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Milano, 31 maggio 2021 – Un Vermentino, i cui vigneti crescono a venti chilometri dalle spiagge della Versilia, e un rosato, che ha il colore della luna al tramonto: sono queste le scelte di Villa Santo Stefano per le cene e i brindisi dell’estate in arrivo.
GIOIA (vino bianco Toscana IGT 100% Vermentino) e LUNA (vino rosato Toscana IGT 50% Merlot, 50% Sangiovese) fanno parte della proposta vinicola della cantina di Wolfgang Reitzle e Nina Ruge, i due proprietari tedeschi che nel 2001 hanno realizzato il loro grande sogno di produrre vino e olio in Toscana.
L’azienda agricola Villa Santo Stefano si trova in Lucchesia, la zona collinare a nord della Toscana, dove il clima mite favorisce la coltivazione di olivi e viti: qui il mare è un profumo, con le lunghe spiagge della Versilia che si trovano solo a una ventina di chilometri, e i vigneti ricevono protezione dai venti freddi grazie alla presenza delle Alpi Apuane e degli Appennini.
L’impronta nella gestione dell’azienda è un perfetto equilibrio tra la condizione attenta e rigorosa di Reitzle e l’approccio appassionato della moglie, che nei nomi dei vini ha impresso le sue emozioni. Come è accaduto per GIOIA, il primo vino pensato dall’azienda come proposta per l’estate: “Nel nome di questo vino autoctono – spiega Nina Ruge co-fondatrice di Villa Santo Stefano – c’è l’essenza di quello che siamo e del nostro modo speciale di fare le cose. Gioia rappresenta lo spirito positivo di chi insegue un sogno e lo realizza, come è stato per noi con l’acquisizione di questa proprietà”. GIOIA è un vino dall’aroma fruttato, ottenuto esclusivamente da uve Vermentino, tipiche della Toscana. L’esposizione del vigneto a sud e la vicinanza al mare creano un microclima speciale che conferisce al vino un aroma unico: un vino dal bouquet armonico, fruttato, leggero, dalle sfumature minerali che bene si abbina a piatti di pesce e crostacei.
La secondo proposta per l’estate di Villa Santo Stefano è LUNA, un vino rosato prodotto con uve Sangiovese e Merlot al 50%, che si presenta di un colore rosa provenzale, pulito e fresco al naso con profumi di pesca bianca, fragola e buccia di mela rossa. Un vino perfetto per gli aperitivi estivi, che nel finale rivela sentori di frutta bianca. “Abbiamo scelto questo nome – racconta Nina Ruge – ispirati dalla luna che al tramonto si alza sopra Villa Santo Stefano e, rivolgendosi verso la vallata, si presenta con un colore uguale a questo vino. È un momento magico, perfetto per l’aperitivo, quando la terra si riposa dopo la giornata e si respira serenità”.
Gli altri vini prodotti da Villa Santo Stefano sono: LOTO - Vino Rosso Toscana IGT; SERENO - Vino Rosso DOC Colline Lucchesi; VOLO - Vino Rosso Toscana IGT. L’azienda produce anche l’olio DOP Lucca, un blend toscano (80% Frantoio, 15% Leccino e 5% Moraiolo e Maurino).
Per maggiori informazioni: https://villa-santostefano.it/
VILLA SANTO STEFANO
Villa Santo Stefano è la scelta di Wolfgang Reitzle che, dopo molti anni come manager delle più importanti case automobilistiche in Germania, ha scelto di produrre il suo vino e il suo olio in Lucchesia. Reitzle, nato a Neu-Ulm in Germania, fin da bambino passava in Italia le sue estati con la famiglia. La passione per la Toscana lo ha portato ad acquistare Villa Santo Stefano con la moglie Nina Ruge, noto volto televisivo in Germania, e a trasformarla in un’azienda agricola dedita alla produzione di olio e vino. Oggi Villa Santo Stefano produce, nei suoi 12 ettari di terreno, circa 50.000 bottiglie di vino e 1.500 litri di olio extra vergine, con una gestione attenta all’ambiente e uno spazio dedicato all’ospitalità.
La cantina di Montecarlo, alle porte di Lucca, si prepara all’estate con la riapertura del Wine Resort e del Ristorante Syrah. In più ha in programma una serie di degustazioni ed eventi alla scoperta dei suoi vini e dei suoi spumanti
Montecarlo, 31 maggio – Finalmente il 20 maggio scorso ha riaperto il Wine Resort della Tenuta del Buonamico, un luogo magico immerso nel verde delle colline lucchesi. La bellezza della struttura – riaperta nel pieno rispetto delle norme in vigore per contrastare il Covid-19 – è un mix di charme, eleganza e tranquillità, il tutto in un edificio d’eccezione, in grado di garantire un’esperienza di benessere completa.
Il Resort mostra la sua raffinatezza architettonica tra spazi aperti, sale conviviali e angoli suggestivi nei quali il corpo e la mente possono finalmente rilassarsi e trovare beneficio, soprattutto dopo un periodo complesso come quello vissuto. Il Resort comprende 11 camere confortevoli e dal design moderno, suddivise tra Royal, Panoramic Garden, Panoramic e Superior, tutte dotate di ogni confort. Gli ospiti, inoltre, possono godere di una serie di servizi esclusivi come il centro benessere, possono rilassarsi in una splendida piscina a sfioro immersa nei vigneti e possono ammirare la natura grazie a percorsi liberi a piedi tra i vigneti della Tenuta e nel bosco adiacente alla cantina.
Infine, ma non di certo per importanza, la Tenuta prosegue con i wine tour per gli ospiti e non solo, comprensivi di un’introduzione con la storia della Tenuta stessa, la visita in cantina con l’illustrazione del processo di produzione del vino, dalla vendemmia all’imbottigliamento, la visita della barricaia e della cantina storica. L’intero percorso termina nelle aree di degustazione con l’assaggio dei vini e degli oli.
E visto che il benessere passa anche dalla tavola, la Tenuta del Buonamico il 21 maggio scorso ha riaperto anche il Ristorante Syrah, il luogo perfetto per scoprire le tradizioni culinarie della Toscana, esaltate dall’estro dello chef stellato Stefano Chiappelli e dalla sua Brigata. Comodamente seduti ai tavoli del ristorante, tra ampie vetrate dalle quali si può ammirare il panorama, custoditi da possenti travi a vista e affiancati da un arredo lineare e di classe, gli ospiti possono assaporare la bontà culinaria della regione grazie all’uso di materie prime di qualità e sempre stagionali.
“Riaprire il Wine Resort e il Ristorante Syrah, dopo un lungo periodo di chiusura, è un’emozione e un importante segnale di ripartenza”. Dichiara Eugenio Fontana, titolare della Tenuta del Buonamico. “Finalmente tutti gli ospiti potranno nuovamente godere dei nostri servizi, del centro benessere e potranno scoprire la bellezza del territorio. A tutto ciò affianchiamo la scoperta dei nostri vini e delle eccellenze culinari della cucina: solo legando questi elementi si potrà vivere un’esperienza completa e da ricordare. Siamo di fronte a un nuovo modo di fare turismo, ma tutto è pronto affinché gli ospiti, e coloro che decideranno di venirci a far visita, vivano per alcuni giorni nel comfort e nel relax totale”.
Per informazioni
e prenotazioni: www.buonamicowineresort.it - info@buonamicowineresort.it - ristorante@buonamicowineresort.it
Oppure contattare il numero telefonico +39 0583 1809796
Le novità della Tenuta del Buonamico continuano… visto che sarà tra le cantine protagoniste dell’evento in programma il 15 giugno, presso Villa Olmi, a Firenze. Si terrà, infatti, un incontro tematico dedicato ai migliori vini della Toscana e del resto d'Italia, un appuntamento guidato dal giornalista Leonardo Romanelli che, nello specifico, condurrà una degustazione dedicata alle variegate e interessantissime bollicine di Toscana. Per questa speciale serata – in esclusiva per wine lovers, giornalisti e corsisti Fisar – la Tenuta proporrà alcune delle etichette di Particolare, la linea dei suoi spumanti che, proprio quest’anno, festeggia 10 anni dal primo imbottigliamento.
Terminato l’evento a Villa Olmi, la Tenuta del Buonamico aprirà le sue porte nel secondo fine settimana di Cantine Aperte, in programma il 19 e 20 giugno (il primo weekend è stato quello del 29 e 30 maggio), un evento storico per il mondo dell’enologia e che, in questo anno così particolare, rappresenta un forte segnale per il ‘ritorno alla normalità’.
Sempre nel mese che dà il benvenuto all’estate, la Tenuta avrà un altro importante appuntamento: il 26 e 27 giugno, presso il Real Collegio di Lucca, parteciperà all’Anteprima Vini della Costa Toscana, la rassegna che racconta la storia e i vini dei viticoltori delle province toscane bagnate dal mare.
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Inoltrata la richiesta a Unicode Consortium per “porre fine all’emarginazione del rosé”. A sostegno dell’iniziativa anche una petizione durante 100 Note in Rosa
Comunicare rapidamente sui social media il piacere di bere un bicchiere di vino rosa è reso difficile dall’assenza di un’icona del rosé sugli smartphone e sui pc: per questo motivo il Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino ha presentato a Unicode Consortium, l’ente californiano che sovrintende alle regole della scrittura informatica, la richiesta di inserire l’emoticon dedicata al vino rosa tra quelle disponibili sui dispositivi di tutto il mondo.
“Se scriviamo di vino agli amici su WhatsApp, su Instagram, su Facebook - spiega Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio del Chiaretto e del Bardolino - possiamo usare le raffigurazioni di un calice di rosso, di due flûte o di una bottiglia di spumante, ma manca totalmente la rappresentazione del vino rosa. Si tratta di un retaggio di quella emarginazione che il mondo del rosé ha patito per decenni e che continua a sussistere nonostante il vino rosa sia da qualche anno il vero nuovo grande fenomeno di tendenza a livello mondiale, con crescite astronomiche negli Stati Uniti, ma anche qui in Italia, dove il Chiaretto di Bardolino, coi suoi 10 milioni di bottiglie, è leader produttivo. È ora di mettere fine a questa carenza comunicazionale e di permettere ai wine lover di tutto il mondo di esprimere pienamente il loro amore per il vino rosa”. Proprio per questo l’emoji Pink Wine, creata dallo studio veronese Paffi per il Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino, raffigura due calici di vino rosa nell’atto di brindare, coronati da un piccolo cuore, rosa anch’esso naturalmente.
“Come esistono i vini bianchi e rossi, esistono anche i vini rosa. Perché - insiste Cristoforetti - non dare loro una rappresentazione tra le emoticon utilizzate sui principali canali social? Chi beve vino ha il piacere di condividerlo, di parlarne e di descriverlo con tutti i mezzi possibili, e per il vino rosa oggi non c’è questa opzione dal lato grafico”.
Oltre alla richiesta inoltrata a Unicode Consortium, a supporto della candidatura dell’emoticon Pink Wine ci sarà una raccolta firme che partirà il 21 giugno durante #oggirosa, la giornata nazionale dedicata ai rosati italiani. Il primo a firmare la richiesta di approvazione dell’emoji da parte di Unicode sarà ovviamente Cristoforetti, anche nel suo ruolo di presidente di Rosautoctono, l’Istituto del Vino Rosa Autoctono Italiano, di cui fanno parte i Consorzi che tutelano le denominazioni storiche del vino rosa italiano: il Chiaretto di Bardolino, il Valtènesi Chiaretto, il Cerasuolo d’Abruzzo, il Castel del Monte Bombino Nero e Castel del Monte Rosato, il Salice Salentino Rosato e il Cirò Rosato. La petizione continuerà in seguito sia online, attraverso un’apposita campagna social, sia durante le serate di 100 Note in Rosa, la rassegna musicale estiva che prevede un calendario di più di cento concerti a Verona, in provincia e sul lago di Garda, ideata dal Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino in collaborazione con il Consorzio Formaggio Monte Veronese.
Una
nuova visual identity per lo storico brand italiano di succhi di frutta Skipper,
accompagnata da una campagna omnichannel on air dal 30 maggio 2021.
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100% INGREDIENTI DI ORIGINE NATURALE, è l’impegno che guida il brand Skipper che
nelle proprie ricette utilizza solo ingredienti provenienti dalla
natura, lavorati con cura per mantenere le qualità originarie della frutta
e preservarne il gusto intenso ed avvolgente.
Il brand, i cui pack sono da sempre riconoscibili per il logo su fondo
verde a forma di canoa, si presenta al grande pubblico con nuova veste grafica,
rinnovata per tutta la gamma. Il restyling è partito proprio dalla
rivisitazione del logo la cui forma si è evoluta in una foglia che
raccoglie intorno a sé la frutta in una composizione armoniosa e naturale
studiata per esaltare ogni singolo gusto e per ricordarci come la frutta sia
una eccelsa e vastissima esperienza di gusto.
L’agenzia che ha sviluppato il progetto è Marimo, che segue la
comunicazione e la visual identity dei brand del Gruppo Zuegg dal 2016.
A scaffale la nuova gamma dei succhi di frutta Skipper si compone di tre range:
Skipper 100%: 100% frutta e nient'altro; Skipper Intenso:
un'esplosione di gusto e di colore; Skipper Senza Zuccheri Aggiunti:
tutto il sapore naturale della frutta, senza zuccheri aggiunti.
A supporto del
rilancio è stata realizzata una campagna di comunicazione, firmata da
Marimo e prodotta da The Box Films che a partire dal 30 maggio e per 6 settimane sarà on air sui principali mezzi di comunicazione, in TV e sul web, con 3
soggetti: uno spot manifesto di 30’’secondi e due tagli da 15’’, questi ultimi dedicati alla linea
Intensi e Senza Zuccheri Aggiunti.
“You are the
Skipper” sarà il claim della
nuova campagna: un vero e proprio invito ad essere parte attiva del
cambiamento. Un manifesto di libertà, un inno al piacere come energia propulsiva del
cambiamento. Nello spot Skipper
porta in scena un viaggio esperienziale e immersivo, che abbraccia la filosofia
del “back to nature” e che guida lo spettatore all’interno di un mondo naturale
e maestoso. Ragazze e ragazzi dal look urbano riscoprono il piacere di essere
se stessi nel rispetto di tutti, lontano da pregiudizi e stereotipi sociali, “100% naturali” come i succhi Skipper.
La campagna di comunicazione fa parte di un quadro strategico più ampio
di rilancio del brand Skipper, che si concretizzerà in azioni di comunicazione
che vedranno protagonisti influencer sui canali social del brand e personalità
impegnate attivamente in un cambiamento sociale o personale.
Le agenzie che seguono i progetti social e digital PR per il Gruppo Zuegg
sono Mission to Heart e INC Comunicazione.
L’Officina Viticola biologica di Riccardo Marcuzzi si trova a San Floriano del Collio, in provincia di Gorizia, nella località Giasbana, una magnifica zona collinare ai confini con la Slovenia con molte storie da raccontare. Nel cortile è visibile il vecchio cartello militare rosso che un tempo serviva ad indicare la distanza residua dal confine.
Dalla cantina una vista mozzafiato abbraccia i pendii vitati ed il territorio circostante. Le varietà a bacca bianca coltivate sono il Friulano, la Malvasia Istriana, il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, il Sauvignon e la Ribolla Gialla, mentre la varietà a bacca rossa coltivata è il Cabernet Franc. Il particolare microclima del Collio e la composizione del suolo, un composto di marne e arenarie che viene chiamato ponka, conferiscono ai vini freschezza, mineralità e complessità sensoriale.
Riccardo è un giovanissimo vignaiolo che coniuga la passione per il mondo del vino con l’attività di commercialista. Nell’anno 2016, insieme ai genitori, acquista la tenuta di cinque ettari 5 ha (???) in località Giasbana e da amante del vino diventa produttore.
Sin dall’inizio la sua volontà è stata quella di praticare un’agricoltura sostenibile nel pieno rispetto della natura. La coltivazione infatti segue le regole della viticoltura biologica escludendo prodotti chimici di sintesi. La base dei trattamenti è con rame e zolfo nella minima quantità indispensabile.
L’obiettivo di Riccardo è produrre dei vini differenti ogni annata produrre in ogni annata dei vini differenti, in quanto vera espressione del terroir dal quale originano. Vini di qualità, vivi ed autentici, in grado di evolvere positivamente nel tempo. Per questo viene posta una grande cura nelle lavorazioni di cantina. I mosti delle uve vengono sottoposti ad un leggero contatto con le bucce che può variare da qualche ora a qualche giorno. Alcune fermentazioni sono spontanee con i soli lieviti indigeni. In alcuni vini, per esaltare l’eleganza ed estrarre il massimo degli aromi, lavora tramite criomacerazione. Un’attenta gestione delle uve, provenienti da vendemmia rigorosamente manuale, permette di far esprimere ai vini i caratteri varietali di ciascuna cultivar.
Dall’annata 2020 i vini riporteranno in etichetta la dicitura “vino biologico”, ed usciranno con la menzione riserva per il maggior affinamento in bottiglia: 20 mesi per i vini bianchi e 30 mesi per i rossi.
L’etichetta delle bottiglie ci racconta, in maniera stilizzata, la struttura del podere aziendale con la delimitazione delle varie particelle e con l’indicazione delle curve di livello in rilievo, per una maggiore identificazione territoriale del podere. In relazione a ciascun vino sono evidenziate – in colori diversi – le particelle di provenienza, mentre al centro è rappresentata la cantina, in colore “Giallo Collio”. Completa il tutto una linea rossa che rappresenta il confine di stato, indicato con un tratteggio a significare una suddivisione tra Collio e Brda che è più storica che non sostanziale. La veste grafica dell’etichetta vuole narrare il trait d’union del vino con il suo territorio.
Inoltre in ogni etichetta viene riportato in caratteri Braille il nome del vino e dell’azienda, un particolare che mette in evidenza la sensibilità di Riccardo nei confronti delle persone con deficit visivo.
La visita dei Borghi d’Europa si è conclusa con la degustazione di:
Birsa - Spumante Metodo Classico – Ribolla Gialla e Pinot Grigio – alc. 12,5% vol.
Pressatura soffice diretta e fermentazione in acciaio. Affinamento 80% in acciaio e 20% in barriques usate.
Bollicina fine e persistente. Il profilo odoroso è delicato ed espressivo, con note finali di pan brioche. L’ingresso in bocca è fresco, accompagnato da una gradevole sapidità finale.
Ribolla Gialla 2019 – 100% Ribolla Gialla - alc. 12,5% vol.
Vino non filtrato – Macerazione sulle bucce. Affinamento in tonneaux e barriques usate.
Giallo dorato intenso. Il bouquet olfattivo elegante e complesso offre sentori di albicocca, scorza d’arancia, foglia di alloro, miele ed un tocco di spezie dolci. L’assaggio pieno, armonioso, di buon corpo, chiude con una delicata astringenza.
La Ribolla Gialla è una antica varietà del Friuli Venezia Giulia, la vinificazione con una macerazione del mosto sulle bucce dell’uva ne evidenzia il tannino che è una parte importante della sua identità.
Riccardo ha puntato tutto sulla qualità, ed i risultati si vedono.
Un arrivederci nella cantina di Giasbana per la degustazione degli altri vini della batteria.
Antonella Pianca
Fotografie di
Antonella Pianca ©2021
Il
menu è un omaggio totale all’Anatra in tutte le sue componenti, dal foie gras
al petto, fino alla pelle, partendo dalla tradizione millenaria cinese per
portarla nel presente con una visione contemporanea. 8 piatti unici per un menu
100% a base di Anatra con il clou del piatto icona “Peking Duck”.
“Ripartiamo
con maggiore consapevolezza” dice la titolare Giulia Liu.
Milano 27 maggio 2021 – Il 1 giugno riapre Gong Oriental Attitude, ristorante di Alta Cucina Cinese e Orientale nel cuore di Milano, in Corso Concordia, 8.
“In questo periodo difficile abbiamo cercato di non sprecare il nostro tempo – spiega la titolare Giulia Liu -. Durante l’ultimo anno e mezzo abbiamo continuato a studiare, a creare, e a fare ricerca. Quando si è assorbito nella normalità, in un perenne lavoro di ristorazione, non è facile trovare il tempo per una pausa creativa. Lo stato di emergenza ci ha portato, invece, a una riflessione profonda, ci ha dato più tempo per pensare. Un po’ come l’otium di cui parlavano gli antichi, un tempo che sembra fermo, ma, in realtà, è pieno di spunti e di creatività. È stata una pausa apparente, un momento di semina che ci porterà, sono certa, ottimi frutti”.
“C’è davvero una forte voglia di ricominciare – continua Giulia Liu -. Sento quasi un’ansia da prestazione positiva, come quando un cantante sale sul palco per la prima volta dopo tanto tempo. Questa lunga attesa ci ha dato quella carica di adrenalina che ci farà lavorare con ancor più entusiasmo. Anzi, posso dire che è proprio l’adrenalina che ci è mancata. Il nostro lavoro è fatto di amore e di tempi veloci. È una grande gioia poter tornare finalmente alla normalità. Ma è importante sottolineare che non siamo più come prima, che questa attesa ci ha cambiato: ripartiremo con una maggiore consapevolezza”.
Il ristorante Gong Oriental Attitude riaprirà il 1 giugno a pranzo e a cena, dalle 12.00 alle 15.30 e dalle 19.00 in poi, fino all’ora che sarà consentita dalle disposizioni di legge.
“Ripartiamo con la stessa squadra – spiega la titolare Giulia Liu -. Siamo sempre noi. Il legame del nostro team non si è mai spezzato, abbiamo saputo aspettare insieme. I nostri rapporti sono stati costruiti negli anni. Pensiamo che lavorare con persone in grado di avere una forte intesa è indispensabile per offrire un servizio sempre di alto livello, fatto di ritmo ed empatia. Nella cultura orientale, è importante il concetto di fluidità e di armonia, caratteristiche che si ottengono solo con il tempo e la costanza. Posso garantire che, alla riapertura, i nostri affezionati clienti troveranno gli stessi sorrisi di sempre”.
Cucina italiana e cucina cinese: assonanze che sono fonte
di ricchezza
“Dico sempre che la diversità è fonte di una ricchezza perché porta ogni giorno ad un confronto costruttivo – continua la titolare Giulia Liu -. La cucina cinese e quella italiana sono in realtà più vicine di ciò che si pensi. È sufficiente pensare alle paste fresche e secche, lunghe e corte, ai ravioli, alle paste ripiene, che sono presenti in entrambe le cucine. Da Gong Oriental Attitude, il connubio tra Italia e Cina in cucina è sempre armonico e fonte di novità. Infatti resta saldamente alla guida delle nostre cucine Guglielmo Paolucci, chef di lunga esperienza, ormai con noi da 4 anni, affiancato da Zuo Cuibing, chef originario di Pechino, Maestro della cucina tradizionale cinese. Se, da una parte, Guglielmo Paolucci è un grande esperto di tecniche e di estetica del piatto, con un fondamentale occhio di riguardo alle materie prime fresche italiane, Zuo Cuibing è la nostra anima cinese più autentica, conoscitore delle salse millenarie e dei segreti che costellano la cultura orientale. Nelle cucine di Gong, continuerà a crearsi, in ogni menu, questa commistione viva e questo scambio sinergico tra due culture ricche di storia e di creatività, che fa del ristorante Gong Oriental Attitude un luogo unico di gusto e conoscenza. I nostri chef sono due figure vicine, indispensabili e complementari”.
Il menu speciale
per la riapertura: Assoluto di Peking Duck
Per la riapertura del 1 giugno il ristorante Gong Oriental Attitude lancia un menu speciale dedicato all’Anatra in tutte le sue sfumature: sapore, consistenze e diverse tecniche di lavorazione per omaggiare questo ingrediente al 100%.
“Il menu Assoluto di Peking Duck è frutto di uno studio durato più di un anno – spiega la titolare Giulia Liu –. Anticamente la Peking Duck non era un piatto ma un rito, una serie di pietanze consumate solo all’interno della Corte dell’Imperatore. Si pensa che la ricetta sia nata intorno al 1300 alla Corte della Dinastia Yuan. Era dedicata solo ai regnanti e preparata in occasioni speciali. Ecco perché abbiamo voluto riproporla e ripensarla per l’apertura del 1 giugno. Questa ripartenza – dopo un anno e mezzo di stasi e di incertezza– è davvero un’occasione da festeggiare con un menu unico e speciale. Un percorso di gusto che sarà anche un momento di gioia e di buon augurio”.
“Abbiamo pensato di non limitarci solo al famoso piatto della Peking Duck, cioè il Petto d’Anatra – continua Giulia Liu - ma abbiamo voluto fare un omaggio ad ogni parte dell’animale, dall’antipasto di foie gras fino al brodo che ci accompagna verso la portata finale. Il nostro desiderio è quello di far capire come l’Anatra possa cambiare a seconda delle diverse tecniche di cottura e di lavorazione, con l’obiettivo di valorizzarla in tutte le sue sfaccettature. Bisogna anche sottolineare che, da sempre, nell’antica cultura cinese il rispetto dell’animale sta proprio nel non sprecarne nemmeno un pezzetto: anche noi di Gong Oriental Attitude, con questo menu, abbiamo voluto dimostrare che anche la parte che sembra più umile, come la pelle, può diventare preziosa e ricca di gusto. Il procedimento segreto della preparazione della Peking Duck è stato custodito per oltre 500 anni. Solo con la fine della dinastia Qin, i cuochi di Corte uscirono dalle mura protette del Palazzo dell’Imperatore, per raccontare la ricetta al mondo. Oggi noi siamo custodi di queste tradizioni, e, unendole alle nostre tecniche moderne e alla nostra creatività, le portiamo a nuova vita”.
I piatti del menu Assoluto di
Peking Duck
Nasce così il nuovo menu Assoluto di Peking Duck, omaggio all’Anatra nella sua interezza, al cui interno si trova anche l’iconico piatto Peking Duck, ma non solo. Una visione culinaria globale, un tributo totale all’Anatra, che diventa l’ingrediente principe attorno al quale ruotano tantissime ricette.
Il menu comincia con il Foie gras, proposto in modo innovativo. Si tratta di uno Spiedino di scaloppa di foie gras, impanato con panko, accompagnato da marmellata di cipolla rossa con chips al curry, spezia molto usata nella cucina cinese (in particolare nella Cina Centrale) per conferire al piatto maggiore carattere.
Il secondo antipasto è Yan Xun Ya, Petto di anatra affumicato, servito con insalata mizuna, dressing di sesamo e olio al peperoncino. Un piatto che racconta l’antica arte delle affumicature, fondamentale metodo di conservazione delle carni. Il petto d’anatra viene affumicato artigianalmente con riso e foglie di tè, per conferire alle carni un aroma delicato e intenso.
Dopo questi antipasti arriva il piatto forte del menu, la Peking Duck, che veniva servita come un rito alla Corte dell’Imperatore. Da Gong Oriental Attitude si segue la preparazione antica. Il piatto, infatti, non arriva già pronto dalle cucine, ma l’anatra viene portata intera su un carrello per essere lavorata direttamente al tavolo. Davanti al cliente, come un tempo avveniva davanti all’Imperatore, si inizia a preparare il piatto. Serve ottima conoscenza delle parti dell’animale e una grande tecnica nell’arte del taglio, che non si può improvvisare. Dall’anatra intera si ricava la pelle croccante, che si degusta insieme a sottili pancake fatti a mano. La pelle è un ingrediente che potrebbe essere considerato umile, in realtà è il fulcro della preparazione Il cliente potrà farcire a suo piacimento i pancake cinesi, con la pelle laccata dell’anatra e la julienne di verdure.
Come in un rito, l’Anatra senza la pelle torna poi in cucina per una seconda elaborata preparazione: la cane
viene tagliata a cubetti e saltata con pepe e porro per diventare il ripieno
dei tradizionali Dim sum in pasta
cristallo cotti al vapore.
Un’altra parte delle carni viene saltata al wok con le verdure di stagione e andrà a riempire una Mezzaluna di lattuga, per dare freschezza al boccone.
Per una visione davvero a 360 gradi del gusto dell’Anatra, viene servito
poi un Brodo di a
Anatra arricchito spaghetti di soia con verdure. In Cina infatti, il brodo è una componente essenziale del pasto, perché, essendo tiepido, favorisce la digestione di tutto ciò che si è mangiato in precedenza, con effetto distensivo e purificante.
L’ultimo atto, di questo percorso e di questo racconto, è l’Anatra all’Arancia, rivisitazione creativa della ricetta tipica, un piatto a due componenti.
Il petto d’anatra viene prima glassato con le 5 spezie cinesi, poi leggermente affumicato, con foglie di tè e lasciato frollare per 20 giorni, in modo da ottenere una carne tenerissima. Il petto viene servito con una salsa all’arancia e pepe Sichuan. Si accompagna con un Involtino ripieno di coscia confit, marinata in salsa hoisen, pepe nero, salsa d’ostrica e gel di arancia.
Il menu si conclude, con la Mooncake ripensata con stile moderno: la forma resta quella tradizionale, rotonda, a ricordare la circonferenza della luna. Alla base della Mooncake, un morbido biscotto alla mandorla, sovrastata da una mousse alla fava Tonka con inserto di gelée al mango, il tutto circondato da una fascia sottile di cioccolato bianco. Il dolce è decorato con foglia d’oro per sottolinearne la preziosità e due bastoncini di cioccolato a ricordare le bacchette cinesi.
“Questo menu completo dedicato all’Anatra racconta, come sempre, la nostra identità: un mix di Italia e Cina, un mondo di piatti che raccontano due culture sempre più vicine, certi che la diversità sia sempre fonte di ispirazione e di ricchezza – conclude la titolare Giulia Liu -. Non vediamo l’ora di riaccogliere finalmente i nostri ospiti nelle sale interne del ristorante, sia a pranzo che a cena, in tutta sicurezza. Oltre al menu speciale Assoluto di Peking Duck, non mancheranno tante nuove proposte stagionali e, naturalmente, i piatti più amati che hanno fatto la storia Gong”.
L’abbinamento dei vini
Il menu Assoluto di Peking Duck verrà accompagnato da una degustazione di vini pensata ad hoc.
“Nonostante tratti di un menu a base solo di carne, non ci siamo voluti limitare all’abbinamento con vino rosso, che potrebbe sembrare più immediato – spiega Giulia Liu - ma abbiamo studiato un divertente percorso che comprende una bollicina iniziale, diversi tipi di sakè, l’immancabile rosso e vini macerati. Per finire, in puro stile cinese, un Tè bianco pregiato alla peonia, dal gusto leggero e raffinato, perfetto per accompagnare la Mooncake alla fava Tonka”.
Le 8 portate del Menu Assoluto di Peking Duck
Amouse Bouche
Si comincia il pasto con il simbolo dell’accoglienza per
eccellenza: pane fatto in casa con semi
di lino e farina di segale, accompagnato da una quenelle di burro francese salato aromatizzato alle alghe, per
unire la tradizione italiana allo stile orientale. Si continua con i Baci di dama orientale, due meringhe
alla barbabietola rossa unite da maionese allo sriracha, e con il Cracker di alga nori con alice
all'aceto di riso e salsa d’ostrica.
Dopo l’Amouse Bouche inizia il percorso vero e proprio,
declinato in 8 portate:
Foie gras
Spiedino di scaloppa di foie gras, panko, marmellata di cipolla rossa e chips al curry
Yan xun ya
Petto di anatra affumicato, servito con insalata mizuna, dressing di sesamo e olio al peperoncino
Peking duck skin
pelle di anatra laccata servita croccante con pan cake cinesi e julienne di verdure
Dim sum di anatra
Ravioli di pasta cristallo farciti con anatra confit, porro e pepe nero
Mezzaluna di lattuga e anatra
Mezzaluna di lattuga e brunoise di anatra al sale e pepe
Rou Tang
Brodo di anatra e spaghetti di soia con verdure
Anatra all’arancia
Petto d’anatra leggermente affumicato e fatto frollare per 20 giorni, fondo al pepe sichuan e succo di arancia, servito con involtino di coscia confit marinata in salsa hoisen, black pepper, oyster sauce e scorza arancia rapé
Dessert
Mooncake alla fava Tonka
Menu degustazione per persona esclusi bevande e caffetteria € 110
Vini in abbinamento per persona € 75
Informazioni
utili
Ristorante Gong
Oriental Attitude
Corso Concordia 8, Milano
Telefono:
02 7602 3873
Sito
web: www.gongmilano.it
Guia Besana, Ilaria Magliocchetti Lombi, Sara Lorusso,
Carolina Amoretti, Maria Clara Macrì, Roselena Ramistella,
Zoe Natale Mannella, Simona Ghizzoni
LUNEDÌ 31 MAGGIO ALLE 21.15 SU SKY ARTE
Episodio 3: SARA LORUSSO – Sul mio corpo
DISPONIBILE ANCHE ON DEMAND IN STREAMING SU NOW
LE FOTOGRAFE è la nuova serie Sky Original in onda da lunedì 24 maggio alle 21.15 su Sky Arte (canali 120 e 400) e disponibile anche on demand e in streaming su NOW. La docu-serie, creata e diretta da Francesco G. Raganato eprodotta da Terratrema Film in collaborazione con Seriously, ha come protagoniste otto fotografe italiane che trattano temi legati al femminile.
Ogni episodio è dedicato a una fotografa, al suo originale punto di vista e a un tema specifico – dall’amore alla sessualità, dal ruolo della donna nella società al body positivity – uniti dalla concezione dellafotografia come strumento di indagine, di racconto e di espressione artistica.
Le protagoniste – Guia Besana, Ilaria Magliocchetti Lombi, Sara Lorusso, Carolina Amoretti, Maria Clara Macrì, Roselena Ramistella, Zoe Natale Mannella e Simona Ghizzoni – non affrontano solo temi strettamente femminili, ma svelano mondi complessi in cui ognuna porta avanti la sua ricerca, cresce nel suo lavoro, afferma la sua presenza nel contesto della cultura visiva, contribuisce a cambiare e arricchire l’immaginario fotografico italiano.
Lunedì 31 maggio andrà in onda il terzo episodio, dedicato a Sara Lorusso.
Nella sua casa-studio a Bologna, Sara ci presenta la sua prima serie fotografica, About Sexuality, che, attraverso scatti a parti del suo corpo accostati a elementi naturali, parla della sessualità femminile e di come questa sia ancora considerata un tabù. Sara racconta di come la fotografia l’abbia aiutata a superare il rapporto complicato con il suo corpo, grazie anche ai consigli dell’artista Valentina d’Accardi con cui ha condiviso il potere terapeutico dell’arte.
La fotografa ci parla poi dei suoi primi lavori commissionati, in cui emerge sempre la sua personale modalità di rappresentazione del corpo. In questo contesto, uno dei ritratti a cui è più legata è quello all’atleta paraolimpica Veronica Yoko Plebani, che la porta a riflettere sull’importanza dello stare bene nel proprio corpo e sulla femminilità oltre gli stereotipi estetici.
Conosciamo poi due amiche dell’artista, che con lei hanno dato vita ad un progetto editoriale tutto al femminile, Mulieris Magazine, rivista semestrale che valorizza la capacità creativa della donna e che tratta tematiche legate alla questione di genere. Le ragazze conversano sul tema del prossimo numero, la vergogna.
Sara ci racconta inoltre del suo nuovo progetto, dedicato al racconto del femminile che può essere ritrovato nel maschile: New Masculinity. Il soggetto dei suoi ritratti è La Persia, un giovane designer che ha conosciuto durante un Gay Pride, ritatto in guepiere sul suo letto, come una diva degli anni ’20. Sara e La Persia ci raccontano di come gli stereotipi sul genere debbano essere superati e di quanto sia importante per questo la rappresentazione estetica del gender fluid.
Vediamo poi la fotografa, in due location diverse, intenta a scattare due coppie di amiche in atteggiamenti intimi e amorevoli, per il progetto Love is Love, e ci racconta dell’importanza per lei di rappresentare l’amore.
Infine, Sara ci parla del tema della famiglia e della maternità mentre fotografa una giovane madre con il suo bambino. Subito dopo, l’artista scatta alcuni ritratti insieme a sua madre.