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martedì 17 novembre 2020

Swiss Architectural Award 2020

 

La Fondazione Teatro dell’architettura è lieta di annunciare che lo studio Bruther è il vincitore della settima edizione dello Swiss Architectural Award
  • Lo studio parigino Bruther (Stéphanie Bru, Alexandre Theriot) vince la settima edizione dello Swiss Architectural Award, caratterizzata dal maggior numero di candidati – 33 provenienti da 19 paesi – dalla nascita del Premio.
  • La settima edizione dello Swiss Architectural Award segna inoltre un importante sviluppo. Promossa per la prima volta dalla Fondazione Teatro dell’architettura, l’edizione riunisce le tre Scuole di architettura svizzere (Università della Svizzera italiana – Accademia di architettura; Politecnico Federale di Losanna – ENAC, Section d’Architecture, Politecnico Federale di Zurigo – Departement Architektur), sancendo in questo modo la rilevanza nazionale del Premio.
  • Anche grazie a questa inedita collaborazione, lo Swiss Architectural Award si conferma uno dei premi di architettura più ingenti e prestigiosi, forte di un comitato di advisor composto da architetti e critici di rinomanza internazionale.
  • Il premio di 100.000 franchi sarà consegnato il 22 aprile 2021 all’Auditorio del Teatro dell’architettura a Mendrisio. La cerimonia inaugurerà l’esposizione dei lavori presentati dai candidati, allestita al Teatro dell’architettura dell’Università della Svizzera italiana.
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Bruther, Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, Parigi, 2010-2014. © Foto di Filip Dujardin

È lo studio Bruther (Francia), fondato da Stéphanie Bru e Alexandre Thériot, il vincitore della settima edizione dello Swiss Architectural Award, premio internazionale di architettura a cadenza biennale promosso dal 2019 dalla Fondazione Teatro dell’architettura, che ha raccolto l’eredità di BSI Architectural Foundation.

 

La settima edizione del premio ha visto riunite le tre Scuole di architettura svizzere: Università della Svizzera italiana – Accademia di architettura; Politecnico Federale di Losanna – ENAC, Section d’Architecture, Politecnico Federale di Zurigo – Departement Architektur, rappresentate in seno alla giuria presieduta da Mario Botta. Il Premio fruisce inoltre del sostegno organizzativo dell’Università della Svizzera italiana – Accademia di architettura.

 

Anche grazie a questa inedita collaborazione, che sancisce la rilevanza nazionale del Premio, lo Swiss Architectural Award si conferma uno dei premi di architettura più ingenti e prestigiosi, forte di un comitato di advisor composto da architetti e critici di rinomanza internazionale.

 

Lo Swiss Architectural Award intende promuovere un’architettura attenta alle questioni etiche, estetiche ed ecologiche contemporanee e mira a favorire il dibattito pubblico. Il Premio è attribuito ad architetti di età non superiore ai 50 anni (nell’anno in cui il Premio è di volta in volta bandito), senza distinzione di nazionalità, che abbiano realizzato almeno tre opere significative.

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Bruther, Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, Parigi, 2010-2014. © Foto di Julien Hourcade

Bruther, New Generation Research Center, Caen (Francia), 2013-2015. © Foto di Maxime Delvaux

Il premio, che ammonta a 100.000 franchi svizzeri, sarà consegnato al vincitore il 22 aprile 2021 all’Auditorio del Teatro dell’architettura dell’Università della Svizzera italiana a Mendrisio, nel corso di una cerimonia che segnerà anche l’apertura dell’esposizione dei lavori presentati dai candidati.

 

Lo studio Bruther è stato scelto fra 33 candidati provenienti da 19 paesi, vincendo l’edizione con il maggior numero di partecipanti dall’istituzione del Premio nel 2007, circostanza che ribadisce il ruolo di sismografo delle più feconde ricerche contemporanee, che lo Swiss Architectural Award si propone di assolvere grazie all’eccellenza del comitato di advisors cui spetta la nomina dei candidati.

 

La Giuria ha attribuito all’unanimità lo Swiss Architectural Award 2020 allo studio Bruther per il Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, Parigi (2010-2014), il New Generation Research Center, Caen (2013-2015) e la Residenza per ricercatori universitari “Maison Julie-Victoire Daubié”, Parigi (2014-2018).

 

Per la Giuria “Le tre opere presentate da Bruther (Stéphanie Bru e Alexandre Theriot) affrontano, con grande coerenza e qualità, il tema della periferia (e nello specifico, la periferia delle città francesi), riconosciuta come luogo nevralgico in cui si manifestano, con forza dirompente, le contraddizioni della nostra società. In contesti difficili, percorsi da tensioni sociali e caratterizzati da spazi anonimi se non degradati, Bruther interviene con un’architettura caratterizzata da una profonda istanza civica, che si propone di restituire dignità a questi luoghi e ai loro abitanti.” 

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Bruther, New Generation Research Center, Caen (Francia), 2013-2015. © Foto di Julien Hourcade

La giuria ha riconosciuto nell’opera di Bruther una piena consonanza con gli obiettivi dello Swiss Architectural Award, premio che si propone di favorire, attraverso il coinvolgimento delle tre Scuole di architettura svizzere, il dibattito pubblico sul ruolo dell’architettura nella società contemporanea, e con maggiore urgenza nel periodo di crisi che stiamo attraversando.

 

La giuria della settima edizione è stata presieduta da Mario Botta e composta da Riccardo Blumer (direttore dell’Accademia di architettura, USI), João Luís Carrilho da Graça (Lisbona), Dieter Dietz (direttore della Section d’Architecture, EPFL-ENAC) e Christophe Girot (decano del Departement Architektur, ETHZ).

 

I candidati alla settima edizione dello Swiss Architectural Award sono stati nominati da un comitato di advisor composto da Manuel Aires Mateus, Lisbona (Portogallo); Solano Benitez, Asunción (Paraguay); Angelo Bucci, São Paulo (Brasile); Marianne Burkhalter, Zurigo (Svizzera); Sean Godsell, Melbourne (Australia); Steven Holl, New York (USA); Junya Ishigami, Tokyo (Giappone); Bijoy Jain, Mumbai (India); Shelley McNamara, Dublino (Irlanda); Valerio Olgiati, Flims (Svizzera); Adolph Stiller, Vienna (Austria); Elisa Valero, Granada (Spagna); Paolo Zermani, Parma (Italia).

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Bruther, Residenza per ricercatori universitari “Maison Julie-Victoire Daubié”, Parigi, 2014-2018. © Foto di Maxime Delvaux

Sono stati candidati all’edizione 2020 dello Swiss Architectural Award:

Al Borde (Pascual Gangotena, David Barragán, Marialuisa Borja, Esteban Benavides; Ecuador);

Arrhov Frick (Johan Arrhov, Henrik Frick, Svezia);

Bernardo Bader (Austria);

Barbas Lopes Arquitectos (Patricia Barbas, Diogo Lopes, Portogallo);

Tatiana Bilbao (Messico);

Bruther (Stéphanie Bru, Alexandre Theriot, Francia);

Riccardo Butini (Italia);

Carmody Groarke (Kevin Carmody, Andy Groarke, Inghilterra);

Ricardo Carvalho (Portogallo);

Kashef Mahboob Chowdhury (Bangladesh);

DECA Architecture (Alexandros Vaitsos, Carlos Loperena, Grecia);

Angela Deuber (Svizzera);

Edition Office (Kim Bridgland, Aaron Roberts, Australia);

Estudio MMX (Jorge Arvizu, Ignacio del Rio Emmanuel Ramirez, Diego Ricalde, Messico);

Nick Gelpi (USA);

Guidotti Architetti (Giacomo Guidotti, Riccarda Guidotti, Svizzera);

Carla Juaçaba (Brasile);

langarita-navarro arquitectos (Maria Langarita, Victor Navarro, Spagna);

MAPA (Luciano Rocha de Andrades, Matías Carballal Zeballos, Andrés Gobba Hannay, Maurício Lopez Franco, Silvio Lagranha Machado, Brasile);

Shingo Masuda+Katsuhisa Otsubo (Giappone);

Daniel Moreno Flores (Ecuador);

Erika Nakagawa (Giappone);

OFFICE (Kersten Geers, David Van Severen, Belgio);

Camilo Rebelo (Portogallo);

Robust Architecture Workshop (Milinda Pathiraja, Ganga Ratnayake, Sri Lanka);

Sabin Blanco Architects (Patricia Sabín Díaz, Enrique M. Blanco Lorenzo, Spagna);

SIAA_ (Cesar Shundi Iwamizu, Brasile);

Taylor and Hinds Architects (Poppy Taylor, Mat Hinds, Australia);

Ted’A Arquitectes (Irene Perez Piferrer, Jaume Mayol Amengual, Spagna);

Terra+Tuma (Danilo Terra, Fernanda Sakano, Pedro Tuma, Juliana Terra, Brasile);

Francesca Torzo (Italia);

Christian Wassmann (USA);

Xu Tiantian (Cina).

 

Nel sito www.swissarchitecturalaward.com è possibile reperire tutte le informazioni sull’edizione in corso
e sulle precedenti.

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I fondatori di Bruther, Alexandre Theriot e Stéphanie Bru. © Foto di Marvin Leuvrey

Il vincitore

Fondato nel 2007 a Parigi da Stéphanie Bru (1973) e Alexandre Theriot (1972), Bruther lavora nel campo dell’architettura, della ricerca, della didattica, dell’urbanistica e del paesaggio. Bruther si propone “di comprendere e di accettare le esigenze concettuali e costruttive, ma anche di sapersi ritrarre per incontrare inaspettatamente nuovi ambiti di sperimentazione e di ricerca. I nostri progetti suggeriscono un delicato equilibrio tra strategia e forma, rigore e libertà, specificità e genericità, immediatezza e istanza evolutiva. Considerando il programma in proiezione futura, i nostri progetti si distinguono per le infrastrutture aperte che si adattano alla ricchezza di possibilità offerte dal contesto e a un’ampia flessibilità d’uso”.

 

Prima di conseguire lo Swiss Architectural Award 2020, Bruther ha vinto il Prix de l’Équerre d’argent 2016 (per il New Generation Research Center, Caen), il Gold Award, Best Architects Awards 2016 (per il Centro Culturale e Sportivo Saint-Blaise, Parigi) ed è stato nominato nel 2015 per il Mies van der Rohe Award (per il Centro Culturale e Sportivo Saint-Blaise, Parigi).

 

Stéphanie Bru e Alexandre Theriot hanno tenuto conferenze e hanno insegnato, come professori invitati di Progettazione, in varie scuole di architettura in tutto il mondo. Alexandre Theriot insegna attualmente presso il Dipartimento di architettura del Politecnico federale di Zurigo.

Sito web: bruther.biz

La Fondazione Teatro dell’architettura

All’origine del Teatro dell’architettura dell’Università della Svizzera italiana, uno strumento volto ad alimentare il dibattito disciplinare, a rafforzare l’offerta formativa dell’USI e dell’Accademia di architettura in particolare, e a favorire, presso un pubblico più ampio, una maggiore consapevolezza delle questioni cruciali della cultura architettonica contemporanea, la Fondazione Teatro dell’architettura è dal 2019 promotrice dello Swiss Architectural Award. La Fondazione, che ha sede a Mendrisio, è presieduta da Mario Botta.

 

La Fondazione Teatro dell’architettura si propone, in particolare, di offrire visibilità ai nuovi interessi transdisciplinari che sempre più intervengono nel processo progettuale e che ridefiniscono il ruolo sociale dell’architettura. Le complesse questioni che la società contemporanea è chiamata ad affrontare – l’impegno a favore dell’ambiente, la reperibilità delle risorse energetiche, i drastici cambiamenti climatici e le nuove complesse realtà sociali – condizionano fortemente le dinamiche legate agli aspetti identitari che si registrano a livello territoriale tanto da rendere necessari nuovi approcci e una nuova sensibilità disciplinare nell’ambito dell’architettura, degli studi urbani e della progettazione del paesaggio.

 

Fra le attività promosse dalla Fondazione Teatro dell’architettura, presso questa sede espositiva, si ricordano le mostre “Louis Kahn e Venezia” (12 ottobre 2018 – 20 gennaio 2019; in collaborazione con USI - Accademia di architettura), “Koen Vanmechelen. The Worth of Life 1982–2019” (4 ottobre 2019 – 2 febbraio 2020; in collaborazione con USI - Accademia di architettura), “I disegni giovanili di Le Corbusier. 1902-1916” (19 settembre 2020 – 24 gennaio 2021; in collaborazione con USI - Accademia di architettura).

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