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giovedì 13 aprile 2023

I VINI DEL COLLIO: UN PATRIMONIO UNICO DI VITIGNI AUTOCTONI ED INTERNAZIONALI

 




Il Collio è una zona viticola conosciuta in tutto il mondo per la sua varietà di vini bianchi, caratterizzati da una spiccata mineralità e una grande longevità.

Questa zona collinare, collocata fra le Alpi Giulie ed il Mare Adriatico, crea un microclima assolutamente unico per ventilazione ed escursione termica, in grado di sposarsi perfettamente con la “ponca”, il caratteristico terreno del Collio fatto di marne di origine eocenica, ideali per la coltivazione della vite.

Il Collio richiama alla mente uno stupendo susseguirsi di declivi dove vengono prodotti i migliori vini bianchi d’Italia da vitigni autoctoni quali Ribolla Gialla e Friulano, accanto ad un universo di vitigni internazionali.

 

I vitigni autoctoni del Collio:

Dire autoctono nel Collio, significa fare riferimento essenzialmente a tre grandi vitigni:

Ribolla Gialla: È il più antico vitigno autoctono, del quale si trovano ancora i segni di viti centenarie nella microzona di Oslavia. I primi documenti che ne testimoniano la presenza risalgono addirittura al 1300. Ha un colore paglierino vivace e un profumo elegante ed intenso. Se vinificata in legno o macerata, la Ribolla gialla diventa rotonda, con note più intense. Predilige frutti di mare e piatti delicati di pesce.

Friulano: È uno dei più famosi e rinomati vini della zona fino al 2007 chiamato Tocai Friulano. Ha un colore paglierino con caratteristici riflessi verdolini ed un delicato aroma fresco vegetale e sentore di mandorla. Il sapore è pieno, di corpo, armonico. Nel Collio viene usato come aperitivo, ma è ideale anche da abbinare a piatti di pesce e grigliate di carni bianche. È particolarmente adatto ad accompagnare il prosciutto crudo locale.

Picolit: È un vino nobile e rarissimo, dal colore giallo paglierino con riflessi dorati più o meno intensi, profumo coinvolgente e piacevole, che ricorda i fiori di campo ed il miele d’acacia. Il sapore è dolce, ampio, vellutato. È perfetto come vino da meditazione.

La vera essenza e anima del territorio, progetto ambizioso del Consorzio di Tutela, è il Collio Bianco: frutto dell’assemblaggio di uve diverse, ha in sé tutte le caratteristiche della sua terra e dei suoi produttori.

 

Il panorama dei vitigni bianchi internazionali:

Nel Collio trovano perfetta espressione una grande varietà di vitigni bianchi internazionali. Tra questi spicca il Pinot grigio, con il suo caratteristico colore paglierino e vaghi riflessi cinerini, il suo profumo intenso, solida struttura e persistenza. Risalgono al 1847 le prime analisi del mosto del Pinot Grigio o Rűlander.

Gli altri vitigni internazionali della zona sono: Malvasia Istriana, Chardonnay, Pinot Bianco, Müller Thurgau, Riesling, Sauvignon, Traminer Aromatico.

 

I vini rossi del Collio:

Il vino rosso più caratteristico è il Collio Rosso, che si ottiene dall’unione dei più pregiati vitigni a bacca rossa del territorio, ed è riservato esclusivamente alle annate più importanti. E’ un vino di grande pregio e finezza, di corpo e struttura, molto persistente, adatto all'invecchiamento e alle grandi occasioni.

Gli altri vini rossi del territorio sono: Collio Cabernet, Collio Cabernet Franc, Collio Cabernet Sauvignon, Collio Merlot.

 

IL COLLIO: UN MOSAICO DI ESPRESSIONI

 

Il territorio

Antichi vigneti, piccoli borghi, riserve naturali e boschive si rincorrono su morbide colline, che sorvegliano un territorio suggestivo dal microcosmo unico, ricco di differenti tradizioni e dalla storia millenaria. Questo è il Collio, una mezzaluna di dolci pendii soleggiati, che si estende in provincia di Gorizia, nel Nord-Est d’Italia, tra le Alpi Giulie e il mar Adriatico, ai confini con la Slovenia. Le particolari condizioni ambientali di questa zona hanno favorito lo sviluppo di una viticoltura di pregio e la produzione di vini bianchi eccellenti, fin da tempi antichissimi.

L’area del Collio, tra Judrio a ovest e Isonzo a est, si estende per una superficie di 1500 ettari vitati all’interno di otto dei venticinque comuni della provincia goriziana: Capriva, Cormòns, Dolegna del Collio, Farra d’Isonzo, Gorizia, Mossa, San Floriano del Collio e San Lorenzo Isontino. Il territorio è costituito da una serie di rilievi eocenici e paleocenici, intervallati da strette valli di dimensioni ridotte, fatta eccezione per l’estesa piana del Preval.

Il clima si caratterizza per la presenza di estati calde ma non afose e inverni abbastanza freddi e discretamente piovosi. Le temperature medie estive sono di 21,5-22,5°C e le medie invernali di circa 4°C; le precipitazioni medie annue sono di 1350-1400 mm.

Il clima mite, che caratterizza questo lembo di terra, è influenzato dalle correnti calde del mare Adriatico, che mantengono l’uva asciutta, e dallo scudo protettivo delle montagne a nord, che protegge dai venti freddi.

Il suolo, denominato Ponca, è composto da marne ed arenarie stratificate di origine eocenica, che conferiscono ai vini quella caratteristica impronta di mineralità e salinità.

Il Collio, estrema appendice nord orientale italiana, è da sempre, per la sua posizione geografica e le sue vicende storiche, un crocevia di culture, persone e eventi, terra di confine dalle mille sfaccettature, dove i protagonisti assoluti sono la vite e il vino. Qui si susseguono colline per circa 1300 ettari di superficie vitata. I vigneti si sviluppano su una sequenza di declivi, lungo ampie superfici esposte a mezzogiorno, in un ambiente meraviglioso ed incontaminato, senza fabbriche ed interventi urbanistici, che mantiene tutto il suo fascino naturale. In questa zona, dalla biodiversità unica in Italia, viene prodotta un’ampia varietà di vini DOC, in particolare bianchi, sia da vitigni internazionali, che qui hanno trovato il loro habitat, che da vitigni autoctoni. L’alta qualità della produzione unita alla capacità di innovare e alla lungimiranza delle genti del Collio ha portato questo territorio ad una grande notorietà, a livello nazionale ed internazionale.

La storia

La coltivazione della vite nel Collio ha origine antichissime, risalenti all’epoca romana. La produzione dei vini intorno alla metà del terzo secolo d.C. era così diffusa da consentire all’imperatore Massimino, proveniente dalla Tracia e diretto all’assedio di Aquileia, di requisire nel Collio una quantità di botti e tini tale da ricavare legname sufficiente a costruire un ponte sull'Isonzo, alla Mainizza, presso Gorizia, per il transito delle sue legioni.

In questa epoca, la produzione dei vini era già affermata e continuò anche successivamente, durante il periodo della Serenissima e della dominazione degli Asburgo.

A partire dal ‘500, le viti coltivate in questa zona venivano apprezzate in tutta Europa: dalla Serenissima Repubblica di Venezia all’imperatore Carlo V, dallo Zar di Russia a Vienna capitale dell’Impero austro-ungarico.

Ancora il veneziano Faustino Moisesso, che fu protagonista e puntuale cronista della “Guerra degli Uscocchi”, nella sua opera letteraria “Historia della ultima guerra in Friuli”, narrando di racconti di saccheggi durante la Serenissima, parlava dettagliatamente della natura delle ricchezze costituenti il bottino, che comprendevano sempre grandi quantità di “vini squisitissimi”. Questi vini erano noti e ricercati da tempo immemorabile presso le antiche Corti d’Europa, e in particolare dalla Repubblica di Venezia e dalla Corte Imperiale Asburgica.

La viticoltura moderna ha inizio nella seconda metà del 1800: diverse vicende storiche testimoniano come già in questa epoca sia presente quella propensione alla ricerca e all’innovazione in campo viticolo, che sempre caratterizzerà il territorio del Collio.

La viticoltura del Collio: cinque date storiche da ricordare

-        1780 la presenza di una classificazione dei cru nella contea di Gorizia, dove le tasse venivano pagate in base alla qualità delle uve

-        1869 il conte francese Teodoro de La Tour sostituisce alcuni vitigni locali di scarsa qualità con pregiate varietà di uve francesi e tedesche, dando una svolta alla viticoltura del Collio

-        1872 su iniziativa di alcuni produttori, nasce una prima forma associativa: si tratta di una realtà progenitrice del Consorzio, che nessuna altra zona d’Italia poteva vantare all’epoca

-        1891 Il quarto Congresso enologico austriaco si tiene a Gorizia. Con questo si delibera di ricostruire i vigneti devastati dalla filossera attraverso l'innesto delle varietà europee su piede americano

-        1964 pochi anni dopo l'emanazione delle leggi che istituivano in Italia le Denominazioni di origine controllata, nasce il Consorzio di tutela dei vini del Collio, per iniziativa del conte Sigismondo Douglas Attems, che ha la lungimiranza di unire i produttori locali, incentivando l’eccellenza della qualità del vino prodotto

-        1968 Il Collio, tra i primi in Italia, ottiene il riconoscimento della Denominazione d'origine controllata.

 

 

 

 

 

 

 

COLLIO E DINTORNI: NON SOLO VINO

Nel Collio la grande tradizione vinicola, il paesaggio, l’offerta culturale e turistica si integrano perfettamente. 

Questo lembo di terra racchiude scorci di grande bellezza: fiumi, montagne, pascoli, boschi di robinia, colline, vigneti e frutteti, lagune. Si tratta di un territorio dal patrimonio storico e culturale enorme, variegato di contrasti ed influenze diverse, che vede alternarsi castelli, chiese solitarie, borghi, leggende e poesie in lingue diverse.

Il modo migliore per conoscere il territorio è iniziare a percorrere la “Strada del vino e delle ciliegie”, tra l’altro la prima fondata in Italia, nel 1963, che da San Floriano, alle porte di Gorizia, raggiunge Dolegna.

È possibile visitare i luoghi dove la Prima guerra mondiale ha lasciato i segni più cruenti, come testimoniano i diversi itinerari della Grande Guerra e, in particolare, l’Ossario di Oslavia, che ospita le spoglie di 60 mila caduti. Sono però anche zone di castelli, torri e manieri, costruiti dalla nobiltà del passato, come il castello di San Floriano del Collio, il castello di Spessa, il castello di Cormons e il castello di Ruttars. Ci sono poi i percorsi proposti dalla Strada dei Vini e Sapori del Goriziano tra i dolci pendii del Collio, alla scoperta di aziende agricole, strade di campagna, sentieri, boschi, ciliegi, parchi e vigneti.

Il Collio è un inno alla natura, dove il turista può trovare accoglienza e ristoro in agriturismi, locande, cantine, trattorie e botteghe del vino.

La cucina del Collio

La tradizione gastronomica del Collio risente delle influenze culturali e storiche che il territorio ha subito nel corso dei secoli. È il punto d’incontro di ricette provenienti da popoli latini-slavi, friulani, austriaci e tedeschi e, nel raggio di pochi chilometri, la varietà dei cibi assume specificità diverse. È una cucina rustica ed elegante al tempo stesso, stagionale, che esprime tutto il suo carattere internazionale.

I piatti tipici sono costituiti prevalentemente da selvaggina: lepre, capriolo, e cinghiale, preparati anche alla maniera ungherese e austriaca. La carne di maiale occupa un posto di rilievo sia come protagonista di antipasti che di grigliate. Noti anche i bolliti di carni varie e il prosciutto cotto nel pane, serviti con salsa di cren (radice di rafano). Tra i primi piatti spiccano: la pasta fatta in casa e tagliata a strisce, condita con sughi d’arrosto e selvaggina, gli gnocchi di semolino e patate ripieni di susine e conditi con burro fuso e cannella; le minestre di verdura, in particolare la “Jota”, fatta di fagioli e crauti, arricchita con carne di maiale.

La tradizione contadina ha trasmesso anche le saporite frittate con asparagi, germogli di luppolo selvatico ed altre erbe spontanee. Atri prodotti tipici della zona sono: l’olio d’oliva fatto in Collio della storica varietà Bianchera, il prosciutto di Cormons affumicato al fuoco di legno di ciliegio e alloro. Ispirati alla tradizione mitteleuropea sono i caldi strudel di mele, pinoli e uvetta e le crostate di frutta, nonché la più nota “Gubana goriziana, il cuguluf, la Linzertorte”.

 

 

 

 


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