L’olio su tela che anticipa il dipinto della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma entra a far parte della collezione permanente
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Pinacoteca Divisionismo Tortona, Giuseppe Pellizza, Il sole (studio), 1903-1904 - dettaglio |
UNA NUOVA LUCE SULLA PITTURA DI PELLIZZA |
A partire dal 13 settembre 2025 la Pinacoteca Divisionismo Tortona esporrà al pubblico una nuova opera di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Si tratta dell’olio su tela “Il sole (studio)”, una delle opere che hanno segnato il percorso creativo dell’omonimo celebre dipinto conservato presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Per l’elaborazione del capolavoro romano non sono infatti mancati bozzetti ed opere preparatorie probabilmente realizzate dal Pellizza nella ricerca del panorama più adatto a tale grandiosa rappresentazione della natura. Nella sua sintesi, il piccolo studio esposto a Tortona rappresenta un'esperienza ottica condotta alle estreme conseguenze, con il risultato quasi astratto di una pittura in cui la folgorazione luminosa dell'astro sorgente - centrale su un orizzonte rialzato, con l'irraggiarsi del nucleo di dinamici segmenti multicolori e in sequenza rigorosamente controllata - accresce l'effetto di potente controluce che in pratica elimina il paesaggio in basso e, in esso, qualsiasi concessione figurativa. |
IL GIOVANE PELLIZZA. ACCADEMIE, MAESTRI E PRIME ESPERIENZE: 1883-1890” |
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Giuseppe Pellizza, Autoritratto, 1885-1886 - dettaglio |
In occasione dell’esposizione della nuova acquisizione, la Pinacoteca presenterà al pubblico per il periodo 13 settembre 2025 – 15 febbraio 2026 un focus su un nucleo di opere di Pellizza solitamente non inserite nel percorso espositivo dal titolo “IL GIOVANE PELLIZZA. ACCADEMIE, MAESTRI E PRIME ESPERIENZE: 1883-1890” permettendo così al pubblico di seguire da vicino i primi passi dell’artista, le sue sperimentazioni e le influenze dei suoi maestri assorbite nel corso della sua formazione. Con le 28 opere di Pellizza, la Pinacoteca Divisionismo Tortona detiene il più ampio nucleo di lavori dell'artista presente in una singola collezione. Tra i dipinti eccezionalmente esposti e che affiancano capolavori come “Il cammino dei Lavoratori” (1898-1899), diretto antecedente de “Il Quarto Stato”, ci sono “Ritratto dei Genitori” del 1885, “Autoritratto” del 1885-86, “Testa di bambina” del 1887, le tavolette “Bozzettino”, “Sera”, “Impressione di paese” (realizzati tra il 1888 e il 1892), “Ragazzo che tira una corda” del 1889, “Scogliera a Sturla” del 1890. Completano l'esposizione opere di Cesare Tallone e Pio Sanquirico, entrambi maestri di Pellizza. |
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Giuseppe Pellizza, Ragazzo che tira una corda, 1889 - dettaglio |
L’iniziativa tortonese si svolge in concomitanza con l’ampio omaggio all’artista previsto nello stesso periodo: la grande esposizione "PELLIZZA DA VOLPEDO (1868-1907). I CAPOLAVORI" in corso dal 26 settembre 2025 al 25 gennaio 2026 alla GAM - Galleria d’Arte Moderna di Milano, co-prodotta dal Comune di Milano GAM - con METS Percorsi d'Arte, cui la Pinacoteca partecipa con un importante prestito. Con il focus IL GIOVANE PELLIZZA. ACCADEMIE, MAESTRI E PRIME ESPERIENZE: 1883-1890 la Pinacoteca Il Divisionismo Tortona completa così il ritratto dedicato a Pellizza, approfondendo il momento fondativo della sua parabola creativa. Le celebrazioni dell’artista si sono aperte a inizio 2025, quando è arrivato nelle sale cinematografiche italiane “Pellizza pittore da Volpedo” del regista Francesco Fei con Fabrizio Bentivoglio, prodotto da Apnea Film con la partecipazione di METS Percorsi d’Arte e distribuito al cinema da Nexo Studios. |
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Giuseppe Pellizza, Scogliera a Sturla, 1890 - dettaglio |
A partire dal 1883, Milano e il vero segnarono i primi passi del percorso artistico di Pellizza. Iscritto dal gennaio 1884 all’Accademia di Brera presso cui seguì le lezioni nelle scuole di ornato, disegno di figura, prospettiva, architettura e storia, Pellizza accompagnò al percorso accademico la copia dal vero condotta nello studio di Giuseppe Puricelli di cui è rimasta una traccia in alcuni ritratti, come l’Autoritratto giovanile conservato presso la Pinacoteca. Nel corso del 1886, la partenza del Puricelli per la Russia lo spinse alla ricerca di un nuovo maestro che individuò in Pio Sanquirico, presso il cui studio i giovani allievi potevano cimentarsi nella copia dal vero su modelli viventi. Proprio a partire dal 1886 Pellizza si impegnò nella realizzazione di studi di teste, acquisendo in poco tempo sempre maggior sicurezza nella pennellata, d’ora in avanti più libera e contrastata, sull’esempio delle opere contemporanee di Attilio Pusterla, Filippo Carcano, Giovanni Sottocornola ed Emilio Longoni. Nel novembre del 1887 Pellizza decise di trasferirsi a Roma per frequentare i corsi dell’Accademia di San Luca. Insoddisfatto dei metodi d’insegnamento della scuola romana, il giovane pittore si spostò quindi a Firenze per approdare all’Accademia di Belle Arti sotto l’insegnamento del maestro Giovanni Fattori. In questo periodo strinse un’amicizia sincera e duratura con i compagni Plinio Nomellini e Guglielmo Micheli. La volontà di confrontarsi con soggetti sempre più complessi lo spinse a riflettere sull’opportunità di proseguire nel suo percorso di studi scegliendo l’Accademia Carrara di Bergamo dove fu accolto, sebbene fuori età, per iscriversi ai corsi come “allievo particolare del prof. Tallone”, rinomato ritrattista. Il tardo alunnato presso il maestro Cesare Tallone rappresentò un momento particolarmente fitto di esperienze e studi focalizzati in particolar modo sul disegno dal vero e al ritratto. Non mancò l’occasione per stringere rapporti di sincera collaborazione con il ritrovato amico Edoardo Berta e con Romeo Bonomelli a cui Pellizza donò il carboncino e matita su carta “Ragazzo che tira una corda”, esempio della posa disinvolta e attiva ricercata da Tallone e da lui proposta agli allievi. Nell’estate del 1889 Pellizza fece ritorno a Volpedo dove si cimentò nella realizzazione di impressioni di paesaggio con pennellate sommarie e veloci, in tutto assimilabili a quelle applicate dal Tallone e suggerite agli allievi nelle passeggiate d’istruzione nelle valli bergamasche. Dopo il soggiorno parigino in compagnia di Edoardo Berta per visitare l’Esposizione Universale del 1890, Pellizza decise di tornare a Bergamo per riprendere il percorso di crescita e di lavoro in Accademia. Il crescente interesse per la figura umana inserita nell’ambiente e per il lavoro, che nella sua Volpedo si svolgeva essenzialmente all’aperto, incoraggiarono successivamente Pellizza a iscriversi all’Accademia Ligustica di Genova, rinomata scuola di paesaggio. Di questo breve soggiorno ligure, protrattosi per il solo mese di novembre del 1890, restano alcune testimonianze come le marine condotte tra Sturla e Quarto di cui la Pinacoteca conserva una preziosa traccia. |
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