SEMINARIO
Fondazione Adolfo Pini | 21 settembre ore 10:00 - 17:00 Partecipazione gratuita su iscrizione a numero chiuso.
Deadline per iscriversi: venerdì 6 settembre 2019
LECTIO MAGISTRALIS
Triennale Teatro dell'Arte | 22 settembre ore 11.00Ingresso libero fino a esaurimento posti
www.fondazionepini.net
Milano, luglio 2019 – Riparte da settembre la programmazione della Casa dei Saperi, progetto promosso dalla Fondazione Adolfo Pini
all’interno della dimora storica di corso Garibaldi, con un fitto
calendario di incontri, talk, seminari, workshop, proiezioni in corso
fino a dicembre.
Ad aprire la stagione autunnale sarà, il 21 e 22 settembre, un doppio appuntamento con il filosofo e sinologo francese François Jullien, che vedrà alla Fondazione Adolfo Pini, per l’intera giornata di sabato, un seminario dal titolo L'intimità come eutopia: sapere essere nell’incontro e, il giorno successivo alle ore 11, una lectio magistralis aperta al pubblico al Triennale Teatro dell’Arte sul tema dell’Europa dal titolo A contrario dell’identità culturale: esplorare le risorse di ciò che fa Europa.
Jullien
sarà la prima di una serie di figure del panorama italiano e
internazionale ad essere invitate nella seconda parte del 2019 dalla
Fondazione Adolfo Pini nell’ambito di Casa dei Saperi, laboratorio permanente transdisciplinare di pensiero critico e generativo dedicato alle Nuove Utopie, ideato e diretto da Valeria Cantoni Mamiani e a cura di Sonia D’Alto, Elisa Gianni, Itamar Gov, Cristina Travanini e Alessia Zabatino.
“Immaginiamo
cinque stanze aperte in cui i nostri ospiti, tutti protagonisti, si
muovono, agiscono, discutono. Non ci sono porte nella Casa dei Saperi,
ma passaggi, soglie in cui sostare o da attraversare; il pensiero e la
ricerca infatti non devono stare chiusi nei loro silos, ma scivolare
continuamente da una stanza all’altra, contaminandosi”, spiega il team curatoriale di Casa dei Saperi - Nuove Utopie.
Valeria
Cantoni Mamiani, Cristina Travanini, Federico Italiano_Casa dei
Saperi_Fondazione Adolfo Pini_ Milano_ph Elena Rosignoli
Si inizia quindi a settembre nella “stanza dell’identità” con il filosofo e sinologo Francois Jullien
e l’utopia di una relazione intima e non possessiva con l’altro, che
sia relazione d’amore, di amicizia o la relazione tra chi si sente
europeo, per poi proseguire sempre nello stesso mese nella “stanza
dell’apprendimento” con un laboratorio di logica del discorso pubblico
con Paola Cantù per imparare a riconoscere gli errori di ragionamento più diffusi.
A ottobre immaginazione e potere sarà invece al centro delle geografie immaginarie di Antonia Alampi, curatrice di The Imaginary School Program,
un esperimento che coinvolge artisti ed educatori per riflettere su
strutture istituzionali radicali, per poi tornare nella “stanza
dell’identità” con Marie Skovgaard e il suo film documentario The Reformist
(2019) che ha come protagonista l’attivista danese Sherin Khankan che
insieme a un gruppo di donne musulmane apre una delle prime moschee
europee gestite da donne imam.
Nella “stanza del post-umano”, a novembre, incontreremo gli artisti Salvatore Iaconesi e Oriana Persico
per un laboratorio speciale dedicato alle pratiche di agopuntura
digitale urbana. Questo filone proseguirà anche nell’appuntamento di
dicembre con l’antropologo Stefano Boni che nel suo ultimo libro Homo Comfort
si interroga sul ruolo della comodità nella nostra vita di tutti i
giorni. A concludere il programma 2019 sarà la “stanza immaginazione e
potere” con una sessione di proiezioni di film d’artista - Bahar Noorizadeh, Wolkaan, 2015, Meriem Bennani, Siham & Hafida, 2017, Clément Cogitore, Les Indes Galantes, 2017 - che ci inviteranno a riflettere in maniera immersiva sullo sconfinamento tra finzione e realtà.
“Che
legame hanno l’intimità, l’identità culturale, il discorso pubblico con
le sue falle nascoste, le geografie immaginarie, l’intelligenza
artificiale di quartiere, la fatica? Sono percorsi, viaggi critici non
accademici alla scoperta di nuove possibilità di essere mondo, di
prendere una posizione nel senso proprio della responsabilità,
dell’essere qui e ora, ognuno di noi, con il nostro corpo, la nostra
eredità, il nostro essere con gli altri” – afferma Valeria Cantoni Mamiani direttrice cultura della Fondazione Adolfo Pini e ideatrice di Casa dei Saperi.
Nei
prossimi mesi quindi, laboratori, incontri, seminari e proiezioni
saranno gli strumenti con cui analizzare il presente, indagare progetti e
sfide etico-politiche perseguibili, ricercare forme – sia pubbliche che
private – di resistenza quotidiana, accompagnati dalle visioni di
artisti, ricercatori, filosofi, antropologi, in una genuina ibidrazione dei saperi.
Il seminario di Jullien del 21 settembre
sarà dedicato a una riflessione - dialogo sull’intimità come forma
possibile della relazione contemporanea. Nel suo ultimo libro uscito in
Francia dal titolo Perché non si può più dire “ti amo”, il filosofo
mette in guardia dall’amore perché può facilmente dare vita a un
desiderio di possesso che riduce l’altro a oggetto; propone invece di
pensare alla relazione come scambio intimo. Come è dunque possibile oggi
vivere nella relazione senza alienarsi come soggetto e senza rendere
l’altro oggetto? Un’utopia? Forse, ma vale la pena interrogarsi su come
rendere le relazioni (di coppia, di amicizia, di lavoro) più
sostenibili. Dall’utopia dell’intimo, indagata nello spazio intimo della
casa della Fondazione Adolfo Pini, Jullien passerà domenica 22 all’utopia di un nuovo modo di fare Europa, con la lectio magistralis al Triennale Teatro dell’Arte.
Torna anche qui il tema dell’altro, là dove la parola identità porta a identico, dunque difficilmente aperto all’altro. “Non
difenderei un'identità culturale (francese, italiana, europea...),
impossibile da identificare”, ma parlerei piuttosto di risorse culturali
– anticipa Jullien.
In
questo senso difendere significa allora non tanto proteggerle quanto
sfruttarle. Se si capisce che tali risorse nascono in una lingua come in
una tradizione, in un certo ambiente e in un paesaggio, sono anche
disponibili per tutti e non appartengono a nessuno in particolare. Le
risorse non sono esclusive, come lo sono i "valori"; esse non vanno
protette ma distribuite e di questo ognuno di noi è responsabile.
Jullien chiamerà la città di Milano a una presa di responsabilità nel
distribuire e diffondere quelle risorse che possono renderci europei
senza tenerci attaccati a nazionalismi che ci proteggono dall’altro.
Casa dei Saperi e le nuove utopie contemporanee
All’interno
degli spazi della Fondazione, dimora storica che richiama l’atmosfera
intima e accogliente degli ambienti familiari, Casa dei Saperi si è
trasformata in pochi mesi in un luogo di incontro e di confronto aperto a
discipline e attori diversi di varie generazioni. Uno spazio di
sperimentazione e ibridazione, in cui la contaminazione tra discipline,
saperi, generazioni e visioni differenti è di casa. Un laboratorio di pensiero critico,
dove affrontare temi urgenti del contemporaneo. Un tempo per fermarsi,
rallentare e approfondire come e perché generare idee per nuovi modi di
stare al mondo, più sostenibili, insieme, superando i conflitti grazie
alle arti, alle armi della poesia, della filosofia, della psicanalisi,
della storia.
Sonia D’Alto, Elisa Gianni, Cristina Travanini, Itamar Gov_Casa dei Saperi_Fondazione Adolfo Pini_ Milano_ph Greta Campiglio
A partire dalle Nuove Utopie, sono cinque i temi di approfondimento esplorati dai curatori under 35: apprendimento come sfida al cambiamento, riparazione come pratica necessaria in un mondo che molto ha costruito e molto rotto a partire dalle relazioni, post-umano inteso come ibridazione generativa con la tecnologia e come riposizionamento dell’umano rispetto all’animale e all’ambiente, identità quale forma aperta ed evolutiva e non gabbia chiusa in cui installarsi, proteggersi ed escludere l’altro, immaginazione e potere
come spazio per l’affermazione del potere intrinseco di cui ogni essere
umano e ogni comunità hanno diritto, partendo dal poter essere, poter
fare e poter avere un impatto anche alla luce delle trasformazioni
generate da redistribuzioni del potere e da nuove visioni individuali e
collettive.
Il
gruppo di curatori ha messo insieme le proprie esperienze, le proprie
letture, studi, relazioni e ha costruito una rete che merita fiducia
perché ci accompagna in un percorso che va scoperto un po’ alla volta,
partecipando agli incontri, mettendosi in gioco, prendendosi tempo,
sorridendo, discutendo, protestando, proponendo, sempre e solo per
mettere in comune.
“In
questi primi mesi da quando abbiamo avviato il progetto, giovani di
talento hanno lavorato duramente e con una passione commovente a creare
un programma che faciliti il principio secondo cui oggi
è fondamentale ampliarsi, divenire più vasti, grazie all’incontro con
l’altro, per trasformare la realtà intorno a noi, con responsabilità,
assumendo la parola come azione trasformativa e generativa e l’azione
sociale come possibilità di comunicazione” prosegue Valeria Cantoni Mamiani direttrice culturale della Fondazione Adolfo Pini e ideatrice di Casa dei Saperi.
Il
progetto Casa dei Saperi, la cui missione è animare e mettere in comune
diverse forme di pensiero critico come azione generativa, nasce da
un’urgenza comune di cambiamento e dalla necessità di affrontarla con il
dialogo, lo scambio, la contaminazione di saperi.
PROGRAMMA SETTEMBRE - DICEMBRE 2019
21 SETTEMBRE ORE 10:00 - 17:00, Fondazione Adolfo Pini
SEMINARIO François Jullien - filosofo e sinologo
L'intime en tantqu'eutopie: savoir-être en rencontre
(L’intimità come eutopia: saper essere nell’incontro)
Il
seminario di Jullien sarà dedicato a una riflessione in forma di
dialogo sull’intimità come forma possibile della relazione
contemporanea. Nel suo ultimo libro uscito in Francia dal titolo Perché
non si può più dire “ti amo”, il filosofo mette in guardia dall’amore
perché può facilmente dare vita a un desiderio di possesso che riduce
l’altro a oggetto; propone invece di pensare alla relazione come scambio
intimo. Come è dunque possibile oggi
vivere nella relazione senza alienarsi come soggetto e senza rendere
l’altro oggetto? Un’utopia? Forse, ma vale la pena interrogarsi su come
rendere le relazioni (di coppia, di amicizia, di lavoro) più
sostenibili.
Partecipazione gratuita su iscrizione a numero chiuso.
22 SETTEMBRE ORE 11:00, Triennale Teatro dell'Arte
Lectio MAGISTRALIS François Jullien - filosofo e sinologo
A contrario de l'identité culturelle: explorer les ressources de ce qui fait Europe
(A contrario dell’identità culturale: esplorare le risorse di ciò che fa Europa)
Dall’utopia
dell’intimo, indagata nello spazio intimo della casa della Fondazione
Pini, Jullien passerà domenica 22 all’utopia di un nuovo modo di fare
Europa, con la lectio magitralis al Triennale Teatro dell’Arte. Torna
anche qui il tema dell’altro, là dove la parola identità porta a
identico, dunque difficilmente aperto all’altro. “Non difenderei un'identità culturale (francese, italiana, europea ...), impossibile da identificare”,
ma parlerei piuttosto di risorse culturali – anticipa Jullien. In
questo senso difendere significa allora non tanto proteggerle quanto
sfruttarle. Se si capisce che tali risorse nascono in una lingua come in
una tradizione, in un certo ambiente e in un paesaggio, sono anche
disponibili per tutti e non appartengono a nessuno in particolare. Le
risorse non sono esclusive, come lo sono i "valori"; esse non vanno
protette ma distribuite e di questo ognuno di noi è responsabile.
Jullien chiamerà la città di Milano a una presa di responsabilità nel
distribuire e diffondere quelle risorse che possono renderci europei
senza tenerci attaccati a nazionalismi che ci proteggono dall’altro.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
28 SETTEMBRE ore 10:00 - 17:00, Fondazione Adolfo Pini
WORKSHOP Paola Cantù - filosofa
Laboratorio di resistenza logica
Contro la comunicazione ingannevole nei media
Il
laboratorio di logica del discorso pubblico con Paola Cantù è un
esercizio di analisi del ruolo e del potere della comunicazione
pubblica, che è essenziale maneggiare in maniera critica. I partecipanti
saranno guidati in un percorso di riconoscimento degli errori di
ragionamento più diffusi, e si metteranno in prima persona “a caccia di
fallacie” utilizzando gli strumenti logici a disposizione. Si tratterà
di comprendere i meccanismi di funzionamento del pensiero. Di
decostruire stereotipi. Di assumere un atteggiamento critico rispetto
alla comunicazione mediatica.
Partecipazione gratuita su iscrizione a numero chiuso.
8 OTTOBRE ore 19:00, Fondazione Adolfo Pini
TALK Antonia Alampi - curatrice
Geografie Immaginarie, quale funzione?
Con
Antonia Alampi si parlerà di metodologia curatoriale a partire da
processi di immaginazione sociale, politica e culturale. Si racconterà
di iniziative molto diverse, come The Imaginary School Program che Alampi ha diretto, Future Climates, e le attivitá di SAVVY Contemporary a Berlino. Un particolare focus sarà dedicato a Geographies of Imagination, una mostra tenutasi a SAVVY Contemporary
nell’autunno del 2018 che affronta l’ambiguità dello spazio
dell’immaginazione inteso sia come una sorta di spazio di resistenza che
come luogo delle false rappresentazioni e delle geografie immaginarie.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
26 OTTOBRE ore 16:30, Fondazione Adolfo Pini
PROIEZIONE & CONVERSAZIONE con Marie Skovgaard
L'eutopia di una donna imam
Marie Skovgaard, The Reformist, 2019. 90:00 Min
Marie Skovgaard, per la prima volta in Italia, presenta il suo film documentario The Reformist (2019).
Il documentario ha come protagonista l’attivista danese Sherin Khankan
che insieme a un gruppo di donne musulmane apre a Copenaghen una delle
prime moschee europee gestite da donne imam. I membri della moschea
mirano a confrontarsi e sfidare la paura che circonda l'Islam sostenendo
un'interpretazione tollerante e basata sul genere del Corano.
Dopo la proiezione, Marie Skovgaard interverrà in un dialogo con Itamar Gov, parte del team curatoriale, e il pubblico.
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria.
9 -10 NOVEMBRE ore 10:00 - 17:00, Fondazione Adolfo Pini
WORKSHOP Salvatore Iaconesi, Oriana Persico - artisti
Un'intelligenza artificiale di quartiere? Pratiche di agopuntura digitale urbana
Nel
workshop con Oriana Persico e Salvatore Iaconesi verranno indagate le
modalità di costruzione di un'intelligenza artificiale open source
pensata non per estrarre dati, ma per attivare processi di
partecipazione. Il workshop mostrerà dunque come un’intelligenza
artificiale costruita attraverso il contributo consapevole e
l’immaginazione delle persone può divenire uno strumento a disposizione
delle comunità e dei territori, per un loro ripensamento, per un loro
miglioramento.
Partecipazione gratuita su iscrizione a numero chiuso.
3 DICEMBRE ore 19:00, Fondazione Adolfo Pini
TALK Stefano Boni - antropologo
Dall’Homo Faber all’Homo Comfort. L’utopia è la vita comoda o faticosa?
L'incontro
con Stefano Boni prenderà spunto dal suo ultimo libro Homo Comfort per
esplorare il tema della comodità. Grazie all’ipertecnologia, l’umanità
vive ormai sollevata dalla fatica, pervasa dagli agi al punto di non
riuscire nemmeno più a riconoscerli - Homo comfort, appunto. Amata e
ricercata ben oltre ogni effettiva necessità, la comodità in meno di un
secolo ha superato la dimensione sensoriale ed esperienziale dei
singoli, diventando un tratto necessario e cruciale dell’ideologia
globale. Ma la contropartita è alta e gli effetti di questa “comodità di
massa” emergono nella distruzione sistematica dei sistemi sociali,
economici ed ecologici.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
12 DICEMBRE ore 10:00-21:00, Fondazione Adolfo Pini
PROIEZIONE VIDEO
Utopia della narrazione: confondere i confini tra finzione e realtà
Bahar Noorizadeh, Wolkaan, 2015. 29:39 Min.
Meriem Bennani, Siham & Hafida, 2017. 30:00 Min.
Clément Cogitore, Les Indes Galantes, 2017. 5:26 Min.
Una
giornata di proiezioni di film d’artista ci invita a riflettere in
maniera immersiva sullo sconfinamento tra finzione e realtà, per
ricordarci come le modalità narrative possano sfidare le strutture di
potere dominanti. I tre film sono Siham & Hafida (2017) di Meriem Bennani, Les Indes Galantes (2017) di Clement Cogitore e Wolkaan
(2017) di Bahar Noorizadeh. Sono opere di artisti il cui lavoro si
inserisce tra le arti visive e l’immagine in movimento, in un linguaggio
aperto, che si rivolge alle Nuove Utopie attraverso una reciproca
azione: far emergere le contraddizioni del presente e suggerire modelli
alternativi.
Ingresso libero.
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