OPENING
07 - 08 maggio 2022, dalle 11.00 alle 19.00
CASCINA I.D.E.A.
Via Guglielmo Marconi 26, Agrate Conturbia (NO)
visita su appuntamento
Immersa nelle campagne del novarese, dal 7 maggio a settembre 2022, CASCINA I.D.E.A. – il complesso rurale trasformato da Nicoletta Rusconi Art Projects in luogo dedicato all’arte e alla sperimentazione – presenta Green rim, mostra personale di Belén Uriel (1974).
Green rim - tradotto letteralmente “bordo verde” e inteso come il fenomeno ottico visibile a causa della rifrazione della luce solare attraverso la densità crescente vicino all’orizzonte - rappresenta un approfondimento del progetto di ricerca di Belén Uriel sulla reciprocità tra il corpo umano e gli oggetti di uso quotidiano.
Caschi, protezioni per il corpo o mobili da esterno. Ecco una lista, parziale, degli oggetti di consumo, creati per impegnarsi con l'ambiente esterno, per la protezione del corpo nel tempo libero e per la ricreazione, che circolano nell’opera di Belén Uriel. Sono universali, così familiari e ordinari per tutti noi che diventano quasi invisibili: sono qualcosa “che serve a qualcosa”, che a prima vista viene assorbito in una finalità di usi, direbbe Roland Barthes.
Mediatori, in quanto tali, tra il soggetto e il mondo, questi prodotti che apparentemente sembrano esistere per altri motivi - svagarsi, ristorarsi, proteggersi, per esempio - hanno un preciso scopo sociale e antropologico: ovvero quello di essere mezzi di significazione, segni sparsi e veri e propri linguaggi. Con la premessa che per “significazione” non si vuole intendere alcuna veicolazione di informazione, l’interesse di Uriel verso questi oggetti svela la loro connotazione tecnologica, cioè in quanto definiti da relazioni di produzione e consumo: come viene prodotta e commercializzata la natura?
Fissando il suo sguardo proprio sull’idealizzazione della natura e prendendo ispirazione da oggetti che sono portatori di un senso indipendentemente dalla funzione, Belén Uriel dà nuova vita e nuovo fiato affinché gli oggetti possano ricongiungersi con la loro stessa bellezza, sfuggendo alla serialità produttiva, per aprirsi in un abbraccio all’inaspettato: crediamo di trovarci in un mondo pratico di usi dell’oggetto, quando invece ci troviamo anche in un mondo del senso e delle ragioni in cui possiamo ritrovarci.
Green rim è il tentativo di Uriel di costruire una semiologia più e oltre che come scienza delle significazioni, come sguardo pertinente verso il mondo, come fiuto del senso ovunque si possa celare: “c’è sempre un senso che va oltre l’uso dell’oggetto”. Come se ci trovassimo dotati di lenti e qualche grado sopra l’orizzonte, quando il Sole è basso e la dispersione è abbastanza grande da rendere visibili i suoi arti superiori verdi - il bordo verde, appunto - dalla sottile interazione di vetro e ferro Belén Uriel cerca di “creare un dialogo tra l'osservazione dei disegni originali degli oggetti, le ombre della loro materialità, e il loro rapporto con il corpo, per riflettere, attraverso un vocabolario scultoreo, su una serie di ossessioni che stanno definendo il nostro tempo presente”.
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