Le Cantine Ferrari sono state partner
della Guida Michelin nella presentazione della nuova guida dedicata ai Paesi
Nordici, avvenuta il 17 febbraio alla Olavshallen Concert
Hall a Trondheim, in Norvegia. Da sempre infatti i paesi del Nord
Europa, Norvegia, Danimarca, Svezia, Finlandia e Islanda, sono una fucina di
talenti creativi che ogni anno Michelin premia con le sue ambite “stelle”.
Una serata speciale, che ha riunito
tutti i migliori chef dei Paesi Nordici e dove non solo sono state rivelate le
“stelle” della cucina nordeuropea, ma sono stati premiati altri aspetti
dell’alta ristorazione, tra cui il ruolo fondamentale della sala attraverso il
riconoscimento “Welcome and Service”, patrocinato dalle Cantine Ferrari.
È stata proprio Camilla
Lunelli, Direttore della Comunicazione e Relazioni Esterne della Casa trentina a
salire sul palco per premiare il ristorante che, secondo i giudici Michelin, più
si è distinto per un’accoglienza unica, che sappia dare all’ospite quel “plus”
che gli permetta di vivere un’esperienza fuori dall’ordinario. Quest’anno ad
aggiudicarsi questo prestigioso riconoscimento è Tina Kragh Vildgaard del
ristorante Jordnær a Gentofte, in Danimarca.
Un tema, quello
dell’ospitalità, che Ferrari promuove da anni attraverso incontri e iniziative
importanti, a rimarcare quanto l’ospitalità sia una vera e propria arte, un mix
unico di talento, attenzione al dettaglio e competenza.
Dopo le premiazioni sono
seguiti ovviamente i festeggiamenti all’Hotel Britannia, dove oltre 500 ospiti
tra chef, stampa e opinion leader hanno brindato con le bollicine Ferrari
Trentodoc, che hanno accompagnato le creazioni di famosi chef stellati che si sono
esibiti in uno show cooking d’eccezione.
Il legame di Ferrari con l’alta
ristorazione è un’unione che esiste e si rinnova da oltre un secolo. Sono
stati, infatti, i locali dei grandi chef a sancire il primo successo delle
bollicine trentine, favorendo un formidabile passaparola che ha finito per
portare Ferrari su tutte le grandi tavole. Un messaggio che anche la terza
generazione della famiglia Lunelli ha fatto proprio, insistendo come i
predecessori su un dialogo diretto con i protagonisti della grande
ristorazione, soltanto italiana ieri, mondiale oggi.
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