Sipo ha dato il via alla raccolta delle
produzioni di indivie, sia liscia che riccia, nella provincia di Fermo,
zona vocata per questa coltura.
Le indivie sono un prodotto
tipicamente invernale, prediligono un terreno lavorato e preparato
con cura. La coltura dell’indivia si avvia attraverso il trapianto di
piantine provviste di pane di terra, che vanno irrigate con regolarità e di
frequente. Con la pratica dell’imbiancamento si ottengono cespi teneri e di
sapore delicato. Si attua semplicemente legando le foglie con un elastico.
Mediamente nell’arco di 10-20 giorni, a seconda del periodo e delle
varietà, si ottengono cespi pronti per il consumo. Si inizia dai cespi più
sviluppati, che vanno legati quando si presentano completamente asciutti,
per evitare marciumi che potrebbero compromettere totalmente il raccolto.
La legatura ha il compito di impedire alla luce di giungere al cuore della
pianta al fine di evitare la produzione di clorofilla, rendendo quindi le
foglie più chiare.
Dopo la raccolta il prodotto viene
lavorato a mano e con coltello in stabilimento, le foglie verdi vengono
scartate fino ad avere solo il cuore bianco del prodotto. Mediamente da una
pianta viene gettato il 45-50% di foglie, ecco perché la scarola e la
riccia hanno un prezzo più elevato rispetto al prezzo di mercato delle
stesse ma coltivate senza essere legate.
L’indivia è un ortaggio
molto poco calorico e croccante con un leggero sapore
amaro, ricco di vitamina A, B, C e K ma anche di potassio
e calcio. Presenta un basso contenuto di sodio ed una buona
quantità di ferro e fibra, di acido folico.
L’indivia è una pianta biennale ed
originaria del bacino del Mediterraneo che può essere consumata sia cruda
che cotta (ottima saltata in padella).
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