inaugurazione: 13 dicembre, ore 17 – su invito
apertura mostra: 14 dicembre 2021 – 9
gennaio 2022
orari: lunedì – venerdì 10.00-13.00;
14.30-18.30
sabato – domenica 11.00-13.00;
14.30-18.30
sede: Museo della
Permanente
Ingresso libero
obbligo
di Green pass e mascherina
Regole
di accesso complete su www.lapermanente.it
La mostra Traslazioni/Sorgenti,
a cura di Luca Pietro Nicoletti, rappresenta il secondo capitolo del ciclo Monografie,
avviato dal Museo della Permanente nel 2021 con l’esposizione dedicata a Mino
Ceretti.
Attraverso una serie di
rassegne personali di alcuni degli artisti più rappresentativi della
Permanente, si intende rendere omaggio ai Maestri che occupano un posto di
particolare rilievo nel panorama artistico del secondo Novecento e del
contemporaneo.
Franco Zazzeri è
senz’altro uno degli artisti più significativi legati alla Permanente, di cui è
socio di lungo corso e dove ha esposto le proprie opere con regolarità, sin
dalla prima metà degli anni ’60.
Nei diversi cicli che
scandiscono la sua pluridecennale ricerca, ha saputo spaziare tra varie fonti
di ispirazione - dalle stratificazioni geologiche, a elementi primari come uova
e sfere, agli alberi, all’aratro che solca la terra e fa scaturire la vita -
con una sperimentazione costante sulla materia e sul rapporto tra le sculture e
lo spazio circostante.
In questa rassegna sono
esposte più di venti sculture che offrono uno spaccato di grande interesse
sull’evoluzione del linguaggio di Zazzeri: dalla Stratificazione fratturata
del 1970, che risale agli albori della sua carriera, sino ai lavori più recenti
appartenenti al ciclo Essenza della vita.
Il nucleo principale
dell’esposizione è dedicato alle Sorgenti ed alle Traslazioni,
due temi che caratterizzano il lavoro di Zazzeri soprattutto nel corso degli
anni ’90. Si tratta di opere che portano a compimento la ricerca sulla
dimensione verticale, attraverso grandi steli e monoliti di bronzo scuro e
rugoso, da cui emerge un corpo interno lucido e brillante, che sembra
squarciare la corazza esterna, per staccarsi dalla materia ed elevarsi verso
una dimensione superiore.
Accanto alle sculture, in
mostra sono esposti anche numerosi disegni, che consentono di approfondire la
genesi delle opere in bronzo, rivelando la fase del processo creativo in cui lo
scultore concepisce l’opera e ne definisce le forme, prima di passare alla
realizzazione finale.
Il percorso espositivo
viene introdotto da un excursus dedicato ad un aspetto particolarmente
rilevante della carriera di Zazzeri: l’arte pubblica. A partire dagli anni ’70,
Zazzeri ha infatti realizzato numerose opere monumentali collocate in spazi
pubblici, in particolare nella sua città d’adozione - Milano - che testimoniano
l’evoluzione del linguaggio scultoreo anche in chiave monumentale.
FRANCO
ZAZZERI - Nota biografica
Franco Zazzeri nasce
a Firenze nel 1938. Trascorre gli anni della giovinezza a Monte San Savino
(Arezzo). In un laboratorio locale inizia a praticare la ceramica e, in
seguito, mosso dall’interesse per la scultura, lavora presso un marmista ad
Arezzo. Qui frequenta, sotto la guida dello scultore Giovanni Bianchi, la
Scuola d’Arte Aretina, dove realizza, alla fine degli anni ’50, i primi
ritratti realistici.
Nel 1960 si
trasferisce a Milano: qui si diploma alla Scuola d’Arte del Castello Sforzesco
e, a partire dal 1964, inizia ad esporre in mostre personali e collettive
dedicate alla scultura (tra cui, a partire dagli anni ’80, la Biennale di
Venezia e la Quadriennale di Roma).
Il suo itinerario di
ricerca prende avvio dalla ritrattistica e dalla figurazione, per poi orientarsi
verso una visione più informale, che mette in luce, nella serie delle Stratificazioni geologiche dei primi
anni ’70, un aspetto organico della materia, che si struttura in numerosi piani
sovrapposti e che si rivela all’interno delle sculture.
Nelle successive Genesi geologiche, la visione “biologica” della forma plastica acquisisce una
componente geometrica, che si manifesta nei concetti, nelle sfere e nelle
uova geologiche: opere che indagano i misteri dell’origine della vita,
estraendo l’energia primaria e vitale dalla materia.
In seguito, con le Figurazioni astratte dell’inconscio,
realizza obelischi dai volumi monolitici che si slanciano verso l’alto, aprendo
allo sguardo il mistero della loro essenza lucida e pura, mentre gli Alberi reggono nidi e frutti, evocando
il ciclo continuo della vita.
Nei Fossili si condensa l’evoluzione del
tempo, mentre la forma del Vomere,
che ricorre in opere più recenti, incide e apre la superficie del terreno,
preparandolo alla semina e portando alla luce nuova energia.
Da oltre quarant’anni
Zazzeri è socio della Permanente, dove espone per la prima volta alla metà
degli anni ’60; ha fatto più volte parte sia della Commissione artistica
annuale che del Consiglio Direttivo dell’Ente.