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giovedì 12 novembre 2020

Crisi della Ristorazione, Marco Lungo: "Pensare a sé per pensare a tutti"

 

 


 

Marco Lungo: “Crisi della Ristorazione: la situazione è drammatica, non è il momento di sperare ma di agire immediatamente”

Roma, 12 novembre 2020 – Nel corso di una diretta nel più importante gruppo di operatori della ristorazione italiana, Marco Lungo ha illustrato il suo pensiero ed i suoi consigli per affrontare la drammatica seconda emergenza in cui il Covid, con il prossimo probabile lockdown totale, e l’incapacità del Governo Conte ci ha fatto precipitare.

Il pensiero di Marco Lungo è quello di un Crisis Manager, che ha studiato e gestito molte crisi nella vita ma che, soprattutto, ne conosce metodi e sistemi strutturati per affrontarle, riuscendo a ricondurle alle cause comuni che tutte le crisi hanno.

Ciò permette di affrontarle con efficacia e di poter avere, a ragione, maggiori e concrete speranze per superare la fase critica.

Non è come il primo lockdown: è molto peggio

“Questo secondo lockdown, a breve probabilmente totale, è molto peggiore del precedente in primis perché la seconda ondata era stata ampiamente annunciata ma il Governo guidato da Conte non ha fatto assolutamente nulla per farci trovare preparati.

Anzi, ha disperso fondi in bonus di varia natura, in monopattini e sostituzione di banchi scolastici i quali sono, anche se relativamente costosi, interventi del tutto sterili e che conferiscono immagine totalmente negativa del Governo, invece di destinarli anche se piccoli a rinforzare una Sanità già messa a dura prova dalla prima ondata di ricoveri a causa del virus.

Ancora di più, però, questa seconda ondata colpisce una economia della ristorazione che, a stento e di fatto senza aiuti, con le sole proprie forze, ha superato l’impatto primaverile; a causa di ciò, è arrivata oggi senza aver potuto ricostituire un minimo di fondi per affrontare una seconda chiusura la quale, con tutta probabilità, farà saltare anche le Feste Natalizie“.

Pensare a sé stessi per poter pensare agli altri

“Con la mia esperienza di Crisis Manager”, ha proseguito Marco Lungo, “vi dico che in questo momento non potete pensare ai vostri dipendenti e a chiunque non siate voi: voi siete gli imprenditori, voi siete la forza che crea lavoro, quindi siete quelli che vi dovete mettere la mascherina di ossigeno quando l’aereo ha problemi, per poi poter aiutare gli altri.

Non è egoismo ma è vero altruismo, perché se voi che avete avuto la capacità di dare lavoro soccombete, toglierete lavoro a tutti e sostentamento ai vostri cari.

Non è il punto in cui ci si possa abbandonare a morali altruistiche o altro: uno slancio in questo senso può essere (anzi, molto probabilmente sarà) distruttivo in maniera definitiva per tutti coloro i quali dipendono da voi”, ha concluso Marco Lungo.

I consigli di Marco Lungo per affrontare questa Crisi

Intervistato dopo questo intervento, rivolgendosi ai ristoratori Marco Lungo ha elencato quali sono i punti fondamentali per affrontare questa seconda crisi, così come suggerito dalla sua esperienza di Crisis Manager:

1 – Pensare a sé

Non c’è più spazio, tempo e risorse per pensare al prossimo: la situazione è drammatica e, soprattutto, fuori controllo da parte del Governo: non si può prevedere, quindi, quanto durerà e quanto pesante sarà il suo impatto in una situazione economicamente già provata e mal gestita. Per questo, si devono trattenere quante più risorse liquide possibile, costituire patrimonialità di emergenza e sostentamento, che sono i veri viveri per affrontare il periodo nero che tutti abbiamo davanti. Chi sa tirare giù la scialuppa di salvataggio e sa poi remare, deve farlo subito senza aspettare che altri lo facciano o lo ostacolino nel tentativo di metterla a mare. Solo con una scialuppa che galleggia è possibile salvare vite umane: se non viene buttata a mare e poi non galleggia, non si salva nessuno. E’ durissimo da dire, certo, ma bisogna prendere atto che ad oggi è così.

2 – Comunicare, sempre, tutto, continuamente

I vostri clienti devono sapere che siete vivi, il mercato deve sapere che ci siete e che combattete. Comunicare con il pubblico è fondamentale per avere chances di tornare ad una normalità economica a volte anche migliore di quella che si aveva prima. Per questo, non si devono assolutamente abbandonare i social, non si deve perdere occasione per raccontare ai clienti cosa ci accade, come ci accade e cosa stiamo facendo per affrontare la crisi: Marco Lungo, nel suo libro “Salva Il Tuo Locale!”, cita a questo riguardo l’esempio della crisi della Tylenol negli anni ’80, il cui modo di affrontare quanto gli accadde è stato seguito fedelmente da una imprenditrice della ristorazione (dodici locali all’attivo) nella prima fase della crisi e, in questo modo, riuscì anche ad aumentare poi il suo fatturato, analogamente alla Tylenol.

3 – Non avere paura a cambiare

Come in natura, vince chi si adatta meglio all’ambiente. In questo momento, non si deve avere paura a cambiare ma stando sempre attenti a non “svalutare” quello che si è sempre fatto (perché questa crisi passerà, è cosa certa), seguendo quello che sembra essere l’idea fortunata per altri. Esiste l’idea fortunata per noi, invece, e quella dobbiamo trovare senza farci influenzare in alcun modo perché solo noi conosciamo la nostra realtà produttiva ed i nostri clienti. Per questo, adesso si deve pensare fuori dai propri schemi e farsi anche aiutare da chi ci vede dall’esterno, come un consulente o un concorrente amico.

4 – Costruire il futuro

Anche se non sembra, queste crisi sono opportunità per costruire il dopo crisi, cosa saremo una volta finita questa emergenza quando, più o meno ammaccati, torneremo alla normalità. Le cose da fare sono essenzialmente legate a dotarsi di un Archivio Clienti e di dedicarsi a fidelizzarli anche a distanza, all’analizzare le statistiche di vendita della propria attività per determinare cosa era redditizio e cosa no, a ripensare di conseguenza il proprio menù e le proprie linee produttive, a informarsi e formarsi sulle nuove tendenze del mercato, potendo fermarsi un attimo, e capire come è percepita la propria attività dal di fuori. Sono, queste, tutte attività a costo zero ma che permettono poi di avere dei reali vantaggi al momento di una prossima, auspicata, ripresa normale della ristorazione e della accoglienza alberghiera.

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