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mercoledì 3 ottobre 2018

Predappio dal 1813 al 1943: il racconto di un progetto architettonico compiuto




Sabato 6 ottobre, alle ore 18.00 in teatro comunale, presentazione del volume storico, curato dall’architetto Giancarlo Gatta
 

 

PREDAPPIO (FC) – La storia di Predappio letta attraverso i suoi edifici, radicalmente trasformati in 130 anni di storia. È un ampio percorso quello compiuto dall’architetto Giancarlo Gatta, autore del libro “Predappio. Il racconto di un progetto compiuto 1813 - 1943”, pubblicato dalla casa editrice Grafikamente.
Il volume viene ufficialmente presentato sabato 6 ottobre, alle ore 18.00, nel Teatro comunale di Predappio, alla presenza dell’autore e del sindaco Giorgio Frassineti, a cui è affidato l’intervento introduttivo. A commentare il volume saranno Franco D’Emilio e Alberto Furia, che hanno collaborato alla realizzazione dell’opera, assieme agli storici Paolo Poponessi, Giovanni Tassani e Mario Proli. 
 
L’autore traccia il percorso delle vicende che, dagli inizi dell’Ottocento fino alla caduta del fascismo, condussero alla nascita e allo sviluppo di Predappio.
Dal trasferimento dell’abitato di Predappio Alta a valle - avvenuto nel 1925 a causa dei movimenti franosi - alla creazione della nuova Predappio nei pressi dell'esistente borgo di Dovìa, che da quell’anno cominciò ad arricchirsi di edifici di ogni genere – una scuola, un teatro, un asilo, una chiesa, una caserma, i mercati, il macello, abitazioni - sviluppati per mano di celebri architetti di caratura nazionale.
Florestano Di Fausto, Cesare Valle, Cesare Bazzani, Arnaldo Fuzzi, Enrico de Angeli: ognuno di loro lasciò la propria impronta stilistica, ancora oggi evidente osservando in sequenza i vari edifici predappiesi; valenti professionisti che riuscirono a dar vita, durante il Ventennio, ad un laboratorio di architettura unico nel suo genere.
 
Assieme alle opere di questi importanti progettisti, nel volume di Giancarlo Gatta trovano spazio anche figure più nascoste ma non meno interessanti, come i personaggi che contribuirono con i fatti alla realizzazione del nuovo paese. La comunità dei cittadini di Predappio, quindi, vera protagonista sulla scena del “progetto compiuto”, per un racconto antropico fatto di uomini, famiglie e lavoro.

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