È
stata presentata oggi, presso il Cinema Anteo di Milano, la campagna “Non è il
cibo il mio disturbo alimentare” pensata e diretta da Ambra Angiolini con la
collaborazione di Animenta e Jolanda Renga, realizzata con il contributo di
Danone con il brand Nutricia Fortini
per
creare una nuova narrazione sui Disturbi Alimentari.
Milano, 22 novembre 2024
- La campagna, Non è il cibo il mio disturbo alimentare
mira a sensibilizzare le persone a comprendere che i DCA non vanno cercati a
tavola, non vanno curati a tavola, perché non sono sicuramente solo questione
di cibo. L’intento della campagna, infatti, è quello di rimettere al centro
quello che una persona che ne soffre sente.
Abbiamo fatto in modo che la nostra protagonista, Beatrice
Fiorentini, apparecchiasse una tavola alla quale, alla fine dello spot, saranno
tutti invitati a sedersi. Una tavola imbandita con sentimenti svalutanti, di
disistima per sé stessi e paura di non trovare il proprio posto in una vita che
sembra avere sempre dimensioni sbagliate.
La narrativa della campagna restituisce un’immagine
dignitosa e rispettosa di tutte quelle ragazze, quei ragazzi, adulti e famiglie
che affrontano un disturbo alimentare. Si mette da parte l’estetismo della
malattia che ha caratterizzato per anni molte campagne, per fare spazio ad una
rappresentazione autentica e profonda, ad una narrazione che speriamo cambi la
comunicazione dei Disturbi del comportamento Alimentare.
Durante l’evento si è parlato di cosa si può fare in
aggiunta a quello che è stato già fatto, cercando di consegnare, soprattutto
alle famiglie, strumenti nuovi per riuscire a trovare ognuno il proprio posto
“a tavola” … non quella che è stata vista all’inizio dello spot, ma quella che
vi viene consegnata alla fine: la nostra.
La Sala Astra del Cinema Anteo, che ha ospitato la prima
proiezione della campagna, seguita da una tavola rotonda di professionisti
esperti in DCA, è diventato il luogo in cui il cinema, l’arte, la musica e la
scrittura incontrano la clinica e ci ha offerto l’opportunità di conoscere e
riconoscere come questi strumenti possano integrasi nella attività
clinico-terapetuica, al fine di sostenere quell’emotività importante di chi si
ammala di DCA.
All’evento hanno partecipato scuole e persone di tutte le
età, direttamente interessate dalla malattia o a sostegno di qualcuno a loro
vicino che ne soffre. Ampio spazio è stato dato anche ad esperienze dirette e
dopo la tavola rotonda con i clinici, è stato svolto il laboratorio sulle
Tracce d’amore per tutti i partecipanti.
“Cosa voglio di più? Niente.
Però tutto il niente del mondo perché anche del nulla ho fame, una fame insaziabile, una voragine che non riposa mai.”
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