Dal
16 settembre 2018 al 6 gennaio 2019 il Museo d’arte della Svizzera
italiana rende omaggio al maestro belga del surrealismo René Magritte
con la mostra Magritte. La Ligne de vie. Attraverso un’eccezionale
selezione di opere, l’esposizione ripercorre tutta la carriera
dell’artista, dagli esordi fino ai più celebri dipinti della maturità.
La
conferenza La Ligne de vie (La linea della vita) che René Magritte
tenne il 20 novembre 1938 al Musée Royal des Beaux-Arts d'Anversa è
l’ideale filo conduttore dell’esposizione. La conferenza rappresenta una
delle rare occasioni in cui l’artista si sia espresso in pubblico sul
proprio lavoro. Magritte, attraverso una serie di immagini e ricordi
personali, delineò allora la genesi della sua arte e illustrò i principi
che gli avevano permesso di trasformare oggetti quotidiani in immagini
perturbanti. La mostra al Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI),
seguendo tale traccia, offre al visitatore l’opportunità di comprendere
l’origine e le fonti d’ispirazione dell’opera di un artista capace, come
pochi altri, di suggestionare il pubblico.
René Magritte La lampe philosophique 1936 olio su tela Collezione privata, Belgio © Prolitteris 2018, Zurich
René Magritte Modèle rouge 1953 olio su tela BNP Paribas Fortis Collection © 2018 Prolitteris, Zurich
Il
percorso espositivo annovera più di novanta opere e si apre con le
creazioni dei primi anni Venti. Benché si tratti di dipinti ancora
lontani dagli esiti più conosciuti, è già evidente il desiderio di
Magritte di allontanarsi dalle convenzioni e di rappresentare il mondo e
gli oggetti sotto una luce nuova. Alcuni lavori in mostra, raramente
esposti al pubblico, evidenziano l’infatuazione giovanile dell’artista
per il futurismo italiano di cui condivide lo spirito irriverente. È
tuttavia la metafisica di De Chirico a offrire a Magritte lo spunto
decisivo per la definizione della propria poetica: in mostra è
presentato un eccezionale confronto fra un capolavoro di De Chirico, Les
plaisirs du poète (1912), e La traversée difficile (1926) di Magritte.
Segue un’ampia selezione di lavori realizzati fra gli anni Venti e
Trenta in cui si definiscono progressivamente i temi prediletti
dell’artista. Come illustrato da Magritte nella Ligne de vie, alla base
dei dipinti realizzati tra il 1925 e il 1936 c’è la ricerca sistematica
di un effetto poetico sconvolgente. Tale effetto è raggiunto in primo
luogo attraverso lo “spaesamento” di oggetti comuni, scelti affinché la
loro decontestualizzazione risultasse particolarmente efficace. Le
noctambule (1928), ad esempio, presenta un uomo che si aggira in un
interno domestico illuminato da un lampione di strada come si trattasse
di un ambiente misterioso e ingannevole. Altre opere associano immagini e
parole in modo arbitrario per sovvertire le prassi linguistiche. Le sue
“peinture-mots”, come Le reflets du temps (1928), Le parfume de l’abîme
(1928) e L’arbre de la science (1929), rappresentano uno dei contributi
più originali di Magritte all’arte del Novecento.
René
Magritte La chambre d'écoute 1958 olio su tela 38 x 46 cm Kunsthaus
Zürich, Zürich Donazione Walter Haefner, 1995 © 2018 Prolitteris, Zurich
L’esposizione
documenta altri esempi delle tecniche utilizzate dall’artista per
rendere insolite le cose più comuni: Les marches de l’été (1938)
presenta un cielo diviso in blocchi come fosse fatto di materia solida;
in L’arbre savant (1935) gli oggetti sono accostati tra loro senza
alcuna relazione logica: nelle cavità di un albero si trovano una
candela, una forma geometrica, del filo di ferro attorcigliato; Modéle
rouge (1953) mostra piedi e scarpe fusi insieme a sottolineare la
“mostruosa” abitudine di avvolgere i piedi in oggetti di pelle. Queste
opere, che oggi
riconosciamo come capolavori, all’epoca della loro creazione destarono
numerose critiche. Come ricorda lo stesso Magritte, gli venne
rimproverata l’assenza di qualità plastiche, la rinuncia a uno stile
“pittorico” in favore di una rappresentazione scarna e la collocazione
di oggetti in luoghi inconsueti. L’esposizione del MASI presenta anche
una selezione di lavori successivi alla conferenza del 1938 per mettere
in evidenza come l'approccio artistico illustrato da Magritte in tale
occasione, costituì il fondamento di tutta la sua carriera creativa.
Alcuni dei suoi dipinti più celebri furono realizzati tra la fine degli
anni Quaranta e gli anni Sessanta, tra cui La mémoire (1948), Le château
de Pyrénées (1962) e La grande guerre (1964). Il percorso espositivo
documenta inoltre alcune divagazioni del maestro belga dal suo
inconfondibile stile, i periodi “Renoir” – durante il quale impiega una
tecnica ispirata all’impressionismo – e “vache”, ovvero brutto: una
serie di opere realizzate nel 1948 con colori sgargianti e pennellate
molto libere che fanno ironicamente il verso al fauvismo. Completano
l’esposizione documenti, fotografie e una serie di affiches che
illustrano l’aspetto commerciale dell’opera dell’artista, oltre alla
proiezione di film da lui realizzati alla fine degli anni Cinquanta. La
mostra è realizzata con il sostegno della Fondazione Magritte e grazie
alla collaborazione con Amos Rex di Helsinki.
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