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giovedì 18 giugno 2020

ITALIA E BRASILE: PAESI FRATELLI







Stemma Força Expedicionária Brasileira


                      Samba

Monumento Feb a Montese

Italia e Brasile sono sempre stati da sempre profondamente legati e ciò è ovvio se si pensa che secondo la nostra Ambasciata sono più di 30 milioni gli Italo-Brasiliani o coloro che comunque sono legati da legami di sangue agli Italiani e spesso i due Paesi si sono aiutati nei momenti più difficili.
Il più famoso esempio di questo legame indissolubile è Garibaldi, non a caso chiamato l’ ”Eroe dei due Mondi”, che si unì alle rivolte brasiliane per la libertà. In tali circostanze egli si innamorò di Anita, alias Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva e da quel momento la portò sempre con sé, dopo averle detto semplicemente: «Devi essere mia». Per inciso Anita era sposata, sia pure infelicemente, ma di fronte all’amore non ci sono ostacoli e così Anita e Garibaldi divennero il simbolo dell’amore fra Italia e Brasile.


Un’altra occasione in cui i due popoli si sono fraternamente aiutati è stata la Seconda Guerra Mondiale. Il Brasile era dapprima titubante ad entrare in guerra, forse anche per il grande numero di Italiani che vi abitavano. In questa occasione nacque la frase scherzosa: “"È più facile che un serpente fumi che il Brasile entri in guerra", che fu poi ironicamente scelto come motto della Força Expedicionária Brasileira (meglio conosciuta con l'acronimo FEB), quando il Brasile decise successivamente di unirsi alla Guerra di liberazione dell’Europa, a fianco degli Alleati in Italia.
La FEB entrò in combattimento nel 1944 nella zona Lucca, conquistando  MassarosaCamaiore e poi il monte Belvedere. Dopo aspri combattimenti con esiti alterni per lunghi mesi, nei quali i Brasiliani dovettero sopportare anche il freddo degli Appennini, a cui non erano certo abituati, nella primavera dell’anno successivo iniziò la decisiva Operazione Encore per sfondare gli ultimi baluardi dell'Asse sull'Appennino modenese e bolognese.
Finalmente nell’ aprile del ‘45, la FEB prese il paese di Montese con una battaglia sanguinosa, combattuta . casa per casa, grazie alla quale i brasiliani riuscirono a conquistare Montese e le alture circostanti,  rompendo la Linea Gotica ed entrando vittoriosamente anche a Sassuolo. Dopo la successiva vittoria di Fornovo di Taro, anche per la caduta di Berlino e la morte di Hitler, si giunse finalmente alla pace, che vide entusiastici festeggiamenti.
La permanenza dei Brasiliani nella Penisola, pur essendo durata neppure un anno (dal settembre del ’44 al giugno del ’45) lasciò tracce indelebili nel cuore degli Italiani, e fu ricordati da tanti monumenti come quello di Pistoia e, in Emilia, a Montese, a Gaggio Montano, a Vergato a Collecchio a Porretta Terme.


Ma c’è di più: ci sono personaggi come Giovanni Sulla che ha dedicato all’impresa della FEB diversi libri ed ha aperto a Montese un esercizio di antiquariato, prevalentemente di tipo Militare, denominato, non a caso “Gotic Line Militaria”. Egli è inoltre Presidente del Comitato di indirizzo della strada Internazionale "Brasil Road of Memory", progetto organizzato assieme alla rete imprenditoriale: “ESA – Excellentia Superior Animus, la cui mission è la rivitalizzazione e la valorizzazione dell’Appennino.
Questa iniziativa, si propone appunto di rinsaldare i rapporti fra i due Paesi, stimolando anche delle attività imprenditoriali comuni, ad iniziare da una promozione dell’import-export agroalimentare.
Inoltre per quest’estate erano previste grandi manifestazioni per celebrare il 75° della presenza della FEB in Italia, che dovranno necessariamente essere ridimensionati a causa del Coronavirus, ma che comunque non mancheranno.  Adesso infatti Italia e Brasile sono purtroppo uniti anche da un’altra terribile battaglia: quella contro il Coronavirus, contro il quale non possono aiutarsi altro che con le preghiere.
Ma, Dio volendo, presto riusciranno a vincere anche questo spaventoso mostro, e potranno tornare a ballare insieme il Samba ed il Liscio Romagnolo e a mangiare assieme feijoada e pizza, grazie all’incredibile forza d’animo di questi due popoli.

Gianluigi Pagano


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