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martedì 22 ottobre 2019

AL MART DI ROVERETO APRE “ALFIO GHEZZI”, NUOVO SPAZIO CAFÉ & RISTORANTE GESTITO DALL’OMONIMO CHEF Un vero e proprio progetto culturale nel quale si incontrano i grandi linguaggi della tradizione italiana: cucina, arte e design


Rovereto (TN), 21 ottobre 2019 – Apre domani “Alfio Ghezzi” il nuovo Spazio Cafè & Ristorente del Mart che per i prossimi 6 anni sarà gestito dall’omonimo chef.
Allievo di Gualtiero Marchesi e di Andrea Berton, per quasi un decennio chef della Locanda Margon di Ravina, premiata da due stelle Michelin, Ghezzi è risultato aggiudicatario della gara pubblica indetta dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto per la gestione della sua caffetteria.
Recentemente rinnovata negli arredi da Mario Botta insieme allo studio Baldessari e Baldessari, in dialogo con la Collezione del museo che annovera alcuni tra i maggiori capolavori italiani del Novecento, la Caffetteria del Mart è un percorso attraverso il design del XX secolo, rigorosamente made in Italy.
Un progetto che rispecchia l’evoluzione del percorso sia interiore che professionale di Ghezzi per dare vita a un vero e proprio spazio culturale nel quale si incontrano i grandi linguaggi della tradizione italiana: cucina, arte e design. “Sono davvero felice di essere in un luogo così profondamente legato al bello e a ciò che faccio perché solo il respiro di qualche istante in questo spazio basta per farmi sentire in sintonia con il Mart.”, afferma Alfio Ghezzi.
Il concept è semplice, così come la proposta, ma non banale poiché frutto di scelte ragionate, responsabili, unite a una significativa esperienza all’estero che ha cambiato sin dal profondo la visione dello Chef. Una cucina quindi riconoscibile, senza ridondanze, a ricordare come la semplicità sia in grado di trascurare l’apparenza fine a se stessa, per concentrarsi invece su gusto e verità. Sono questi i principi che caratterizzano la nuova proposta di Alfio Ghezzi, declinata in chiave gourmet presso “SENSO” e in versione bistrot da “ALFIO GHEZZI BISTROT”.
Alla base l’idea di creare una profonda interazione con gli ospiti e la possibilità, attraverso un percorso itinerante, di assaporare le varie portate, ognuna servita secondo precise modalità, in specifiche zone del ristorante: dalla lounge, dove viene servito l’aperitivo, alla zona bistrot, dove si possono gustare la prima colazione e il pranzo, fino a “SENSO”, la zona gourmet, riservata all’esperienza serale.
Per il Mart Alfio Ghezzi ha elaborato una proposta articolata che, dalle colazioni alle cene, si inserisce e completa l’offerta culturale del distretto museale e che si dimostra profondamente legata alla tradizione culinaria italiana, soprattutto a quella trentina e alla produzione del territorio. Nella scelta degli ingredienti, infatti, lo chef predilige quelli locali e punta a valorizzare la tradizione realizzando conserve, confetture, marmellate e altri prodotti artigianali che sono elaborati sia all’interno del ristorante che in collaborazione con la cooperativa Mas del Gnac. Grande importanza hanno inoltre la “charcuterie”, i formaggi e i sottaceti, che sono esposti in apposite vetrine. La presenza di questi prodotti, che secondo la concezione ristorativa italiana sono da collegarsi a un livello piuttosto lontano da quello dell’alta cucina, considerati per lo più cibo “da osteria”, rispecchia invece un trend che lo chef ha fatto proprio a seguito della sua esperienza a Copenaghen e che si basa su un atteggiamento rispettoso e responsabile che, oltre a seguire i cicli della terra, permette di prolungare la vita dei prodotti, a riprova dell’ impegno di responsabilità ambientale che all’interno del ristorante del Mart si coniuga con il rispetto per la tradizione.
Il menù include una proposta “all day”, chiamata “Veloce con Gusto”, che prevede: la pizza sia alla pala che nel ruoto, una selezione di panini realizzati con prodotti tipici della realtà trentina, dei lievitati, tra cui pane dolce al cioccolato, veneziana e bombolone alla confettura, e torte da “credenza”, come quella di mele o la sacher.
Per il pranzo l’idea è quella di offrire dei lunch veloci con 4 piatti ispirati alla tradizione gastronomica trentina, denominata appunto “Viaggio in Trentino”. Tra i piatti in degustazione si trovano la Trota alla maniera del Principato Vescovile di Trento, i Canederli Smalzadi, Polenta e coniglio e torta di mele. In alternativa è possibile scegliere tra i “Classici Italiani” quali Vitello tonnato, Risotto alla Milanese, Spaghettoni Monograno Matt Cacio e Pepe, Cappello del Prete Brasato, Saltimbocca alla Romana. Come dessert il Bunet, dolce a cucchiaio tipico del Piemonte, o la Meringa semifredda.
La sera invece un Menù Degustazione di alta cucina per un numero ridotto di clienti, massimo 25, che prevede sei portate fisse più una scelta tra i secondi, che variano in base alla stagione, o, in alternativa, la possibilità di optare per una versione più “light” con 4 portate. Tra i piatti che tracciano la personalità del cuoco troviamo la Carota della Val di Gresta, i Crauti con olive candite e fegatini, i Ravioli al burro acido e zafferano di montagna, Salmerino sedano rapa e rapanelli, e “The Jumpsuit Theme”, un piatto realizzato per omaggiare la mostra in corso e che quindi cambia in base alla programmazione del Mart. La ricerca di Ghezzi si estende anche alle bibite: cantine scelte, birre artigianali, ma anche miscelati, estratti e centrifughe, che lo chef propone in abbinamento alle portate del menù.
Altro aspetto degno di nota è la proposta legata al caffè. Oltre alle bevande classiche, è possibile degustare il personal blend realizzato in collaborazione con Illy estratto seguendo i metodi più svariati: dalla Kemex alla V60 alla French Press.
La sera invece il caffè assume importanza quasi teatrale con la sua realizzazione al tavolo grazie alla caffettiera a leva manuale, ispirata alla prima macchina da caffè di Achille Gaggia. 
Un progetto culturale nel quale si incontrano i grandi linguaggi della tradizione italiana: cucina, arte e design. “Credo che l’arte e la cucina siano in connessione per dare entrambe la possibilità al visitatore o all’ospite di emozionarsi e di portarsi a casa un ricordo indelebile. Se tu ti ricordi un piatto, significa che ti ha emozionato”, conclude Ghezzi.

Lo Chef
Alfio Ghezzi nasce alla fine di dicembre del 1970 a Breguzzo (TN), piccolo paese di montagna nella valle che sale verso Madonna di Campiglio. I genitori sono emigrati in Svizzera, così lui cresce con la nonna, grazie alla quale fin da piccolo si avvicina a una cucina autentica.  Gli anni dell’infanzia, si sa, sono quelli che più segnano la personalità nell’età adulta e difatti questa traccia si ritroverà forte nella sua esigenza di fare una cucina senza ridondanze, a ricordare come la semplicità sia in grado di trascurare l’apparenza fine a se stessa per concentrarsi invece su gusto e verità.
Dopo la formazione professionale fa esperienza come commis di cucina e chef de partie in diversi grandi alberghi quali il Miramonti & Majestic di Cortina, il St.Hubertus a Madonna di Campiglio, il Regina a Salsomaggiore Terme, il Villa Cortine Palace di Sirmione ed il Due Torri Di Verona.
Nel 1993 un cambio di rotta: si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia di Trento senza portare a termine gli studi perché di lì a qualche anno si dedicherà all’attività accademica come docente di cucina e pasticceria al Cfp Alberghiero ENAIP di Tione di Trento fino al 2003. Esperienza che lo porta a conoscere lo Chef Ettore Bocchia del Grand Hotel Villa Serbelloni che lo affascina per la sua indagine scrupolosa sul prodotto. Dopo una breve esperienza a Londra, al Monti’s Club, del Jumeirah in Sloan Square, affianca lo chef Ettore Bocchia a Villa Serbelloni di Bellagio. È proprio qui, sul lago di Como, che conosce il Maestro Gualtiero Marchesi, con il quale passa tre anni lavorando prima a Erbusco poi al Casinò Les Princes di Cannes e all’Hosteria dell’Orso di Roma, dove fa suoi i concetti di semplicità, essenza ed equilibrio.
Conclusosi il triennio “Marchesiano”, si trasferisce a Milano dove inizia la sua esperienza al Trussardi alla Scala, come allievo di Andrea Berton, che affianca per 4 anni e da cui assorbe la mania del dettaglio.
Nel marzo del 2010 la famiglia Lunelli delle Cantine Ferrari lo chiama “a casa” per dare un nuovo assetto alla Locanda Margon, a Ravina (TN), dove rimarrà come chef per nove anni, nei quali il ristorante verrà insignito di 2 stelle Michelin.
Sul finire dell’esperienza alla Locanda Margon, complice anche una parentesi professionale in Danimarca, lo Chef inizia a percepire nuovi stimoli e prende coraggio: decide così di aprire un ristorante tutto suo dando vita all’interno del Mart di Rovereto a un locale che porta appunto il suo nome: ALFIO GHEZZI.

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