Borghi d’Europa
ha trascorso un pomeriggio a Vinitaly 2018, rassegna leader per la promozione e
distribuzione delle realtà italiane e non del mondo vitivinicolo, giunta
quest’anno alla 52° edizione, che come sempre è stata affiancata in
contemporanea da Sol&Agrifood (con accento verso la filiera agroalimentare)
ed Enolitech, dedicata alle tecnologie per la filiera oleicola e vitivinicola.
I numeri sono impressionanti:
quasi 130 000 presenze provenienti da 128 Paesi in 4 giorni di manifestazione,
con 4380 espositori da 36 Paesi, cifre davvero ragguardevoli.
Borghi d’Europa,
nel poco tempo a disposizione, ha cercato di soffermarsi su tre importanti zone
vocate al mondo del vino della Lombardia, dove ci sono tutte le premesse (anche
dal punto di vista storico-culturale) per fare della buona informazione
territoriale: l’Oltrepò Pavese, la Franciacorta e la Valtellina, ovvero grandi
spumanti Metodo Classico e il nobile Nebbiolo delle Alpi o Chiavennasca.
Per l’Oltrepò
Pavese, Borghi d’Europa ha assaggiato gli spumanti Metodo Classico a base di
Pinot Nero (espressione della tipicità del terroir) della giovane Azienda
Finigeto di Montalto Pavese, nata nel 2005, delle Cantine Giorgi di Canneto
Pavese, realtà quest’ultima esistente dal 1870, ed infine le raffinate
bollicine di La Versa (Santa Maria la Versa).
Per la
Franciacorta invece, hanno suscitato notevole interesse gli Spumanti nelle
versioni Brut, Pas Dosè e Rosè (sia da uve Chardonnay che da uve Pinot Nero)
dell’Azienda Agricola Lovera di Erbusco, davvero molto fini e sapidi.
Infine, la
Valtellina, zona vitivinicola che è già stata comunicata efficacemente da
Borghi d’Europa in alcune occasioni; la Redazione nel futuro prossimo è
interessata a fare delle riprese sul posto per toccare e apprezzare da vicino
questo territorio, che offre anche delle chicche nell’agroalimentare.
Sono stati
degustati i rossi eleganti e persistenti delle Aziende Agricole Nera e Caven Camuna
di Chiuro, quelli della Tenuta Scerscè di Tirano, gestita da Cristina
Scarpellini, quelli di La Perla di Marco Triacca (di Tresenda di Teglio), poi
alcune etichette di Mamete Prevostini di Mese, il Valgella (nome di una
sottozona tipica) di Sandro Fay di San Giacomo di Teglio e ancora quelli di
Balgera Paolo di Chiuro e quelli della Cantina Menegola di Castione Andevenno.
Ricordiamo che la
promozione qualitativa del Nebbiolo delle Alpi (o Chiavennasca) avviene anche
grazie al grande lavoro svolto dal Consorzio per la Tutela dei Vini di
Valtellina: la direzione giusta per dei rossi d’autore!
Nessun commento:
Posta un commento