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venerdì 28 settembre 2018

GALLERIA POGGIALI FIRENZE MAKING TIME Slater Bradley Park Chan-kyong Grazia Toderi


A cura di Lorenzo Bruni

Opening: sabato 29 settembre 2018 ore 18.30
30 settembre – 15 dicembre 2018 


La Galleria Poggiali di Firenze presenta la mostra Making Time a cura di Lorenzo Bruni con opere di Slater Bradley (San Francisco, 1975), Park Chan-kyong (Seul, 1965) e Grazia Toderi (Padova, 1963). 

Il progetto, suddiviso in tre mostre autonome, si sviluppa nei tre differenti ambienti della galleria fiorentina. Ciascuna delle mostre è costituita da media eterogenei con fotografie, video, collage, video installazioni, disegni e interventi pittorici di cicli differenti usualmente non fruibili nei musei italiani che si mescolano con le nuove produzioni esposte ora in anteprima assoluta al pubblico europeo.
Making Time, che costruisce un dialogo inaspettato e capace di mostrare il fulcro delle indagini di ognuno di questi tre artisti di fama internazionale, ha permesso loro di riflettere su una più ampia piattaforma di ricerca e far dialogare opere prodotte in periodi differenti con interventi site specific creando così stratificazioni capaci di dare nuovo senso alla realtà e all’opera stessa. Attraverso la mostra è possibile indagare la specificità di ognuno di loro. 

Le ricerche personali di ognuno dei tre, messe in relazione con l’attuale mondo digitale e post-ideologico, nascono negli anni Novanta. 
Slater Bradley, Park Chan-kyong e Grazia Toderi sono artisti di provenienza culturale differente ma tutti e tre hanno iniziato il loro percorso adottando una narrazione per immagini in movimento per poter riflettere sul pubblico e sull'opera d'arte, il tutto in un momento in cui internet e la globalizzazione dei mercati parcellizzava i tradizionali centri di potere e alterava il modo di raccontare i fatti e le aspettative che ne derivavano. I loro racconti puntano a far emergere la necessità di una fruizione empatica e fisica rispetto alla sequenza lineare di azioni di causa ed effetto con cui poter ri-negoziare il confine tra illusione e realtà, tra opinioni e fatti in una società in cui la verità delle informazioni appare illusoriamente alla portata di tutti.

Per la mostra Making Time sia Park Chan-kyong che Grazia Toderi, (Leone d’Oro alla Biennale di Venezia), insieme a Slater Bradley (il più giovane artista di sesso maschile ad aver avuto una personale al The Salomon R. Guggenheim Museum di New York) hanno raccolto l’invito a presentare per la prima volta proprio in Italia, alla Galleria Poggiali, una nuova produzione.
Il percorso comincia con il lavoro di Slater Bradley che oltre al video Sequoia del 2013, presenta due tele del 2011 e l’opera Parthenon Solar Shield del 2018, un’emanazione della serie esposta alla Biennale di Venezia del 2017; il tutto insieme ai suoi nuovi monocromi blu del 2018 e a Blue David Shield, sul David di Michelangelo, appositamente realizzato per Firenze. 
La mostra, caratterizzata da media eterogenei, prosegue con le opere di Park Chan-kyong che espone per la sua prima volta in Europa i light-box insieme a Child Soldier, del 2017, un video costituito da fotografie che esaminano il complesso sociale e politico della storia della Corea del Sud, la tradizione folk, lo sciamanismo e al tempo stesso, l’impatto della guerra in Corea e la conseguente divisione tra sud e nord.
Grazia Toderi, nella project room di via Benedetta, propone oltre alla video istallazione Red Map, del 2016-2018, anche un inedito focus sui disegni su carta del 1997 in relazione al celebre lavoro Centro, sempre dello stesso anno. Negli spazi della galleria invece si dipana la cartografia immaginaria Atlante Rosso del 2012: immagini create pensando alla sedimentazione della terra, alle orbite dei pianeti ma anche alle nostre orbite oculari; il rosso nell’opera rimanda al colore delle luci artificiali delle città nella notte. È presentata inoltre l’opera Disappearing Map, 2016-2018, costituita da tre lavori inediti realizzati su fogli di carta da lucido sovrapposti.

 ‘La prima valutazione che emerge – scrive il curatore Lorenzo Bruni – è che non hanno adottato il video per tagliare i ponti con la storia dell'arte, bensì per rivitalizzarla e ripensarla da un altro punto di vista. La seconda è legata al fatto che per loro la sospensione/espansione della narrazione è soltanto il mezzo per dare concretezza al concetto di tempo e permettere un dialogo tra quello oggettivo e quello personale, tra storia e visione, tra produzione e fruizione.’

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo con testi di Lorenzo Bruni e una conversazione con gli artisti.

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