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martedì 3 maggio 2022

Eurovinum - A Bertinoro l'azienda biologica di Raffaella Alessandra Bissoni

 Nel 2019 la rete internazionale Borghi d'Europa presentava a Milano nella sede del Parlamento Europeo, il progetto di 10 Percorsi Internazionali.

Fra questi Eurovinum,il Paesaggio della Vite e del vino, itinerario finalizzato alla scoperta dei contenuti storici e culturali che si ‘nascondono’ dietro la produzione del vino.

Nel dicembre dello stesso anno il Consorzio Vini di Romagna organizzava a Milano un Banco di Degustazione presso The Westin Palace Hotel (Vini ad arte on the road Albana e Sangiovese Un racconto di Romagna).

I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa erano intervenuti per degustare e conoscere le aziende, al fine di approfondire il capitolo del Sangiovese.

Oggi quel viaggio del gusto viene ripreso, con le note di informazione tracciate dai giornalisti, note di informazione che costituiscono la base per l'inserimento delle aziende nel Percorso Internazionale Eurovinum.




Il sogno di Raffaella Bissoni era valorizzare Sangiovese e Albana, i vitigni tipici della Romagna, per creare vini di qualità attraverso un paziente lavoro in vigna, rispettando la natura e i suoi cicli, mettendo in ogni bottiglia la passione e l’amore per le cose fatte bene.

Così, nel 1988, sul colle di Casticciano, un balcone affacciato sul mare e sul borgo medievale di Bertinoro, ha dato vita alla Cantina che porta il suo nome.

E ancora oggi lavora seguendo gli stessi valori per realizzare lo stesso sogno.


L’agricoltura biologica “naturale conservativa di Raffaella Bissoni


Si usano tanti termini oggi per definire un’azienda “green”, alla fine ho convenuto che il termine “naturale conservativo” potesse esprimere bene quello che facevo. Non lavoro i terreni, lascio che le erbe selvatiche autoctone crescano liberamente e provvedo a effettuare tagli (trinciature) solo in certi periodi dell’anno.”


Così Raffaella racconta l’origine del termine “naturale conservativa” associato alla sua personale idea di agricoltura; un’agricoltura ben lontana dalle metodologie intensive mirate alla massima produttività, concentrandosi invece su un rispetto totale della natura, della terra e di tutto ciò che rende un particolare territorio “unico”.


Il risultato di questo modello di agricoltura? Un terreno dall’alta prolificità, ricco di specie autoctone, di erbe officinali e fiori selvatici nati e cresciuti naturalmente che permettono il mantenimento della naturale vita del territorio, dalla flora alle tante tipologie di insetti, tra cui anche le api, così “sacre” per il nostro ecosistema e, allo stesso tempo, così a rischio anche a causa di pesticidi.


E proprio tutto questo contribuisce a creare questo terroir unico e inimitabile, di cui ogni vino da noi prodotto diviene perfetta incarnazione.


Ovviamente il concetto di agricoltura biologica naturale conservativa influisce anche sul terreno e sulle sue caratteristiche. Infatti, questo prato, non essendo mai lavorato ma solo tagliato, permette la formazione del micorrize nelle radici, un micorrize autoctono naturalmente, che agevola lo scambio di sostanze nutritive fra le piante. Come ormai è risaputo, si tratta di un un prezioso alleato naturale in agricoltura, perché amplifica l’apparato radicale delle piante, assicurando un maggiore assorbimento di acqua e nutrienti e contemporaneamente protegge le radici dagli attacchi dei patogeni, formando un manicotto protettivo.


Per trovare il perfetto equilibrio in questo tipo di prati, occorrono molti anni di “non lavorazioni”, così da consentire, con un lento processo naturale, ai semi delle piante selvatiche che si trovano nelle aree adiacenti alle vigne di espandersi e posizionarsi dove il terreno richiede il loro aiuto. Un esempio è dato dalla nascita di piante fissatrici di azoto laddove il terreno necessita di questa sostanza.


Per questi motivi, nella nostra valle i terreni non vengono più lavorati e anche nel caso di nuovi vigneti procediamo sempre all’impianto su inerbimenti preesistenti.


Questo comporta sicuramente una difficoltà in più per la piccola vite, ma le viti che riescono a superare questa fase diventano poi più resilienti in un periodo di cambiamento climatico evidente come quello che stiamo attraversando.


Il risultato “pratico” e tangibile di questo sforzo lo possiamo riscontrare nell’elevata qualità dell’uva e soprattutto nei sentori tipici e caratteristici dei vini della nostra cantina, riconoscibili e unici, vera espressione del terroir dell’azienda Bissoni.


Tuttavia, in azienda non ci siamo fermati qui: abbiamo anche aggiornato le nostre tecniche di potatura passando alla “scuola” di Simonit e Sirch, molto più rispettosa della vite e in grado di migliorare la prevenzione alle malattie della vite.


Una cosa non cambierà mai: il vino è fatto con l’uva e la qualità dei vini dipende dalla qualità dell’uva. Da qui, l’impegno costante di Raffaella e la famiglia Bissoni per mantenere elevata la qualità delle proprie uve e permettere così di ritrovare nei propri vini la migliore espressione di questo terroir e della filosofia di agricoltura adottata, attraverso profumi e sapori di ogni bottiglia.”


Il Sangiovese viene proposto in alcune versioni : Romagna Doc Sangiovese Bertinoro 'Girapoggio',

Romagna Doc Sangiovese Superiore 'Riserva Bissoni', Romagna Doc Sangiovese Bertinoro Riserva 'Vigna Colecchio'.

Tutti questi vini verranno degustati nelle tappe che il Percorso Internazionale Eurovinum realizzerà.nel corso del 2022 e del 2023.

Un gruppo di giornalisti italiani e non, racconterà con linguaggio multimediale l'esperienza dell'incontro con i vini di Raffella A.Bissoni..


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