In esposizione anche le fotografie realizzate da Vilma Bulla, Giovanni
Cecchinato, Stefano Forti, Matteo Montaldo, Fabio Morassutto, Leonardo Stefani
e Silvia Vespasiani, nell’ambito del laboratorio Corpi
e macchine al lavoro.
23
ottobre - 19 dicembre 2021
Complesso
monumentale de l'Ospitale
via Fontana 2, Rubiera
Sabato 23 ottobre 2021 alle ore 17,30 all’Ospitale di Rubiera
(Reggio Emilia), Linea
di Confine per la Fotografia Contemporanea presenta le mostre MICHELE BORZONI. Centrali logistiche alimentari
e WILLIAM GUERRIERI. Corpi e macchine al lavoro. Saranno inoltre esposti i
lavori fotografici di Vilma Bulla, Giovanni Cecchinato, Stefano Forti, Matteo
Montaldo, Fabio Morassutto, Leonardo Stefani e Silvia Vespasiani, prodotti nel
corso del laboratorio
di fotografia Corpi e macchine al lavoro.
Le mostre espongono le ricerche condotte da Michele Borzoni sul tema
della logistica e da William Guerrieri sul tema del lavoro industriale in
relazione ai cambiamenti tecnologici, previste dal progetto di indagine JOBS. Nuove forme e
spazi del lavoro nell’Emilia centrale, vincitore del bando Strategia
Fotografia 2020 promosso dalla Direzione Generale Creatività
Contemporanea del Ministero della Cultura. In collaborazione con il Comune
di Rubiera e il sostegno di BPER.
Nella sua
indagine sulla logistica dal titolo Centrali logistiche alimentari, Michele Borzoni presenta una ricerca visiva sulle grandi superfici dedicate alla
movimentazione di prodotti del comparto agroalimentare in Emilia Centrale. Il
settore agro-alimentare della regione costituisce uno dei motori trainanti
dell'economia su scala regionale e nazionale e le infrastrutture della grande
distribuzione organizzata contribuiscono all'occupazione di grandi superfici
lungo le maggiori arterie di comunicazione dell'Emilia centrale. La recente pandemia ha
contribuito ad accelerare il settore agroalimentare e ha messo fortemente sotto
pressione l'intera filiera di produzione, trasporto e vendita. La logistica ha
a che fare con il movimento e l'immagazzinamento di merci e prodotti ed è
diventata di primaria importanza per la grande distribuzione organizzata. Le centrali logistiche
costituiscono enormi contenitori di prodotti che riforniscono i punti vendita
di regioni anche molto distanti, dagli iperstore ai supermercati. Centrali logistiche alimentari è quindi un progetto che esplora visivamente le
fabbriche che movimentano e lavorano dietro agli scaffali dei supermercati, fra
le quali il centro
distribuzione CONAD di Caprara (RE) e il centro distribuzione SIGMA di Reggio
Emilia, due enormi contenitori di prodotti secchi che riforniscono i punti
vendita del centro Nord.
William Guerrieri, nella sua indagine dal titolo Corpi e macchine al lavoro,
ci propone l’osservazione della interazione uomo-macchina, al centro dell’evoluzione
del lavoro in rapporto alle tecnologie nell’Industria 4.0. In questi decenni, media e molta
fotografia contemporanea si sono preoccupati di sottolineare l’aspetto
immateriale del lavoro, se non la stessa scomparsa del lavoro nei sistemi
industriali avanzati. Tuttavia, come sostiene Guerrieri, la dimensione fisica del
lavoro è ancora presente nel mondo occidentale, in forme meno appariscenti di
quelle del modello fordista, ma comporta in ogni caso un coinvolgimento
dell’individuo, attraverso il suo corpo e la sua mente, considerati una unità
inscindibile, come sostiene una visione umanistica che va da LeBoulch a Foucault a Han. Nei sistemi industriali avanzati si
è passati a tecnologie che sono in grado di coniugare simultaneamente attività
manuali e attività cerebro-relazionali,
favorendo una organizzazione più flessibile del lavoro. L’Industria 4.0
connette, inoltre, il mondo delle macchine utensili con il mondo dei computer,
il mondo dei clienti con quello dei produttori di beni. Ciò significa che le
nuove funzioni dell’I 4.0, chiamano i lavoratori del cosidetto “capitalismo
cognitivo” a svolgere un lavoro “comune”, ricco talvolta di nuove soggettività,
che vede però l’operatore isolato nella sua interazione con le macchine e le
reti. Osservando i movimenti del corpo in brevi sequenze fotografiche,
Guerrieri ci invita a osservare l’interazione dell’uomo con i dispositivi
informatici e meccanici nel lavoro digitale (come nel caso della FAST di
Scandiano e della HPE-COXA di Modena), nella super visione di sistemi di
lavorazione automatici di una azienda leader del settore automotive (HPE-COXA
di Modena) o sulle moderne linee di assemblaggio di aziende leader nella
produzione di motori elettrici e riduttori (Benevelli di Rubiera) e motori a
combustione (KOHLER Engines di Reggio Emilia).
Oltre ai lavori di Borzoni e Guerrieri, saranno presentati al pubblico
le ricerche realizzate dai sette partecipanti al Laboratorio di fotografia
dal titolo Corpi e macchine al lavoro, condotto da William Guerrieri nella
primavera di quest’anno.
Vilma Bulla, con Relax a bit!, presenta una ricerca sul
lavoro svolto dai riders nelle città di Bologna e Reggio Emilia. Le sue
fotografie si soffermano in particolare sui momenti di attesa del rider,
osservati in prossimità dei monumenti e dei parchi dei nostri centri storici. Giovanni
Cecchinato, con Terrae Caeli, indaga, attraverso le attività
formative del Politecnico
Calzaturiero di Vigonza (PD), la trasformazione delle abilità richieste ai
“nuovi artigiani” dell’importante distretto calzaturiero della Riviera del
Brenta, che vanta una tradizione che risale al 1200, per arrivare già alla fine
dell’800 a strutturarsi come una sorta di distretto industriale. Stefano Forti, con Qui si forgiava l’acciaio, analizza la trasformazione urbanistica
dell’area industriale di Modena Nord, attraverso fotografie dell’area e il
ricordo della fatica fisica e dei pericoli del loro lavoro, da parte degli
operai delle ex Fonderie di Modena. Matteo
Montaldo, con Freelance, esplora
il mondo dei freelance, del coworking e delle forme di mutua assistenza dei
lavoratori autonomi, il cui lavoro si caratterizza per l’intraprendenza e la precarietà. Fabio Morassutto, con Artigiano digitale,
ci mostra il
processo di realizzazione in scala ridotta, da parte della Fablab Srl di
Venezia, di una delle più importanti vette alpine con la tecnologia di stampa
3D, attraverso l’utilizzo di diverse tecnologie informatiche e la rifinitura
manuale dei manufatti. Leonardo Stefani,
attraverso l’osservazione di un gruppo di lavoratori appartenenti a età, settori
e professionalità molto eterogenee, presenta il lavoro Out of Office,
che si interroga sui confini tra spazio-domestico di lavoro e spazio-casa nel
suo complesso, prestando attenzione al rapporto tra corpi e dispositivi in
ambienti almeno apparentemente meno disciplinati rispetto a quelli aziendali. Infine, Silvia Vespasiani, con il progetto fotografico At Check si concentra
sull’osservazione del rapporto di interazione tra corpo-uomo e corpo-macchina,
che si genera e si articola in azioni fisiche e tramite il digitale, durante i
controlli che i tecnici del Servizio di Bioingegneria e Ingegneria Clinica
dell’ Azienda Ospedaliera Santa Maria
della Misericordia di Perugia.
Il progetto di
indagine di Linea di Confine Jobs. Nuove forme e spazi del lavoro
nell’Emilia prevede anche la presentazione degli esiti di quattro
indagini interdisciplinari a cura di Antonello Frongia (Università Roma 3),
Stefano Munarin (IUAV di
Venezia), Federico Zanfi (Politecnico
di Milano) con il coordinamento di William
Guerrieri, affidate a coppie di
fotografi e ricercatori, mirate a sviluppare uno studio sulle complesse esternalità
indotte dall’affermarsi delle nuove forme di lavoro e produzione nell’Emilia
centrale. I risultati visivi e testuali prodotti dai fotografi Allegra Martin, Nicolò Panzeri, Andrea
Pertoldeo e Andrea Simi e
dai ricercatori Marta De Marchi,
Cristiana Mattioli, Michela Pace e Stefano Saloriani saranno raccolti all’interno di una pubblicazione che sarà presentata
nell’autunno 2021, in concomitanza con la mostra.
Orari di apertura
Sabato e domenica: 10-13 / 15,30-18,30. Altri giorni su appuntamento
Ingresso gratuito nel rispetto delle norme anti Covid-19 e con Green Pass
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