Presenti 1000 buyer esteri e previsti 5mila operatori – I workshop della mattinata – In serata il Forum internazionale
(Parma, 12 aprile 2017) - Si è aperta oggi
a Parma “Cibus Connect”, manifestazione fieristica che si alternerà a
Cibus negli anni dispari, organizzata da Fiere di Parma e
Federalimentare. Il nuovo format prevede la presentazione di nuovi
prodotti food and beverage, negli stand e nell’apposita vasta area degli
show cooking, una serie di workshop tematici ed un Forum
internazionale. Le aziende espositrici sono 400, tutte italiane,
selezionate tra quelle più vocate all’esportazione. Presenti anche 45
produttori selezionati da Slow Food.
“Cibus Connect è una fiera tutta concentrata sul business matching – ha dichiarato Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma – Abbiamo
investito due milioni e mezzo di euro nell’incoming di buyer esteri:
200 buyer sono arrivati da Vinitaly, altri 400 sono da giorni sul
territorio per visitare aziende alimentari locali. Sono attesi circa
5mila operatori del settore. L’obiettivo di Connect è sostenere
l’industria alimentare che negli ultimi 8 anni è cresciuta del 20% e le
esportazioni del 37%”.
Al
Forum Internazionale organizzato da Fiere di Parma in collaborazione
con TEH-Ambrosetti, sono presenti i dirigenti di industrie alimentari e
catene distributive italiane ed estere. La sessione in programma domani,
con inizio alle ore 16, sarà aperta dall’intervento del Sen. Andrea
Olivero, Vice Ministro delle Politiche Agricole e Alimentari.
12
i workshop tematici. In quello organizzato da Italianfood.net sono
state analizzate le opportunità per i fornitori italiani di arrivare sui
mercati esteri sia attraverso il network internazionale lanciato da
Coop Italia un anno fa (Coop Italian Food) sia attraverso le piattaforme
digitali di Amazon, Alibaba e Ocado. Per Ocado si è analizzato il
progetto realizzato in UK dal Consorzio Italia del Gusto che riunisce
alcuni dei più importanti brand del made in Italy alimentare. Le
testimonianze dei protagonisti del settore sono state precedute da una
ricerca realizzata da Kpmg che ha analizzato le occasioni di e-commerce
per l'italian food sui mercati esteri e le strategie che dovrebbero
mettere in campo le imprese per coglierle al meglio.
Agrifood
Monitor ha presentato uno studio sul settore lattiero caseario, e in
particolare i formaggi che, grazie ai 2,4 miliardi di euro di vendite
estere nel 2016, incidono per l’82% sul valore totale dell’export
lattiero-caseario, mostrando tassi di crescita ancor più positivi, sia
nel lungo periodo (+96% nel 2006-2016), che nell’ultimo anno. I formaggi
italiani raggiungono tutti i principali mercati di importazione
mondiali; il nostro paese è il primo fornitore di Francia e Stati Uniti
(con quote rispettivamente pari al 30% ed al 24% del mercato), il terzo
di Germania e Regno Unito ed il quarto di Giappone e Spagna, mentre a
seguito dell’embargo alle importazioni dall’Unione Europea dell’agosto
del 2014, ha perso le proprie posizioni in Russia, il cui principale
fornitore è oggi la Bielorussia. “Con
una variazione superiore al 7% intercorsa tra il 2015 e il 2016, i
formaggi italiani mostrano un trend di crescita superiore al totale
delle esportazioni agroalimentari nazionali che nello stesso periodo si
sono fermate ad un +3,5%”, ha dichiarato Denis Pantini, Direttore dell’Area Agroalimentare di Nomisma.
Nel
corso del workshop di Federalimentare sull’impresa sostenibile è stato
illustrato l’impegno del settore nella partecipazione ai progetti
europei di ricerca focalizzati sui temi della sostenibilità e l'esigenza
di un cambiamento potenziale della visione del rapporto tra attività
economica e mondo naturale, sostituendo un modello economico
dell'espansione quantitativa con quello del miglioramento qualitativo
come chiave per il progresso futuro.
A
Cibus Connect sono stati presentati gli esiti del progetto “Promozione
delle certificazioni agroalimentari del Made in Italy” promosso dal
Ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con
Federalimentare, UCEI-Unione delle Comunità Ebraiche d’Italia e
CICI-Centro Islamico Culturale d’Italia e con il supporto operativo di
Fiera di Parma. Il progetto, durato circa quattro anni, ha avuto lo
scopo di informare le aziende sull’importanza e l’utilità delle
certificazioni come volano di crescita per l’export, con particolare
focus sulle certificazioni religiose kosher e halal e sulla
certificazione di produzione biologica. Grazie all’impegno degli attori
coinvolti, nel tempo sono state sensibilizzate oltre 1.000 aziende
attraverso roadshow, azioni promozionali e partecipazioni fieristiche in
Italia e all’estero. I risultati hanno rivelato che il 66% delle
aziende partecipanti ha registrato un incremento di fatturato e il 64%
ha approcciato nuovi mercati grazie alle certificazioni.
Slow
Food ha presentato il progetto del fondo di investimento Agrifood One,
sviluppato con Garnell, gruppo milanese attivo nel private equity e
nella finanza d’impresa, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare
l’economia reale, l’innovazione e la sostenibilità nell’ambito del
settore agroalimentare italiano. La consulenza di Slow Food Italia
permetterà di verificare la sostenibilità economica, sociale e
ambientale dei potenziali progetti d’investimento.
Di
innovazione e start up si occupa "Food Innovation Matching”, un
progetto di Future Food (presente con un suo stand a Cibus Connect):
una famiglia di servizi dedicata alle aziende che potranno incontrare le
startup innovative in ambito agroalimentare, Grazie alla più importante
banca dati italiana di startup e PMI del settore, messa a disposizione
da Future Food, ogni azienda sarà accompagnata a interpretare nella
maniera più completa e profonda il paradigma dell’open innovation per
accelerare la creazione di valore e aprirsi a nuovi mercati.
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