Appuntamento per l’estate 2023 con Rachel Whiteread.
Anri Sala - Transfigured. Veduta dell'installazione - Palazzo della Ragione | GAMeC, Bergamo, 2022. Foto: Lorenzo Palmieri. Courtesy GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Copyright Anri Sala by SIAE 2022
Si chiude con 72.894 visitatori il progetto site-specific per la Sala delle Capriate in Città Alta dell’artista di origini albanesi: ampio apprezzamento di pubblico e critica per la mostra organizzata dalla GAMeC a Palazzo della Ragione.
A giugno 2023, la sede estiva della Galleria accoglierà l’artista inglese Rachel Whiteread con la mostra …And the animals were sold (23 giugno - 29 ottobre 2023), a cura di Lorenzo Giusti e Sara Fumagalli.
Bergamo, 17 ottobre 2022 - Si è conclusa domenica 16 ottobre la mostra Transfigured di Anri Sala, a cura di Lorenzo Giusti e Sara Fumagalli, il progetto site-specifici deato dall’artista albanese per la Sala delle Capriate di Palazzo della Ragione a Bergamo.
Con 72.894 visitatori che in poco più di quattro mesi (10 giugno - 16 ottobre) hanno raggiunto l’antico salone consiliare nel cuore della Città Alta, la mostra ha confermato i trend di crescita rispetto ai progetti degli artisti internazionali che hanno animato la sede estiva della GAMeC negli scorsi anni: Gary Kuehn (2018), Jenny Holzer (2019), Daniel Buren (2020), Ernesto Neto (2021).
Il successo dell’esposizione è stato confermato anche dalla stampa, che ha espresso grande apprezzamento per il progetto espositivo, e dall’ampia partecipazione alle visite guidate e agli eventi collaterali che hanno accompagnato la mostra.
L’installazione di Anri Sala ha attivato un intenso dialogo con la Sala delle Capriate, proiettando nel buio dello spazio uno schermo flottante lungo 16 metri dove aleggiava l’immagine di un giradischi galleggiante in una stazione spaziale per 16 albe e 16 tramonti. Il giradischi riproduceva l’assolo per clarinetto di Quartetto per la fine del tempo, una composizione realizzata dal musicista francese Olivier Messiaen in un campo di prigionia tedesco, a cui si accompagnava il sassofono di Ronald McNair, che avrebbe registrato il primo brano originale nello spazio se lo shuttle su cui era a bordo non si fosse disintegrato pochi secondi dopo il decollo. I personaggi ritratti negli affreschi della Sala, illuminati da bagliori provenienti da alcune lampade posizionate sul retro dello schermo, sembravano dialogare con i musicisti, facendosi così testimoni di un’umanità scomparsa, collegando temporalità diverse che attraversano il passato, il presente, e il futuro.
L’appuntamento estivo con la Sala delle Capriate si rinnova per il 23 giugno 2023, quando aprirà al pubblico la mostra …And the animals were sold di Rachel Whiteread, a cura di Lorenzo Giusti e Sara Fumagalli.
Artista inglese tra le più celebrate della sua generazione, Whiteread (Ilford, 1963) riflette sulla memoria dei luoghi indagando il rapporto tra vuoto e pieno e fra passato e presente, realizzando sculture architettoniche che possono raggiungere le più grandi dimensioni. Il suo lavoro dà forma allo spazio invisibile attraverso la tecnica del calco, realizzato con materiali diversi, come la malta, il cemento, la gomma o la resina. Per la mostra in Palazzo della Ragione, l’artista realizzerà un gruppo di nuove sculture ispirate dal contesto architettonico, creando un ponte tra epoche diverse, tra storia materiale e cultura attuale delle forme.
L’intervento prevede la produzione di trenta nuovi lavori per la realizzazione dei quali l’artista ricorrerà ad alcune pietre locali, presenti anche negli edifici di Piazza Vecchia, dove la sede della mostra è situata: l’arabescato orobico grigio e l’arabescato orobico rosa dalla Val Brembana, il marmo di Botticino bianco dall’omonima cava in provincia di Brescia e la pietra di Sarnico, dall’omonima cava in provincia di Bergamo. Le forme create corrispondono allo spazio vuoto interno alle gambe di alcune sedie; una scelta che – citando A cast of the space under my chair, il progetto realizzato da Bruce Nauman nel 1965 – interroga sui temi del vuoto e dell’assenza, riportando il pensiero sulle preesistenze architettoniche della piazza e, in questo modo, sulla sua storia millenaria.
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