Alla cerimonia inaugurale della 12ª edizione di Cheese, la più importante manifestazione internazionale dedicata al formaggio, organizzata da Slow Food e ancora in corso a Bra, sono stati assegnati i premi Resistenza Casearia, attribuiti “a quelle donne e quegli uomini che incarnano i valori di Cheese e di Slow Food”. Tra i premiati c’era anche il giovanissimo Daniele Casarotti (18 anni), casaro del caseificio di Peio, in rappresentanza delle ultime latterie turnarie che operano nel Trentino, nel Bellunese e in Friuli.
Un grande ricononoscimento, che premia il lavoro di due ecomusei,
del Gemonese e della Val di Peio, che da anni collaborano per sostenere
i due caseifici turnari ancora attivi sui rispettivi territori, anche
grazie al supporto di Slow Food. In occasione della manifestazione
“Gemona, formaggio e dintorni”, in programma dall’8 al 10 novembre, le
latterie turnarie dell’arco alpino orientale si ritroveranno per
confrontarsi e redigere un “manifesto” ovvero una carta dei princìpi in
cui riconoscersi.
Il sistema turnario, che un tempo consentiva alle famiglie di caseificare collettivamente quantità ridotte di latte, ancora oggi
si adatta a una produzione di piccola scala. Il caseificio turnario si
distingue dal modello cooperativo perché i soci conferitori non vendono
il latte alla latteria ma ricevono un servizio per cui viene loro
riconosciuto un certo quantitativo di prodotto trasformato in base al
latte conferito. Non è affatto casuale che la Latteria turnaria di
Campolessi e il Caseificio turnario di Peio producano due formaggi a
latte crudo e senza l’aggiunta di fermenti selezionati, il Formaggio di
turnaria e il Casolét, riconosciuti da Slow Food come Presìdi. Con loro
all’incontro di Gemona parteciperanno la Latteria turnaria di Valmorel
(Belluno) e la piccola comunità slovena di Lom-Podkuk (Tolmino).
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