Arte, tecnologia e innovazione si incontrano a maggio a Bergamo, Capitale italiana della Cultura 2023, grazie all’ artista Beatrice Sancinelli alla sua prima mostra personale, un viaggio multisensoriale profondamente emozionale, fisicamente coinvolgente e completamente inclusivo. Un’esperienza che farà vivere ai visitatori in modo totalmente innovativo l’opera d’arte, in cui reale e digitale si uniscono.
Il 5 maggio apre la prima mostra personale di Beatrice Sancinelli, giovane artista con una formazione nel mondo del cinema, che presenta la sua ultima opera Rumore dell’Umore, un percorso multisensoriale ed immersivo realizzato grazie alle recenti innovazioni di realtà virtuale.
L’opera audiovisiva è stata realizzata in collaborazione con il ballerino e performer Emanuele Algeri e la make-up artist Angelica Primavesi.
L’artista ha scelto per questo esordio Bergamo, sua città natale che è anche, insieme a Brescia, la Capitale italiana della Cultura 2023. La mostra a cura di Maria Vittoria Baravelli è ospitata nel Chiostro del Carmine, un luogo affascinante e tesoro nascosto di Bergamo Alta, un monastero cinquecentesco di solito chiuso al pubblico che apre per questa Capitale italiana della Cultura le sue porte per accogliere i visitatori alla scoperta di un’opera inedita e innovativa.
L’idea per Rumore dell’Umore nasce nella primavera del 2020 quando, come tutti, l’artista era costretta al primo lockdown. L’esperienza solitaria e silenziosa si trasforma in un dialogo con Emanuele Algeri e infine in un’occasione per riscoprire il mondo che li circonda, troppo spesso ignorato dalla routine, per concentrarsi sulle proprie percezioni e i propri umori che acquistano e rivelano ora un loro rumore specifico che dà voce al corpo stesso e che si accompagna ai suoni della natura, riscoperta e vissuta con occhi nuovi e consapevoli.
Questo viaggio sensoriale può essere interpretato dai visitatori come una contemporanea via crucis che illustra la ricerca di fede e speranza, da sempre una costante nella vita e nel lavoro dell’artista che ritrova nella natura, nei rapporti umani e nella propria libertà di espressione.
Maria Vittoria Baravelli scrive:
“L’opera di Beatrice parte da un viaggio emotivo interno alla propria camera, nel periodo della quarantena. Il punto nevralgico della sua ricerca parte e si sviluppa attorno al concetto della stanza. Stanza in architettura come porzione minima dell’abitare, oppure la stanza intesa nel mondo della poesia come porzione di una composizione più poderosa. Quello che ci intriga però sono i confini da cui si può sconfinare. E allora le mura diventano la soglia. E la stanza si apre e da ambiente chiuso permette di far entrare il cielo. Una stanza bianca, un mondo chiuso come uno schermo digitale aspetta e raccoglie gli infiniti e discordanti umori di una donna nelle sue oscillazioni vitali. Ne emerge un racconto al tempo stesso personale ed universale in cui i sentimenti vengono indagati nella loro oggettività; eppure, anche grazie alla tecnologia immersiva si condivide l’idea che tutti i rumori che ci circondano fanno molto meno strepitio di noi stessi, perché il vero rumore è l’eco delle emozioni che vibrano in noi”.
Tutte queste rivelazioni prendono forma a Bergamo dove, all’interno delle stanze completamente oscurate del Chiostro del Carmine, si fruiscono in un modo del tutto innovativo nove performance audiovisive in cui Beatrice Sancinelli dirige Emanuele Algeri, ballerino e performer che ha sposato la ricerca dell’artista e ha contribuito con la sua interpretazione alla creazione delle opere.
La fruizione di Rumore dell’Umore è qualcosa di mai visto prima in Italia, multisensoriale, individuale e inclusiva, perché può essere fruita anche da non vedenti e non udenti: si entra infatti in mostra in gruppi di dieci visitatori alla volta e ognuno sarà dotato di cuffie e dell’innovativo Vest3, un giubbotto tecnologico aptico realizzato dall’azienda americana Woojer, in grado di far percepire il suono attraverso la cassa toracica che diventa cassa sonora. L’esperienza sonora inedita è stata ideata attraverso la collaborazione dell’artista con il sound designer Nicola Gualandris.
Il Vest3 nasce come accessorio per i gamer, per vivere fino in fondo l’esperienza di gioco provando la sensazione di essere quasi dentro allo schermo, di sentire i movimenti prima ancora di vederli. Sfruttando la tecnologia aptica i suoni vengono percepiti in tutto il corpo, in un coinvolgimento fisico multisensoriale completamente nuovo dove le percezioni si amplificano a 360 gradi. Dopo essere stato apprezzato dal mondo del gaming, della musica e del cinema ora il prodotto di Woojer si appresta a entrare nel mondo dell’arte grazie all’installazione visiva di Beatrice Sancinelli che porta per la prima volta in Italia questo esperimento multisensoriale in cui l’innovazione tecnologica della realtà virtuale incontra la video arte per creare un grande spazio multi-narrativo al quale i visitatori partecipano in modo totale ed inedito.
Rumore dell’Umore è un’opera d’arte, ma anche un percorso esperienziale dove i confini tra il mondo digitale e quello reale si assottigliano e si confondono, abbattendo anche le disabilità, creando un mondo nuovo governato da colore, movimento e suono che coinvolge la fisicità di tutto il corpo.
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