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mercoledì 16 settembre 2020

Esiste ancora il pomodoro di una volta, dall’aroma intenso e dal gusto riconoscibile?

 



Nell'ambito di Macfrut Digital 2020 SIPO fa il punto sul “simbolo” dell’ortofrutta italiana, con un evento formativo on-line trasmesso in diretta streaming dagli studi televisivi di Italia7 Gold a Rimini dove sono intervenuti diversi attori della filiera, dalla produzione al retail, dalla ricerca alla comunicazione.

 

Bellaria Igea Marina (RN), 16.09.2020. Il sapore del pomodoro di 50 anni fa è pressochè scomparso. Sono aumentate le rese per ettaro ed il peso per bacca, ma ciò ha sicuramente penalizzato il suo gusto caratteristico, caratterizzato da un mix di sapore acidulo, dolce e salato, umami, con sentori di foglie, di frutti e di fiori. L’obiettivo di alcuni produttori è oggi quello di recuperarne il sapore perduto, valorizzando la ricerca e selezionando le migliori varietà. E’ il tema emerso durante il webinar Esiste ancora il pomodoro di una volta? organizzato da SIPO in occasione di MACFRUT Digital 2020 e trasmesso in diretta streaming sui canali social dell’azienda Facebook e YouTube dagli studi televisivi di Italia7 Gold a Rimini. Moderato dal giornalista di FreshPlaza  Cristiano Riciputi, l'evento ha riscosso un grande successo di pubblico anche grazie alla partecipazione di professionisti come Giampaolo Ferri, Responsabile ortofrutta di Coop Alleanza 3.0, Massimo Longo, fondatore della società Agritechno, Sandro Colombi, Managing director di Lamboseeds e di Massimiliano Ceccarini, General Manager di SIPO. Oltre relatori in studio, sono intervenuti in collegamento esterno anche Lisa Fontana, food & wine influencer e critica enogastronomica ed i produttori Roberto Bologna dell’omonima azienda agricola e Santo Zara (azienda agricola Cuore Verde).

 

Il pomodoro è il simbolo dell’ortofrutta italiana ed è tra i prodotti più coltivati e consumati al mondo. E’ anche il primo prodotto orticolo acquistato dalle famiglie italiane ed è complessivamente il prodotto agricolo di maggior peso economico. L'Italia produce circa 900mila tonnellate di pomodoro e detiene la ledership in Europa sia nel pomodoro da industria che da consumo fresco. L’Italia ha però una scarsa propoensione all’export (circa 50mila tonnellate), per la poca capacità innovativa e per il prezzo più elevato rispetti ai competitors. Nazioni come i Paesi Bassi ad esempio hanno una costanza ed un’uniformità produttiva al di là dell'immaginabile, grazie alla coltivazione in serre di vetro 365 giorni l'anno. 

 

Massimiliano Ceccarini ha delineato un quadro sui punti di forza e di debolezza del comparto: "negli ultimi anni si registra una diminuzione della coltivazione del pomodoro da consumo fresco e crescono le produzioni in serra rispetto a quelle a pieno campo. I maggiori elementi di criticità sono l’aumento dei costi di produzione e l'aumento della concorrenza estera. Fra i fattori positivi invece si segnalano il buon prezzo del prodotto italiano all'estero; l’aumento delle vendite di prodotto confezionato; l’aumento del biologico; le strategie della GDO nazionale orientate al prodotto italiano ed infine la preferenza dei consumatori italiani verso il prodotto nazionale".

 

Giampaolo Ferri è intervenuto all’incontro  affermando che "non so se esistano ancora i pomodori di 50 anni fa, ma conosciamo bene quelli dei nostri produttori, che selezioniamo in base alle zone di produzione ed alla professionalità: due fattori che determinano la qualità durante tutti i mesi produttivi. Noi partiamo dalla bontà del prodotto: negli ultimi 2 anni abbiamo lavorato molto in questa direzione, puntando sul prodotto a marchio e su un packaging rispettoso dell'ambiente".

 

"In coltura protetta - hanno aggiunto Massimo Longo e Sandro Colombi - si ottengono produzioni di elevata qualità, al riparo dalle piogge e in un microambiente che permette di ridurre al minimo l'uso di input esterni. La lotta biologica esplica la propria massima efficienza proprio in coltura protetta. Quindi i benefici di tale tecnica sulla qualità finale del prodotto sono notevoli".

 

Lisa Fontana infine ha fornito alcuni suggerimenti su come scegliere i migliori pomodori e, soprattutto, su come cucinarli: "consiglio sempre di utilizzarli a crudo il più possibile per valorizzarne sapore e aroma. Molto importante è la valutazione organolettica perché non tutti i pomodori sono uguali e si rischia di fare acquisti deludenti. Ma a seconda delle regioni in cui vengono coltivati, è utile individuare le cultivar di riferimento affidandosi anche ai marchi IGP, DOP e ai riconoscimenti Slow Food".

 

SIPO, in occasione della prima fiera digitale dell’ortofrutta Macfrut Digital dove ha partecipato come espositore, ha raccolto importanti richieste da parte di potenziali clienti esteri da Slovenia, Repubblica Ceca, Grecia e Polonia. L’azienda ha annunciato il lancio di una nuova categoria merceologica nella propria offerta gourmet dove verranno inseriti delle varieta di pomodoro innovative ed uniche sul mercato. La linea è in fase di test produttivo e commerciale e verrà introdotta secondo il calendario produttivo a partire dai prossimi mesi invernali.

 

Potete seguire il webinar sui canali social di SIPO

Facebook: https://www.facebook.com/siposaporidelmioorto/

YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCRM1RAOBn1GCZcbfvYo8g1w

 


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