blogazzurro

blogazzurro

domenica 29 settembre 2024

TRE BICCHIERI 2025: i migliori vini dell'Umbria premiati dal Gambero Rosso

 

Roma, 28 settembre 2024 - 
È un’Umbria in grande spolvero quella fotografata dalla Guida Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso. Sicuramente il numero dei Tre Bicchieri, ben 17, è un record che già racconta molto, ma il dato più convincente arriva dallo stile dei vini nei diversi territori. La superficie è piccola, ma le varietà, i diversi suoli, i microclimi e le mani dei tanti viticoltori ne fanno una regione grande.  Intanto non si può parlare di una regione concentrata su una singola tipologia o varietà, visto che se si analizza il territorio da nord a sud troviamo sia rossi sia bianchi molto diversi tra di loro.

Montefalco

Montefalco è senza dubbio la locomotiva regionale. Tanti i vini premiati, a partire dal prestigioso Sagrantino (che, come abbiamo sottolineato più volte, ha finalmente trovato una sua strada precisa, e riteniamo sia quella giusta) per arrivare all’altra tipologia dell’areale, quel Montefalco Rosso dove il sangiovese diventa protagonista. Senza dimenticare il Montefalco Bianco, prodotto da poche cantine, ma da sottolineare anzitutto per l’utilizzo dell’uva trebbiano spoletinoche trova qui la sua dimensione, ma anche e soprattutto nella Doc Spoleto.

Rossi e bianchi

Tornando al sangiovese segnaliamo il Fiommarino di Monte Vibiano, bella novità di questi ultimi anni, un rosso delizioso prodotto a sud-ovest di Perugia. Rimaniamo in ambito rossista, a conferma della biodiversità della regione, per segnalare sia i buonissimi Trasimeno Gamay (che altro non è se non Grenache, ma per un equivoco del passato qui è sempre stato chiamato Gamay), vini freschi, leggiadri e succosi, sia il Ciliegiolo di Narni, che caratterizza la viticoltura del quadrante meridionale della regione.

 

Rimanendo a sud passiamo a Orvieto e ai suoi grandi bianchi. Il rilancio del comprensorio è iniziato ormai da diversi anni e i risultati si vedono, eccome. Sono ben quattro i vini premiati (dove troviamo anche un delizioso Muffa Nobile), ma soprattutto hanno raggiunto una definizione stilistica che fa emergere bene le caratteristiche delle singole vigne e li proietta in un invecchiamento degno dei migliori vini italiani.

 

La Doc Torgiano

Concludiamo citando la piccola Doc Torgiano: gli ettari sono pochi, le cantine pure, ma il prezioso lavoro fatto decenni fa da Lungarotti ha dato i suoi frutti. Tutti i vini che arrivano dal comune vicino a Perugia sono davvero convincenti, a partire dal Torgiano Bianco Torre di Giano Vigna Il Pino che premiamo quest’anno.

 

Eccoli:

  • Fiommarino Sangiovese         ’22          Cantina  Monte Vibiano
  • Montefalco Bianco Plentis   ’21          Terre de La Custodia
  • Montefalco Rosso Pomontino            ’21          Tenuta Bellafonte
  • Montefalco Rosso Ris.             ’20          Antonelli - San Marco
  • Montefalco Rosso Rosso Mattone Ris.         ’21          Briziarelli
  • Montefalco Rosso Ziggurat  ’22          Tenute Lunelli - Castelbuono
  • Montefalco Sagrantino            ’20          Scacciadiavoli
  • Montefalco Sagrantino 25 Anni         ’20          Arnaldo Caprai
  • Montefalco Sagrantino Il Bisbetico Domato             ’20          Giampaolo Tabarrini
  • Orvieto Cl. Sup. Mare Antico                ’22          Decugnano dei Barbi
  • Orvieto Cl. Sup. Panata           ’22          Argillae
  • Orvieto Cl. Sup. San Giovanni della Sala    ’23          Castello della Sala
  • Orvieto Cl. Sup. V.T. Muffa Nobile    ’22          Palazzone
  • Ràmici Ciliegiolo          ’21          Leonardo Bussoletti
  • Torgiano Bianco Torre di Giano V. Il Pino      ’21          Lungarotti
  • Trasimeno Gamay C'Osa       ’22          Madrevite
  • Trasimeno Gamay Poggio Pietroso Ris.        ’21          Duca della Corgna - Cantina del Trasimeno

venerdì 27 settembre 2024

DOMANI SERA A STRISCIA LA NOTIZIA NELLA RUBRICA “CAPOLAVORI DEL MONDO IN CUCINA” I "LAMIAN DELLO SHANDONG" DI BON WEI

 


Domani sera a Striscia la notizia (Canale 5, ore 20.35) torna la rubrica enogastronomica di Paolo Marchi “Capolavori del mondo in cucina”. Paolo Marchi, fondatore nel 2005 con Claudio Ceroni di Identità Golose, incontra Zhang Le – maître del ristorante Bon Wei – che presenta ai telespettatori del tg satirico la ricetta dei “Lamian dello Shandong”: un impasto di farina e acqua lavorato energicamente, dal quale si ricavano i noodle che vengono poi cotti in acqua bollente e conditi con carne di maiale e cipollotti.

 

Zhang Guoqing, chef e padre di Zhang Le, si è trasferito in Italia nel 1989, stabilendosi inizialmente a Milano, poi a Padova, e infine ritornando nel capoluogo lombardo. Alla guida del ristorante Bon Wei, ha sviluppato una cucina di alta qualità, caratterizzata da un'attenta selezione delle materie prime e un profondo rispetto per le tradizioni culinarie regionali cinesi. Il menu del ristorante include 24 specialità, che rendono omaggio a tutte e otto le principali zone gastronomiche della Cina, offrendo un viaggio culinario completo attraverso la vasta e diversificata cultura gastronomica del Paese.

 

La ricetta completa, così come tutte le altre della rubrica di Paolo Marchi, sarà consultabile da domani sera sul sito di Striscia la notizia www.striscialanotizia.mediaset.it.

 

STRISCIA LA NOTIZIA - CANALE 5 - ORE 20.35

@Striscia - INSTAGRAM @striscialanotizia - FACEBOOK @Striscia - TIKTOK @striscialanotizia

SITO UFFICIALE DEL PROGRAMMA
www.striscialanotizia.mediaset.it

L’agroecologia a Terra Madre “Produrre cibo in relazione con la natura è possibile”

 

TRE BICCHIERI 2025: i migliori vini del Trentino premiati dal Gambero Rosso

 


Esemplari sono le due novità di quest’anno premiate con i Tre Bicchieri sulla guida Vini d'Italia 2025 del Gambero RossoEtyssa e Lavis firmano due grandi cuvée a base di chardonnay: una è prodotta da una piccola start-up di quattro giovani vignaioli, l’altra è figlia di un’importante cooperativa. Riassumendo, e senza fermarci ai soli premi, constatiamo una grande linearità nei prodotti più semplici, che unita alla complessità dei millesimati e delle versioni Rosé determina una posizione di assoluto rilievo delle Bollicine di Montagna ai vertici della produzione nazionale.

Tre Bicchieri 2025 del Trentino. I vini fermi

A tutto ciò si affianca una solida produzione di vini fermi, che testimonia come la regione abbia diverse frecce al proprio arco. La grande uva è il teroldego capace, nella piana Rotaliana, di dare vita a rossi davvero complessi, profondi, dalla beva scorrevole appagante. Due sono i vini premiati in questa tipologia mentre, rimanendo tra i rossi, il Pinot Nero trova una sua bellissima dimensione anche tra i fermi.

Tra i bianchi segnaliamo la bontà di alcune grandi Nosiola, prodotte sia in versione fresca, d’annata, sia in versioni più complesse, che escono dopo alcuni anni dalla vendemmia e si dimostrano vini da lungo invecchiamento. Senza dimenticare il grande Vino Santo, prodotto con la medesima varietà, grande protagonista della Valle dei Laghi. Altro vitigno da tenere sott’occhio è il Müller Thurgau e lo dimostra il Monogram di Pojer & Sandri, uno dei migliori.

 

Ultime ma non ultime le uve cosiddette internazionali. In Trentino si sono adattate benissimo e sono una consuetudine antica, al punto da poterle ormai considerare tradizionali. Prova lampante la fornisce uno dei più grandi rossi italiani, il San Leonardo (60% cabernet sauvignon, 30% carmenère, 10% merlot). Lo produce la cantina omonima, un vero modello per storia, ricchezza, costanza qualitativa e visione.

 

  • Monogramma Müller Thurgau ’21 Pojer & Sandri
  • San Leonardo ’19 San Leonardo
  • Teroldego Rotaliano Sup. Ottavio Ris. ’19 De Vigili
  • Teroldego Rotaliano Vigilius ’21 De Vescovi Ulzbach
  • Trentino Pinot Nero V. Cantanghel ’21 Maso Cantanghel
  • Trento Brut Altemasi Graal Ris. ’17 Cavit
  • Trento Brut Nature ’18 Moser
  • Trento Brut Rotari Flavio Ris. ’16 Rotari
  • Trento Dosaggio Zero ’20 Revì
  • Trento Dosaggio Zero Oro Rosso Cembra ’18 La Vis - Cembra
  • Trento Extra Brut Cuvée N. 8 ’19 Etyssa
  • Trento Extra Brut Riserva Lunelli ’16 Ferrari
  • Trento Extra Brut Rosé Inkino ’20 Mas dei Chini

 

BASE Milano presenta The Convivial Laboratory - il Convivialismo, in pratica 3 – 13 ottobre 2024

 


ALBINO ARMANI: APPUNTAMENTO L’11 OTTOBRE A BRENTONICO PER IL CONVEGNO DEDICATO AL MONTE BALDO TRENTINO

 

“IL MONTE BALDO TRENTINO, UN DIALOGO TRA VITICOLTURA E PAESAGGIO DI MONTAGNA”
Venerdì 11 ottobre 2024 alle ore 11.00
Palazzo Eccheli-Baisi - Via Mantova 6, Brentonico (TN)
 
È iniziato il conto alla rovescia per “Il Monte Baldo trentino, un dialogo tra viticoltura e paesaggio di montagna”, il convegno promosso dall’azienda Albino Armani - Viticoltori dal 1607 in programma venerdì 11 ottobre a Brentonico in cui illustri relatori e aziende del territorio per la prima volta punteranno i riflettori proprio sul versante trentino del Monte Baldo, oggi ancora poco seguito e discusso dentro e fuori la comunità del vino.

Una giornata di presentazione e dibattito dedicata alla vocazione viticola, allo sviluppo e alla tutela dell’area montana sud orientale del Trentino che si affaccia sulla Vallagarina, terra in cui Albino Armani è cresciuto e ha scoperto il suo approccio enologico, la sua voglia di restituire nel bicchiere l’identità del suo territorio e il desiderio di valorizzarlo e allo stesso tempo proteggerlo. Soprattutto, da grande appassionato di viticoltura alpina, qui – precisamente sull’Altopiano di Brentonico, con i suoi declivi e i suoli ricchi di basalto e calcare – Albino ha scoperto un potenziale viticolo eccezionale, con particolare riferimento alla produzione di uve da base spumante, come Pinot nero e Chardonnay.

L’evento, che si svolgerà presso il Palazzo Eccheli-Baisi a partire dalle ore 11.00 e sarà moderato dall’enologa e divulgatrice Sissi Baratella, prevede due sessioni di approfondimento che saranno chiuse da un momento di confronto con i produttori operanti nel territorio, tra cui la stessa azienda Albino Armani al fianco di Endrizzi, Foradori, Ferrari Trento e Sondelaite. Dopo i saluti delle Autorità e di Albino Armani, la prima sessione - affidata a relatori illustri quali il professor Attilio Scienza, Andrea Faustini (enologo di Cavit), Duilio Porro (Fondazione Edmund Mach) - analizzerà i parametri per parlare di vocazione viticola del Baldo trentino, tra terroir e biodiversità, e si arricchirà di un focus sul Trentino ad illustrare le caratteristiche dei pedopaesaggi e dei vini prodotti nelle zone pedemontane dell’Altopiano di Brentonico, della Val di Cembra e dell’Alto Garda.

La seconda parte sarà invece dedicata alle origini del territorio, con un approfondimento sull’emblematica figura del contadino di montagna esposto da Alessandro De Bertolini della Fondazione Museo Storico del Trentino, fino a temi legati alla tutela del territorio, dello sviluppo e dell’impatto sociale della viticoltura sul Monte Baldo - zona che, tra l’altro, ha avviato il percorso per la candidatura UNESCO - e di integrazione sana, equilibrata e sostenibile della viticoltura nel paesaggio montano, esaminando quindi l’esempio virtuoso della regione vinicola svizzera del Vallese in un excursus a cura di Gianluca Telloli di Proposta Vini e Michael Hock, Direttore Cantina St. Jodern Kellerei.

ARCHITETTURE RECENTI IN ALTO ADIGE 2018–2024