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mercoledì 28 febbraio 2018

Le ferrovie (non) dimenticate : a Ponte nelle Alpi per la Ferrovia delle Dolomiti (Az.n.1)


La prima settimana di Borghi d'Europa per '2018 Anno Europeo del Patrimonio Culturale', si
apre con una azione ispirata alla Giornata Nazionale delle Ferrovie dimenticate, promossa a
livello nazionale da Co.Mo.Do (Cooperazione per la mobilità dolce).

"Vivere la cultura dello spazio aperto seguendo territorio e paesaggio lungo un filo dolce e continuo a bassa velocità. Ricercare bellezze paesaggistiche e storiche del territorio, ripercorrendole lentamente per riscoprire ogni sua ricchezza culturale, estetica ed emozionale. Con queste premesse riparte il "Mese della Mobilità Dolce" ideato da Co.Mo.Do., con la giornata di punta dedicata alle Ferrovie Dimenticate (giunta alla sua undicesima edizione -prima domenica del mese di marzo), giornata partecipata da centinaia di associazioni locali ambientaliste, di equiturismo, di cicloturismo e trekking che hanno il merito di portare all'attenzione dell'opinione pubblica le linee dismesse, quando l'Italia si muoveva dolcemente fra piccoli centri ed entroterra più profondi, in zone baciate dalla bellezza di paesaggi unici.
L'obiettivo di Co.Mo.Do. non è un'ambizione conservatrice, ma progettuale. Una ferrovia dismessa può diventare tante cose utili: tornare ferrovia se ci saranno le condizioni, diventare una greenway, favorire il recupero di un territorio, trasformarsi in un parco naturale, in un corridoio ecologico. Oppure si può tenerla semplicemente 'congelata', in attesa di progettazioni differenti, ma 'protetta' da ogni degrado.
Il compito di Co.Mo.Do. attraverso l'organizzazione del Mese della Mobilità Dolce è di portare economia green attraverso la mobilità leggera e l'intermodalità in aree a vocazione turistica e paesaggistica, individuando sistemi di reti di percorsi fruibili dal turismo dei bikers e dal turismo familiare, dai cavalieri e dai pedoni coinvolgendo associazioni ed enti locali al dialogo con le Istituzioni perché d'obbligo possano investire nelle infrastrutture verdi, come accade in Europa. Molti percorsi virtuosi di recupero e rilancio avvengono dal basso e dai territori e per questo obiettivo Co.Mo.Do. si impegna ad attivarsi per far conoscere, riscoprire e approfondire con le comunità, le scuole e le organizzazioni locali l'inestimabile patrimonio delle infrastrutture dismesse come beni comuni da salvaguardare per rappresentare risorse su cui impostare uno sviluppo sostenibile del territorio. Un turismo ben progettato e ben gestito può contribuire a dimensioni dello sviluppo sostenibile perché aumenta il capitale sociale dei territori, contribuisce alla crescita dell'occupazione, diffonde la consapevolezza del grande patrimonio naturale e culturale del nostro Paese. Un modo concreto di "fare" per il bene pubblico ed il piacere della scoperta."

Il primo incontro si tiene a Ponte nelle Alpi (BL), presso la Locanda La Stazione , affrontando i temi
della Ferrovia delle Dolomiti e delle produzioni agricole alternative.
Ponte nelle Alpi, grazie al Patrocinio della Civica Amministrazione, è entrato a far parte dei Borghi
del Gusto lungo le Strade Ferrate. Eè previsto l'intervento dell'on.Roger De Menech,Presidente del Fondo per i Comuni Confinanti.
Risultati immagini per immagini roger de menech

Sontium, terra & acqua: con la nuova cuvée I Feudi di Romans rende omaggio al fiume Isonzo






Dopo mesi di attesa, anteprima alla “Fondazione Feltrinelli” di Milano per l’ultima creazione della cantina Lorenzon prodotta con uve di qualità eccellente provenienti da antiche viti

Milano, 28 febbraio 2018_La cantina Lorenzon rende omaggio alla sua terra trasformando le sue uve migliori in un vino sublime, espressione di un territorio unico vocato all’eccellenza. Da antichi vigneti riscoperti nasce Sontium, dalla traduzione in latino di Isonzo, una nuova cuvée che inebria i sensi e seduce con la sua eleganza. La novità è stata presentata in anteprima martedì 27 febbraio alla “Fondazione Feltrinelli” di Milano nel corso della tavola rotonda dal titolo “Il vino italiano nel mercato globale”. I Feudi di Romans, la linea più prestigiosa dell’azienda di San Canzian d'Isonzo (GO), si arricchisce così di una nuova etichetta prodotta in edizione limitata. Le bottiglie saranno disponibili a breve nel canale Ho.re.ca..

«Con questa cuvée - spiega il presidente e fondatore della società, Enzo Lorenzon - abbiamo voluto rendere omaggio alla nostra DOC: Friuli Isonzo. La continua ricerca dell’eccellenza e di nuovi prodotti che rappresentino il carattere dell’azienda, ci ha spinti a realizzare un vino unico nel suo genere che ha già conquistato i palati più raffinati».

Sontium è il risultato di una metodica selezione delle migliori uve di Pinot BiancoFriulanoMalvasia e una piccola parte di Traminer Aromatico. Il lavoro in vigna è meticoloso: nei mesi precedenti la vendemmia viene svolto il diradamento manuale dei grappoli in modo da ottenere una produzione più bassa, ma qualitativamente migliore con una maggiore concentrazione di sostanze estrattive. La raccolta dell’uva viene svolta rigorosamente a mano solo da vendemmiatori esperti che selezionano unicamente i grappoli dei vigneti più vecchi dell’azienda. La scelta di far riposare il Pinot Bianco in tonneaux di cui la metà nuove e l'altra metà di secondo passaggio, consente di ottenere una marcatura non troppo evidente del legno e di donare al vino sentori speziati più delicati. Al naso è una continua ricerca di suggestioni rivelando un bouquet ampio e complesso con le sue particolari note speziate e di frutta matura. In bocca poggia il suo fascino sulla continuità gustativa, sul dettaglio aromatico. Flessuoso nella sua capacità di avvolgere il palato, si allunga con grande sapidità e ricchezza nel retrogusto. Eleganza allo stato puro.

CON L’INIZIATIVA ‘ESSENZE SANNITE’ LE BOTTIGLIE DELLA VINICOLA DEL SANNIO DIVENTANO VOCE NARRANTE DEL SAPERE E DEI SAPORI DI UN TERRITORIO MAGICO

Un collarino bimestrale con una carrellata di storie che ruotano intorno
al vino
per raccontare ai consumatori l’affascinante unicum che pregna la terra
sannita


Incuriosire, emozionare, stimolare la conoscenza del territorio sannita
attraverso il vino. È questo l’obiettivo di ‘Essenze Sannite’,
iniziativa messa in campo dall’azienda ‘Vinicola del Sannio’ di
Castelvenere. Con cadenza bimestrale le etichette di una delle linee
prodotte dall’azienda saranno corredate da un prezioso collarino ad otto
facciate, che riporta una piccola carrellata di ‘Storie da un territorio
magico’ impreziosite da suggestive illustrazioni.
Racconti che prendono spunto dalla storia, dalla cultura, dalle
tradizioni, dai miti e dalle leggende e dalla gastronomia del Sannio,
descrivendo sapere e sapori di un territorio da sempre legato alla
coltivazione della vite. Un tuffo in quella “magia” chiamata Sannio per
coinvolgere emotivamente i consumatori che si troveranno tra le mani,
insieme ad un buon bicchiere di vino, le essenze di un terra integra ed
accogliente.
Alle bottiglie impreziosite dal primo numero di questo progetto si è
deciso di affidare un vero e proprio invito alla conoscenza di un
territorio unico e irripetibile. Si parte con brevi cenni storici su
Castelvenere, luogo in cui le relazioni sociali e i valori della gente
non prescindono mai dalle suggestioni che evocano il vino. Attraverso la
ricostruzione di un’invasione di cavallette avvenuta nella primavera del
1878 si racconta poi della nascita della viticoltura moderna nel Sannio.
Viene toccato anche l’aspetto del mito, con un racconto dedicato al
‘Ciprigno’, vino prodotto un secolo fa dai primi cantinieri
castelveneresi e il cui nome ricordava il rapporto tra il nome del paese
con la dea Venere. Nello spazio dedicato alla gastronomia spicca la
storia e la ricetta della ‘scarpella’, piatto tipico di Castelvenere, i
cui sapori rievocano contaminazioni longobarde e gli ingredienti della
transumanza.
Nelle prossime uscite si continuerà a raccontare il territorio
attraverso gli appunti storici, le sue ricchezze naturali e
architettoniche, le curiosità legate alla diffusione dei principali
vitigni, la ricostruzione di tradizionali tecniche di vinificazione e le
leggende, con particolare riferimento a quelle con protagoniste le
janare.
Questa narrazione emotiva prosegue in maniera più approfondita anche sul
sito dell’azienda (www.vinicoladelsannio.it). Un “qr code” consente ai
consumatori di collegarsi, attraverso il semplice utilizzo di smartphone
o tablet, alla specifica sezione ‘Essenze Sannite’, che permette di
conoscere tante curiosità e storie di una terra ammaliante mentre si
degustano nettari a denominazione di origine.
Il tutto per raccontare attraverso una formula diretta e coinvolgente
quell’unicum che pregna il territorio sannita, per trasferire ai
consumatori – potenziali viaggiatori – l’invito ad addentrarsi nella
magia di un paesaggio, tra le vigne e le campagne e tra le viuzze e gli
slarghi dei centri storici del Sannio.

Il Correggio ritrovato La Sant'Agata di Senigallia a cura di Giuseppe Adani 15 marzo - 2 settembre 2018 Palazzetto Baviera Senigallia (AN) Inaugurazione 14 marzo ore 17.30




Il Comune di Senigallia apre la stagione espositiva 2018 con un importante ritrovamento nel campo dell’arte Rinascinamentale. Dal 15 marzo fino al 2 settembre 2018 sarà esposto presso il Palazzetto Baviera un Correggio ritrovato: il bellissimo volto di Sant’Agata.

Grazie all’Associazione “Amici del Correggio” che hanno ri-trovato l’opera presso una nobile famiglia di Fano e al Professor Claudio Paolinelli che l’ha portata all’attenzione del Comune di Senigallia, l’amministrazione comunale in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi ha voluto subito mettere in luce questo eccezionale ritrovamento di portata internazionale.
 
Definito “il pittor delle Grazie”, Antonio Allegri detto il Correggio (1489-1534), figlio geniale del magistero leonardesco, ha saputo portare la vivezza della pittura, i moti dell'animo, le libertà dei corpi nelle pale d’altare e nelle immense cupole celestiali, così come negli amori ricchi di intensità erotica e non da ultimo nei visi profondamente espressivi dei suoi soggetti femminili, guadagnandosi la stima del Vasari che scrisse  “tengasi pur per certo che niuno meglio di lui toccò i colori” e ancora aggiunse “certissimamente Antonio meritò ogni grado et ogni onore da vivo, et ogni gloria dopo la morte”.
 
La Sant’Agata “di Senigallia” - martire patrona di Catania - non è da meno ed è ritratta dal Correggio in un momento di contemplazione dei simboli del suo martirio. Il leggero mantello che le avvolge il collo, il volto di grande bellezza, la capigliatura soffice e ordinata, la collocano alla metà degli anni ‘20 del Cinquecento. Anche se ancora non è nota la committenza e la prima destinazione della Santa, la tavola si pone nel pieno della maturità del pittore e a diritto può essere considerata come fosse una prima prova per capolavori come l'Adorazione degli Uffizi, lo Sposalizio mistico di Santa Caterina del Louvre, la Santa Caterina leggente di Hampton Court, e a ritratti femminili che hanno caratteristiche simili a quelle della Sant'Agata.
 
Il dipinto su tavola è legato a doppio nodo a Senigallia e proprio per questo sarà esposto nel rinascimentale Palazzetto Baviera - recententemente aperto dopo i restauri - simbolo della storia della città.
Questo piccolo - ma solo per dimensioni - capolavoro correggesco, era arrivato a Senigallia alla fine dell’Ottocento, portato in dono da un gentiluomo inglese al celebre medico Angelo Zotti, luminare che gli salvò la vita. La Sant'Agata era stata probabilmente acquistata nel Settecento, già come autografo del Correggio, da un viaggiatore inglese, e sono in corso ricerche per individuarne la collocazione in una delle collezioni private inglesi tra il XVIII e il XIX secolo.
Anche la “Escursione Artistica per Sinigaglia” di Alfredo Margutti edita nel 1886, la attribuisce chiaramente al Correggio, consigliandone addirittura la visione presso la vedova del Dottor Zotti nella cittadina marchigiana. La tavola però non rimarrà presso la famiglia Zotti ma, attraverso diverse vicende ereditarie, arrivò nel Novecento in possesso di due nobili sorelle residenti a Fano.
E’ qui che nel 2004 la vide Dario Fo, interpretando il volto della Santa come un ritratto di Jeronima, moglie bellissima del Correggio, ed è proprio grazie all’attore premio Nobel che il dipinto venne restaurato e pubblicato, arrivando oggi ad essere esposto al pubblico.
 
Per la città di Senigallia è un onore poter presentare  questa importante opera ritrovata eseguita da uno dei maestri dell’arte Rinascimentale italiana come il Correggio all'interno dello scrigno prezioso di Palazzetto Baviera, riaperto lo scorso anno dopo lo splendido restauro.” - dichiara il Sindaco Maurizio Mangialardi - “Con questa mostra, che si avvale sempre della proficua collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, si apre la stagione espositiva di Senigallia, inserita ormai a pieno titolo nel grande circuito delle città d'arte italiane”.
 
La mostra è costruita per immagini e testi che raccontano il Correggio e che conducono, attraverso confronti stilistici e documentari, alla tavola con la Sant’Agata protagonista assoluta dell’esposizione, dimostrando come l’espressione del viso della modella ritratta dall’artista, sia stata poi impiegata, nelle sue peculiarità, in grandi e famose tele – sacre e profane – del “Pittor delle Grazie”. A far da cornice al percorso espositivo, il piano nobile di Palazzetto Baviera, in cui spiccano i soffitti decorati a stucco e realizzati dall’artista urbinate Federico Brandani nella seconda metà del Cinquecento.
 
Il catalogo della mostra Il Correggio ritrovato: la Sant'Agata di Senigallia, edito da Silvana Editoriale comprende contributi di Giuseppe Adani, Renza Bolognesi, Benedetta Montevecchi e Donato Mori.

ZAFFERANO LEPROTTO PARTNER della ASSOCIAZIONE ALBERIO ONLUS Sezione “CONFRATERNITA DELLA PENTOLA”






Dopo il successo della prima “Festa del Risotto” a Milano lo scorso novembre, ZAFFERANO LEPROTTO e Associazione Alberio Onlus sezione “Confraternita della Pentola”, che dal 2008 promuove iniziative di solidarietà e beneficienza, stringono una partnership per una seria di iniziative solidali in programma per tutto il 2018.

Si comincia con l’evento gastronomico "Verso SAINDER".

Dal 01 al 04 marzo 2018 sul Sentierone di Bergamo, nel centro storico della città, sarà possibile degustare il risotto alla luganega solidale preparato dalla Confraternita della Pentola e impreziosito dallo ZAFFERANO LEPROTTO.

La manifestazione sarà la prima all’interno di un vero e proprio road show che avrà il suo culmine nel Salone Internazionale del Riso (SAINDER) che si svolgerà dal 7 al 10 ottobre 2018 a Torino.

ZAFFERANO LEPROTTO e la “Confraternita della Pentola” saranno tra i protagonisti di questi eventi con degustazione di risotti solidali che hanno lo scopo di valorizzare un’eccellenza italiana,

martedì 27 febbraio 2018

Si scaldano i motori per la XIII edizione dell’ Italia Beer Festival, la prima che si apre all’ internazionalità 23-24-25 marzo a Milano




Il weekend che va dal 23 al 25 marzo andrà in scena la XII edizione dell'IBF- Italia Beer Festival, il primo festival sulle birre artigianali d’Italia e ora anche internazionale, nello Spazio East Ends Studio 90 di Via Mecenate 88/a a Milano.

La novità dell’anno è infatti proprio l’internazionalità: in degustazione le birre artigianali di diversi birrifici esteri.

L'idea è di Paolo Polli, già autore dell'Italia Beer Festival dal 2005, la prima manifestazione italiana dedicata alla birra artigianale, arrivata alla 13° edizione, che oggi si apre all’estero, nonché fondatore della prima Associazione Degustatori Birra e tra i primissimi promotori dell'eccellenza brassicola artigianale italiana con il programma BQ TV dedicato alla birra e ai pub su un canale Sky e la rivista BQ (Birra Artigianale di Qualità).

“Tredici anni di festival sono un grande traguardo per me e per gli appassionati di birra artigianali, nonché per i birrifici che sono stati fedeli in tutti questi anni. Si può dire che siamo stati i pionieri di tanti festival che hanno preso ispirazione dal nostro, e per noi è un onore” dichiara Polli. “Siamo stati tra i primi, 13 anni fa, a parlare di birra artigianale e a riunirci nel primo festival, ci hanno additato di follia. Ma dopo tante edizioni siamo ancora qui a offrire delle belle esperienze degustative a chi di birra ne capisce davvero. Per questo festival, per festeggiare il compimento dei 13 anni, ospitiamo per la prima volta anche dei birrifici esteri”.

Agli East Studios, sarà possibile degustare 10 cl e 25 cl rispettivamente per uno o due gettoni, corrispondenti a 1 e 2 euro acquistabili in loco.

Costi e orari:

Gli orari di apertura del festival saranno venerdì 23 marzo dalle 17 alle 2; sabato 24 marzo dalle 12 alle 2 e domenica 25 marzo dalle 12 a mezzanotte presso gli East End Studios 90 di via Mecenate 90 a Milano; il biglietto di ingresso sarà di 7 euro e 2 euro di cauzione per il bicchiere, chi porterà il suo e il porta bicchiere da collo delle manifestazioni precedenti lo potrà fare.
Luogo:
East End Studios 90 di via Mecenate 88/a a Milano

Costo:
7 euro per l'ingresso e 2 euro di cauzione per il bicchiere.

FA FREDDO? EAT CHOCOLATE CON NOI A ROMA, ALBA E ASTI




Fa freddo? Burian impazza? Keep calm and eat chocolate! Le sostanze benefiche contenute nel cacao, insieme a un po’ calorie di pronta digeribilità, possono aiutarci a superare questa “coda d’inverno”. Anche per questo abbiamo deciso di continuare il nostro #chocotour con nuove tappe, coadiuvati dagli amici cioccolatieri che allieteranno le nostre presentazioni con “lezioni” pratiche di degustazione del Cibo degli Dei.
Saremo presto a Roma, dunque, a Eataly Ostiense con un evento davvero eccezionale: ci accompagnerano nella chiacchierata sul nostro libro - di cui tutti parlano, trovate qui tante recensioni:
http://www.claragigipadovani.com/cioccolato/recensioni - la simpatica giornalista Eleonora Cozzella (nella foto in alto, da sinistra), recentemente giudice a MasterChef, e il grande esperto G.B. Mantelli, direttore commerciale di Venchi, antica e rinomata azienda piemontese, sempre più impegnata nell’utilizzo dei migliori crus di cacao. Durante la straordinaria degustazione si berrà un Barolo Chinato Borgogno, un vino perfetto con il cioccolato, di un’azienda con oltre 250 anni di storia.
E poi a fine marzo saremo nelle nostre Langhe e Monferrato, perché Asti e Alba hanno deciso di unirsi nella Dolce Valle, un week end di eventi per celebrare i prodotti che hanno reso famose le due città piemontesi: dal cioccolato alla nocciola, dal miele al torrone, senza dimenticare la castagna, le torte, i biscotti, i dolci divenuti simbolo identitario di questa terra. E naturalmente, l’Asti e Moscato d’Asti Docg.

Meno 7 giorni all'inizio del Mese della mobilità dolce di Co.Mo.Do




Milano 27 febbraio 2018 - Presentato a Roma durante la Conferenza annuale di Co.Mo.Do. dal titolo "Rigenerazione di luoghi, beni culturali e paesaggi da vivere in mobilità dolce" il Mese della Mobilità dolce 2018, che partirà il 4 marzo e si protrarrà fino al 30 maggio.
Importante come sempre il focus sulle Ferrovie Dimenticate e sulle reti ferroviarie secondarie con in più una particolare attenzione per gli eventi di turismo equestre. I primi eventi già organizzati, regione per regione, si possono leggere sul portale www.mobilitadolce.org.
Nel corso della Conferenza Co.Mo.Do. ha accolto alla Camera dei Deputati un centinaio di spettatori nelle quattro sessioni e 27 relatori fra Presidenti e dirigenti di importanti realtà operanti nell'ambito della mobilità dolce e sostenibile, riuniti per la prima volta allo stesso tavolo. Presenti il Club Alpino Italiano, Federazione Italiana di ciclismo, Ass.Cammini d'Europa, Legacoop Nazionale Turismo, Unicoop Dipartimento Turismo, Fondazione Ferrovie dello Stato, Società Subalpina Impresa Ferroviaria, Ferrovia Circumetnea, Ass. Diritti Diretti Onlus, Ass. Handy Superabile, Engea, Valdichiana Senese, Coop. Internazionale Alpine Pearls, Uisp Ciclismo Nazionale, Regione Toscana Dipartimento Mobilità e Trasporti, Federazione Italiana Sport equestri, Federazione Italiana Turismo Equestre, Asiequitazione, Ente Nazionale Guide Equestri Ambientali, DMO Mediterranean Pearls, Fondazione UniVerde, Endas Equitazione. Tutti erano invitati a portare il loro contributo allo sviluppo di una rete di mobilità dolce nel Mediterraneo che miri a realizzare progettualità di spostamenti leggeri in treno, a piedi, a cavallo e in bici lungo antiche vie commerciali, strade bianche, greenwaays recuperate da sedimi dismessi, fiumi e laghi, ippovie e vie verdi che siano accessibili per tutti, piacevoli e sicure: strade per la gente. Tutte le figure di spicco presenti alla conferenza hanno fatto leva sulle opportunità offerte da Co.Mo.Do. di realizzare concrete e pragmatiche sinergie tra operatori di turismo verde e di mobilità leggera.
Interviste video di alcuni dei presenti alla Conferenza, sono già online nel canale Youtube di Co.Mo.Do. Prossimamente si potranno leggere interviste di altri partecipanti nel blog IAMCOMODO del portale www.mobilitadolce.org.
Luigi Cantamessa - Alfonso Pecoraro Scanio - Chiara Dall'Aglio - Daniela Isetti
Co.Mo.Do., che ha base operativa in Umbria, ha attivato un Centro Studi a Spoleto presso il Museo Ferroviario della ex Spoleto Norcia, con un comitato scientifico gestito dalla DMO Mediterranean Pearls, per realizzare progettualità e seminari formativi a tema.
Comunicazione: OfficineKairòs.it Grandi Eventi - Milano

lunedì 26 febbraio 2018

IL CIBO ITALIANO SI PRESENTA AL MONDO

Apre tra due mesi la 19° edizione di Cibus: in esposizione l’intera gamma dei prodotti alimentari industriali, tipici e ad indicazione geografica – Più di mille i prodotti che si presentano per la prima volta sui mercati – Un nuovo padiglione ospiterà una selezione dei prodotti più innovativi


(Parma, 26 febbraio 2018) – Cibus 2018, la fiera delle novità. Saranno più di mille i prodotti nuovi proposti da circa tremila aziende espositrici agli ottantamila operatori attesi. E i prodotti più innovativi saranno presentati in un’area dedicata, allestita all’interno di un nuovo padiglione. Gli operatori potranno degustare le novità anche grazie al moltiplicarsi di show cooking, con i migliori chef impegnati tra gli stand, ma anche nello spazio destinato ai prodotti tipici del territorio italiano.

La 19° edizione di Cibus (da lunedì 7 a giovedì 10 maggio 2018, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare) inaugura un nuovo padiglione (il n° 4,1) che ospiterà “Cibus Innovation Corner”, una selezione dei prodotti più innovativi oltre a talk e dibattiti sui trend e sulle dinamiche di innovazione in ambito food e distribuzione. La lista completa dei nuovi prodotti presentati a Cibus 2018 sarà consultabile sul sito e sulla app di Cibus.it.

Cresce il numero dei top chef che negli stand proporranno modi creativi di cucinare i nuovi prodotti dell’alimentare italiano. Il profilo gastronomico della fiera sarà arricchito dal nuovo format delle Food Court istituzionali, spazi degustazione e show cooking dei prodotti tipici del territorio, strutturati ed animati in modo continuativo nel Padiglione 8. Qui saranno presenti sia singole aziende locali sia aziende associate nelle Collettive di Regioni, Camere di Commercio e Consorzi (da Campania, Calabria, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Lazio ed altre). Ad esse si aggiunge, per la prima volta, l’area “Gourmet Taste”, costituita da una selezione di aziende che permetteranno di degustare prodotti gourmet internazionali, con venti e più espositori provenienti dall’Europa e dall’Asia.

Collocata strategicamente accanto a Food Court e Gourmet Taste, la Buyers Lounge ospiterà i circa 2.500 top buyers esteri ospitati, per i quali è stato incrementato il programma di visite guidate nelle aziende alimentari della food valley emiliana. Sono buyer e manager delle più importanti catene retail provenienti da Usa, Canada, Sud America, Europa, Medio Oriente, Asia. Saranno presenti anche i buyer della Grande distribuzione operante in Italia e all’estero, tra cui il Gruppo Auchan e Coop che allestiranno un proprio spazio per sourcing e promozione.

Cibus è la fiera di riferimento del cibo italiano per i mercati internazionali, grazie anche al programma continuativo di Roadshow intrapreso da Fiere di Parma in collaborazione con Federalimentare. Tra gli incontri più recenti, una delegazione di Cibus si è recata il 14 febbraio scorso al Rungis di Parigi, il più grande mercato agro-alimentare di prodotti freschi del mondo. Altre missioni sono già programmate a Dubai in questi giorni, a Londra per presentare Cibus al mondo della ristorazione e del Retail (27 febbraio e 15 marzo); alla fiera Foodex di Tokio, con una serata Cibus presso la sede dell’Ambasciata italiana (il 7 marzo). Quest’anno al centro dell’evento anche appuntamenti dedicati all’innovazione ed ai rapporti di filiera nel settore alimentare.

Ampio spazio ai prodotti italiani a denominazione d’origine nello stand di AICIG  (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche), mentre nel padiglione 7 “Multiprodotto” troveranno spazio gli stand della Direzione Pesca del Ministero dell’Agricoltura e delle Politiche agricole, di Micromalto che schiera decine di microbirrifici artigianali, delle produzioni d’olio presentate da Unaprol, nonché, per il primo anno, alcune best case del settore agricolo nazionale organizzate dal loro sistema di rappresentanza.

Per quanto riguarda il fuori salone in città, “Parma City of Gastronomy”, presenterà dal 5 al 13 maggio sotto i Portici del Grano, il racconto delle eccellenze gastronomiche del territorio attraverso un percorso multisensoriale di conoscenza dei prodotti che fanno di Parma la Capitale della Food Valley. Un’occasione per un’esperienza emozionale, dove le delizie dei sensi (assaggiare, odorare, ascoltare, vedere, accarezzare) permettono di immergersi nella vita della città. Parma come racconto di storie (quelle dei produttori, orgogliosi eredi di una tradizione antica) - diventano, per i visitatori, ambasciatori di un’arte del vivere.
   

Biodiversità, biologico e sostenibilità ambientale: la viticoltura lombarda guida la rivoluzione green



Regione al top per quel che riguarda la varietà di uve coltivate e riscoperte
Boom delle produzioni bio, che sono raddoppiate negli ultimi sette anni


Milano, 26 febbraio 2018 - Un patrimonio di biodiversità già al top in Italia e in ulteriore costante crescita grazie alla riscoperta e alla reintroduzione di preziose varietà autoctone. Un inarrestabile incremento delle superfici vitivinicole coltivate secondo i dettami dell’agricoltura biologica. E una serie di azioni nel segno della sostenibilità ambientale destinate a rappresentare una preziosa eredità per il futuro.
È un biglietto da visita decisamente green quello con cui le aziende vitivinicole lombarde si presenteranno alla 52ª edizione di Vinitaly 2018, il Salone internazionale del vino e dei distillati che si terrà a Verona dal 15 al 18 aprile. La valorizzazione di un territorio unico per varietà di climi, ambienti e terroir rappresenta infatti un carattere distintivo della viticoltura regionale, la quale all’interno del Padiglione Lombardia sarà rappresentata da oltre 200 produttori.

UN PADIGLIONE DA RECORD

La collettiva lombarda, tra le prime per numero di espositori, occuperà uno spazio di 8.500 metri quadrati complessivi, di cui circa 4.000 allestiti, nel “salotto buono” al primo piano del PalaExpo. Qui buyer, operatori e giornalisti specializzati troveranno circa 2 mila etichette in degustazione. E qui la varietà di un territorio caratterizzato da montagne, colline, pianura e grandi laghi sarà ben rappresentata anche in termini di biodiversità.
Dall’Erbamat in Franciacorta, alla Merera in Valcalepio, alla varietà Verdese sulle colline dell’IGT Terre Lariane, solo per fare qualche esempio, sono molte le varietà rilanciate negli ultimi anni. E anche grazie a loro la Lombardia, già ai primi posti a livello nazionale per varietà di vite per uve da vino coltivate, ha ulteriormente consolidato questa peculiarità, arrivando a 90 diverse tipologie presenti sul territorio regionale sulle 517 totali iscritte al Registro nazionale delle varietà di vite.
“Anche quest'anno l'appuntamento di Vinitaly testimonia l'importante patrimonio enogastronomico lombardo e italiano”, commenta il Presidente di Regione Lombardia. “Con oltre 3 mila imprese vitivinicole, 300 aziende giovani e gli importanti risultati raggiunti sui mercati esteri, il nostro si conferma un settore competitivo e in forte crescita”

IL BOOM DELLE PRODUZIONI BIO

Accanto alla valorizzazione della biodiversità, si è assistito negli ultimi anni anche a un vero e proprio boom della viticoltura biologica. Se nel 2010 gli ettari destinati a questo tipo di produzione o in conversione erano 908, nel 2017 hanno raggiunto in Lombardia quota 1.751 ettari, con un incremento del 93%. A far la parte del leone, la provincia di Brescia, prima a livello regionale con 522,5 ettari a biologico e 504 ettari in conversione. Seguono la provincia di Pavia, con 259 ettari a bio e 378 in conversione, quella di Mantova (rispettivamente 34,5 e 20,8 ettari), quella di Bergamo (rispettivamente 7,6 e 10,4 ettari), quella di Sondrio (rispettivamente 2 e 8,7 ettari). Chiudono Lecco, con 0,3 ettari a bio e 2,2 ettari in conversione, Milano con 0,6 ettari bio e Varese, con 0,1 ettari a bio.

“La Lombardia produce per il 90% vini a Denominazione di qualità, grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT”, dichiara l’Assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia. “Un indice indubbiamente di qualità, ma evidentemente non sufficiente, se è vero che il modello della produzione vitivinicola lombarda sta rispondendo alle richieste di un consumatore sempre più attento al biologico e alla sostenibilità. Come Regione, dall’entrata in vigore della nuova programmazione comunitaria abbiamo sostenuto il comparto con oltre 67 milioni di euro nelle varie misure, tenuto conto che il sostegno all’internazionalizzazione sui Paesi Terzi è stato fortemente penalizzato dai ben noti ritardi del Mipaaf in materia di Ocm Vino. In tal senso, ritengo che la vetrina di Vinitaly possa in parte rilanciare il percorso di crescita all’estero, che deve recuperare quel valore aggiunto che la Francia ha ottenuto negli anni grazie alla comunicazione del terroir e delle proprie zone di produzione sui mercati mondiali”.

Un valore aggiunto che passa anche per la svolta avviata dalle aziende e dai Consorzi di tutela dei vini lombardi, pronti non solo a convertire la produzione, ma anche ad avviare sperimentazioni e intraprendere iniziative nel segno della sostenibilità ambientale. Dall’azienda dell’Oltrepò Pavese che utilizza le capre in vigna per la cura del vigneto, a quelle che in Franciacorta utilizzano ferormoni di insetti per generare confusione sessuale e tenere sotto controllo la diffusione delle specie nocive, passando per gli interventi con microcamere in vigna e per l’utilizzo di piante selezionate che favoriscono la presenza di insetti utili, il catalogo è davvero ampio.

LA RICERCA E LA PROMOZIONE DELL’ECCELLENZA

“Le nostre imprese hanno dimostrato di sapere coniugare una produzione di qualità con la valorizzazione delle peculiarità del territorio e con una visione futura del comparto, utile anche per conquistare quei mercati esteri, soprattutto del Nord Europa, dove i prodotti biologici sono maggiormente ricercati”, commenta Daniele Riva, Vicepresidente di Unioncamere Lombardia e Presidente della Camera di Commercio di Lecco. “Non a caso i dati per i primi nove mesi del 2017 indicano per i vini lombardi un ulteriore incremento dell’export del 3,7% rispetto al periodo gennaio-settembre 2016. Come Sistema camerale l’obiettivo è continuare a garantire alle imprese quel supporto che in questi anni, anche grazie alla fruttuosa collaborazione con Regione Lombardia, ha contribuito a rafforzare la loro posizione sui mercati, dove l’aspirazione è quella di diventare un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale al pari di moda e design.

Un obiettivo per il quale i produttori, oltre che su Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, che realizzano e finanziano in Accordo di programma il Padiglione che ospita la collettiva lombarda a Vinitaly, possono contare sui Consorzi di tutela dei vini lombardi. Sono loro, infatti, a giocare insieme alle istituzioni il ruolo di custodi e promotori di una qualità sempre più apprezzata non solo in Italia, ma anche all’estero, che buyer, operatori e giornalisti potranno apprezzare durante Vinitaly grazie a un fitto calendario di eventi volti a valorizzare la variegata offerta dei vini regionali.


I Consorzi presenti a Vinitaly 2018 sono: Consorzio Franciacorta, Consorzio Lugana, Consorzio Moscato di Scanzo, Consorzio Oltrepò Pavese, Consorzio Provinciale Vini Mantovani, Consorzio San Colombano, Consorzio Terre Lariane, Consorzio Valcalepio, Consorzio Valtellina, Consorzio Valtènesi, ed Ente Vini Bresciani (in rappresentanza dei territori di Botticino, Cellatica, San Martino della Battaglia e Valcamonica).

sabato 24 febbraio 2018

I Borghi del Gusto lungo le strade ferrate : la lista di Borghi d'Europa

La rete internazionale Borghi d'Europa propone fra i temi del '2018 Anno Europeo del Patrimonio
Culturale', le Ferrovie Dimenticate.
I giornalisti e i comunicatori dell'Associazione l'Altratavola hanno definito dopo un anno di visite e
di lavoro la lista dei 20 Borghi del Gusto lungo le strade ferrate.
I borghi scelti verranno segnalati nella speciale campagna d'informazione nazionale ed internazionale
non solo per le proprie eccellenze enogastronomiche, ma anche per il proprio patrimonio culturale
e paesaggistico.
Di seguito la lista :
Austria : Thorl-Maglern (Carinzia) ;  Croazia ( Buie e Portole) ; Slovenia (Isola) ; Canton Ticino-
Svizzera (Mendrisio) ; Serravalle Dogana (San Marino) ; Pierrefitte-Nestalas (Alti Pirenei-Francia),;
Montebelluna-Tv (Veneto) ; Susegana-Tv (Veneto) ; Annone Veneto (Ve-Veneto) ;  Altopiano di Asiago- Vi (Veneto) ; Predazzo (Trentino Alto Adige); Gemona (Friuli Venezia Giulia) ; Milano Stazione di Porta Genova (Lombardia),Varzi (Lombardia) ; San Giovanni in Fiore (Calabria); Capranica (Lazio) ; Fossombrone (Marche) ; Oropa (Piemonte) ; Equi Terme (Toscana) ; Tavernelle
(Umbria).
Risultati immagini per immagini borgo del gusto lungo le ferrovie


UN MARZO INTENSO PER IL SANNIO CONSORZIO TUTELA VINI IMPEGNATO IN ATTIVITÁ DI PROMOZIONE DELLE DENOMINAZIONI DI ORIGINE SANNITE IN ITALIA E STATI UNITI


IL TOUR ITALIANO CON GAMBERO ROSSO SARÁ A LECCE, TORINO, MILANO E ROMA
VINI SANNITI IN SCENA A NEW YORK, MIAMI BEACH, SAN FRANCISCO E LOS ANGELES
 
Sarà un marzo impegnativo per il Sannio Consorzio Tutela Vini per la partecipazione ad un interessante programma di iniziative mirate alla promozione dei vini sanniti sul mercato nazionale e su quello estero più importante, il mercato degli Stati Uniti.
L’obiettivo è quello di incrementare ulteriormente l’appeal del brand ‘Sannio’ con un’azione strategica su specifici e studiati mercati. Quello statunitense, dove in questi ultimi mesi il vino italiano si trova a fare i conti con i forti incrementi che fanno registrare i prodotti di altri Paesi, in primis quelli australiani, oltre che con la continua competizione con i vini francesi, con cui i vini del Bel Paese competono per il primato di export nel mercato a stelle e strisce. Un’azione importante, dunque, se si considera che proprio il vino rappresenta la prima voce dell'export agroalimentare italiano, il 4% del totale del Made in Italy venduto nel mercato americano.
Affianco alle attività di promozione negli stati Uniti si associano quelle programmata per il mercato nazionale. Iniziativa che mira ad incrementare la presenza nell’ambito di un mercato che, nonostante la curva dei consumi tende sempre verso il basso, fa registrare un aumento di appeal verso i vini sanniti e campani, regione che si caratterizza per la grande ricchezza di biodiversità e per produzioni enologiche dall’ottimo rapporto tra la qualità e il prezzo.
Il tour promozionale nel suolo italiano partirà lunedì 26 febbraio, con l’evento Anteprima Grandi Vini con Gambero Rosso a Lecce: appuntamento nella cornice della dimora storica Torre del parco. Domenica 4 marzo, la carovana dell’Anteprima Grandi Vini del Gambero Rosso punterà verso il nord della Penisola, con la degustazione di Torino, in programma nelle sale dell’Hotel Mariott di via Bisolta: dalle ore 15 alle ore 17.30 ci sarà la degustazione dedicata al canale Horeca; a partire dalle ore 18 e fino alle ore 20.30 la degustazione aperta al pubblico esterno. La terza di questo interessante percorso sarà costituita dall’Anteprima Grandi Vini con Gambero Rosso di Roma, in agenda per mercoledì 7 marzo, con la degustazione – dalle ore 18 alle ore 22 – in programma presso lo Sheraton Roma Hotel all’Eur. La chiusura dell’iniziativa Anteprima Grandi Vini con Gambero Rosso si consumerà a Milano, con un duplice evento: il primo si svolgerà lunedì 12 marzo, presso lo Spazio Marco Polo, in Zona Garibaldi (dalle ore 16 alle ore 17.30 un seminario dedicati ai vini a Denominazione di Origine del Sannio; dalle ore 18 alle ore 22 la degustazione aperta al pubblico); il secondo si svolgerà mercoledì 14 marzo, nelle sale dell’Hotel Royal Continental (degustazione dalle ore 19 alle ore 23).
Particolarmente intensa si presenta anche l’agenda degli eventi in programma negli States. Il percorso di Usa Sannio Wine Tasting partirà mercoledì 28 febbraio, con due eventi in concomitanza, uno in programma a New York (presso il The Leopard des Artistes sulla 67° Strada) e il secondo a Miami Beach (presso il ristorante Quattro – Gastronomia Italiana, sulla Lincoln Road). Martedì 6 marzo sarà invece la volta di Los Angeles (degustazione ospitata nella cornice del Magic Box – The Reef, nella zona Broadway). Chiusura dell’iniziativa promozionale in terra statunitense programmata a San Francisco, giovedì 8 marzo, con un doppio banco di degustazione (nella Pizzeria – Enoteca Montesacro, sulla Stevenson Street; il secondo presso il Festival Pavillon del Fort Mason Center).       
Il sipario sull’intenso marzo delle attività promozionali del Consorzio Sannio calerà lunedì 26 marzo, con un grande appuntamento in programma a Roma. Con la collaborazione della Fondazione Italiana Sommelier, nello scenario dell’Hotel Cavalieri Hilton si svolgerà il Sannio Wine Day, con una degustazione dei nettari sanniti (dalle ore 16 alle ore 21).
«Questo 2018 – dichiara Libero Rillo, presidente del Consorzio Sannio – ci vedrà impegnati in una continua azione di promozione che riusciremo a mettere in campo grazie alla capacità di intercettare le opportunità offerte dalle misure comunitarie e da altri canali di finanziamento. In questa intensa attività di promozione punteremo sui mercati più interessanti, con azioni mirate a secondo dei targets dei mercati di riferimento. Quello nazionale e statunitense in primis. Ma non mancheranno simili iniziative in altri Paesi che costituiscono mercati stabili, come la Germania e la Svizzera per quanto concerne l’Europa. Così come saremo impegnati in missioni mirate ad incrementare la penetrazione dei nostri vini su quelle piazze di consumo emergenti, come la Cina e la Russia. I passi compiuti in questi ultimi anni – conclude Rillo – sono stati senza dubbio considerevoli, ma occorre concentrarsi ancora di più in sforzi mirati e sinergici con l’obiettivo di incrementare sempre più la reputazione del brand ‘Sannio’».  

Le ferrovie dimenticate : la Susegana - Montebelluna

venerdì 23 febbraio 2018

La Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate a Ponte nelle Alpi, con Borghi d'Europa

Il 4 marzo CO.MO.DO (Cooperazione per la Mobilità Dolce) lancia come ogni anno la Giornata
delle Ferrovie Dimenticate.

Co.Mo.Do. - Cooperazione per la Mobilità Dolce


La Cooperazione per la Mobilità Dolce (Co.Mo.Do.) nasce originariamente a Milano nel 2006 come piattaforma per creare una Rete di programma nell’ambito della mobilità dolce e sostenibile in Italia. Nata fra sigle di associazioni ambientaliste e culturali nazionali, oggi si è rinnovata e opera in sinergia con Istituzioni locali e Associazioni regionali del settore del turismo outdoor ed eco-compatibile, del trasporto pubblico locale, del cicloturismo, del trekking su Vie Storiche e Vie Verdi, del turismo ferroviario, dell’ippoturismo, e con molti comitati che difendono la dismissione delle linee ferroviarie regionali.
Obiettivo di Co.Mo.Do. è quindi oggi la promozione di una rete nazionale di mobilità dolce nel Mediterraneo, e la messa in rete tutte le Associazioni federali e regionali che operano nel campo della mobilità dolce, del turismo sportivo, del turismo escursionistico, del cicloturismo, del turismo velico e lacuale, del turismo equestre.
Co.Mo.Do. produce master plan di mobilità dolce, studi di fattibilità e progetti di mobilità dolce realizzati da Enti Pubblici. Organizza manifestazioni nazionali e regionali (fra tutte il Mese della Mobilità Dolce con un focus sulla Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate e sulla Giornata Nazionale del Turismo Equestre), convegni nazionali tematici sulla valorizzazione e rigenerazione del paesaggio, concorsi fotografici e letterari a tema in sinergia con le Scuole Superiori e il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, sempre con l'obiettivo di valorizzare e tutelare la ricchezza del paesaggio culturale italiano da fruire in mobilità dolce. Promuove il Premio Go Slow - Co.Mo.Do. dedicato a Enti (Amministrazioni pubblice, Università, Parchi, ecc.) e a Studi Privati di Architettura e Ingegneria che abbiano sviluppato progetti di reti di mobilità dolce e infrastrutture leggere nei territori.
Borghi d’Europa, nel quadro delle iniziative ‘ 2018 Anno Europeo del Patrimonio Culturale e 2018 Anno del Cibo Italiano’, propone il 3 marzo a Ponte nelle Alpi (BL) la prima delle 40 settimane di percorsi europei,presso la Locanda La Stazione. I temi riguardano la Ferrovia delle Dolomiti ; le ciclovie ; la presentazione del circuito I Borghi del Gusto lungo le strade ferrate ( Azione i Binari del Gusto) e, per gli itinerari del cibo, un focus sulle nuove produzioni agricole ( la canapa delle Dolomiti) e il recupero dei vitigni autoctoni a Feltre.

Al Castello di Spessa Golf & Wine Resort di Capriva del Friuli Pasqua nel maniero fra le vigne



A disposizione degli ospiti le Vespe e le biciclette giallo-Ribolla
per andare alla scoperta del Collio

Pasqua nel Collio goriziano per conoscere questa terra straordinariamente vocata alla viticoltura, che in primavera è punteggiata dal bianco dei fiori di migliaia di ciliegi e scoprire i segreti dei suoi grandi vini, ospiti al Castello di Spessa Golf & Wine Resort.  Gli ospiti troveranno in camera come benvenuto un dolce omaggio pasquale. E poi, per scoprire questo estremo lembo d’Italia incuneato nella Slovenia, avranno a loro disposizione le Vespe e le biciclette gialle del Collio, con cui vagabondare fra colline e caratteristici paesi, o seguire l’andamento sinuoso del fiume Isonzo, fino alle sue sorgenti, in Slovenia.

Un week end di tutto relax, durante il quale si gusteranno i sapori inconsueti di queste terre di confine che hanno il loro simbolo nella pregiata Rosa di Gorizia, dolce e croccante radicchio bello come un bocciolo di rosa, grazie al Gran Menù Pasquale imbandito dallo chef Tonino Venica al ristorante gourmet del Resort La Tavernetta. In programma anche una visita guidata con brindisi nelle cantine medievali scavate sotto il castello, le più antiche e scenografiche del Collio, dove invecchiano i pregiati vini della tenuta. Agli ospiti appassionati di golf verrà applicato uno sconto sul green fee nel campo da golf a 18 buche.

Il pacchetto con 1 pernottamento (31 marzo) a persona in camera matrimoniale: € 145,00 se si pernotta al Castello e € 120,00 € se si pernotta a La Tavernetta al Castello.
Il pacchetto con 2 pernottamento (31 marzo e 1 aprile) a persona in camera matrimoniale: € 284,00 se si pernotta al Castello e € 234,00 € se si pernotta a La Tavernetta al Castello.

Castello di Spessa Golf & Wine Resort
Via Spessa, 1 - Capriva del Friuli (GO)
Tel/Fax: + 39 0481.808124 – www.castellodispessa.itinfo@castellodispessa.it

Castello di Spessa Golf & Wine Resort - Legato a nobili casate e illustri ospiti come Giacomo Casanova, il Castello di Spessa si trova nel cuore del Collio Goriziano, a Capriva del Friuli, ed è completamente circondato dalle vigne della tenuta a cui dà il nome, fra cui si snodano le 18 buche del Golf Country Club Castello di Spessa. Le sue origini risalgono al 1200. Oggi elegante Wine Resort, ha una quindicina di suites arredate con mobili del’700 e dell’800 italiano e mitteleuropeo e, scavata nella collina sottostante il maniero, la più antica e scenografica cantina del Collio, dove invecchiano i pregiati vini della tenuta. Nella saletta del Gusto, il Bistrot del Castello, si degusta una straordinaria selezione di prodotti del Friuli Venezia Giulia.  Dal restauro di una vecchia cascina ai piedi del castello è stata ricavata la Tavernetta al Castello, con un rinomato Ristorante Gourmand e 10 camere dall’atmosfera country chic. La Club House del Golf Country Club è ospitata in un antico rustico, con ampio dehors e un’ombreggiata terrazza: nel suo ristorante, l’Hosteria del Castello (aperta anche a chi non gioca a golf), la cucina rincorre la stagionalità e ricalca i sapori del territorio. In un casale affacciato sul green sono stati ricavati appartamenti, dedicati soprattutto ai golfisti e arredati con caldo stile rustico.  Dai vigneti del Resort nella Doc Collio e nella Doc Isonzo provengono i pregiati vini Castello di Spessa.

DAL 1° MARZO 2018 IL PERCORSO ESPOSITIVO DELLA PINACOTECA AMBROSIANA DI MILANO SI ARRICCHISCE DI 72 PLACCHE RITUALI HINDŪ RAFFIGURANTI IL DIVINO GUERRIERO VIRABHADRA


Le opere, recentemente acquisite dall’istituzione milanese grazie alla donazione dei collezionisti milanesi Giuseppe e Paola Berger, costituiscono un patrimonio particolare e unico che non ha eguali presso nessun altro museo del mondo.



La Pinacoteca Ambrosiana di Milano si arricchisce di un importante e unico patrimonio che non ha eguali presso nessun altro museo del mondo.
Dal 1° marzo 2018, l’istituzione milanese espone 72 placche rituali hindū raffiguranti il divino guerriero Virabhadra, recentemente acquisite grazie alla donazione di Giuseppe Berger, Ambrogino d’oro nel 1969, la cui collezione è da considerarsi come la più grande al mondo di opere su questa divinità indiana.
Questa nuova sezione, curata da Marilia Albanese, su una cultura tanto lontana quanto affascinante, risulta pienamente in linea con gli orizzonti culturali aperti dal Cardinale Federico Borromeo, che fin dalla fondazione della Pinacoteca Ambrosiana aveva da subito guardato ben oltre i confini dell’Europa.
“Quella indiana di Virabhadra, l’incarnazione terrifica di Śiva - afferma Giuseppe Berger - è, fra le mie collezioni, quella più ampiamente rappresentata per numero di pezzi e la più diversificata sia per materiali usati che per le diverse epoche di lavorazione, dal XII al XXI secolo”.
“Questa mia collezione - continua Giuseppe Berger - è nata per caso, una cinquantina di anni fa, quando entrai nella bottega dell’amico antiquario Saitz, allora in Porta Romana; qui acquistai a caro prezzo (120.000 lire!) la mia prima placca, ma soprattutto mi innamorai di questo grande guerriero e delle sue affascinanti storie”.
I manufatti esposti, realizzati tra il XVII e il XIX secolo, testimoniano la fede popolare e colta nei confronti di un personaggio del pantheon hindu che si affermò soprattutto durante il regno di Vijayanagara, ultima splendida roccaforte prima della quasi completa conquista musulmana del Paese.
Esteso su buona parte dell’India meridionale e del Deccan, il regno di Vijayanagara visse fra il 1336 e i 1565 due secoli di fasto e potenza celebrati con meraviglia anche da viaggiatori occidentali, fino al suo annientamento a opera della coalizione dei Sultanati limitrofi nella battaglia di Talikota.
Gli oggetti esposti – statuette e soprattutto placche in diversa lega – testimoniano la diffusione del culto nei diversi strati della popolazione, dall’ambito tribale a quello raffinato della cultura classica, con espressioni iconografiche quanto mai differenti, benché l’aderenza alla tradizione e il rifiuto di qualsiasi innovazione impongano canoni ben precisi.
Esposte negli altarini domestici e usate nel cerimoniale dei templi, le placche raccontano una storia antica e trasversale a molte culture: l’incarnarsi della collera divina nel cavaliere vendicatore che sconfigge l’ingiustizia.
L’iniziativa è parte del programma di MuseoCity il progetto promosso dal Comune di Milano che offre ai milanesi e ai visitatori la bellezza e la ricchezza delle collezioni artistiche e storiche di Milano, coinvolgendo oltre 70 sedi tra musei d'arte, case museo, atelier d'artista e musei d'impresa e trasformando la città in un grande museo diffuso con aperture straordinarie, mostre, laboratori per bambini e iniziative speciali.
Per l’occasione, nei giorni 2-3-4 marzo, la Pinacoteca Ambrosiana sarà aperta al pubblico al prezzo speciale di € 10,00 intero e € 7,00 ridotto.
Nelle stesse date si potrà partecipare a visite guidate gratuite con un particolare focus sulla collezione Giuseppe e Paola Berger.
Le visite inizieranno alle ore 15.30 previo accredito alla mail contatti@ambrosiana.it e fino a esaurimento posti. I partecipanti dovranno acquistare il biglietto di ingresso almeno 10 minuti prima dell’inizio della visita.

IL MITO DI VIRABHADRA, IL DIVINO GUERRIERO.
Note a cura di Marilia Albanese
Vīrabhadra, cui fu dedicato lo splendido tempio di Lepakshi nel 1530, è proiezione di Śiva, antichissima e complessa divinità che include in sé aspetti feroci e trasgressivi. Il dio Śiva è uno dei tre aspetti dell’Assoluto ineffabile che si proietta nella Trimurti, la “Triplice Forma” che presiede all’emanazione, conservazione e dissoluzione dell’universo: il dio Brahma che origina il mondo, il dio Visnu che lo protegge e il dio Śiva che lo dissolve alla fine di un ciclo cosmico per preparare l’avvento di un nuovo mondo.
I primi riferimenti mitici a Vīrabhadra si trovano nel Mahābhārata, la “Grande contesa dei Bharata”, oceanico testo epico elaborato tra il IV sec. a.C. e il IV sec. d.C., e vengono ampliati e diversificati nei Purāṇa, le “Antiche Storie”, composti tra il III e il VII d.C., preziosissima fonte per i personaggi e le saghe mitiche.
Dakṣa, sommo sacerdote degli dei, aveva bandito per la figlia Satī un torneo nel quale i pretendenti contendevano per la mano della giovane, che avrebbe scelto il migliore inghirlandandolo, e aveva invitato tutti gli dei tranne Śiva, che disprezzava perché non rispettava le regole di cui Dakṣa, appartenente ai brāhmaṇa, la prima casta depositaria della scienza sacra, era garante. Satī, innamorata di Śiva, aveva lanciato in aria la ghirlanda rivolgendogli un pensiero ardente e il dio era apparso con il segno del prescelto al collo: Dakṣa aveva dovuto suo malgrado acconsentire al matrimonio.
Un giorno Dakṣa aveva indetto una grande cerimonia rituale e di nuovo aveva invitato tutti gli dei, a eccezione di Śiva. Satī si era recata da sola alla celebrazione, ma il padre l’aveva accolta malamente, insultandone lo sposo, e la dea, non potendo rivolgere la propria collera contro il padre, aveva lasciato che questa la consumasse fino a bruciarla. In effetti Satī era un aspetto della Grande Dea e quindi dotata di eccelsi poteri che le consentivano di decidere quando morire o, meglio, ritornare nell’immanifesto.
Percepita la morte di Satī, Śiva, in preda ad una collera mortifera, aveva gettato a terra una ciocca di capelli e da essa era scaturito Vīrabhadra, un essere terribile che toccava il cielo, nero come le nubi monsoniche, con tre occhi fiammeggianti, la chioma che guizzava selvaggia e una ghirlanda di teschi. Śiva gli aveva ordinato di distruggere il sacrificio di Dakṣa e Vīrabhadra l’aveva fatto con estrema ferocia, decapitando Dakṣa, fracassando gli oggetti sacrificali, contaminando le offerte, insultando i sacerdoti e terrorizzando gli dei. Accompagnava Vīrabhadra la terribile Bhadrākālī, una forma di Kālī, altro aspetto della Grande Dea e sempre consorte di Śiva, rappresentata con tre occhi, zanne, una corona di fiamme e quattro, dodici o diciotto braccia e altrettante armi, così feroce da divertirsi a giocare con la testa mozza di Dakṣa.
Gli dei atterriti avevano chiesto aiuto a Brahmā, che aveva loro consigliato di cercare la pace con Śiva invitandolo al sacrificio e che aveva implorato il terribile dio di perdonare Dakṣa e di ripristinargli la testa, cosa che Śiva aveva fatto ponendo sul collo del suocero quella del capro sacrificale.
L’inimicizia fra Dakṣa e Śiva adombra probabilmente un conflitto tra esponenti di diverse concezioni religiose che comunque si risolve con l’accettazione da parte dell’ambito brahmanico di Śiva e dei suoi seguaci. Vīrabhadra rappresenta il potere di discriminazione che tronca l’attaccamento a convenzioni supine e si oppone al dogmatismo e al cieco ritualismo. Fiammeggiante e luminoso come la conoscenza che dissipa l’illusione e la falsità, il divino guerriero invincibile e selvaggio simboleggia l’azione forte che distrugge per trasformare.