Le grandi personalità che hanno segnato la storia, in questo caso la storia dell’arte, attraverso un’indomita creatività e curiosità, mai sopita nell’arco di tutta la loro lunga carriera, restano nel cuore e il loro esempio non si perde mai completamente. È quanto la Fondazione del Giardino di Daniel Spoerri Hic Terminus Haeret prova verso Daniel Spoerri, ideatore e regista animatore di questo parco speciale e grande protagonista della scena artistica internazionale dal dopoguerra, annunciando con grande tristezza e un pensiero di affetto profondo che ieri, 6 novembre 2024, Daniel Spoerri ci ha lasciati. Vogliamo immaginarlo, con il suo piglio ironico, irriverente e profondo, a perenne angelo custode che veglierà su questo suo luogo unico al mondo, una autobiografia tridimensionale che racchiude pensieri e tante testimonianze della sua poetica. Fai buon viaggio Daniel, verso “l’infinito e oltre”, e non dimenticare mai il tuo Giardino!
NOTE BIOGRAFICHE
Daniel Spoerri (il suo originario cognome paterno era Feinstein) è stato forse il più grande oggettore dopo Marcel Duchamp, e se non altro l’erede più significativo e coerente per la sua poetica artistica dedicata per tutta la carriera alla capacità espressiva del ready made che ha sviluppato in una miriade di diversi progetti.
Tuttavia, Spoerri ha avviato la sua esperienza creativa con la danza, primo ballerino dell’Opera di Berna, assistente alla regia, allievo a Parigi del mimo Ducrot.
Negli anni ‘50 è stato redattore di una rivista di poesia concreta (“material”): le Edition MAT.
La sua vocazione per l’arte si manifesta però a Parigi nel mitico luogo – la Chambre n.13 dell’Hotel Carcasson in Rue Moffetard – dove Allain Jouffroy e Arturo Schwarz ebbero modo di fare l’esperienza per primi fruitori dei tableaux pieges, i quadri trappola che sembrano sfidare la legge di gravità: tavole già utilizzate su cui gli oggetti appoggiati venivano incollati come nature morte tridimensionali e poi appese/rovesciate sulle pareti come fossero quadri. Per questi Spoerri è famoso e presente in tutti i più importanti musei internazionali.
Cofirmatario del manifesto dei Nouveaux Réalistes, scritto da Pierre Restany, insieme a Yves Klein, Jean Tinguely, Arman, Francois Dufrêne, Raymond Hains, Martial Raysse e Jacques Villeglé, ha partecipato anche alla eclatante cerimonia finale del movimento nel 1970 a Milano creando il dolce a forma di Tiara per Restany al Ristorante Biffi.
Poiché il nome di Spoerri si lega anche alla nascita della Eat Art, arte commestibile connessa strettamente ai suoi quadri trappola, realizzati dai commensali del suo noto ristorante di Dusseldorf (1968) (il “Restaurant Spoerri”), seguito poco dopo (1970) dalla “Eat art-Galerie”, la galleria nata al piano sopra al ristorante per ospitare una ricca programmazione di mostre di arte commestibile (Roy Lichtenstein, Dieter Roth, Joseph Beuys, Niki de Saint Phalle e tanti altri).
Ci sono poi i suoi interessi culinari come il trattato sulla polpetta, il cibo più internazionale e presente in tutte le tradizioni del mondo. Aveva scoperto le tradizioni della cucina durante nove mesi trascorsi su una piccola isola greca, Simi, agli inizi degli anni Sessanta. Lì ha esplorato la cucina tradizionale e le erbe naturali dell’isola scoprendo questa sua nuova vocazione.
Il cambiamento era il motto di Spoerri, che non si accontentava di ciò che era già noto e collaudato che per seguire la potenza della sua curiosità e la febbrile inquietudine che lo caratterizzava non ha mai smesso di creare nuove idee artistiche.
È stato promotore e regista di numerosi progetti espositivi ambientali, come il DyLaby allo Stedeliijk Museum, Il Cocrodome al Centre Pompidou, e ha realizzato il progetto più complesso della sua vita Il Giardino di Daniel Spoerri, a Seggiano sulle pendici del Monte Amiata, in Toscana.
IL GIARDINO DI DANIEL SPOERRI
Daniel Spoerri arriva in Toscana come tutti i viaggiatori internazionali attratti da questa regione e decide di acquistare una proprietà nella Toscana meridionale, in Maremma sulle pendici del Monte Amiata, irretito dal paesaggio fantastico di questo territorio. La tenuta che acquista è denominata per tradizione Il Paradiso per le sue qualità naturali che Spoerri pur da artista così metropolitano per la sua poetica, riconosce in questo luogo, uno spazio speciale.
Da ospite ammirato si fa presto attivo ideatore di un parco di sculture dove posiziona le proprie opere e quelle di amici come Eva Aeppli, in una dimensione di resista di un progetto collettivo che assomiglia al poesie album, cioè l’album dei ricordi offerti da coloro con i quali ha condiviso esperienze e amicizie.
Oggi più di 100 opere di circa 50 artisti lo abitano e rappresenta uno dei giardini d’artista più importanti al mondo, divenendo un’enorme opera d’arte ambientale che racconta espressioni artistiche internazionale di mezzo secolo con al centro la poetica del ready made.
Dunque, il Giardino come immensa opera autobiografica immersiva è destinato a rimanere quale testamento ideale di vita e di poetica del grande maestro.
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