Dal 28 novembre 2024 all’8 febbraio 2025 la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea presenta Alchimie nel Vuoto, prima mostra personale dell’artista e designer Elena Salmistraro, a cura di Silvana Annicchiarico. In modo inedito, l’artista sceglie di esprimersi prevalentemente attraverso il disegno e la pittura, mettendo in luce il lato più profondo e artistico del suo lavoro, aprendo le porte di un mondo fantastico, popolato da figure curiose.
Il disegno è un gesto intimo e primordiale, un atto che per Salmistrato diventa terapia; disegnare è passione, ossessione, necessità. “I miei mostri non sono cattivi, mi accompagnano, mi parlano, mi sono vicini… E a furia di disegnarli ho anche capito la mia cifra stilistica, il mio tratto, alfabeto e linguaggio”.
In questo universo popolato da personaggi ibridi e deformi, l’artista affronta le sue paure e quelle del mondo, creando un immaginario dove l’Horror Vacui – la paura del vuoto – viene esorcizzato attraverso un flusso continuo di segni e colori. Il concetto di monstrum – inteso come prodigio che affascina e inquieta – diventa centrale nella poetica di Salmistraro. I suoi mostri e i suoi freaks, che disegna fin da piccola, sono corpi di confine fra umano ed animale, ma anche tra figurazione ed astrazione e invitano ad esplorare il lato nascosto del nostro essere, a guardare oltre la superficie.
Il titolo, Alchimie nel Vuoto, richiama una dicotomia che attraversa tutto il lavoro di Elena Salmistraro, infatti nelle sue opere ogni spazio viene riempito e il vuoto fisico si trasforma in un luogo di riflessione e metamorfosi. La sua estetica attinge al neo-primitivismo, al surrealismo e al realismo magico, dissolvendo i confini tra il ludico e l'onirico.
Se la galleria è uno spazio pulito, un involucro nudo con pareti bianche e asettiche, il vuoto ospiterà mostri, freaks, incubi e paure – forse superate, simboli di cambiamento e integrazione, e manifesti di un nuovo concetto di bellezza. Oltre ai grandi dipinti su tela, sarà presentato un tappeto prodotto da TaiPing, due totem e tre vasi realizzati da Bosa Ceramiche dipinti a mano dall’artista, ed una scultura lignea prodotta da Scapin, che sono tutte frutto di una riflessione personale e artistica maturata nel corso degli anni.
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