opere e capolavori, innesti e ibridazioni, fra pubblico e privato nell’età di Ridolfi
A cura di Andrea Bruciati
18 ottobre 2025 – 3 maggio 2026 Civica Raccolta d'Arte "Claudio Ridolfi" Corinaldo (AN)
“Progetto sostenuto dalla Regione Marche - Assessorato alla Cultura”
INAUGURAZIONE 18 OTTOBRE 2025 ORE 17.00 |
![]() |
Claudio Ridolfi, La carità di San Tommaso da Villanova, olio su tela, Civica Raccolta d'Arte Claudio Ridolfi |
![]() |
Alessandro Bonvicino detto il Moretto, La preghiera di Gesù nell'orto del Getsemani, 1524 ca, olio su tela, Firenze, collezione privata |
Il Comune di Corinaldo presenta la mostra “Mirabilia Marche: opere e capolavori, innesti e ibridazioni, fra pubblico e privato nell’età di Ridolfi” a cura di Andrea Bruciati che sarà ospitata dalla Civica Raccolta d'Arte "Claudio Ridolfi" dal 18 ottobre 2025 al 3 maggio 2026 con l’obiettivo di raccontare, attraverso uno degli artisti di spicco – Claudio Ridolfi – che hanno lavorato nel comune di Corinaldo, la felice stagione storica fra la fine del Cinquecento e gli inizi del secolo successivo di un`area della provincia marchigiana ritenuta marginale, ma che si connota per una precisa e significativa morfologia culturale.
Claudio Ridolfi (Verona 1570 ca – Corinaldo 1644) è stato l’ultimo pittore di corte a Urbino e si è mostrato molto attivo e prolifico in tutta la Marca nella prima metà del ‘600. Di notevole interesse risulta lo sviluppo e il consolidamento di una matrice culturale di ascendenza veneta, che si mantiene viva e dinamica grazie al costante dialogo con Verona, sua città d’origine, la cui influenza permane quale riferimento identitario e intellettuale. Tale persistenza non si configura come semplice retaggio, bensì come elemento attivo in grado di alimentare un fertile terreno di scambi, relazioni e contaminazioni. proprio nel momento in cui le influenze venete che fin dal Trecento avevano permeato una grande parte della cultura pittorica del territorio, lasciano spazio ai nuovi influssi bolognesi e romani che avevano ottenuto maggiore influenza nell’evoluzione della pittura nelle Marche. In questo contesto, il contributo di Claudio Ridolfi si pone quale ultimo, ma non per questo meno rilevante, tassello di una più ampia tessitura culturale e, dopo 30 anni dall’ultima rassegna a lui dedicata nel 1994, oggi è possibile dare una lettura scientifica rinnovata di un pittore definito di “transizione” che però si connota per un’alta qualità espressiva unita ad un sentimento che riflette lo spirito controriformistico del tempo.
La mostra “Mirabilia Marche: opere e capolavori, innesti e ibridazioni, fra pubblico e privato nell’età di Claudio Ridolfi”, espone quaranta opere, mettendo in dialogo i dipinti del Ridolfi - conservati a Corinaldo presso la Raccolta d’Arte Civica a lui intitolata e nelle Chiese della città - con altre opere provenienti da collezioni private, riferite ad un ambito artistico-culturale vicino al Ridolfi e ad autori che rimandano all’arco temporale della raccolta. La Civica Raccolta d’Arte, dunque, funge solo da incipit di un percorso che espone anche le opere dell’artista veronese conservate ancora nelle strutture ecclesiastiche nel territorio, evidenziando la ricchezza di un territorio dove la bellezza è diffusa. Ad affiancarle in mostra opere che integrano le tematiche a soggetto sacro, care a Ridolfi, quali il paesaggio, il mito e il ritratto attraverso tele e opere su carta di autori provenienti dalle officine attive nel periodo, come quella bolognese, romana e veneta. Fra le tante opere mai esposte al pubblico, si segnala di particolare interesse una nuova tela con Madonna, bambino e santi che si inserisce nel corpus del maestro corinaldese, e poi un commovente ritratto di Elisabetta Sirani, una notturna scena nel Getsemani di Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, e un paesaggio preromantico di Rosa da Tivoli.
Il curatore Andrea Bruciati racconta: «“Mirabilia Marche” non si configura meramente come l’illustrazione di un’esposizione temporanea, ma si propone quale dispositivo critico e progettuale volto a riconsiderare, in termini attuali e prospettici, il ruolo e la configurazione dello spazio museografico contemporaneo. In tale prospettiva, l’iniziativa ambisce a restituire centralità e visibilità a una figura artistica di significativa rilevanza per la storia culturale del territorio, quale Claudio Ridolfi, inserendola in un più ampio processo di rivalutazione storiografica e di riattivazione del patrimonio culturale locale. L’operazione, pur inscritta entro una scansione temporale definita, si qualifica come un’occasione strategica per innescare una riflessione più ampia sui modelli espositivi e sulla funzione dei luoghi della cultura nella contemporaneità. Essa si propone di rigenerare le modalità narrative attraverso cui si costruisce il senso dello spazio museale, contribuendo al rafforzamento e alla diffusione del paradigma del cosiddetto “museo diffuso” — dimensione peculiare e strutturante del paesaggio culturale italiano — che trova nella stratificazione storica, nella policentricità e nella prossimità con i territori uno dei suoi tratti distintivi. In questo senso, Mirabilia Marche si pone come laboratorio metodologico e operativo, in grado di sperimentare forme di valorizzazione integrate, fondate sull’interazione tra patrimonio tangibile e immateriale, tra collezioni permanenti e pratiche temporanee, tra memoria e innovazione”.
Si è venuta così a comporre molto più di una mostra, quasi un riallestimento delle sale della Pinacoteca nella volontà di valorizzare il collezionismo privato che connota questi territori, apparentemente lontani dal dibattito culturale odierno, e il portato storico di un artista quale Claudio Ridolfi cui non viene dedicata una mostra da trent’anni». |
Nessun commento:
Posta un commento