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mercoledì 15 gennaio 2020

Un menu di San Valentino vichingo da Valhalla



Da condividere

ODINO

è la divinità principale della mitologia norrena, ed è associato alla sapienza
Tartare di cervo, cipolla rossa agrodolce e spuma di pane al pino

ASKR

il primo essere umano creato da Odino da un ramo di frassino
Filetto di vitello alla brace con sbrise e topinambur arrosto

FREYA

dea della bellezza e dell’amore sessuale

Red velvet con mousse al cioccolato piccante, gelato al mascarpone, glassa e crunch di

lamponi

€135 a coppia

Compreso calice di prosecco di benvenuto e un boccale di birra artigianale da 0,65cl a
testa, oppure due calici di vino a testa a scelta tra i vini al calice a la carta.




Nuove atmosfere e suggestioni per il ristorante Valhalla, il primo ristorante vichingo d’Italia che si rinnova completamente mantenendo la sede di via Gaetano Ronzoni 2, in zona Navigli a Milano. I nuovi interni sono firmati da Pietro Spoto, scenografo e artista milanese che ha voluto evidenziare l'indole esperienziale e narrativa del ristorante: la progettazione degli spazi è stata guidata da una volontà emozionale e poetica nel tradurre i caratteri delle popolazioni vichinghe in rimandi iconici.

Nella prima sala del ristorante, la più sfarzosa e quella visibile anche dalla strada, viene messo in scena il paradiso vichingo di Valhalla: si trova un salone maestoso del mondo divino di Odino, dove ogni giorno va in scena un sontuoso banchetto. Qui elmi dorati di eroi caduti in battaglia si contrappongono a stilizzati scudi neri, specchi e finestre di mondi lontani, popolando le pareti di presenze che si raddoppiano e annullano a vicenda. I commensali sono attorniati da una storia con molteplici sfaccettature, dove ogni elmo realizzato a mano aggiunge un dettaglio grazie alle imperfezioni della materia, dove ai sogni paradisiaci della gloria ultraterrena si mescolano le ferite di guerra, materica quanto razionale, come suggerito dagli ordinati tubi d'ottone che, come lance, scendono dal soffitto ad illuminare i tavoli. Protagonista di questa prima sala è il social table, entrando sulla destra, novità del ristorante ed elemento fondamentale per condividere appieno lo spirito cameratesco degli eroi nordici.

E così, dal lustro del Valhalla, si accede al bosco scuro, luogo di sperimentazioni, riti, perdite e sacrifici per il popolo vichingo, varcando un restringimento dello spazio sormontato da un'imponente arco che conduce nel mondo privato della natura.  La sfarzosità dell'oro viene meno e al blu si mescolano i colori del nero, dei carboni, e quelli di un sottobosco in penombra, casa di muschi, licheni e radici. Gli spazi per il pasto sono più raccolti, meno conviviali e condivisi, delimitati da tende o circondati da paesaggi immaginati su tessuti che sfarfallano e vibrano a ogni movimento dell'aria.

Da questi luoghi magici e misteriosi prende forma il tema del viaggio e del sogno di una meta, uno degli elementi fondanti della cultura dei vichinghi, tra i primi esploratori del mondo con un tuffo nell'ignoto, che porta dal corridoio al bagno di ghiaccio. Da lontano, la luce di un orizzonte ribaltato investe gli spazi superando spigoli e superfici, simulando un'aurora che non si spegne mai, delimitando uno spazio di servizio le cui proporzioni e lunghezze vengono distorte alla percezione.
Al centro di questi tre luoghi tematici vi è il divino, che prende forma negli spazi della cucina che si configura ora come un monolite al contempo magnetico ed inquietante, un volume composto da superfici nere specchianti che unifica, accosta e mette in relazione le parti del tutto.

I nuovi spazi del Valhalla sono stati progettati e realizzati nell'intento di restituire una storia antica al mondo contemporaneo e di offrire ai clienti un'esperienza completa della cultura norrena, in un contesto che desti meraviglia e curiosità. La volontà è stata quella di costruire un ambiente stimolante sia per i grandi appassionati dell'argomento, sia per chi si affaccia con interesse  su questo mondo per le prime volte. Il culto, la natura, il viaggio e l'ignoto sono i quattro capisaldi che hanno permesso di cesellare uno spazio estremamente narrativo in cui scoprire ogni volta nuovi elementi in dettagli evocativi. Il processo progettuale si riflette in una ricerca sul rapporto intrecciato tra il divino, le eclissi, la luna, le rotte e si è tradotto – con dischi neri, oro stellare, blu spaziale e specchi scuri - in una continua ricerca di dimensioni e sensazioni.


Ristorante Valhalla:
Valhalla è il primo ristorante vichingo in Italia, si colloca a Milano in via Ronzoni 2 a pochi passi dalla Darsena. Una  proposta decisamente proteica per i moderni vichinghi: selvaggina cotta alla brace o trattata con la tecnica della bassa temperatura per quella è stata scelta come “la brace degli dei” milanese. Un’approfondita ricerca sull’alimentazione delle antiche popolazioni nordiche, reinterpretata in chiave moderna hanno portato alla definizione della carta di Valhalla: il focus è sulla selvaggina, che veniva cacciata tutto l’anno e sui pochissimi capi che erano allevati e uccisi poco prima dell’inverno, perché non sarebbero sopravvissuti alle temperature così rigide, come i vitelli, maiali e agnelli. La cottura era effettuata con le braci o bollita, che oggi viene riproposta con le tecniche del ventunesimo secolo.
Ogni piatto del ristorante Valhalla, il paradiso dei guerrieri valorosi del nord, ha un divertente nome vichingo che richiama una leggenda della saga norrena vichinga. L’idea è di due giovani imprenditori: Igor Iavicoli (33 anni) e Milena Vio (29 anni), già gestori del Vinyl Pub in zona Isola, appassionati di mitologia nordica.
Anche il logo, ripreso dal mitico Valknut, o nodo di Odino, rappresentato con tre triangoli intrecciati, è un cameo dei nove mondi mitologici norreni.  In sala Diego Borella, 32 anni, seleziona idromele, birre artigianali e piccoli produttori di vino italiani e in cucina lo chef Mauro Molon, 34 anni, con importanti esperienze in hotel di lusso.

I Piatti:
Tra i piatti più iconici di Valhalla, che per questo menu sono tratti dalla leggenda di Sigfirdo e Brunilde, sono sicuramente Sigfrido, ovvero il carrè di cervo; Hjalprek  il carpaccio di manzo, pomodori confit, scalogno glassato e maionese affumicata; Gunther le back ribs di manzo irlandese; Starkadr il Tomahawk irlandese (per due persone o per i più valorosi); Noatung, le cosce d’anatra francesi con verdurine dell’orto. Un menu stagionale che cambia frequentemente senza dimenticare proproste di pesce e vegetariane anche per chi non ama la carne.

Pietro Spoto:
Fondatore  e Art e creativ director di studioliquido, laboratorio di ricerca visiva, che sviluppa e realizza elementi scenici e mobili, installazioni praticabili, luoghi pubblici e commerciali. “Sono un artista e non un architetto” ci tiene a precisare Spoto, il cui approccio metodologico si basa su una approfondita analisi del contesto e su un successivo lavoro di osservazione e di ascolto, costruendo una sinergia tra i soggetti coinvolti nelle diverse fasi della ricerca.
Ha sviluppato progetti installativi nei settori della moda e del design, collaborando per diversi anni con Maison Martin Margiela, Cerruti Baleri, Paolo Pecora Milano.
Ventennale esperienza come consulente per gallerie d’arte private come Zero, Giò Marconi Milano e con spazi no profit come Fondazioni Mudima, DOCVA, Viafarini, quest’ultimo come creative direction, realizzando così un’esperienza diretta nel il mondo delle arti visive e performatiche.

Gli orari di Valhalla:
Dal lunedì al sabato dalle 19 alle 23
Domenica dalle 12 alle 15
 

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