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sabato 28 dicembre 2019

Ittiturismo “In Marinetta”…non solo cibo, ma vera “Sea Food Passion”

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“In Marinetta” è attività di ristorazione di livello all’insegna della passione e per la cucina e per il suo territorio: il paradiso del Delta del Po veneto. Le preparazioni suggerite da In Marinetta si identificano con i prodotti delle lagune dell’Alto Adriatico e gli orti sabbiosi siti nelle terre del Delta, tipici per freschezza e sapidità uniche che, trasformate dalle sapienti mani e dalla fervida fantasia dello Chef Executive Alessio Bottin, valorizzano al meglio, stagione per stagione, il patrimonio della natura circostante. Le ingegnose opere di bonifica hanno reso il Delta del Po fertile, creato un’ottima economia agricola e una fiorente attività di pesca, facendolo così divenire un distretto ittico, tra i più importanti d’Europa, riconosciuto dal “Mab Unesco” come “Riserva della Biosfera”. 

Isi Coppola è il ”deus ex machine” dell’In Marinetta e con innata “sea food passion” – coadiuvata dallo chef Alessio e dalla maître Ilaria – sceglie i prodotti della terra, rispettandone i tempi giusti per godere appieno della migliore unicità – e il pescato del giorno – recuperato là dove le acque del grande fiume (Po) incontrano il mare – presentando così, squisiti menù che si possono assaporare nell’elegante, ampio salone con veranda dotata di caratteristico “bilancione” esterno (per la pesca, detto padellone o trabucco) ma anche stando comodamente assisi nella terrazza panoramica o nel Bistrot del mare, per godere, a fine giornata, dei tramonti bellissimi che si riflettono sull’acqua, magari “cicchettando” tra amici sorseggiando un venetissimo Spritz, un buon calice di vino con un occhio di riguardo per le produzioni italiane, in particolare per quelle che parlano di territorio, o una dissetante birra artigianale, magari la bionda Arsura (4 gradi e mezzo) una lager del birrificio artigianale friulano “620 passi”, chiara leggera, molto beverina.  Isi Coppola, sempre perfetta padrona di casa, è molto attenta alla scelta dei vini da abbinare alla pluralità gastronomica dei menù che propone: da quelli provenienti da zone costiere e vulcaniche, valorizzando i tanti vitigni dal “terroir” spesso dimenticato (l’identità per Isi viene prima di tutto…) perché in questo modo si può assaporare qualcosa di unico… Un posto di rilievo è dedicato alle “bollicine” da uve italiane, anche insolite, provenienti da tutte le regioni (e non mancano quelle francesi) e ai vini “naturali” e “non filtrati”, tutti si abbinano magnificamente ai piatti suggeriti e preparati dallo chef Alessio.
L’“Associazione Borghi d’Europa” ha promosso presso l’Ittiturismo In Marinetta, un incontro con giornalisti del settore - invitati per l’occasione in qualità di “tester”- per valutare l’offerta culinaria, la professionalità e le competenze dello chef Alessio e del suo staff, nell’imminenza delle feste di fine anno. Il benvenuto - tra riprese televisive e interviste - è a base di anguilla nostrana (debitamente “sgrassata” con un procedimento particolare e quanto meno efficace) appoggiata su una base di polenta bianca e decorata con gocce di succo di melagrana, accompagnata dalla “Fipa”, birra rossa, sempre della “620 passi” della Laguna di Marano (UD) una “Indian ale” da 6° ambrata, luppolata con luppoli americani, sentori di frutta tropicale e pompelmo. La gentile Isi, presenta l’”entrée”, composta da un tris di classici “saor”, alla veneziana (unione di cipolla, uvetta e pinoli): uno con sarda di Pila (tipica della zona del Polesine) con cipolla bianca di Rosolina, uno di canestrelli con cipolla dorata di Chioggia e il terzo, di “zucca violina” con cipolla di Tropea. In abbinamento: “bollicina” chardonnay Calepino “100% non dosato” metodo classico Castelli di Calepio, del Valcalepio BG (tra l’Oglio e l’Adda); colore giallo paglierino, perlage fine e persistente, profumo fruttato, fresco ed invitante è ottimo come aperitivo e con crostacei e molluschi. Davvero speciale per detta entrée. In attesa del piatto principale, degustazione - graditissima - di “ostriche rosa de Tarbouriech” presentata dal referente Alessio Greguoldo, che spiega come avviene l’allevamento innovativo da cui risulta un eccezionale prodotto, di altissima qualità, dal guscio pulito e privo di parassiti, con carni consistenti dal sapore impareggiabile. Allevate nel mare Mediterraneo col metodo “a sospensione”, le ostriche rosa sono attaccate a funi, dosandone l’esposizione all’aria e al sole, simulando così l’alternanza delle maree, per un periodo di ben 36 mesi. E' il momento del protagonista: il risotto alle vongole veraci lavorato ad arte dallo chef Alessio: da riso Carnaroli Delta del Po IGP (pregiato prodotto delle terre alluvionali e salmastre del rodigino in cui è coltivato) questo riso tiene ottimamente la cottura: ha gusto lievemente sapido, è ottimo con il pesce, specie con le vongole… Nel caso, queste, sono fornite da Ivan Padovan (anche socio dell’In Marinetta) AD della Soc. agricola “Regina” allevamento di vongole veraci di laguna e di lupino di acqua di mare (nella zona del basso Polesine): Ivan spiega che l’approvvigionamento del seme, trattato e gestito, porta alla migliore tipologia di vongola – depurata e non spurgata – con notevoli risultati qualitativi per dimensioni e gusto…. Il risotto con i succulenti  molluschi, è ornato con minuscolo rametto di timo e un filo d’olio, appunto allo stesso delicato sentore. Lo accompagna una Albana Santa Lucia, DOCG secco, vino “bio dinamico” colore giallo paglierino con decisi riflessi dorati, al naso fine e intenso, con note fruttate, floreali e speziate; è rotondo e morbido, con lunga persistenza e finale leggermente minerale. Anche da meditazione. Ideale per piatti di pesce saporiti, al forno e al cartoccio, crostacei, frutti di mare, risotti di pesce, carni bianche e formaggi stagionati. Per terminare in dolcezza, Isi propone una crema così detta “belga” da classica ricetta della nonna (dessert assolutamente italiano, meglio, napoletano) delizioso mix tra creme caramel e panna cotta: cottura a “bagnomaria”, corretto con un pizzico di caffè e di cacao, servito su guscio di frolla, con lamponi, posati su yogurt greco… Altra dolce proposta, un panettone chiamato “veneziana” è della tradizione polesana (del panificio Finotti & Pan di Zucchero di Porto Viro RO) contornato da mascarpone a forma di “spumino” con una, davvero notevole, “mostarda di mele cotogne” (direttamente dalle cucine dell’In Marinetta)… Altre specialità della Casa che Isi consiglia di gustare in questo periodo dell’anno, sono: “cotechino e baccalà” (made in follia dello chef Alessio - parole di Isi…-) piatto della tradizione e dell’innovazione nel rispetto del territorio (presentato con successo al Festival del baccalà) realizzato con riduzione di acqua di ostriche e accompagnato da flan di spinaci e patate, con rafano fresco; abbinato a fresche bollicine o, preferendo, con una birra artigianale nera, l’Imperial stout, leggermente affumicata (torbata) da 6°,08 ultima arrivata di casa “620 passi”,  svezzata proprio per le prossime feste natalizie. Altra proposta - da non perdere - la “guancetta di maialino del Delta” (da piccoli suini allevati in zona allo stato semi brado) carni brasate al Moscato Giallo dei Colli Euganei e capesante dell’Alto Adriatico, pietanza che ha raccolto importanti consensi a Golosaria (evento dedicato alle eccellenze enogastronomiche italiane che si svolge in autunno a FieraMilanoCity) accompagnato da un “Fortana del Bosco Eliceo Frizzante 2004”, il re delle sabbie (vino autoctono della Doc della zona Bosco Eliceo, a ridosso dell'Adriatico, tra il Po di Goro a nord e Ravenna a sud) appena tannico, sapido e fresco, si abbina ai salumi tipici ferraresi come la Salamina da sugo e anche a anguilla e fritture; per gli appassionati della birra, raccomandata la Cortona Belgian “620 passi” (ale rossa 6°,4) davvero speciale, come giustamente la decanta a pieno titolo il titolare del birrificio friulano, Roberto Regeni. Sempre perfetta!
(GfL)
In Marinetta Ittiturismo Sea Food PassionVia Po di Levante, 2a - 45010 Rosolina ROAperti tutto l’anno tranne gennaio e febbraioTel. 3450318387 - www.inmarinetta.it Prenotazioni: thefork.it

1 gennaio al Cristallo Resort & SPA: “Odissea di un lupo” con Duilio Giammaria apre Cortina Contro Corrente Winter Edition




Primo appuntamento dell’edizione invernale della rassegna che ospita, nella cornice del 5 stelle Lusso, i protagonisti dell’attualità: il conduttore di Petrolio Rai2 introdurrà il reportage dedicato al ritorno del lupo nelle nostre foreste. Seguirà una degustazione che abbina gin e cioccolato pregiati.








Cortina d’Ampezzo, 27 dicembre 2019_ Un grande giornalista e inviato, una storia che affascina grandi e piccini, immagini di grande impatto visivo proiettate all’interno di una delle perle delle Dolomiti, il Cristallo, a Luxury Collection Resort & Spa, Cortina d’Ampezzo.

Appuntamento nella Sala Gustavo III il 1 gennaio, alle ore 18.00 il 5 stelle Lusso inaugura il 2020 con il primo incontro della rassegna Cortina Contro Corrente - Winter Edition, che porta al Cristallo Resort & SPA i protagonisti dell’attualità e della cultura italiani, personalità che raccontano la complessità in tutte le sue sfaccettature demolendo cliché e luoghi comuni.

Il primo ospite è Duilio Giammaria: il giornalista e conduttore di Petrolio, programma di approfondimento in onda su Rai2, introdurrà il documentario “Odissea di un lupo”. Come suggerisce il titolo, è la storia di un ritorno a casa: protagonista di fiabe e leggende, quasi scomparso in Italia negli anni ’70, il lupo è tornato a popolare le nostre foreste. Il reportage è incentrato sul viaggio di un singolo esemplare che dall’Europa dell’Est arriva in Spagna, passando attraverso tutta la catena alpina italiana, adottando una prospettiva efficace dal punto di vista narrativo.

L’appuntamento si chiude in dolcezza con Gin & Chocolate tasting: una degustazione a base del pregiato “Blaue Chocolate Gin”, all’aroma di cacao venezuelano della varietà Criollo, con sentori di pepe rosa, vaniglia, zenzero, e altri ingredienti naturali. Il distillato è abbinato al cioccolato artigianale Majani, prodotto a Bologna dal 1796 attraverso la selezione delle migliori varietà di fave di cacao. 

Cortina Contro Corrente - Winter Edition gennaio / marzo 2020

La rassegna di attualità, l’“antidoto” culturale ai luoghi comuni e ai cliché che impediscono all’Italia di risollevarsi, torna in versione Winter. Per i suoi ospiti l’hotel mette a disposizione la prestigiosa Sala Gustavo III che torna ad essere palcoscenico privilegiato di un evento che racconta un mondo che cambia.

Dopo l’incontro del 1 gennaio, si prosegue sabato 8 febbraio, con l’inviato di Sky TG24 Pio D’Emilia, che presenterà il docu-film La FerroVia della Seta. Le telecamere seguono i treni che trasportano merci per via marittima e terrestre tra la Cina e l'Europa, lungo una tratta commerciale contesa tra più paesi, fondamentale per l’economia mondiale.

Con l’approssimarsi dei grandi appuntamenti sportivi, ben due serate sono dedicate a “Destinazione Olimpiadi 2026”. A febbraio Sergio Luciano, direttore di Economy, intervista l’amministratore delegato del Comitato organizzativo di Milano-Cortina 2026, alla guida dell’organismo che gestisce i Giochi. Con loro il Sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina.

Il 21 marzo il senatore Andrea Cangini, già direttore di QN, dialoga con Giovanni Malagò, presidente del Coni, tra i registi della brillante operazione che ha portato l’Italia a proporsi come sede delle Olimpiadi, e a vincere questa scommessa. Con loro il Sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina.

Infine, il 28 marzo, all’hotel Cristallo arriveranno Federico Pizzarotti, sindaco di Parma e autore de “Il meglio deve ancora venire” e Michele Brambilla, direttore di QN per un incontro tra Cortina, la regina degli sport invernali, e Parma, città simbolo del Made in Italy alimentare e Capitale della Cultura 2020.

Dal 27 dicembre al 6 gennaio “San Valentino Torio. I Segni dell’arte” - Concerti, happening, conferenze




“San Valentino Torio. I Segni dell’arte” è la rassegna promossa e finanziata dalla Regione Campania, attraverso la Scabec, in collaborazione con il Comune di San Valentino Torio per iniziativa del Sindaco ing. Michele Strianese e dell’Assessore alla Cultura del Comune di S. Valentino Torio Pasqualina Garofalo, per la direzione artistica dell’arch. Enrico Auletta.
Dal 27 dicembre al 6 gennaio, la caratteristica cittadina di provincia salernitana, celebre per la sua Infiorata e per San Valentino in Love, farà da scenario ad una rassegna natalizia incentrata a valorizzare il suo paesaggio storico–artistico, ricco di chiese e palazzi che custodiscono opere e architetture di rilievo.
Come il Polittico di San Giacomo di Andrea da Salerno, seguace e collaboratore di Raffaello di Sanzio e tra i maggiori pittori del meridione d’Italia, conservato nella Chiesa Monumentale di San Giacomo Maggiore Apostolo, o lo storico Palazzo Formosa, nuovo centro culturale cittadino. Le attività coinvolgeranno infatti proprio Palazzo Formosa e le due chiese principali del centro e del borgo storico di Casatori, conosciuta in epoca romana con il nome di Thora, che conserva tra i suoi vicoli e cortili abitazioni di tipo rurale risalenti al secolo scorso.

Il programma di eventi partirà venerdì 27 dicembre dalla Chiesa di San Giacomo Maggiore Apostolo con il concerto del coro polifonico a voci pari di Salerno Il Calicanto, diretto dal M° Silvana Noschese che si esibirà in “Natale al Top”, un live incentrato sulla interpretazione di celebri canti natalizi provenienti dal genere classico, sacro e pop.
Sabato 28 dicembre, invece, a partire dalle ore 16 si apriranno al pubblico le porte di Palazzo Formosa in visita gratuita fino al 6 gennaio; per l’occasione la dimora storica sarà arricchita dall’allestimento di composizioni floreali a cura dei maestri dell’Accademia Fioristi Federfiori e sarà contraddistinta dalla realizzazione in tempo reale di un quadro della tipica Infiorata, per omaggiare l’abilità degli artigiani, a cura dell’associazione culturale Le Vie dei Colori.
Alle ore 19, poi, ci sarà la conferenza “Andrea da Salerno, il polittico e l’arte a Napoli nel primo quarto del ‘500” a cura di Antonio Braca, storico dell’arte e già responsabile di zona per la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino, e la partecipazione del parroco Don Alessandro Cirillo.
In esposizione una riproduzione 1:1 del Polittico di San Giacomo, sapientemente fotografato da Alfio Giannotti, per permetterne una lettura definita e ravvicinata dei dettagli, oggi poco leggibili.
Dopo Capodanno si riprende giovedì 2 gennaio alle ore 19:30 presso la Chiesa di S. Maria delle Grazie (fraz. Casatori) con il concerto dell’“Ensemble Lirico Italiano”. La formazione strumentale, diretta dal M° Francesco D’Arcangelo e arricchita dalle belle voci di Antonella De Chiara (soprano) e Daniele Zanfardino (tenore), si esibirà in un concerto a metà tra opera, canti tradizionali natalizi, polche e le indimenticabili musiche delle colonne sonore.
Ultimo appuntamento sabato 4 gennaio alle ore 19,30 con lo spettacolo della storica voce dei Matia Bazar Antonella Ruggiero, dal titolo “Cattedrali”, un concerto minimale e originale di voce ed organo, con l’organista Roberto Olzer, che suonerà per l’occasione l’organo della chiesa restaurato. 

giovedì 26 dicembre 2019

I vini dell'azienda agricola Spolert di Prepotto a Borghi d'Europa



I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno degustato i vini dell'azienda agricola Spolert di Prepotto in tre occasioni.
La prima, nel corso delle giornate di presentazione del progetto L'Europa delle Scienze e della Cultura, all'Ombreria di Mignagola di Carbonera.La seconda presso l'Associazione culturale Ombretta a Salgareda,in un incontro a convivio con le carni toscane.
Gianfranco Leonardi, direttore di Degusta Magazine annota : “Riccardo Calliari di “Spolert” di Prepotto UD: un ingegnere prestato all’enologia e con successo! Dopo avere fatto esperienza in quel di Montalcino, con il vino Brunello, l’ingegnere si è spostato in Friuli alla ricerca di una zona da rivalorizzare. E ci è riuscito: ha trovato la zona – la collina di Prepotto – e l’ha rivalorizzata – producendo mono varietali autoctoni friulani: Friulano, Schioppettino (o anche Ribolla Nera) e Ribolla Gialla – vini che si possono acquistare in zona di produzione e on line sull’e-commerce “spolert.it”.
La terza occasione di incontro nel Delta del Po, all'Ittiturismo In Marinetta di Rosolina, ove la cucina dello chef Alessio Bottin e il talento creativo di Isi Coppola, hanno sottolineato
la bontà del friulano di casa Spolert.
Questo inedito incontro di terre d'acqua- commenta Renzo Lupatin,presidente di Borghi
d'Europa-, ha messo in luce l'attualità di un progetto che, non a caso, è Patrocinato dalla
IAI (Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativio per la cooperazione regionale nella Regione Adriatico Jonica). Il friulano, grande vino bianco, ha accompagnato le ricette di
pesce dello Chef, contribuendo ad approfondire le conoscenze e i palati dei giornalisti
invitati.Così' va  bene !

BORGHI D'EUROPA A MARANO LAGUNARE, PER INCONTRARE GIORNALISTI E COMUNICATORI DELLE VIE D'ACQUA





Milano – Borghi d'Europa, nel quadro del Progetto “L'Europa delle Scienze e della Cultura”,patrocinato dalla IAI (Iniziativa Adriatico-Jonica) e da ESOF2020 (EuroScience Open Forum), promuove nel mese di gennaio 2020 un incontro di informazione del Percorso Internazionale Aquositas,Le Vie d'Acqua a Marano Lagunare,in Friuli Venezia
Giulia.
Anticamente Marano, sotto il patriarcato di Aquileia (capoluogo di una delle provincie del Sacro Romano Impero), era il punto di forza contro i nemici provenienti dal mare. La Repubblica di Venezia mirava a farla sua per avere il dominio incontrastato sull’alto Adriatico; nell’anno 1543 Marano passa definitivamente sotto il dominio della Serenissima che come ricordo lasciò alla cittadina il dialetto Veneto.
Vivere Marano significa visitare le Riserve Naturali, dove tuffarsi nella natura ed osservare dal vivo senza disturbare innumerevoli specie acquatiche e volatili che proliferano nel loro habitat naturale; un piccolo paradiso per i bambini e per i naturalisti.
Vivere Marano significa tuffarsi nel passato, bastano quattro passi nell'affascinante centro storico raccolto attorno alla torre millenaria per accorgersene. Significa tuffarsi tra mille sapori culinari, dove il pesce fa da padrone, legati alla tradizione "povera" tramandata nelle generazioni.
Vivere Marano significa tuffarsi nel divertimento popolare, con le innumerevoli serate che accompagnano tutta la stagione estiva, culminato in occasione delle feste paesane.
Per tutti questi buoni motivi Borghi d'Europa incontra i giornalisti e i comunicatori di
borghi d'acqua di altre regioni e di altri Paesi europei a Marano,proponendo una Via del Gusto singolare, basata sul racconto di uno straordinario personaggio : Roberto Regeni,
pescatore-birraio, creatore della Birra 620 Passi,che racchiude nel suo sapore storie di mare e di pesca, di gente friulana e di parlata veneta con una ricetta altamente innovativa studiata dai mastri birrai lagunari.

ESOF (EuroScience Open Forum) è il più grande incontro scientifico interdisciplinare in
Europa. Creato nel 2004 da EuroScience, questo forum biennale dedicato alla ricerca scientifica - ha raccontato nella sua intervista il professor Bruno Dalle Vedove-,e all'innovazione offre un’opportunità unica di interazione e dibattito tra scienziati, innovatori,amministratori pubblici, imprenditori e cittadini. Trieste è stata nominata Città Europea della Scienza 2020 ed è stata scelta come luogo in cuiospitare la nona edizione di ESOF, che si svolgerà dal 5 luglio al 9 luglio 2020, e sarà accompagnata da un Festival della Scienza aperto a tutti, Science in the City Festival che durerà invece due settimane, dal 27 giugno al 11 luglio 2020. L’incontro si terrà nell’area del Porto Vecchio, il vecchio scalo commerciale marittimo di Trieste che per decenni è stato il porto dell'Impero austro-ungarico e che ora è un patrimonio architettonico e industriale eccezionale.Il festival invece comprenderà tutta la città.”
Freedom for Science” si riferisce a una scienza che si pone problemi aperti, anche apparentemente irrisolvibili, con curiosità e metodo, senza restrizioni di credo o pregiudizi. “Science for Freedom” significa d’altro canto che la scienza è un linguaggio inclusivo, che fa dialogare persone di qualsiasi colore e genere, talvolta anche che sono in lotta tra loro. Nel riconoscere l’importanza di tale dialogo, Trieste si impegna a coinvolgere i Paesi dell’Europa centro-orientale, poco rappresentati nelle edizioni precedenti di ESOF, incrementando le opportunità di relazione, conoscenza scientifica, sviluppo di nuove carriere e business, facendo quindi un importante passo in avanti verso un'idea di Europa scientifica aperta e inclusiva.
Promotore e organizzatore dell’evento è la Fondazione Internazionale Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze (FIT) che ha anche sviluppato un programma ad hoc, chiamato proESOF e caratterizzato da una serie di attività che precedono,accompagnano e seguono lo sviluppo dell’EuroScience Open Forum del 2020.m Tutti possono partecipare proponendo eventi, spettacoli, esposizioni, laboratori e molto altro.

L’Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI) è invece un forum intergovernativo per la cooperazione regionale nell’area bagnata da questi due mari. È nata nel 2000, con un accordo sottoscritto ad Ancona da parte dei ministri degli Affari Esteri di sei paesi rivieraschi: Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia. Al centro della Dichiarazione di Ancona è stata posta la cooperazione regionale quale strumento di promozione della stabilità economica e politica e del processo di integrazione europea.

Ai sei membri originari se ne sono progressivamente aggiunti altri quattro: Serbia e Montenegro (dal 2002 insieme e dal 2006 separatamente), Macedonia del Nord nel 2018 e Repubblica di San Marino nel 2019.

Nell’arco di tempo coperto dall’iniziativa, spiega Renzo Lupatin, presidente di Borghi d'Europa, Milano sarà la capitale informativa del Progetto ‘L’Europa delle Scienze e della Cultura’: tutti i borghi e i territori della rete (trenta borghi di oltre 15 paesi e regioni d'Europa) presenteranno e racconteranno a giornalisti e comunicatori le loro storie, mettendo al centro la riscoperta di culture e luoghi sconosciuti”.

I trenta borghi saranno organizzati per aree tematiche: i Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa, già presentati a Milano, nella sede del Parlamento Europeo nell'aprile del 2019.
Queste pagine vi faranno da guida.

mercoledì 25 dicembre 2019

Blond Brothers nel Percorso Internazionale La via della Birra



Le giornate di informazione promosse dalla rete Borghi d'Europa sulle rive della Piave,
presso l'Associazione Culturale Ombretta, hanno confermato la bontà delle scelte operate
nel corso del 2029.
Per il Percorso Internazionale La via della Birra, Borghi d'Europa ha incontrato il Birrificio
Blond Brothers di San Donà di Piave.

Ci racconta Gianfranco Leonardi, direttore di Degusta Magazine :
"Luca Pavanetto “Blond Brothers: si è ritrovato per la grande passione per la birra, con sei soci: Floriano, Massimiliano, Ettore, Davide, Nicola e Mattia. Si sono incontrati anche per le doti creative e commerciali che avevamo in comune e pure perché… sono tutti biondi!
Luca (il commerciale) ha voluto fermamente realizzare il sogno di Floriano (l’ideologo) che ha uno zio frate in abbazia. Con gran forza di volontà hanno costituito l’associazione culturale Blond Brothers a San Donà di Piave (VE) dove in zona artigianale hanno impiantato il birrificio e in piazza a san Donà un “beer shop” dove fanno assaggiare le birre che vendono al dettaglio (e all’ingrosso in tutta Italia) entrando così nel mondo “brew” della birra fatta in casa, senza mai usare un estratto o altro di non naturale. Le birre Blond Brothers sono nate nel garage di Luca, solo con malti, luppoli e lieviti, materie prime di qualità, provenienti sia dalla zona, che dall’Europa e addirittura dal Nord America per i luppoli. In GDO le birre distribuite sono sterilizzate e pastorizzate, nelle artigianali, no, i lieviti continuano a lavorare ancora, crescendo di continuo. All’appuntamento di oggi, tra le altre, hanno presentato una belga, con lievito “season” (del popolo belga, di 4 secoli fa) che dà una birra come quella medievale, molto schiumosa… Poi un’altra è la Pérsiga, creata in botte con mosto d’uva Durella (senza trattamenti) al naturale, con pesche bianche tardive e, il tutto è affinato con “petali miceti” (un lievito spontaneo selvatico) creando così una birra di stile italiano, ma non ancora riconosciuta appieno, dal gusto secco, vinoso e “sidroso”, con un retrogusto acidulo (acidità volatile, non fissa) ideale con pesce o carni grasse, anche con latticini come formaggi stagionati, ma da bere sempre dopo avere mangiato, perché questa birra “asciuga e pulisce” molto la bocca!"
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Si conclude la settimana di Qualità Vo' cercando


Si conclude il 30 dicembre il viaggio del gusto di Borghi d'Europa nelle terre della Piave,
con la settimana di Qualità Vo' Cercando, che ha portato i giornalisti e i comunicatori a
raccontare le storie di oltre 32 aziende della filiera agroalimentare.
L'iniziativa d'informazione è diventato ormai un classico di fine anno, che ha prodotto
oltre 15 trasmissioni multimediali e più di 200 servizi informativi (online e stampa).
Nel 2019 il sostegno di Linda,Impresa di Servizi di Conegliano, di Laura Panizutti (Consulente
Finanziario di Conegliano) e del Bio Birrificio Agricolo Ca' Barley di Sernaglia della
Battaglia, ha reso possibile la realizzazione del viaggio.
" Tutte le aziende e le loro stotrie - commenta Renzo Lupatin,Presidente di Borghi d'Europa-,
verranno coinvolte nel 2020 nei Percorsi Internazionali che il progetto L'Europa delle
Scienze e della Cultura stà sviluppando.".

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lunedì 23 dicembre 2019

DA “WICKY’S INNOVATIVE JAPANESE CUISINE” UN CENONE DI CAPODANNO SPECIALE FRA TRADIZIONE GIAPPONESE E SOLIDARIETA’




Lo Chef Wicky Priyan propone un viaggio alla scoperta dell’autentica cucina Kaiseki . Riprendendo un’antica usanza nipponica, sarà inoltre preparato cibo in eccedenza da distribuire agli homeless

Milano, 23 dicembre 2019 – Un menù speciale di 7 portate, interamente ispirato all'autentica cucina “Kaiseki”, e, a latere, un’iniziativa dal risvolto solidale che prevede la preparazione di cibo in eccedenza da destinare agli homeless della città, riprendendo e attualizzando un’antica usanza giapponese. Così il cenone di Capodanno proposto dal ristorante Wicky's Innovative Japanese Cuisine di Corso Italia n° 6, a Milano.

Per dare il benvenuto al 2020 lo chef Wicky Priyan ha ideato un menù ricercato ispirato all’antica cucina “kaiseki”, termine che nella gastronomia giapponese sta a indicare una forma di pasto tradizionale che include tante portate in una continua ricerca di armonia di gusti, motivi e apparenze di colori. Gli ingredienti, rigorosamente freschi, sono utilizzati per amplificare il sapore delle pietanze, che vengono disposte su piatti singoli per esaltarne l’aspetto e la stagionalità, mentre le decorazioni consistono solitamente in fiori e contorni commestibili, sistemati in modo che prendano la forma di piante o animali vari.

E’ nel segno di questa filosofia che la sera di San Silvestro lo Chef delizierà i palati dei suoi ospiti attraverso un percorso di 7 portate: “Toro” con alga “Iwanori(ventresca di tonno rosso, alga “iwanori”, soia, daikon, wasabi al naturale) per iniziare, poi “Hamachi” al profumo di “Sakura”, ovvero ricciola giapponese affumicata con chips di “sakura” (fiori di ciliegio), salsa di soia in brodo “dashi” e wasabi al naturale, quindi “Somen”, capellini giapponesi in brodo “dashi”, seguiti subito dopo dal Sushi “Edomae”, cioè 8 pezzi di sushi tradizionale nello stile Edo (antico nome di Tokio), per arrivare infine, dopo un piatto di Gindara” con “Saikyo Miso (merluzzo carbonaro marinato con “Wicky’s miso” originale, accompagnato da “box choy” e finocchi al vapore conditi con olio extravergine di oliva), all’ormai iconico “WiKakuni Kyoto”, il maialino dei Nebrodi cotto secondo un’antica ricetta giapponese, ovvero lessato per 16 ore e poi ridotto nel suo fondo con soia, sake e mirin. Al termine della cena, dopo aver servito come dessert dei beneauguranti “Senzu mame” (in omaggio al nome originale dei “fagioli magici”, la cui fama è stata consacrata dal cartone animato giapponese Dragon Ball), lo Chef Wicky Priyan omaggerà tutti i presenti di un calice di champagne per il brindisi di mezzanotte.

Ma non finisce qui. Proprio il forte attaccamento alla tradizione nipponica ha spinto Wicky a reinterpretare un’antica usanza prendendola a pretesto per la realizzazione di un gesto benefico: in aggiunta alle portate della cena che verrà servita al ristorante, infatti, lo Chef preparerà anche 40 box contenenti yaki soba” (i tradizionali spaghetti giapponesi alla piastra) e pollo fritto, che verranno poi distribuiti agli homeless in strada nella stessa serata del 31 dicembre.

In Giappone, infatti, i primi giorni del nuovo anno, sono il momento per raccogliersi in famiglia e trascorrere del tempo insieme alle persone più care. Questo periodo prende il nome di Oshogatsu (il primo dell’anno) e dura di solito 2-3 giorni. Durante questo periodo, dedicato esclusivamente al riposo, nessuno svolge attività casalinghe ed è per questo che la tradizione impone di preparare nei giorni precedenti una serie di pietanze e contorni, chiamati Osechi Ryori, che si mantengono e si consumano nei primi tre giorni del nuovo anno. Gli Osechi Ryori sono quindi tanti piccoli piatti conservati di solito in jubako, contenitori di legno laccato che assomigliano alle scatole per il bento, il pranzo da asporto giapponese.

È proprio a questa curiosa tradizione che si è ispirato Wicky Priyan nel cucinare in misura maggiore nella serata di Capodanno, predisponendo delle porzioni da asporto che saranno offerte agli homeless di Milano. Una categoria disagiata, quella dei clochard, verso cui Wicky è particolarmente sensibile anche in virtù di un suo personale trascorso da “senzatetto”, quando, prima di intraprendere la carriera di cuoco, aveva studiato per diventare criminologo e, proprio per approfondire i temi della sua tesi di laurea, visse per ben sette mesi alla stregua di un homeless per le strade di Madras, in India.

Per mettere in pratica il suo Capodanno solidale lo Chef si avvarrà dell’aiuto di 5 volontari della Fondazione F.lli Di S. Francesco D'Assisi Onlus*, che si occuperanno di ritirare i pasti da Wicky's nel tardo pomeriggio del 31 dicembre per poi distribuirli, a partire dalle ore 21 e fino alle 23.30 circa, agli homeless accampati nelle zone di Viale Monte Nero, Corso Lodi, Viale Ortles e San Donato Milanese.





*La Fondazione Fratelli di San Francesco affonda le proprie radici in un passato lontano, avendo continuato la secolare attività caritativa che religiosi e laici hanno svolto sin dal Medioevo intorno al convento di Sant’Angelo. La Fondazione offre ai poveri assistenza gratuita e accoglienza, cercando di costruire per ogni persona un percorso di integrazione e di autonomia sociale, abitativa e lavorativa. La Fondazione offre il proprio aiuto a diverse persone in stato di fragilità: minori, adulti e anziani, indipendentemente dalla loro provenienza o credo religioso.
I settori di impiego sono: Poliambulatorio medico e odontoiatrico, case di accoglienza, comunità per minori, area anziani, mensa e pacchi viveri, docce e guardaroba.
Più informazioni: www.fratellisanfrancesco.it 




Abbinamento d’autore: un accordo sinfonico tra il vino d’Etna e la cucina piemontese



Etna Rosso Carranco - “Caldo e freddo di faraona e fegatini, salsa al Marsala” dello chef Ugo Alciati

Sicilia e Piemonte protagonisti di una combinazione che mette in gioco sapori decisi, espressione della terra d’origine. La cantina Carranco e lo chef Ugo Alciati presentano due eccellenze di forte identità e qualità: vino complesso e strutturato, l’Etna Rosso Carranco trova un perfetto connubio con “Caldo e freddo di faraona e fegatini, salsa al Marsala”, ricetta del menu di Guido Ristorante.

Castiglione di Sicilia (CT) 23 dicembre 2019 – Un vino d’eccellenza e un piatto d’autore che narrano la complessità e il sapore inconfondibile di un territorio ricco di biodiversità come quello dell’Etna, insieme al gusto deciso e tipico di una cucina tradizionalmente moderna, come quella piemontese dello chef Ugo Alciati. L’Etna Rosso Carranco, prodotto con vitigni da sempre coltivati sulle pendici del vulcano, viene abbinato a “Caldo e freddo di faraona e fegatini, salsa al Marsala” ricetta portavoce di stagionalità, qualità delle materie prime e valorizzazione delle eccellenze.

Per Carranco, il legame tra Sicilia e Piemonte è insito nel proprio DNA: la cantina, infatti, nasce nel 2018 dall’incontro tra Borgogno, la più antica cantina del Barolo, e Tornatore, produttore etneo autoctono di Castiglione di Sicilia. Una combinazione che permette di valorizzare al meglio i frutti di un territorio vulcanico altamente vocato alla viticoltura ed esaltarne le autentiche radici etnee. Vino complesso e strutturato, l’Etna Rosso Carranco si sposa particolarmente con piatti che presentano una tipica aromaticità e sapidità. Realizzato con uve Nerello Mascalese, considerato il re tra i vitigni autoctoni dell’Etna, viene vinificato in vasche di cemento, nel rispettando della tradizione e invecchiato in grandi botti di rovere. Corposo e dalla forte personalità, l’Etna Rosso Carranco presenta una spiccata mineralità e acidità, un finale molto elegante con un tannino leggero, setoso e sapido, nonché sentori fruttati intensi che si alternano a note più speziate. Prodotto a partire da vitigni originari coltivati nel versante nord dell’Etna, in una terra ricca di minerali e materiali eruttivi, conserva un carattere intenso da abbinare a specialità dal sapore deciso come formaggi, carni pregiate come il suino nero, zuppe di legumi, porcini dei castagneti etnei, ma anche gusti di mare come sarde o pesce spada.

Insolito ma sorprendente il suo abbinamento con la faraona, carne spesso utilizzata nella cucina piemontese e in questa ricetta valorizzata dallo chef Ugo Alciati, una Stella Michelin, due Forchette del Gambero Rosso e due Cappelli per le Guide dell’Espresso. Erede di una famiglia che ha scritto la storia della cucina italiana e chef del Guido Ristorante di Serralunga d’Alba nel Roero, difende la filosofia di una cucina ‘tradizionalmente moderna’ basata sulla conoscenza della natura degli ingredienti, sul rispetto della fatica di chi li produce, sugli insegnamenti della propria terra e sulla valorizzazione della materia prima. Nella ricetta “Caldo e freddo di faraona e fegatini, salsa al Marsala” è la carne di faraona cotta al forno ad essere protagonista, accompagnata da una mousse di fegatini e guarnita con la salsa al Marsala e una gelatina di Barolo tagliata al coltello.

Un piatto d’autore, espressione di un’arte culinaria che tutela la qualità delle materie prime e l’autenticità dei gesti della tradizione.