A cura di Lorenzo Bruni
Opening: sabato 29 settembre 2018 ore 18.30
30 settembre – 15 dicembre 2018 
La Galleria Poggiali di Firenze presenta la mostra Making Time a cura di Lorenzo Bruni con opere di Slater Bradley (San Francisco, 1975), Park Chan-kyong (Seul, 1965) e Grazia Toderi (Padova, 1963). 
Il
 progetto, suddiviso in tre mostre autonome, si sviluppa nei tre 
differenti ambienti della galleria fiorentina. Ciascuna delle mostre è 
costituita da media eterogenei con fotografie, video, collage, video 
installazioni, disegni e interventi pittorici di cicli differenti 
usualmente non fruibili nei musei italiani che si mescolano con le nuove
 produzioni esposte ora in anteprima assoluta al pubblico europeo.
Making Time,
 che costruisce un dialogo inaspettato e capace di mostrare il fulcro 
delle indagini di ognuno di questi tre artisti di fama internazionale, 
ha permesso loro di riflettere su una più ampia piattaforma di ricerca e
 far dialogare opere prodotte in periodi differenti con interventi site 
specific creando così stratificazioni capaci di dare nuovo senso alla 
realtà e all’opera stessa. Attraverso la mostra è possibile indagare la 
specificità di ognuno di loro. 
Le
 ricerche personali di ognuno dei tre, messe in relazione con l’attuale 
mondo digitale e post-ideologico, nascono negli anni Novanta. 
Slater
 Bradley, Park Chan-kyong e Grazia Toderi sono artisti di provenienza 
culturale differente ma tutti e tre hanno iniziato il loro percorso 
adottando una narrazione per immagini in movimento per poter riflettere 
sul pubblico e sull'opera d'arte, il tutto in un momento in cui internet
 e la globalizzazione dei mercati parcellizzava i tradizionali centri di
 potere e alterava il modo di raccontare i fatti e le aspettative che ne
 derivavano. I loro racconti puntano a far emergere la necessità di una 
fruizione empatica e fisica rispetto alla sequenza lineare di azioni di 
causa ed effetto con cui poter ri-negoziare il confine tra illusione e 
realtà, tra opinioni e fatti in una società in cui la verità delle 
informazioni appare illusoriamente alla portata di tutti.
Per la mostra Making Time
 sia Park Chan-kyong che Grazia Toderi, (Leone d’Oro alla Biennale di 
Venezia), insieme a Slater Bradley (il più giovane artista di sesso 
maschile ad aver avuto una personale al The Salomon R. Guggenheim Museum
 di New York) hanno raccolto l’invito a presentare per la prima volta 
proprio in Italia, alla Galleria Poggiali, una nuova produzione.
Il percorso comincia con il lavoro di Slater Bradley che oltre al video Sequoia del 2013, presenta due tele del 2011 e l’opera Parthenon Solar Shield
 del 2018, un’emanazione della serie esposta alla Biennale di Venezia 
del 2017; il tutto insieme ai suoi nuovi monocromi blu del 2018 e a Blue David Shield, sul David di Michelangelo, appositamente realizzato per Firenze. 
La
 mostra, caratterizzata da media eterogenei, prosegue con le opere di 
Park Chan-kyong che espone per la sua prima volta in Europa i light-box 
insieme a Child Soldier, del 2017, un video costituito 
da fotografie che esaminano il complesso sociale e politico della storia
 della Corea del Sud, la tradizione folk, lo sciamanismo e al tempo 
stesso, l’impatto della guerra in Corea e la conseguente divisione tra 
sud e nord.
Grazia Toderi, nella project room di via Benedetta, propone oltre alla video istallazione Red Map, del 2016-2018, anche un inedito focus sui disegni su carta del 1997 in relazione al celebre lavoro Centro, sempre dello stesso anno. Negli spazi della galleria invece si dipana la cartografia immaginaria Atlante Rosso
 del 2012: immagini create pensando alla sedimentazione della terra, 
alle orbite dei pianeti ma anche alle nostre orbite oculari; il rosso 
nell’opera rimanda al colore delle luci artificiali delle città nella 
notte. È presentata inoltre l’opera Disappearing Map, 2016-2018, 
costituita da tre lavori inediti realizzati su fogli di carta da lucido 
sovrapposti.
 ‘La
 prima valutazione che emerge – scrive il curatore Lorenzo Bruni – è che
 non hanno adottato il video per tagliare i ponti con la storia 
dell'arte, bensì per rivitalizzarla e ripensarla da un altro punto di 
vista. La seconda è legata al fatto che per loro la 
sospensione/espansione della narrazione è soltanto il mezzo per dare 
concretezza al concetto di tempo e permettere un dialogo tra quello 
oggettivo e quello personale, tra storia e visione, tra produzione e 
fruizione.’
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo con testi di Lorenzo Bruni e una conversazione con gli artisti.
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