terre bianche, proprio dove si avvicinano
gli Appennini e i rilievi si fanno più irti, tanto da trovare le
marne Serravalliane. Questi suoli donano ai vini finezza e longevità.
Giusi,
one woman band
Giusi
si comporta come un agronomo, lavora come un enologo, ma non è né
l’uno né l’altro. La sua è una competenza che nasce
dell’esperienza maturata in 30 anni di lavoro, che la rendono una
produttrice di vino unica nel suo genere.
Tenace
e coraggiosa, Giusi non ha paura di rischiare. Ne è prova il fatto
che dopo tanti anni spesi in un’azienda del Gavi decide di lasciare
tutto per creare un suo progetto vinicolo: Mine Wine. Come
un’appassionata one
woman band,
Giusi si occupa della selezione delle uve, sceglie le percentuali del
blend delle 11 terre, cura l’imbottigliamento e persino la
commercializzazione. A darle supporto la sua famiglia: il marito Ivo,
il figlio Gabriele e la sorella Maria Teresa, la sua vera forza da
cui trae l’energia e l’ispirazione per il suo lavoro.
Una
storia fatta di profonda conoscenza del territorio, cominciata
trent’anni fa, proprio dopo una vendemmia fatta quasi per scherzo.
“Da quella vendemmia, sono entrata a far parte di
un’azienda
del
Gavi, occupandomi della parte amministrativa, ma quel ruolo mi stava
stretto. – spiega Giusi - Sentivo il desiderio di stare in vigna, a
contatto con la terra, e poi in cantina, confrontandomi con chi ne
sapeva più di me. Ho imparato tanto, tantissimo in quegli anni”.
Lascia
quella cantina per occuparsi di consulenza per altre aziende
piemontesi,
ma sente forte il richiamo alla terra, quasi fosse il canto di una
sirena a cui non sa resistere. Accetta di entrare in un’altra
cantina del territorio, dove si occupa principalmente delle vigne,
della riconversione al biologico e della parte produttiva in cantina.
“In
quel periodo la scelta di praticare i metodi dell’agricoltura
biologica e biodinamica sono stati dettati dal rispetto per
l’ambiente, l’interazione con la natura e i suoi cicli naturali.
Una consapevolezza e sensibilità, che mantengo salde anche nel mio
nuovo percorso lavorativo, tanto che sia in campagna che nella
produzione dei vini seguo un’etica fondata sui principi della
sostenibilità, della tutela ambientale e del vino sano e naturale”.
Oggi
tutta quest’esperienza e la conoscenza maturata in tanti anni di
lavoro, sono a servizio del suo progetto vinicolo.
La
produzione
Gavi
Docg conta 1500 ettari vitati in totale. Da nord a sud non passano
più di 20 km e il numero di piccoli viticoltori, che in media
conducono non più di un ettaro, è ancora molto presente. Sono stati
11 piccoli produttori di uva a ispirare la scelta di Giusi per Mine:
“Non avrei potuto realizzare questo vino se non fossero presenti
questi piccoli artigiani che producono uva con particolare
attenzione. Non sono certificati bio, ma lavorano nel rispetto di
sostenibilità e biodiversità. Sono tutti vigneti a conduzione
famigliare che non producono vino o non ne vinificano l’intera
produzione, tanto da cedere l’uva eccedente. Sono la storia e la
ricchezza di questo territorio: non ho fatto altro che attingere alla
loro esperienza e selezionare le migliori uve per il mio progetto”.
La
presenza in percentuale di uve da ciascun comune varia a seconda
dell’annata. Le uve vengono vendemmiate a mano. Mine fermenta, a
temperatura controllata, con lieviti indigeni in acciaio; è Giusi
che segue in prima persona la fermentazione fin dalla realizzazione
del pied
de cuve.
Dalla
vendemmia 2019 Giusi Scaccuto Cabella segue in prima persona uno dei
vigneti che dà vita a Mine Gavi.
Mine
nel mondo
Attualmente
Mine Gavi è distribuito nelle principali città italiane e
internazionali come Milano, Bergamo, Roma, New York e Miami. Presente
anche in Svizzera, Corsica e Polonia, il mercato estero di questo
vino è in continua crescita a conferma del fatto che la fama e
l’apprezzamento di questa Docg sono un dato di fatto.
Mine
Wine in pillole:
- Produttrice: Giusi Scaccuto Cabella
- Vino: Mine Gavi Docg
- Prima annata di produzione: 2018
- Vitigno: Cortese 100%
- Peculiarità: è l’unico Gavi a essere prodotto con uve dagli 11 comuni della denominazione
- Gli 11 comuni suddivisi in terre bianche, terre di mezzo, terre rosse.
- Distribuzione: Italia, Europa, Usa e Russia.
- Dalla vendemmia 2019 Giusi Scaccuto Cabella segue in prima persona uno dei vigneti che dà vita a Mine Gavi.
Sito:
www.minewine.it
#minegavi
#minewine #ladymine
Nessun commento:
Posta un commento