Sulla vicenda del Prosek e sul possibile riconoscimento di denominazione del vino croato da parte dell’UE, interviene anche il re del Prosecco Sandro Bottega, a capo della storica azienda familiare attiva da 4 secoli distintasi per la produzione delle celeberrime bollicine e prima al mondo a introdurre il concept dei “Prosecco Bar” con store presenti a Dubai, nel Regno Unito, ad Abu Dhabi, in Oman e anche sulle navi “Viking Line” svedesi, oltre che in Italia. Intervistato dal giornalista e massmediologo Klaus Davi, in qualità di uno dei massimi esperti del settore, alla domanda “Come spiega queste imitazioni selvagge all’estero?”, Bottega dichiara: «Qualsiasi prodotto di successo viene imitato, esiste in tutti i settori e per tutti i brand. Imitare è la cosa più servile e facile per qualsiasi imprenditore che non ha creatività e pertanto ricorre all'imitazione per vendere i propri prodotti, che però non hanno le stesse caratteristiche degli originali. Il problema è che danneggiano il consumatore che, attratto da un prezzo più favorevole, rimane poi disilluso, in particolare il Prosek ha delle caratteristiche ben diverse dall’originale Prosecco». Tra i Paesi in cui ha riscontrato imitazioni che non sono poi trapelate in Italia, il viticoltore veneto individua alcuni tra i maggiori produttori, ovvero Australia, Brasile, Germania, Austria e Stati Uniti. Ma cosa dovrebbe fare la politica per contenere il fenomeno, secondo Bottega? «Esistono delle risoluzioni del Wto e accordi come quello di Madrid che dovrebbero semplicemente essere rispettati e il compito della politica è quello di pretendere che i governi di quei Paesi firmatari li rispettino, pena sanzioni pari al danno. In particolare – continua Bottega – l’Unione Europea dovrebbe essere custode della legalità al suo interno, quindi dovrebbe prima di tutto far rispettare le norme sulla concorrenza e sulla tutela di marchi e brevetti al suo interno; poi dovrebbe essere unita per far rispettare all'esterno i brevetti europei e quelli dei singoli Stati. Le sedi più opportune sono Alicante, in Spagna, dove ha sede l'ufficio brevetti europeo e la Corte di Giustizia Europea». Sulla possibilità che vengano create nuove imitazioni di altri vini o spumanti o, comunque, prodotti italiani, Bottega aggiunge: «Esistono da decenni copie che però hanno sempre avuto vita breve e poco successo. Ma in tutto il mondo sono venduti vini con italian sounding così come tanti altri prodotti del nostro Made in, come il “parmesan” o lo “jambon de Parma”…». Stuzzicato su una curiosità, ovvero se potrebbe esistere un prosecco 'analcolico' per i Paesi arabi in futuro, il proprietario dell’azienda di Bibano di Godega di Sant’Urbano risponde: «È una bestemmia, il Prosecco è tale perché ha queste caratteristiche e nessun prodotto potrebbe mai fregiarsi di un nome simile».
Infine, Bottega stila la top ten dei Paesi che più amano il nostro Prosecco:
- USA (34,6%)
- UK (20,5%)
- FRANCIA (5,8%)
- BELGIO (5,4%)
- GERMANIA (5,0%)
- SVEZIA (3,2%)
- RUSSIA (2,9%)
- SVIZZERA (2,6%)
- AUSTRALIA (2,5%)
- POLONIA (2,0%)
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