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giovedì 31 dicembre 2020

Oltrepò Food & Wine: 3 appuntamenti inediti per gustare e scoprire l’Oltrepò Tre degustazioni per scoprire l’Oltrepò Pavese: terra di tradizioni, di contrasti, di saperi, di eccellenze produttive e di grande artigianato

 

 




 

30 dicembre 2020 - Si è concluso oggi 30 dicembre il ciclo di 3 degustazioni a tema “Oltrepo’ Food & Wine” 3 appuntamenti inediti per gustare e scoprire il territorio dell’Oltrepò. Un vero e proprio percorso tra i prodotti agroalimentari della provincia di Pavia, dal Pinot Nero al Metodo Classico, dal Salame di Varzi al miele di tiglio, in tre diversi momenti vissuti in collegamento digitale con più di 300 partecipanti tra giornalisti, influencer, appassionati e professionisti del settore. L’operazione si iscrive nel Progetto di Valorizzazione del Distretto EnoAgroalimentare Pavese ed è sostenuta da Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e la Camera di Commercio di Pavia nell’ambito dell’Accordo per la Competitività̀ per sviluppare azioni legate alla valorizzazione delle eccellenze enoagroalimentari del territorio pavese, in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, il Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese e il Consorzio Club Buttafuoco Storico. Una task force inedita, per uno straordinario progetto comune strutturato in 5 diverse azioni promozionali.

 

 

1.   Il Progetto di Valorizzazione del Distretto EnoAgroalimentare pavese

Il progetto prevede quattro azioni sinergiche tra loro, volte a dare nuovo slancio, forte coesione e dinamicità dal comporto enoagrolamimentare pavese, oltre a farlo conoscere a un pubblico di appassionati e turisti che ogni anno frequentano le valli dell’Oltrepò pavese, il ricco patrimonio di vini e prodotti tipici. Ma anche le botteghe storiche e i luoghi dove sostare per una merenda o una cena in locali che lavorano prodotti a chilometro zero, o gli alberghi e gli agriturismi per una notte di riposo.

Vite e Vino: cultura ed esperienza. Una guida 2.0 al turismo slow nella provincia pavese attraverso una app, compatibile sia con telefoni iOS che Android, completa di 15 itinerari differenti. Sono percorsi enogastronomici, luoghi dove sostare, orari di apertura e tutti i riferimenti - telefono, email e sito web. I percorsi sono pensati per poter essere comodamente seguiti in autonomia, in automobile, a piedi, in bicicletta e perfino a cavallo.

Autunno Pavese in Tour : un sistema di azioni e di incontri virtuali per fare crescere il vino dell’Oltrepò nel mondo. Il tradizionale evento Autunno Pavese è stato totalmente ripensato e adattato alle nuove esigenze con una inedita formula “in Tour”, diffusa quindi itinerante attraverso 40 aziende storiche della provincia di Pavia hanno aperto le porte a visitatori e operatori del settore. Oltre 1.000 persone hanno partecipato alle iniziative in calendario, e in complesso la campagna social creata a sostegno dell’iniziativa, ha raggiunto circa 560mila persone, localizzate soprattutto in Lombardia (460.000 contatti) e nelle regioni limitrofe, in particolare Emilia Romagna, Liguria e Piemonte. Non solo visite e scoperta ma anche incontri virtuali B2B: grazie alla collaborazione delle Camere di Commercio italiane in Europa, un gruppo di imprese selezionate del territorio hanno partecipato a 52 meeting virtuali molto proficui con 16 buyer europei, collegati da Francia, Paesi Bassi, Danimarca e Germania.

Oltrepò Food & Wine: 3 appuntamenti inediti per gustare e scoprire l’Oltrepò Per sopperire all’impossibilità di organizzare grandi eventi in presenza, sono stati programmati tre appuntamenti online condotti da due importanti giornalisti enogastronomici italiani, Paolo Massobrio e Marco Gatti, esperti del territorio pavese e sommelier di fama internazionale. Gatti e Massobrio racconteranno la storia vitivinicolta dell’Oltrepò e faranno scoprire alcune delle specialità del territorio a oltre 300 opinion leader, giornalisti food&wine e blogger che hanno in precedenza ricevuto ricchissimi kit di degustazione, ricette e materiali. 300 ospiti che diventeranno a breve veri e propri ambasciatori del territorio.

A Pavia si beve Oltrepò. Una campagna di marketing territoriale del vino che nasce con l’obiettivo di fare cultura del vino dell’Oltrepò, spiegando a turisti e appassionati le peculiarità del ricco patrimonio di vitigni e di DO del territorio pavese. Un’operazione ingente attraverso il portale www.apaviasibeveoltrepo.it destinato a raccogliere notizie e curiosità sui vini e tutte le informazioni utili al consumatore per orientarsi con più facilità nelle proprie scelte, corredato da un’ampia azione sul territorio per coinvolgere i gestori dei locali dove si servono i vini delle aziende dell’Oltrepò con sinergie informative e promozionali.

 

 

 

2.   Le Degustazioni: operazione “Oltrepò Food & Wine”

La grave emergenza sanitaria che ha colpito in questi mesi l’Italia ci ha costretti a ripensare gli eventi inizialmente previsti in degustazioni guidate in modalità telematica. Le degustazioni sono state imbastite e pensate grazie alla consulenza di Marco Gatti e Paolo Massobrio, con l’assistenza delle associazioni di categoria promotrici degli interventi. Sono stati scelti 6 vini, 3 salumi, 3 formaggi, 3 tipi di marmellate, 3 mieli, 3 prodotti da forno e 3 tipologie di risotto.

Altrettante espressioni di un territorio ricco di tipicità, popolato da artigiani che tramando da generazioni saperi, tecniche e tradizioni enogastronomiche. Una selezione di prodotti di nicchia, selezionati accuratamente per il loro potere evocativo, per la loro bontà e la loro genuinità, ideali ambasciatori - nonché per la loro facilità a viaggiare in tutta Italia per raggiungere i nostri ospiti, rispettando le misure di sicurezza in vigore.

 

 

Tre occasioni uniche per un percorso nelle colline dell’Oltrepò Pavese, attorno a tre temi fondamentali del territorio:

21 Dicembre: Alla scoperta del Pinot Nero in Oltrepò Pavese

28 Dicembre: I vini fermi dell’Oltrepò Pavese: dal rosso Buttafuoco al bianco Riesling

30 Dicembre: I grandi vini frizzanti dell’Oltrepò Pavese

 

Parola a Marco Gatti

C’è aria nuova tra le colline oltrepadane - afferma Marco Gatti - e la selezione di vini realizzata, aveva uno scopo. Gustando un metodo classico ed un Pinot nero, un grande Bianco come il Riesling piuttosto che quel rosso che è il Buttafuoco Storico, la cui grandezza ancora deve essere apprezzata come merita, fino a due glorie come La Bonarda Frizzante e il Sangue di Giuda, in interpretazioni magistrali, accendere i riflettori sulla ricchezza di tipologie che è capace di esprimere oggi l’Oltrepò Pavese, facendo scoprire attraverso un viaggio nel territorio virtuale, ma reale grazie alla degustazione, non solo la molteplicità di tipologie, ma il livello qualitativo raggiunto. Un’offerta che fa di questa zona, un vero orgoglio lombardo, grazie allo spirito nuovo, che vede soprattutto le nuove generazioni, far squadra nel segno della qualità, per affermare una via di distinzione che passa dal credere nell’immenso potenziale di questa terra vocata all’eccellenza come poche altre.”

 

 

Parola a Paolo Massobrio

I prodotti artigianali che abbiamo scelto – dice Paolo Massobrio - non riguardavano solo lo sfizio di un abbinamento coi vini, quanto voler dimostrare che accanto a vini di grande interesse e lignaggio c’è anche una produzione agricola e artigianale unica e, senza mezzi termini, di alto livello. Tutti abbiamo sentito il valore del Carnaroli da Carnaroli Pavese, ma anche di quei salumi superbi che raccontano un’antica tradizione. E poi dei formaggi, in una terra che difficilmente si pensa vocata anche alla caseificazione, eppure fa parte della storia dell’autarchia agricola che ha messo i suoi semi per sempre. E poi le confetture come quelle di cipolle da abbinare a carni e formaggi, i mieli, fino ai dolci identitari: offelle, torta Paradiso, ciambelle di farina riso. Insomma sapori netti che raccontano in profondità l’attrattiva di un territorio.”

 

Lunedì 21 dicembre - Alla scoperta del Pinot Nero in Oltrepò Pavese

Nella prima degustazione è stato dato ampio spazio al Pinot Nero: circa 4.000 ettari vitati in Oltrepò Pavese, degustato in due elegantissime declinazioni, da una parte il Metodo Classico DOCG e dall’altra un giovane rosso, una contrapposizione che mette in luce la versatilità del vitigno più famoso del territorio.

In degustazione:

-       Metodo Classico Oltrepò Pavese DOCG: la bollicina per eccellenza dell’Oltrepò Pavese, una delle produzioni cardine del territorio dai riflessi dorati e paglierini.

-       Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC: rosso giovane, dal colore intenso e dal sapore fluido.

-       Salame tipo “filzetta” dell’Oltrepò Pavese orientale, un classico della tradizione Lombarda nato in Oltrepò Pavese in una speciale forma del Salame di Varzi DOP, delicato e composto dalle parti nobili del maiale

-       la Caciotta Pavese, anche in questo caso si è voluto proporre un formaggio tradizionale Pavese che si distingue per il suo sapore dolce e le delicate note di burro cotto, nocciola, paglia e fieno, latte fresco

-       Per le marmellate sono stati scelti prodotti di nicchia, preparati con ingredienti della tradizione: Marmellata di Cipolla di Breme, Albicocche e pepe verde - preparata con la storica cipolla DeCo, vera specialità prodotta proprio nella località di Breme, rossa e dalla forma arrotondata e con albicocche nate in Oltrepò Pavese

-       Per il Miele, un Apicoltore oltrepadano riconosciuto per il suo lavoro impeccabile e per qualità delle materie prime: il miele d’Acacia esalta contrasti e arricchisce i prodotti al quale viene accostato, è profumato e dal sapore dolce e vanigliato

-       Per il prodotto da forno, abbiamo scelto un dolce simbolo della città di Pavia, esportato in tutto il mondo: la Torta Paradiso di Pavia, ricetta creata da Enrico Vigoni il secolo scorso

-       Il Risotto, da cucinare prima o dopo la degustazione, con Riso Carnaroli originario di Carnaroli Pavese con Ortiche disidratate, una ricetta che mette in luce uno dei prodotti più famosi del territorio.

 

 

 

 

 

Lunedì 28 dicembre - I vini fermi dell’Oltrepò Pavese: dal rosso Buttafuoco al bianco Riesling,

Nella seconda degustazione si è dato spazio a due vini fermi tradizionali con una lunga storia alle spalle, in forte crescita negli ultimi anni: il Riesling e il Buttafuoco Storico del Consorzio Club del Buttafuoco Storico.

In degustazione:

-       Oltrepò Pavese DOC Riesling: un vitigno oggi autoctono dell’Oltrepò, dal colore paglierino e grande espressione del terroir locale

-       Buttafuoco DOC: del Consorzio Club del Buttafuoco Storico che si propone di preservare una vera unicità locale, il Buttafuoco nella versione Storica – vino rosso e corposo, prodotto in piccole quantità e affinato in legno

-       Salame tipo “Cresponetto” Varzi Dop. Dalla ricetta del tradizionale Salame di Varzi DOP, di colore rosso e dal gusto dolce e delicato.

-       Taleggio DOP: in base anche alle pubblicazioni presenti sul sito della Camera di Commercio di Pavia si è fatta una ricerca ad ampio spettro sui prodotti lattiero caseari, si è dunque scelto di presentare un prodotto che anche se disponibile in tutta Lombardia assume profumi sapori più marcati in provincia di Pavia: il Taleggio DOP. Un formaggio morbido, dal sapore intenso e indistinguibile, perfetto in abbinamento a un vino strutturato

-       Marmellata di Cipolla Rossa e Miele di Castagno, per una piacevole declinazione forte e saporita – gusti decisi da abbinare alla cremosità del Taleggio DOP

-       Ciambelline di Riso con gocce di cioccolato, un biscotto croccante e gustoso, da un piccolo forno che commercializza prodotti realizzati con farina di riso.

-       Riso Carnaroli da Carnaroli Pavese con peperone disidratato: anche in questo caso si è scelto di degustare il riso simbolo di Pavia insieme a un prodotto agricolo cardine dell’Oltrepò, originario di Voghera.

Mercoledì 30 dicembre - I grandi vini frizzanti dell’Oltrepò Pavese

Per l’ultima degustazione ecco due vini simbolo dell’Oltrepò Pavese, due rossi frizzanti, prodotti per un totale di oltre 20 milioni di pezzi all’anno, tanto apprezzati in Italia quanto all’estero su cui puntare per la promozione vitivinicola del territorio: la Bonarda DOC e il Sangue di Giuda DOC.

In degustazione:

-       Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC: classico vino da tavola dai riflessi di color rubino, lievemente tannico che al gusto ricorda marasca e piccoli frutti rossi.

-       Sangue di Giuda DOC: dolce ma perfetto in abbinamento a piatti anche salati nella tradizione bevuto nel quotidiano.  

-       Salame stagionato 60 giorni dell’Oltrepò Pavese Orientale, un salume della tradizione  in competizione con il famoso Varzi DOP

-       Quartirolo Lombardo DOP, un formaggio fresco dal sapore deciso che colpisce per magrezza, equilibrio e qualità organolettiche

-       Con un formaggio di eccellenza si è voluto provare l’abbinamento con una marmellata introvabile: Marmellata di Petali di rosa, che in abbinamento con il Quartirolo risulta perfetto sorseggiando il Sangue di Giuda

-       Miele di Tiglio: per l’ultimo miele si è scelto una varietà che anche se diffusa in Oltrepò Pavese raggiunge sentori differenti rispetto alle altre zone di produzione, grazie alla grande biodiversità del territorio

-       Il dolce per definizione con il Sangue di Giuda è l’Offella, questo prodotto da forno di lunga tradizione che viene prodotto in Lomellina: Offelle di Parona

-       Anche questa degustazione si è conclusa con il riso, come ingrediente si è scelta una piccola ma emergente produzione Oltrepadana: Riso Carnaroli da Carnaroli Pavese con fragole disidratate

 

mercoledì 30 dicembre 2020

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci nel 2020

 


 

Prato, 30 dicembre. Nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, nel 2020 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci ha riconfermato la posizione di rilievo nel panorama dei musei e delle istituzioni dedicate all’arte contemporanea in Italia, e grazie alle attività online ha creato uno spazio digitale in cui alimentare il pensiero critico e il confronto con la scena culturale globale.

 

La capacità di reazione del museo al mutamento di scenario è stata immediata con la creazione del palinsesto Centro Pecci Extra e con l’iniziativa Extra Flags, a marzo durante il lockdown, e con la ricca programmazione proposta subito dopo, da fine maggio con la riapertura.

Dal 15 marzo, quotidianamente, un contenuto culturale originale ha arricchto la Web Tv del museo – dai video d'artista agli approfondimenti sulle mostre, da film passati in programmazione nel cinema del museo a contributi di scrittori, artisti e critici – e settimanalmente è stata commissionata e issata sul pennone davanti al museo una bandiera d’artista, segno di resistenza e di speranza nel mondo reale.

 

Con la riapertura del 21 maggio il Centro Pecci ha potuto accogliere immediatamente il suo pubblico in piena sicurezza, riaprendo mostre e progetti che erano già in corso, a cui ha affiancato dal 4 giugno la prima mostra italiana dedicata al fotografo e poeta cinese Ren Hang, tragicamente scomparso a neppure trent’anni, noto soprattutto per la sua importante ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, di una gioventù cinese, libera e ribelle. Una scommessa vinta per affluenza di pubblico e attenzione della critica, anche grazie al filtro Instagram ideato dal Pecci e ispirato a una delle fotografie più iconiche di Ren Hang: Peacock.

Durante l’estate il museo ha messo in campo Pecci Summer: un palinsesto ricco e variegato che ha presentato 10 concerti sold out, 6 talk e 40 film, trasformando il teatro all’aperto del museo in una nuova "piazza" della città, familiare e aperta a tutta la comunità.

 

In autunno il Centro Pecci si è concentrato su nuove proposte espositive originali (temporaneamente sospese con la nuova chiusura dei musei italiani a novembre): la prima personale in un museo dedicata al fotografo Jacopo Benassi; la mostra collettiva Protext! Quando il tessuto si fa manifesto che attraverso il lavoro di Pia Camil, Otobong Kkanga, Vladislav Shapovalov, Tschabalala Self, Marinella Senatore, Serapis Maritime Corporation and Güneş Terkol esplora il ruolo del tessuto non solo nei dibattiti critici su lavoro, identità e cambiamento ambientale ma anche come medium per eccellenza nella rappresentazione del dissenso; il progetto Litosfera, che mette in dialogo il video A Fragmented World (2016) di Elena Mazzi e Sara Tirelli con l’installazione ambientale Produttivo (2018-2019) di Giorgio Andreotta Calò: due progetti nati dal desiderio di rappresentare forze e materie che nel corso di ere geologiche hanno dato forma al nostro pianeta; la presentazione della nuova acquisizione RAID, video di Marcello Maloberti.

 

Da inizio novembre, con la nuova chiusura nazionale di tutti i musei e delle mostre, il Centro Pecci ha dato vita al palinsesto digitale Pecci ON, con cui il museo sottolinea ancora una volta come un’istituzione d’arte contemporanea abbia il ruolo di catalizzatore per la propria comunità, di antenna che capta il presente attraendo idee, voci, artisti per leggere le evoluzioni del nostro tempo e poi restituirle amplificate al territorio e al mondo. Dal 10 novembre sul sito e sui social si alternano appuntamenti e conversazioni in live streaming, iniziative consolidate e nuovi format, gratuiti e aperti a tutti, come #KeyWords. Parole che aprono il presente, un dialogo tra arte e psicologia, e #Museum2b, un dialogo internazionale sul ruolo delle istituzioni culturali in un momento di forte cambiamento.

 

Nel corso del 2020 il Centro Pecci ha saputo ripensarsi, attivando nuove strategie, dinamiche e attente alla necessità di appropriarsi di un ruolo sociale più attivo verso un pubblico tornato distanziato ma numeroso sin dal primo giorno di riapertura. “Il ruolo del nostro museo, oggi – sottolinea la Direttrice Cristiana Perrella - è sempre più quello di collettore di energie per il territorio, solo rafforzando il legame del Centro Pecci con Prato, valorizzandone le assonanze e le corrispondenze e stringendo ulteriormente i legami esistenti o creandone di nuovi, possiamo garantire al museo la sua centralità. In questi tempi difficili il Centro Pecci vuole continuare a essere la casa di chi ama l’arte e la cultura, un luogo capace di parlare a tutti. La nostra missione è di continuare a crescere con il nostro territorio, per tornare ad aprirci, non appena possibile, al mondo intero.

2020: ricco medagliere per il gruppo Mondodelvino trainato dalla riconferma dell’Asti DOCG Acquesi Campione Mondiale delle bollicine aromatiche.

 


 Sono più di 30 i vini del gruppo vitivinicolo Mondodelvino che nel 2020 hanno ricevuto ottimi risultati non solo a livello italiano ma anche in 11 concorsi internazionali. Dalla Francia, passando per gli Stati Uniti, fino al Giappone, con ben 55 riconoscimenti è stata premiata l’eccellenza della produzione vitivinicola delle tenute del gruppo. 
 
Forlì, 30 dicembre 2020 – Il 2020 è stato un anno ricco di premi per le etichette di Mondodelvino, gruppo vitivinicolo che riunisce le cantine Poderi dal Nespoli, Cuvage, Ricossa e Barone Montalto. Dai vigneti piemontesi, passando a quelli forlivesi, fino a quelli siciliani, sono oltre 30 i vini che hanno conquistato ben 55 riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale.
 
Poderi dal Nespoli e Cuvage le cantine ad essersi maggiormente contraddistinte nelle valutazioni della critica. E il più alto riconoscimento è proprio per Cuvage che, dopo la vittoria nel 2019, conferma il suo Asti DOCG Acquesi, per il secondo anno consecutivo, Campione Mondiale degli spumanti aromatici al concorso Champagne&Sparkling Wine World Championship fondato da Tom Stevenson dove conquista anche tre medaglie d’oro con l’Asti DOCG Acquesi, l’Asti DOCG Acquesi (Magnum) e l’Asti DOCG “Millesimato 2014”. La guida ufficiale di Merano WineFestival, The WineHunter Award, ha assegnato ad agosto l’Award Rosso a Il Nespoli Romagna DOC Sangiovese Superiore 2016 e alle bollicine metodo classico Cuvage Nebbiolo d’Alba DOC Brut Rosè 2016 e Cuvage Alta Langa DOCG 2016; inoltre, l’Award Gold è andato al Poderi dal Nespoli Prugneto Romagna DOC Sangiovese Superiore 2018. Punteggi assegnati anche da Gardini Notes al bianco Poderi dal Nespoli Famoso Rubicone IGT 2019  che si guadagna un 92/100 e al rosé della cantina Cuvage di Acqui Terme, che con il Ricossa Acqui DOCG Sei Anime 2018 si aggiudica un punteggio di 91/100. Anche 5Stars Wines di Vinitaly premia il Cuvage Metodo Classico Alta Langa DOCG 2015 con il punteggio di 93/100 e il Poderi dal Nespoli Prugneto Romagna DOC Sangiovese Superiore 2018 con 91/100, e li inserisce nella guida internazionale 5StarWines – the Book. Altri otto premi arrivano dalla guida Vinibuoni d’Italia 2021: tre spumanti metodo classico (Cuvage Metodo Classico Nebbiolo d’Alba DOC Brut Rosé 2016, Cuvage Metodo Classico Alta Langa DOCG 2016 e Cuvage Metodo Classico Blanc de Blancs Brut), due bianchi (Poderi del Nespoli Pagadebit Romagna DOC 2019 e Poderi dal Nespoli Nespolino Romagna DOC Trebbiano Bio 2019) e tre rossi (Poderi dal Nespoli Il Nespoli Romagna DOC Sangiovese Superiore 2016, Poderi dal Nespoli Prugneto Romagna DOC Sangiovese Superiore 2018 e Poderi dal Nespoli Nespolino Romagna DOC Sangiovese) ottengono dalle 3 alle 4 stelle. Numerosi i riconoscimenti anche all’estero: in Gran Bretagna con il prestigioso Decanter Wine Awards particolarmente apprezzati sono stati i vini rossi con cinque premiati di cui tre per la cantina Ricossa, uno per Poderi dal Nespoli e uno per la cantina siciliana Barone Montalto, seguiti dai due spumanti di Cuvage e da un bianco e un rosé rispettivamente di Poderi dal Nespoli e di Ricossa. Nei concorsi francesi primeggiano le bollicine di Cuvage: a Muscats du Monde il Cuvage Metodo Classico Asti DOCG 2014 vince l’Award Gold, al concorso Elle à Table riconoscimenti per il Cuvage Rosato Piemonte DOC Brut Acquesi e il Cuvage Valle delle Rose Brachetto d’Acqui DOCG Acquesi 2019 e, infine, e a Féminalise per il Cuvage Asti DOCG Acquesi. I vini rossi di Mondodelvino ottengono inoltre notevoli risultati sia dalla critica giapponese, con la premiazione di tre etichette di Ricossa al Sakura – Japan Women’s Wine Award, sia oltreoceano; in Texas, infatti, premiati da Texsom International Wine Awards il Ricossa Barbera Piemonte DOC Appassimento 2018 e il Barone Montalto Ammasso Rosso Sicilia DOC 2017, mentre il Beverage Tasting Institute valuta con un punteggio di 90/100 il Ricossa Nizza DOCG Tenuta Cà dei Mandorli 2015.
 
Mondodelvino si afferma anche quest’anno grazie ai suoi vini di qualità, frutto di un lavoro sempre più accurato dal grappolo al calice e apprezzato sia in Italia che in ambito internazionale.

martedì 29 dicembre 2020

Ogni sabato fino al 20 febbraio appuntamento sui canali social del Mudec con la prima miniserie video 10 x 10 Dieci storie per dieci donne che hanno cambiato la storia della fotografia a cura di Nicolas Ballario

 

 Prossimo appuntamento sabato 2 gennaio, ore 10.00: 

"Gerda Taro: la fotografia come anima"

Con il contributo di Gianpaolo Musumeci

 

Testo alternativo

 

In attesa della riapertura del museo, all’interno del palinsesto 2020-2021 legato alla creatività femminile “I talenti delle donne” del Comune di Milano, il Mudec in collaborazione con 24 ORE Cultura lancia ogni sabato alle ore 10.00 fino al 20 febbraio la miniserie “10 x 10”, dieci mini-video documentari che racconteranno al pubblico la vita di dieci grandi protagoniste della storia della fotografia. L’appuntamento sarà sui canali social Facebook e Instagram del Museo delle Culture per 10 settimane.

 

Protagonista della puntata di sabato 2 gennaio sarà Gerda Taro (1910-1937), fotografa di talento, donna forte e coraggiosa. A Parigi incontra un giovane fotografo ungherese, insieme decidono di fare i reporter. È la prima stesura di una bellissima pagina della storia della fotografia. Gerda Taro documenta, racconta e immortala su pellicola le assurdità della guerra. Non fotografa la battaglia, vive la battaglia.

 

Presentata dal curatore e critico d’arte Nicolas Ballario, la miniserie “10 x 10” è un appuntamento settimanale imperdibile con la fotografia d’autore. Dieci grandi fotografe che hanno caratterizzato tutto il ‘900 fino a toccare – per alcune di esse - il nostro secolo; personalità molto diverse tra loro, ma scelte perché tutte presentano un tratto distintivo comune: sono state artiste pioniere che si sono imposte con il loro obiettivo fotografico in un mondo e in un tempo in cui l’accesso per le donne era osteggiato, se non addirittura proibito, ma che con la loro arte e ‘militanza’ hanno aperto la strada a intere generazioni di fotografe.

 

Dal fotogiornalismo al reportage, dal cinema alla moda, dall’architettura alla politica, dal design ai sistemi dell’arte, i documentari, per la regia di Fabrizio Spucches, racconteranno la vita e la carriera di Dorothea Lange, Cindy Sherman, Gerda Taro, Inge Morath, Margaret Bourke-White, Eve Arnold, Lisetta Carmi, Imogen Cunningham, Marirosa Toscani Ballo e infine Tina Modotti, quest’ultima ospitata al Mudec dal 19 gennaio con una antologica a lei dedicata.

 

Cindy Sherman, Untitled Film Still #21, 1978.  (Foto Courtesy of the artist and Metro Pictures, New York)
Portrait of Gerda Taro as she looks up from a typewriter on a desk, Paris, 1936.  (Foto Fred Stein Archive / Getty Images)

Cindy Sherman, Untitled Film Still #21, 1978.

(Foto Courtesy of the artist and Metro Pictures, New York)

Portrait of Gerda Taro as she looks up from a typewriter on a desk, Paris, 1936.

(Foto Fred Stein Archive / Getty Images)

Il progetto è a cura di Nicolas Ballario, volto di SkyArte e voce di Rai RadioUno per l’arte contemporanea, che dall’agorà del Mudec racconterà le vite di queste 10 fotografe: oltre alla biografia, agli aneddoti e agli aspetti particolari che hanno contraddistinto la vita spesso avventurosa delle dieci fotografe, saranno tante anche le immagini e i contributi esterni di giornalisti, critici e artisti che con il loro stimato punto di vista arricchiranno le dieci storie.

 

Non è tutto: a partire dal 22 febbraio da questa serie nascerà anche un podcast.

Il Mudec infatti inaugura dal 2021 un nuovo appuntamento culturale sui suoi canali social, questa volta prediligendo un racconto tutto da ascoltare, dove e quando si vuole.  Si parte da gennaio nel solco delle puntate della miniserie “10 x 10”: i video-documentari continueranno la loro mission divulgativa in forma di audio-documentari attraverso i podcast. Dieci nuove narrazioni di grandi artiste che hanno fatto la storia del nostro tempo.

 

Un viaggio dunque tutto al femminile, perché il Mudec ha da sempre come obiettivo anche quello di avvicinare il pubblico alla scoperta - o a una riscoperta - di grandi personalità culturali, dove il ‘genere’ rimane sempre e solo quello artistico.

Nicolas Ballario @spucches studio

Caffè Morettino, 100 anni di storia per la Fabbrica Museo

 




 

Isaac Asimov, Federico Fellini, Tonino Guerra, Giovanni Paolo II, Alberto Sordi, Yul Brynner, Enzo Biagi, Giorgio Bocca, Caffè Morettino. Ma tutti questi personaggi: attori, scrittori, scienziati, santi, filosofi cosa possono avere in comune con un caffè? Il piacere di assaporarne una tazzina? O forse qualcosa di più significativo?

Tutti loro, caffè compreso, sono nati ben 100 anni fa. Correva l’anno 1920…e mentre si spegneva la terrificante pandemia, conosciuta al mondo come Spagnola, che causò 100 milioni di morti a Palermo in borgata San Lorenzo ai Colli nasceva la passione per il caffè da parte della famiglia Morettino.

E’ trascorso un secolo e ancora oggi come allora l’amore per il caffè, quello fatto come si deve, nel pieno rispetto dell’alta qualità ottenuta senza compromessi, pulsa intensamente con la consapevolezza di essersi trasformato in un ottimo prodotto.

L’antica bevanda ha in Sicilia da tempi remoti valenze profonde che non si limitano al piacere del palato, sul piccolo continente l’assaporare una tazzina di caffè significa abbracciarne la storia, respirarne la cultura, condividerne la piacevolezza con le persone care.

Il caffè Morettino viene prodotto osservando scrupolosamente una severa lavorazione, lenta ed artigianale, così come la concepì 100 anni fa il fondatore dell’azienda Arturo Morettino. Preparato con pregiate materie prime provenienti da tutto il mondo e sapientemente miscelate per tutte le nuances in produzione.

Il nostro centenario nacque in modo semplice, in una bottega di spezie e coloniali, ma a metà del secolo scorso la sua qualità aveva già conquistato il consenso dei consumatori di buona parte della città e le vendite non si limitavano più alle borgata. Ci furono poi i caffè storici palermitani ad utilizzarlo e a renderlo amabile alla borghesia cittadina.

La crescita proseguì con costanza nei decenni senza mai perdere di vista quella ricerca della qualità che fu e dovrà essere sempre di primaria importanza. Arrivarono gli anni 90 e con loro un importantissimo passaggio di operatività. Un nuovo stabilimento, sempre in borgata San Lorenzo, con il quale l’azienda Morettino si trasforma in realtà industriale mantenendo però il suo carattere artigianale.

Artigianalità ma anche rispetto per l’ambiente, grazie ad una tostatrice ad aria calda ecologica, e le certificazioni più consone dei processi produttivi. Qualità, ambiente e rispetto verso il consumatore. Tutto questa significa severi controlli del laboratorio interno, moderne tecniche di lavorazione, ricerca e sviluppo.

Oggi in azienda è entrata la quarta generazione, si prosegue con la produzione di ottimi caffè, si mantiene la tradizione di un tempo e si guarda verso il mondo, nuovi mercati, non solo in Italia, strategie di marketing, commercio on line. Un biglietto da visita del Made in Sicily e Made in Italy.

A conferma di quanto vi sto raccontando, sia pure in poche righe, i premi e i riconoscimenti ricevuti. Si pensi alle medaglie d’oro dell’International Coffee Tasting, del Compasso d’Oro dell’ADI e a tanti altri che rendono la Morettino una rilevante eccellenza del panorama nazionale.

Un vero piacere siciliano che con altrettanto piacere vi segnalo e tra poco vi parlerò di un’altra chicca aziendale. Ma prima è giusto ricordare che la tostatura attuale del caffè segue un’antica arte, l’arte della tostatura a legna mediante l’utilizzo di legna del territorio: agrumi, ulivi, querce.

Un’arte che si unisce con l’innovazione scaturita dalla tostatura ad aria calda con la quale, grazie all’unicità del metodo, si esaltano le peculiarità del caffè evitando il contatto con le sostanze volatili normalmente presenti durante il processo di tostatura industriale. Una convivenza definita micro roastery Morettino Coffee Lab.

Ho detto che vi avrei parlato di un’altra perla firmata Morettino e allora ecco chi vi dico qualcosa sul meraviglioso Museo del caffè, primo esempio in Italia del genere. L’esposizione è collocata in modo tale che ben si sposi alla realtà produttiva della torrefazione al punto di farla vivere come una vera Fabbrica museale.

Ho avuto l’immenso piacere di visitare l’intera locazione espositiva, accompagnato dal delizioso aroma della torrefazione, e mi sono goduto una full immersion nella storia della celebre bevanda. Una collezione incredibile di pezzi legati al mondo del caffè a dir poco strepitosi. Tostatrici, spolpatrici, macinacaffè, caffettiere, metodi e sistemi di estrazione. Ogni pezzo è degno d’attenzione, molti sono curiosità incredibili come la caffettiera-sveglia dei primi anni del 1900 o i macinini della Peugeot, ma anche pezzi antichi di secoli per arrivare ai macina caffè dei soldati della grande guerra.

Un museo che merita assolutamente una visita prestando attenzione a tutti i pezzi esposti perché tutto ha un senso decisamente interessante. E poi la piacevolezza delle miscele Morettino da gustare sul posto e da portarsi a casa ovunque abitiate.

Poche parole per dire tanti auguri alla famiglia e all’azienda Morettino, i più cordiali complimenti per essere produttori di alta qualità e allo stesso tempo divulgatori di cultura e sostenitori del buono e pulito. Ci sono poi tanti altri motivi per abbracciare con affetto la torrefazione e i suoi uomini ma questo lo lascio scoprire a voi che mi leggete attraverso il sito aziendale. Io mi limito ad augurare a tutti un buon caffè.

Caffè siciliano da torrefazione artigianale | Morettino

 

Fabrizio Salce