Nasce dalla volontà di creare un nuovo equilibrio tra vigneto e natura il progetto della cantina Saffirio che unisce qualità del vino, tutela ambientale e recupero della biodiversità; una filosofia basata su una visione di lungo periodo e un impegno che si fonda su investimenti a lungo termine, in cui il bosco e le sue dinamiche ricoprono un ruolo fondamentale e diventano aspetti da tutelare con attenzione e cura oggi, con l’obiettivo di raccoglierne i frutti anche tra decenni e per le future generazioni.
L’azienda Saffirio di Monforte d’Alba si distingue oggi per essere la realtà vitivinicola con la più alta percentuale di superficie boschiva rispetto a quella vitata nella zona del Barolo: dei 36 ettari complessivi, ben 16 sono boschi e prati permanenti. Una scelta tutt’altro che casuale, ma frutto di una visione consapevole portata avanti da Sara Vezza, quinta generazione della famiglia Saffirio, e da Brave Wine, la holding fondata da Renzo Rosso, oggi partner strategico dell’azienda.
“Sappiamo che aggiungere bosco significa rinunciare a terreni produttivi, ma è un investimento necessario. La sostenibilità è un asset imprescindibile per chi fa impresa oggi. Abbiamo la responsabilità di riparare i danni del passato e costruire un futuro possibile per l’ambiente e per le prossime generazioni”, affermano Vezza e Rosso.
L’integrazione del bosco nel paesaggio vitato nasce dalla volontà di ricomporre un equilibrio perduto, investendo nella sostenibilità a lungo termine. Le Langhe, celebri per i loro vini ma anche per i tartufi, hanno negli anni sacrificato parte delle aree boschive in favore delle coltivazioni agricole. La cantina Saffirio ha deciso di invertire questa tendenza, reintroducendo querce, tigli, pioppi e salici attorno alle vigne, creando così ambienti ideali per il ritorno dei tartufi e per la rinascita di ecosistemi complessi e vitali. Le pratiche adottate sono spesso ispirate alla tradizione locale, come la propagazione del tartufo attraverso le lumache alimentate con i suoi residui, o la piantumazione di ghiande provenienti da querce selezionate da esperti tartufai. Il bosco non è quindi solo cornice del paesaggio: è alleato attivo nella difesa della biodiversità, soprattutto degli insetti impollinatori – api selvatiche, farfalle, sirfidi – essenziali per l’equilibrio naturale e per la sopravvivenza di gran parte delle colture alimentari. Nelle vigne di Saffirio, si applicano pratiche agricole che rispettano gli habitat naturali: la vegetazione tra i filari cresce libera, contribuendo al controllo biologico dei parassiti e alla fertilità del suolo. Un’agricoltura meno invasiva che, oltre a ridurre l’impatto ambientale, migliora la qualità dei vini. Oggi questa attenzione verso la natura si estende anche oltre i confini dell’azienda. Saffirio ha scelto di aiutare a preservare l’area naturalistica dell’Osservatorio Madonna della Pace a Bossolasco, un luogo ricco di orchidee selvatiche di rara bellezza. E questo delicato fiore che è diventato per l’azienda simbolo del legame tra vino e biodiversità, è stato la fonte di ispirazione anche per la linea Orchidea, che raccoglie alcuni tra i vini più rappresentativi della cantina: Barolo DOCG, Barbera D’Alba Superiore DOC, Langhe DOC Nebbiolo, Langhe DOC Rossese Bianco e Langhe DOC Rosato.
La scelta di Saffirio dimostra che è possibile ed è importante fare impresa con responsabilità, restituendo valore al territorio, coltivando non solo la vite, ma anche una visione più armoniosa del rapporto tra uomo, ambiente e produzione. Un esempio concreto di come il futuro del vino possa (e debba) affondare le radici nella natura.