La
Kasa dei Libri si prepara al Natale e per l’occasione ha deciso di
distrarsi da un presente che tanto leggero non è pescando nell’infinita
rete di ritmi disincantanti che la poesia italiana ha regalato alle
feste di stagione. Versi da leggere tutti di un fiato, senza sosta,
giusto per assaporarne il ritmo e la cadenza. La scusa per questo
trastullo è l’uscita del libro di Walter Fochesato Il campanile scocca la mezzanotte santa. Le poesie di Natale che abbiamo letto a scuola,
appena pubblicato da Interlinea. Così, con un allestimento allegro che
prevede luminosi presepi di libri e alberi di carta, la Kasa celebra il
Natale a suo modo, in linea con la sua idea di divulgare la letteratura
anche attraverso i suoi aspetti più leggeri, come del resto si è sempre
fatto con i bambini. E i libri raccolti da Fochesato, in primis testi di
lettura per le scuole di decenni lontani, sono una scusa per rileggere
versi che altrimenti ci paiono terribilmente obsoleti.
Mite e calmo, l’asinello
guarda il Bimbo tanto bello:
e respira con premura,
ma ha nel cuore una paura:
non vorrebbe che, per sbaglio,
gli scappasse fuori un raglio!
Così si legge nel numero di Natale del 1955 del Corriere dei Piccoli
a firma di Grazia Nidasio. Sullo stesso numero e della stessa autrice
troneggia la copertina dedicata alle statuine del presepe, che aspettano
con ansia il momento di essere spolverate e trovare nuovamente posto
attorno alla capanna. Tanto aspettano che decidono di andarci da sole,
nel Presepe.
Ma qualcuno, lassù in soffitta,
se ne sta con aria afflitta:
le figure antiche sono
del Presepio, in abbandono.
(…)
Balzelloni, bene o male,
ora scendono le scale
(per fortuna restan sane
le lor vecchie porcellane).
(…)
Poscia con circospezione
ciascheduno si dispone
torno torno alla Capanna
per cantar il santo osanna.
Ritmo e leggerezza sono le caratteristiche anche della Filastrocca degli auguri degli anni Quaranta di Sergio Tofano, sempre pronto a prendere in giro i suoi piccoli lettori.
Per il Natale a voi bambini buoni
auguro un sacco di milioni
(…)
un milione di scorpacciate
di ogni genere di marmellate,
un milione di passeggiate,
un milione di scampagnate,
e, se ve lo meritate,
un milione di sculacciate!
Il
freddo, si sa, è fedele compagno del Natale tanto che qualcuno finisce
sempre per passarlo a casa col raffreddore. Ce lo racconta anche Colette
Rosselli in Per i bambini buoni e anche quelli cattivi del 1948, dove compare una buffa filastrocca dal titolo Lo starnuto.
Splende l’Albero guarnito
di bei doni di Natale;
ma quel povero Pasquale
sente in naso un gran prurito
sbuffa, soffia, scoppia…. Acciù!
L’Alberello non c’è più.
Tutti
scrittori che Fochesato ha ritrovato nei libri di lettura di un tempo,
sempre impegnati a far ridere i bambini con filastrocche in rima.
Eppure, accanto a loro, compaiono alcuni maestri italiani della poesia,
che in quegli stessi anni si sono confrontati con la letteratura per
l’infanzia. Troviamo infatti Guido Gozzano e Gabriele D’Annunzio, che ci
racconta dei suoi sogni da bambino pieno di modo e di buone maniere,
almeno alla presenza della nonna.
E mentre i sogni m’arridean soavi
tu piano, piano mi venivi a mettere
confetti e soldarelli fra ‘i guanciali.
Ancora
Umberto Saba, Salvatore Quasimodo e Giuseppe Ungaretti, soldato in
licenza dalla trincea che non riesce a scollarsi la tragedia della
guerra nei frenetici giorni prima del 25 dicembre.
Natale.
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade.
(…) Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare.
Penne raffinate intente a descrivere scene dell’inverno natalizio con tanto di angeli, re magi, bambinello e imbiancate di neve.
I toni certamente cambiano, il ritmo anche e di fondo grandi domande, come quella che ci rivolge Quasimodo in Natale.
“Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
(…)
Pace nel cuore di Cristo eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
Il fratello scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
Che morirà poi in croce fra due ladri?
Insomma, ognuno a suo modo - chi con il sorriso e strizzando l’occhiolino, chi con serietà e posatezza - ci racconta il Natale.
A
noi della Kasa dei Libri piace tra rime, ritornelli e filastrocche,
essere accompagnati verso gennaio come ci racconta Roberto Piumini.
“… mese
freddo e scortese
porta la sciarpa
di neve e di fango,
non suona l’arpa
non balla il tango:
batte fra i denti
la pipa spenta,
grida lamenti
poi si addormenta.”
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