L’Italia del Gusto ha partecipato a una
delle 2 giornate del Valtellina Wine Festival a Chiavenna
Milano, 1 Ottobre
2017- Le uve Chiavennasca non sono altro che una varietà di uve Nebbiolo,
originarie dell’Albese e delle Langhe, di cui si hanno prove tangibili che si
sono diffuse nella zona alpina della Valtellina e della Valchiavenna (prov.
Sondrio) nel XVI secolo. Tali uve, come in Piemonte, danno dei vini
straordinari, dotati di buona struttura e tannicità, con dei profumi fini e
delicati e note speziate e floreali, che possono migliorare ulteriormente negli
anni con un adeguato invecchiamento.
Il vino è
coltivato in maniera abbastanza difficile, a causa delle pendenze presenti
nelle valli e il suo grado eccellenza vitivinicola è certificato da 2
denominazioni, DOC e DOCG, che riguardano principalmente il Valtellina
Superiore DOCG con le sue differenti sottozone (Inferno, Grumello, Sassella,
Valgella, Maroggia) e il famosissimo Sforzato
(o Sfursat), ottenuto mediante appassimento delle uve, come l’Amarone della Valpolicella.
I giornalisti
della redazione web milanese dell’Italia del Gusto, sempre attentissimi quando
si parla di eccellenze della filiera enogastronomica, hanno partecipato a una
delle 2 giornate del primo Valtellina Wine Festival a Chiavenna, dedicato a
enonauti e operatori del settore vitivinicolo, dove in un grande banco
d’assaggio erano presenti tutti e 30 i produttori di Nebbiolo Chiavennasca,
nelle varie declinazioni, secondo le sottozone d’origine, in una location
d’eccezione come il Convento dei Cappuccini di Chiavenna. Allo stesso tempo,
nella location di Palazzo Salis erano presenti altre 15 cantine di livello
italiano ospiti, sempre con grandi vini rossi.
Il Festival è
stato realizzato grazie al grande lavoro del Consorzio di Tutela dei Vini di
Valtellina, che sin dal 1976 (anno di fondazione) opera per la valorizzazione e
la salvaguardia dei vitigni valtellinesi, esaltandone il pregio.
Nel banco
d’assaggio al Convento dei Cappuccini, l’Italia del Gusto è rimasta
impressionata dai nebbioli Chiavennasca delle seguenti cantine: Alberto
Marsetti, Arpepe, Balgera, Gianatti Giorgio, Mamete Prevostini, La Perla di
Marco Triacca, Motalli Renato, Nino Negri, Luca Faccinelli, Cà Bianche, Tenuta
Scerscè, Sandro Fay, e Caven Camuna.
Insomma, grandi rossi, espressivi di un territorio di
montagna, che attraverso manifestazioni come questa viene raccontato nel modo
migliore
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